Dieta del pH e Fitness
Ultima modifica 26.02.2020
INDICE
  1. Cos’è
  2. pH
  3. pH del sangue
  4. Acidità
  5. Alimenti
  6. Commento

Attenzione! Il seguente articolo è esclusivamente a scopo divulgativo e non intende in alcun modo promuovere l'applicazione di questo metodo né a scopo salutistico, né tantomeno a scopo dimagrante.

Dieta del pH e Fitness Shutterstock

Cos’è

Cos’è la dieta del pH?

La dieta del pH è un sistema alimentare che permette, attraverso l'assunzione di cibi che dovrebbero risultare alcalini, di raggiungere e mantenere il cosiddetto equilibrio acido-base – necessario all'omeostasi dell'organismo.

Tale condizione sarebbe indispensabile al mantenimento dello stato di salute, poiché alterazioni rilevabili del pH plasmatico si associano a disturbi anche gravi.

Nel seguente articolo si discuteranno alcune considerazioni generali riguardo gli "eventuali" vantaggi funzionali, non senza soffermarsi in merito a quanto dimostrato e quanto invece smentito dalla ricerca scientifica a riguardo.

Per approfondire: Dieta Alcalina

pH

Definizione di pH

In chimica, il pH rappresenta una scala di valutazione per l'acidità o la basicità di una soluzione acquosa. La lettera "H" sta per Hydrogen mentre il "p" evidenzia il potenziale. I composti acidi hanno un pH più basso, mentre quelli basici hanno un pH più alto.

Nota: a temperatura ambiente (25 °C o 77 °F), l'acqua pura non è né acida né basica, bensì neutra, ed ha un pH di 7.

La scala del pH è logaritmica ed indica inversamente la concentrazione di ioni idrogeno nella soluzione; un pH più basso indica una concentrazione più elevata di ioni idrogeno. Questo perché, per calcolare il pH, la formula utilizzata si avvicina al negativo del logaritmo in base 10 della concentrazione molare [a] degli ioni idrogeno nella soluzione. Più precisamente, il pH è il negativo del logaritmo in base 10 dell'attività dello ione idrogeno.

A 25 °C, le soluzioni con un pH inferiore a 7 sono definite acide e le soluzioni con un pH maggiore di 7 invece basiche. Il valore neutro del pH dipende dalla temperatura (> 7 se la temperatura aumenta). Per acidi molto forti il valore del pH può essere < 0, o viceversa > 14 per basi molto forti.

La scala del pH è riconducibile a una serie di soluzioni standard il cui pH è stabilito da un accordo internazionale. I valori standard di pH primario si determinano misurando la differenza di potenziale tra un elettrodo di idrogeno e un elettrodo standard come quello di cloruro d'argento. Il pH delle soluzioni acquose può essere misurato con un elettrodo di vetro e un pHmetro, o con un indicatore cromatico. Le misurazioni del pH sono importanti in chimica, agronomia, medicina, trattamento delle acque e molte altre applicazioni.

pH del sangue

Quant’è il pH del sangue?

Il pH ematico, o meglio plasmatico, è fisiologicamente tra 7.35-7.45 – quindi per natura leggermente alcalino.

Oscillazioni superiori a ± 0.4 punti si accompagnano ad una grave compromissione organica, e in assenza di trattamento possono rivelarsi letali. Già da questa affermazione è possibile comprendere che qualsivoglia possibile alterazione non può avere alcun effetto negativo sullo stato di salute; diversamente, il range omeostatico sarebbe fisiologicamente molto più ridotto.

L'essere umano è quindi in acidosi quando il pH ematico è < 7,35 ed in alcalosi quando il pH è > 7,45; tuttavia, si tratta di un'eventualità molto rara ed esclusivamente di natura patologica. Nelle persone sane, la variazione è molto ridotta.

Regolazione del pH del sangue

Il pH del sangue e la pressione osmotica sono regolati e mantenuti in maniera diretta dagli ioni del plasma, dalle proteine e da altre molecole disciolte. I meccanismi responsabili della gestione di questi componenti sono finemente regolati. Partecipano l'apparato respiratorio, urinario ed i soluti dei sistemi tampone del sangue – i primi ad intervenire in caso di "anomalie"; sempre presenti, costituiscono la prima linea di difesa.

Aumentando la ventilazione polmonare, cioè la frequenza respiratoria e/o la profondità del respiro, l'organismo aumenta l'escrezione di anidride carbonica, sollevando il pH del sangue. Viceversa in seguito all'alcalosi ematica si risponde con l'ipoventilazione.

A livello renale esiste un altro importantissimo meccanismo compensatorio del pH ematico, anche se molto più lento a mettersi in moto. Le cellule dei nefroni possono infatti rispondere all'acidosi riassorbendo maggiori quantità di bicarbonati, secernendo maggiori quantità di idrogenioni, riassorbendo più tamponi (HCO3-) e promuovendo la genesi di ammoniaca – che ha la capacità di reagire con gli ioni H+ liberi formando lo ione ammonio.

In definitiva, l'omeostasi del pH ematico dipende dai sistemi tampone, dal polmone e dal rene.

Acidità

pH acido e possibili conseguenze negative

Ribadiamo che quanto andremo a riferire non è nostra opinione, e ci limiteremo a citare quanto sostenuto da alcuni in merito ad un ipotetico legame tra variazioni del pH sanguigno, salute e composizione corporea.

Secondo alcune "teorie", pur rimanendo alcalino, il pH dell'uomo moderno sarebbe più acido rispetto a quello del passato. Ciò sarebbe causato da tutta una serie di fattori, primo tra tutti i cambiamenti nelle abitudini alimentari e nello stile di vita.

In merito a quest'ultimo, sappiamo una buona efficienza circolatoria contrasta efficacemente le problematiche legate al ristagno di liquidi negli arti inferiori, tipico del sesso femminile e dei sedentari, ed aiuta il normale processo di dimagrimento. Per logica è vero anche il contrario, ma non è questo il problema.

Sempre in base a "certe ipotesi", in presenza di un'acidità corporea eccessiva, le fibre di collagene del tessuto connettivo tenderebbero a danneggiarsi compromettendo l'efficienza circolatoria ed aumentando di conseguenza la predisposizione verso condizioni di ritenzione idrica e dei processi infiammatori alla base della cellulite.

Anche il sistema endocrino "potrebbe" risentire dell'ambiente acido, vedendo ridursi la sensibilità insulinica e il promuoversi della secrezione di cortisolo.

Per concludere, alcuni sostengono che un pH acido non aiuterebbe i processi di dimagrimento, ma al contrario tenderebbe alla conservazione della massa grassa, alla riduzione di quella magra, a rallentare il metabolismo aumentando l'appetito.

Allenamento e dieta iperproteica come causa di pH acido

Le teorie sulle correlazioni tra pH sanguigno e composizione corporea si basano sull'ipotesi che i suddetti processi "potrebbero" accentuarsi con l'allenamento e con una dieta sbilanciata.

Sia nell'uomo che nella donna, l'attività fisica intensa produce acido lattico; trattandosi di un acido, nel rispetto di quanto menzionato, questo comporterebbe un ulteriore abbassamento del pH ematico. Sarebbe questo il motivo che, già in presenza di ristagno dei liquidi e/o sofferenza al microcircolo, e verosimilmente di pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (PEFS, cellulite), si dovrebbero preferire metodiche di allenamento "non troppo lattacide".

In secondo luogo, anche l'alimentazione iperproteica – solitamente associata alla pratica del fitness – "potrebbe" tendere all'abbassamento del pH attraverso l'aumentato apporto di aminoacidi e il conseguente residuo azotato.

Inoltre, le diete eccessivamente ipocaloriche e in particolare quelle chetogeniche, aumentano livelli di acidi grassi liberi e di corpi chetonici nel sangue, i quali tendono ad abbassare ulteriormente il pH plasmatico.

Se i presupposti menzionati al principio "fossero reali", si capirebbe l'importanza di mantenere l'organismo in uno "stato alcalino"; d'altro canto non è proprio così.

Alimenti

Cosa mangiare per mantenere un pH idoneo?

Volendo credere a queste teorie, per ristabilire l'equilibrio acido-base sarebbe sufficiente rispettare alcuni criteri.

Le linee guida della "dieta del pH" prevedono l'assunzione in misura prevalente di alimenti alcalinizzanti e minoritaria di cibi acidificanti; più precisamente:

In pratica, per ogni alimento acidificante (gli ultimi dell'elenco) se ne scelgono quattro di tipo alcalinizzante (rapporto 1:4).

In certi casi l'applicazione rigida di questa regola – soprattutto quando si tratta di donne che praticano l'allenamento con i pesi, che desiderano raggiungere un buon tono muscolare ed una bassa percentuale di grasso – potrebbe esitare in un apporto proteico inferiore rispetto al fabbisogno reale. Si può quindi aumentare l'assunzione di proteine, ma bilanciandola con frutta e verdura aggiuntive. Esistono anche appositi integratori alcalinizzanti che si sono dimostrati utili nel ripristinare l'equilibrio acido-base.

In molti noteranno che alcuni tipi di cibi di origine vegetale a prevalenza di carboidrati complessi (pane, pasta e cereali in genere) vengono inclusi tra gli alimenti acidi. Il consiglio sarebbe pertanto di limitarli, ma non eliminarli, in quanto sono indispensabili per il livello energetico, per il mantenimento del volume e del tono muscolare.

Sarebbero preferibili i prodotti di tipo integrale per la loro minore densità glucidica; inoltre, risulterebbe consigliabile assumerli nella prima parte della giornata, quando il costo energetico è superiore.

Si raccomanda di bere molta acqua, anche questa di tipo "alcalinizzante (pH > 7).

Commento

Iniziamo sottolineando che è molto importante, sempre e comunque, interpellare il medico di fiducia o un professionista del settore (ad esempio un dietista) prima di intraprendere qualsiasi tipo di regime e/o integrazione alimentare.

Meglio evitate il "fai da te" in quanto talvolta si commettono inconsapevolmente piccoli errori potenzialmente disagevoli per la salute. Le informazioni facilmente reperibili possono risultare fuorvianti, poiché nessuna di esse tiene in considerazione l'effettivo stato di salute e le reali necessità nutrizionali.

Terminiamo l'articolo con un piccolo commento, ormai facilmente anticipabile dai gentili lettori. Come scritto in premessa, quanto riportato ha puramente una funzione divulgativa. Detto questo, seguendo la ragione, è improbabile dare credito a questo sistema.

Il metodo della dieta del pH, in qualsiasi variante, non trova alcun riscontro scientifico. Qualsiasi concetto basilare è distorto o manipolato. La ricerca scientifica non avvalora alcuna di tali ipotesi.

Il pH è efficacemente regolato dai sistemi fisiologici e il range di tolleranza è perfettamente capace di sopportare l'aumento o la diminuzione dei principi acidificanti. L'unico modo "per metterlo in crisi" sarebbe un'iniezione endovenosa.

Viene coinvolto, nella maggior parte delle variazioni dovute dall'attività motoria e alla dieta, primariamente il sistema tampone. Solo in alcuni rari casi, come nella dieta chetogenica – soprattutto senza rispettare le linee guida di sicurezza – diventa fondamentale l'intervento renale ed assume un ruolo primario anche la ventilazione polmonare.

Buccia d'arancia e cellulite hanno cause eziologiche diverse dalla produzione di acido lattico, quindi non ci sono limiti di sorta nella scelta della disciplina motoria o dell'attività fitness. Per quanto riguarda la dieta vale lo stesso concetto. Diete iperproteiche e chetogeniche non sono consigliabili in generale, non perché abbassino il pH del sangue, ma semplicemente perché difficilmente sostenibili, sbilanciate e potenzialmente affaticanti per gli organi dei soggetti più sensibili nel lungo termine.

Autore

Dott. Riccardo Borgacci

Dott. Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer