Digestione nello Stomaco
Dopo aver coinvolto bocca ed esofago la digestione degli alimenti prosegue nello stomaco o cavità gastrica. Di forma simile ad un sacchetto lo stomaco è sede di importanti trasformazioni digestive. I suoi due orifizi il cardias ed il piloro comunicano, rispettivamente, con l'esofago ed il duodeno.
Il contenuto gastrico che può raggiungere il notevole volume di tre litri viene attaccato da sostanze acide riversate al suo interno da ghiandole specializzate nel secernere acido cloridrico. Per questo motivo all'interno dello stomaco si raggiungono livelli di pH molto bassi e normalmente compresi tra lo 0,9 ed il 3,5.
In un individuo sano questa estrema acidità è del tutto innocua, grazie alla presenza di uno strato molto resistente di mucosa interna. Può tuttavia accadere che tale struttura ceda all'attacco degli acidi causando la formazione di lesioni più o meno gravi. Tali lacerazioni, che prendono il nome di ulcere gastriche, insorgono solitamente a causa della prolungata iperproduzione di acido cloridrico o in seguito ad infezioni batteriche come quella causata dall'Helicobacter pylori.
Nonostante questo svantaggio l'acido cloridrico ha un ruolo essenziale nella digestione degli alimenti. Oltretutto, grazie alla sua notevole efficacia antibatterica, è in grado di proteggere l'organismo intero dalle malattie alimentari. La sua forte acidità rende inoltre più solubili alcuni minerali come il calcio ed il ferro.
La caratteristica più importante dell'acido cloridrico risiede tuttavia nella sua capacità di attivare un enzima essenziale per la digestione delle proteine. Questa sostanza chiamata pepsina viene prodotta in una forma inattiva, detta pepsinogeno. Solo in presenza di un ambiente acido la pepsina può esercitare la propria azione proteolitica degradando le proteine in corte catene di amminoacidi.
In base alla quantità di bolo che giunge allo stomaco, le pareti gastriche hanno la capacità di rilassarsi e di contrarsi per aumentarne o diminuirne la capacità.
Oltre che da uno strato mucoso interno, la cavità gastrica è infatti avvolta da un tessuto muscolare che si rilassa e si contrae in base alla presenza si cibo.
Le fibre muscolari diventano più numerose in corrispondenza dello sfintere pilorico, una struttura anatomica che separa lo stomaco dal duodeno aprendosi e chiudendosi in base a meccanismi riflessi.
Dopo che lo stomaco si è completamente svuotato, viene percorso da contrazioni spontanee la cui intensità e frequenza aumenta al persistere del digiuno. Tali crampi, distintamente avvertiti dal soggetto in condizioni di digiuno prolungato, cessano all'ingestione di cibo quando la muscolatura lentamente si rilassa per accogliere il bolo alimentare.
Dopo aver subìto l'attacco degli acidi e degli enzimi gastrici il bolo alimentare proveniente dall'esofago prende il nome di chimo e prosegue il suo percorso superando lo sfintere pilorico ed entrando nel primo tratto di intestino tenue.
Digestione nel Duodeno
Lo svuotamento gastrico è un processo piuttosto lento, influenzato da molti elementi come il contenuto di grassi, fibre e proteine.
Dopo essere uscito dallo stomaco attraverso lo sfintere pilorico il chimo si riversa lentamente nel duodeno. Questa prima parte di intestino tenue, lunga all'incirca 25-30 cm, è estremamente importante per la corretta digestione degli alimenti.
Il duodeno è infatti collegato ad importanti dotti escretori che in presenza di chimo riversano al suo interno tutta una serie di succhi ricchi di enzimi digestivi.
Dopo aver lasciato lo stomaco il chimo è composto da una miscela acida e semifluida contenente grassi inalterati nella loro struttura, proteine e carboidrati parzialmente digeriti. In questo tratto di intestino dovranno completarsi tutti i vari processi digestivi dato che la parte finale del tratto intestinale è deputata quasi esclusivamente all'assorbimento.
All'ingresso nel duodeno il chimo subisce l'aggressione degli enzimi prodotti da due importanti organi, pancreas (succhi pancreatici) e fegato (bile).