Ultima modifica 18.07.2019

A cura del Dr. Davide Sganzerla


L'obesità infantile ha una genesi multifattoriale; come tale, è il risultato di diverse cause, più o meno evidenti, che interagiscono tra loro. In primo luogo, è dovuta ad un'eccessiva e cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica ed a fattori di tipo genetico - familiare. Rari sono i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali. (Confalone, 2002).

 

ALIMENTAZIONE

 

Se è vero che una dieta insufficiente può portare a deficit di vario tipo (proteine, calcio, ferro, vitamine ed altri nutrienti essenziali alla crescita), per contro, un introito calorico eccessivo determina dapprima un sovrappeso del bambino, poi, nella maggioranza dei casi, una manifesta obesità.
L'iperalimentazione nei primi due anni di vita, oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose (ipertrofia), determina anche un aumento del loro numero (iperplasia); da adulti, pertanto, si avrà una maggiore predisposizione all'obesità ed una difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti, perché sarà possibile ridurre le dimensioni delle cellule, ma non sarà possibile eliminarle. Intervenire durante l'età evolutiva è quindi di fondamentale importanza, perché dà la garanzia di risultati migliori e duraturi. (Confalone, 2002).

 

SEDENTARIETÀ

 

Oltre all'alimentazione scorretta e squilibrata, non è da sottovalutare, come fattore di rischio, la ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato, ma sempre di più frequente riscontro.
I piccoli, infatti, sono spesso accompagnati in macchina dai genitori (anche se la scuola o la palestra distano pochi metri da casa), prendono l'ascensore anche per un solo piano, passano ore ed ore davanti al computer e alla televisione (con gli esempi negativi che accentuano le cattive abitudini alimentari), escono sempre meno e così via.
Nel rapporto “Obesità in bambini e giovani: Una crisi nella sanità pubblica” scritto da un gruppo di esperti internazionali (IOTF) facente capo alla WHO (World Health Organisation), ed in collaborazione con la IASO (l'Associazione Internazionale per lo Studio sull'Obesità), sono state identificate le principali tendenze sociali che contribuiscono all'aumento dell'obesità infantile:

  • aumento dell'uso di trasporto motorizzato (ad esempio per andare a scuola);
  • diminuzione dell'attività fisica durante il tempo libero e conseguente aumento della sedentarietà;
  • aumento del tempo trascorso davanti la tv;
  • aumento della quantità e varietà degli alimenti grassi ed energetici e relativo aumento della loro pubblicità;
  • aumento dell'uso di ristoranti e fast food per pranzare e cenare, i quali offrono grandi porzioni a poco prezzo;
  • aumento del numero dei pasti durante la giornata;
  • aumento dell'uso di bibite analcoliche dolci e gasate come sostituzione all'acqua.

L'esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo). (Confalone, 2002).
Secondo Schoeller e coll. (1997), per evitare l'aumento di peso è ipotizzabile un “livello soglia” di esercizio corrispondente a circa 80 minuti di attività fisica moderata o 35 minuti di attività intensa al giorno. (Giampietro,1998 - pagina 7).
E' quindi sufficiente praticare, in maniera costante, un'attività aerobica leggera, senza affaticare troppo l'organismo (come una pedalata in bici od una camminata); ciò sottopone i muscoli ad uno sforzo moderato ma costante, inducendoli ad attingere carburante soprattutto dal serbatoio dei grassi. (Confalone, 2002).

 

FAMILIARITÀ

 

I fattori familiari non sono meno determinanti dei precedenti. L'obesità, sotto certi aspetti, può considerarsi un problema di natura ereditaria e, sotto altri, una conseguenza di fattori ambientali.
Un'indagine multiscopo realizzata dall'ISTAT nel 2000 dimostra che circa il 25% dei bambini ed adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso, mentre la percentuale dei bambini sale a circa il 34% quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori.
L'esempio della famiglia è fondamentale: non si può parlare di educazione alimentare se i genitori non iniziano per primi a seguire una dieta equilibrata.
Per quanto riguarda la natura ereditaria dell'obesità, sono state evidenziate alterazioni di alcuni geni aventi un ruolo nella produzione delle cellule adipose, ma gli studi sono tutt'ora in corso. (Confalone, 2002).



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