Dieta a Zona all'Italiana
A cura della Dr.ssa Francesca Fanolla
« introduzione alla dieta a zona
« ripartizione dei macronutrienti
« i due sistemi per entrare in zona
« sei settimane per "entrare in zona"
Il termine "dieta" da anni fa ormai parte del business sociale e riempie la nostra vita quotidiana entrando nelle nostre case attraverso riviste, libri, pagine web e programmi televisivi.
Sono centinaia le "diete' proposte da tali mass-media e decine gli "stili alimentari' sui quali dibattono famosi dietologi e nutrizionisti.
Tra questi che definisco appunto "stili' con un significato più blando rispetto a quello più rigido di "dieta' troviamo la rinomatissima DIETA A ZONA che ormai da anni ha rivoluzionato la vita di milioni di persone e "vip' della tv e dello spettacolo, partendo dall'America, Paese in cui essa trova i suoi natali circa un ventennio fa grazie al biochimico dal quale ha preso il nome: Barry Sears.
I suoi studi sull'alimentazione si avviarono per cercare una risposta e soluzione al triste destino che da anni colpiva i suoi famigliari, dal nonno al fratello che furono colpiti tutti da infarto nonostante avessero sempre avuto uno stile di vita "salutare' dal punto di vista sia motorio che alimentare.

La sua attenzione si concentrò su una particolare categoria di potenti ormoni già oggetto di studio da parte di altri medici del tempo: gli eicosanoidi, agenti biologici che controllano moltissime funzioni organiche come il sistema cardiovascolare e quello immunitario, controllando i depositi di grassi. Questi ormoni vengono prodotti in due forme: quelli buoni (vasodilatatori) e quelli "cattivi' (vasocostrittori) l'equilibrio tra i quali garantisce una normale pressione sanguigna.
La dieta a zona "tradizionale' e "originale' americana fonda quindi la sua particolare ripartizione in nutrienti ( 40% carboidrati, 30% proteine, 30% grassi) proprio sull'obiettivo di tenere sotto controllo la produzione organica di tali eicosanoidi. E tutto ciò non valutando, come classicamente siamo abituati a fare, l'introito calorico giornaliero, bensì il numero di "blocchi', ognuno dei quali composto dalla suddetta ripartizione percentuale e soprattutto la "risposta glicemica' che ogni alimento provoca a livello ematico ( e i conseguenza sui livelli di insulina).
Tuttavia, data appunto la sua particolarità di bandire, ad esempio carboidrati a medio e alto IG (indice glicemico) come il pane ( e derivati come pizza, pasta ecc.) fondamento tipico della dieta mediterranea alla quale soprattutto noi italiani siam abituati sin da bambini, molto spesso la dieta a zona spaventa chi si avvicina ad essa.
E' così che nasce la Zona Italiana, che segue comunque le direttive e i princìpi di quella originaria americana, ma presenta nelle sue tabelle nutrizionali anche alimenti tipicamente mediterranei, pur inserendoli nelle categorie delle "fonti privilegiate, quasi privilegiate e quelle svantaggiose'. In questo modo, chiunque volesse provare la Zona, non sarebbe necessariamente costretto a rinunciare, ad esempio, alla mitica fetta di pane e pomodoro, ma sarebbe comunque informato e consapevole di quanto sia conveniente usare con moderazione tali alimenti.
Sinceramente trovo questa versione italiana della Dieta a Zona molto più "accessibile' e meno drastica a chi davvero è da sempre abituato a far colazione con caffè e cornetto e a pranzare con un bel piatto di pasta seguito dalla "scarpetta' col pane.
E' una evoluzione che definirei "intermedia' dato che si colloca a metà strada tra la dieta mediterranea e quella a Zona originale.
Funziona? Beh, provenendo da studi universitari di Scienze Motorie nei quali anche io, personalmente, sono stata abituata e "formata' sulle impronte di quello che definisco "stile alimentare mediterraneo' (60-65% carboidrati, 20-15% proteine,20-15% grassi), devo ammettere che sono stata alquanto scettica sulla Zona per molti anni e solo ultimamente mi ci sono avvicinata e appassionata perché provandola su me "in primis' ho constatato che realmente.... funziona!
Sia in termini di "estetica' perdendo quei chiletti in più di massa grassa e migliorando l'aspetto della pelle sia in termini di benessere psicofisico generale, dal costante senso di energia (che noto soprattutto nell'incremento dei carichi in sala pesi), all'umore "alto' e attivo durante tutto il giorno e dall'alto autocontrollo che essa mi ha dato senza chiudermi in eccessivi "schemi' alimentari troppo proibitivi.
Importante inoltre l'integrazione con acidi grassi omega-3 dei quali sto apprezzando l'effettiva efficacia.
In conclusione se avete timori o non volete rinunciare definitivamente alla fettina di pane o al dolce della nonna, vi invito a provare la Zona avvicinandovi ad essa tramite la versione Italiana chiaramente e semplicemente descritta nel testo: "Il grande libro della Zona italiana" (Gigliola Braga - Sperling & Kupfer Editori).
Buon appetito e buon allenamento a tutti!