Ultima modifica 25.09.2019
INDICE
  1. Esiste una Dieta contro l'Ipotiroidismo?
  2. Ipotiroidismo e Carenza di Iodio
  3. Integratori di Iodio: fanno bene?
  4. Iodio negli Alimenti
  5. Tireostimolanti
  6. Importanza del Selenio
  7. Dieta e Interazioni Farmacologiche

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Esiste una Dieta contro l'Ipotiroidismo?

Il ruolo fondamentale dello iodio nel promuovere la corretta funzionalità tiroidea, e la grande diffusione del disturbo, fanno sì che molte persone affette da ipotiroidismo si chiedano se esiste una dieta efficace per trattare questa loro condizione.

Dal canto suo, la medicina ufficiale risponde che non esiste una dieta standard contro l'ipotiroidismo, prima di tutto a causa delle diverse origini di questo disturbo caratterizzato da un'insufficiente sintesi di ormoni tiroidei.

Dieta ipotiroidismo

Ipotiroidismo e Carenza di Iodio

A livello mondiale, le severe carenze alimentari di iodio sono una delle più comuni cause d'origine dell'ipotiroidismo; per contro, non dobbiamo dimenticare che anche un eccessivo apporto del minerale può - alla lunga - sovvertire la normale funzionalità tiroidea, istaurando quadri di iper ma anche di ipotiroidismo.

Altrettanto spesso, l'ipotiroidismo ha un'origine autoimmune, perché legata ad alterazioni del sistema immunitario (vedi tiroidite di Hashimoto); più raramente, invece, la tiroide non funziona a causa dell'inefficace stimolazione ipotalamica, o per una sua assenza congenita.

Integratori di Iodio: fanno bene?

Per quanto detto sinora, nonostante l'utilizzo di integratori ricchi di iodio sia particolarmente utile nei casi di ridotto apporto alimentare, quando l'ipotiroidismo NON ha un'origine dietetica, è bene evitare qualsiasi supplementazione specifica, dato che un eccesso di iodio potrebbe addirittura far precipitare la condizione. In altri casi, questi prodotti sarebbero del tutto ininfluenti, trasformandosi in un inutile sperpero di denaro.

Per questo motivo, quando si parla di dieta ed ipotiroidismo è necessario evitare di generalizzare:

dato che il disturbo riconosce diverse cause d'origine, diversa può essere la risposta alla supplementazione orale di iodio.

Sotto controllo medico, questa pratica può avere una certa utilità soltanto in quei casi in cui l'ipotiroidismo è sostenuto da carenze alimentari, oggi più rare rispetto al passato per la diffusa pratica di aggiungere iodio nel sale comune. L'apporto del minerale può essere aumentato anche attraverso la semplice dieta, semplicemente scegliendo alimenti ricchi di iodio, come pesce di mare, alghe marine, molluschi e sale marino integrale.

Una specifica supplementazione offre comunque il vantaggio di essere standardizzata nelle dosi, obiettivo assai difficile da raggiungere con la comune alimentazione.

Iodio negli Alimenti

Esistono poi dei particolari alimenti (come cavoli, broccoli, cavolfiori, soia, semi di lino, rape, ravanelli, miglio e tapioca) che - specie se consumati crudi - aumentano notevolmente il fabbisogno di iodio, perturbandone il metabolismo. Tali cibi, detti gozzigeni, andrebbero pertanto consumati con moderazione, ma solo in caso di ipotiroidismo da carenza iodica.

Tireostimolanti

Tra gli integratori più utilizzati per stimolare la funzionalità della tiroide in soggetti sani rientrano i guggulsteroni e la forskolina.
La medicina non ufficiale consiglia anche l'olio di cocco, perché sembra in grado di stimolare la funzionalità della ghiandola tiroidea e sostenere il metabolismo.

Ad ogni modo, tutti questi prodotti non possono certo sostituirsi all'efficacia della terapia ormonale sostitutiva per i soggetti sofferenti di ipotiroidismo.

Importanza del Selenio

Da alcuni anni sappiamo, che oltre al deficit di iodio, anche altri fattori ambientali, in particolare la carenza di selenio, possono contribuire all'insorgenza di ipotiroidismo.

Mentre lo iodio è l'elemento fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei, triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), il selenio gioca un ruolo fondamentale nel loro metabolismo.

I cereali, la carne ed il pesce sono fonti importanti di selenio.




Dieta e Interazioni Farmacologiche

Il fatto che la medicina ufficiale dia poca importanza alla dieta nel trattamento dell'ipotiroidismo, deriva anche dal fatto che questo disturbo può essere agevolmente controllato attraverso una terapia sostitutiva a base di levotiroxina, eventualmente affiancata da triodotironina. In pratica, gli ormoni tiroidei, che risultano deficitarii in tutti i casi di ipotiroidismo, vengono assunti con una semplice compressa di medicinale.

Efficace, sicura ed in terapia da moltissimi anni, la levotiroxina dev'essere assunta secondo le indicazioni mediche; generalmente, si consiglia di assumerla a stomaco vuoto, a distanza di almeno 4-5 ore dall'assunzione di integratori di ferro o calcio, nonché dei multivitaminici che li contengono. Analogo discorso per gli antiacidi a base di sali di alluminio o magnesio, e per alimenti come farina di soia, noci, e vari farmaci (colestiramina, colestipolo, sucralfato).

In genere, anche l'eccesso di fibre può ridurre l'assorbimento intestinale degli ormoni tiroidei sintetici; tuttavia, gli alimenti che ne sono ricchi risultano importantissimi per evitare problemi di stitichezza, abbastanza comuni nelle persone che soffrono di ipotiroidismo. Frutta e verdura, quindi, vanno consumate a sufficiente distanza dall'assunzione del medicinale, senza privarsi in alcun modo del loro prezioso apporto nutrizionale.


Il ruolo della dieta nel trattamento dell'ipotiroidismo è quindi rivolto, almeno secondo la medicina ufficiale, soprattutto ad evitare possibili interazioni con i medicinali assunti; in tal senso, rimandiamo a un'attenta lettura del foglietto illustrativo ed ai consigli medici, dissuasendo i lettori dall'idea di modificare inconsciamente la propria dieta sulla base di quanto appreso in internet, specie in siti che - a differenza di questo - preferiscono abbracciare le tesi della medicina non ufficiale.