Dieta e diabete: come comportarsi con grassi, proteine e colesterolo

Dieta e diabete: come comportarsi con grassi, proteine e colesterolo
Ultima modifica 15.11.2023
INDICE
  1. Dieta, diabete e proteine
  2. Dieta, diabete e grassi
  3. Altri articoli

Dieta, diabete e proteine

La relazione tra diabete e proteine non è sempre uguale

Infatti, se il diabete è compensato e non vi è traccia di complicazioni metabolico-funzionali, l'assunzione di proteine è assolutamente normale

In caso contrario, la dieta può richiedere alcune modifiche della sua composizione/ripartizione.

Apporto di proteine consigliato

Gli esperti di alimentazione consigliano di assumere, durante l'arco della giornata, una quantità di proteine pari a:

  • Dal 13% fino al 20% dell'apporto calorico giornaliero totale (a seconda della fonte scientifica presa in considerazione)
  • oppure 1,0-1,1 g di proteine per chilogrammo di peso corporeo fisiologico (cioè normale, con un indice di massa corporea compreso tra 18,5 e 24,9).

La tabella sottostante, prodotta dalla SINU (Società Italiana per la Nutrizione Umana) riassume i Livelli di Assunzione di Riferimento per la Popolazione Italiana (LARN) di proteine. Tali livelli sono adeguati e consigliati anche per il diabetico non complicato da disturbi renali.

LARN PER LE PROTEINE
  Età (anni) Peso corporeo AR fabbisogno medio PRO assunzione raccomandata per la popolazione SDT obbiettivo nutrizionale per la prevenzione
    kg

g/kg*die

e

g/die

g/kg*die

e

g/die

g/kg*die

e

g/die

ADULTI
Maschi 18-29 70,0 e 0,71 50,0 e 0,90 63,0  
  30-59 70,0 e 0,71 50,0 e 0,90 63,0  
  60-74 70,0      
  ≥ 75 60,0      
Femmine 18-29 60,0 e 0,71 43,0 e 0,90 54,0  
  30-59 60,0 e 0,71 43,0 e 0,90 54,0  
  60-74 60,0     11 e 0,66
  ≥ 75 60,0     11 e 0,66

Didascalia:

  • AR, PRI e SDT corrispondono al valore medio giornaliero su un ragionevole intervallo di tempo.
  • Per le fasce d'età si fa riferimento all'età anagrafica.
  • Il peso corporeo indicato è esemplificativo e non rappresenta un valore normativo per la popolazione.
  • AR, PRI ed SDT sono corretti per la qualità proteica attribuita alla dieta italiana. L'evidenza scientifica non consente di definire il livello massimo tollerabile di assunzione (UL) per nessuno dei gruppi d'interesse.

La quantità di proteine con la dieta viene ridotta in caso di nefropatia diabetica, senza comunque scendere al di sotto dei 0,7 g/kg/die.

Per maggiori informazioni, leggi gli articoli dieta ipoproteica e dieta per l'insufficienza renale.

In entrambi i casi, la quota di proteine nella dieta dovrebbe derivare per i 2/3 da prodotti di origine animale e per 1/3 da prodotti di origine vegetale (legumi).

Alimenti consigliati e alimenti da evitare

ALIMENTI CONSIGLIATI ALIMENTI DA EVITARE
Carni fresche: bianche (petto di pollodi tacchinoconiglio) tagli magri di bovino e anche di maiale (nonostante la carne di suino goda di una cattiva reputazione, alcuni tagli come la lonza e il filetto non hanno nulla da invidiare dal punto di vista nutrizionale alla carne bovina; anzi, per alcuni aspetti, come il maggior contenuto di vitamine B1 e B2 e il costo inferiore sono addirittura migliori), agnellocaprettocavallofaraonalumachequaglia e rane. Carni fresche: tutte le carni grasse e le frattaglie ricche di grassi.

E' consigliabile togliere la pelle ed evitare le parti grasse di alcuni animali (ad esempio la pelle e la coda del pollo, il midollo delle ossa ecc)

Uova: solo albume (ovvero il bianco). Uova: limitare il consumo di tuorlo (ovvero il rosso) a meno di 3 settimanali (è ricco di lipidi).
Carni conservate: salumi magri come il prosciutto crudo sgrassato e la bresaola. Carni conservate: tutti i salumi crudi e gli insaccati crudi e cotti grassi, nonché le ricette che li contengono (cotechinozamponepancettasalsicciasalamewurstelhamburgercoppa ecc.
Prodotti della pesca: la maggior parte dei pesci può essere consumata tranquillamente. Prodotti della pesca: non esagerare con i pesci grassi, specie con quelli conservati sott'olio o sotto sale.
Latte e derivati: con moderazione e prediligendo quelli a basso contenuto di grassi (latte e yogurt totalmente o parzialmente scremati, ricotta magra, fiocchi di latte e formaggi spalmabili light, poco grana o parmigiano sui primi piatti). Latte e derivati: è consigliabile eliminare del tutto i formaggi grassi come: gorgonzolamascarpone, quelli prodotti da latte intero e soprattutto stagionati.
Legumi e cerealisoiapisellicecifagioli ecc. sono considerati ottime fonti di proteine per il diabetico, in particolare se associati ai cereali come granorisofarroavenasegale ecc. E' bene non esagerare con le porzioni a causa del carico glicemico. Legumi e cereali: sono da evitare tutte le ricette condite con sughi elaborati e grassi.
Per approfondire: Integratori alimentari e diabete: un aiuto per la salute

Dieta, diabete e grassi

La relazione tra diabete e grassi è abbastanza costante nella maggior parte dei casi clinici.
L'attenzione alla quantità di tali nutrienti energetici è volta soprattutto al mantenimento di un peso normale o al dimagrimento in caso di sovrappeso.
Per ciò che riguarda la qualità, invece, è assolutamente necessario diminuire l'introito di grassi con un impatto metabolico negativo (colesterolo, acidi grassi saturi, idrogenati, in conformazione trans, acido arachidonico in ECCESSO – omega 6) a favore di quelli benefici (omega 3, acido gamma linolenico - omega 6, fitosteroli e lecitine).

Apporto di grassi con la dieta in caso di diabete

Si consiglia di assumere un quantitativo di grassi pari al 25% (può oscillare dal 20 al 30%) dell'apporto calorico giornaliero.
Se la dieta richiede una limitazione significativa dei carboidrati (40-45%), tale quota può salire, senza mai superare il 40%; in tal caso è indispensabile che le fonti alimentari dei lipidi siano di ottima qualità.
In ogni caso, l'apporto andrà individualizzo in base alla valutazione dello stato nutrizionale e agli obiettivi terapeutici (dimagrimento, controllo glicemico ecc.).

Perché il diabetico deve fare molta attenzione al tipo di grassi che introduce con la dieta?

Nei pazienti con diabete mellito tipo 2 l'incidenza di malattie cardiovascolari è più alta rispetto alla popolazione sana. Per questo motivo la dieta del diabetico dovrebbe limitare l'apporto di grassi saturi, idrogenati, trans e colesterolo; meritano una certa attenzione anche la quantità di acidi grassi essenziali, la loro tipologia (essenziali o semiessenziali) e il rapporto tra omega 6 e omega 3.

La giusta ripartizione dei grassi per il diabetico

La ripartizione tra i vari tipi di lipidi nella dieta dovrebbe quindi rispettare il seguente schema:

Dal punto di vista pratico, questa ripartizione è ottenibile consumando:

  • 2/3 di lipidi di origine vegetale ricchi di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi (oli)
    • Escludendo: la margarina, gli oli e i grassi tropicali
  • 1/3 di lipidi di origine animale (burro, carni grasse, uova ecc.)
  •  Consumare il pesce almeno 3-4 volte alla settimana; è infatti difficile raggiungere il fabbisogno di acidi grassi EPA e DHA senza consumare regolarmente questo prezioso alimento.
ALIMENTI CONSIGLIATI ALIMENTI DA EVITARE
Condimentiolio extravergine di olivaoli di semi di buona qualità Condimenti: margarina, oli e grassi tropicali, burro.
Latte e derivatilatte e yogurt parzialmente o totalmente scremati, formaggi magri (contenuto lipidico inferiore al 20% come la ricotta di vacca e i fiocchi di latte). Latte e derivati: latte intero, yogurt intero, formaggi grassi (contenuto lipidico superiore al 40% ), moderare il consumo di semigrassi (contenuto lipidico compreso tra il 20 e il 40% come stracchino e mozzarella).
Per le fritture (ammesse solo come eccezione) si consigliano l'olio di oliva o l'olio di arachidi. Evitare: le fritture, le carni grasse, le carni conservate grasse, troppi tuorli d'uovo e i prodotti conservati sottolio.
vedi anche ALIMENTI DA EVITARE nel capitolo delle proteine.

Relazione tra diabete e colesterolo

Per un diabetico è importante non superare il limite di 300mg/giorno fissato per la popolazione sana, e introdurre alcuni grassi capaci di migliorarne il profilo lipemico nel sangue (polinsaturi e monoinsaturi).

Vedi: Alimenti a maggior contenuto di colesterolo.

Seguendo un regime alimentare equilibrato, ipocalorico ma non troppo restrittivo, è possibile migliorare il quadro lipidico del sangue rallentando lo sviluppo dell'aterosclerosi e riducendo sensibilmente il rischio di complicanze microangiopatiche:

ALIMENTI CONSIGLIATI ALIMENTI DA EVITARE
Migliorano il profilo del colesterolo nel sangueverdure e alimenti di origine vegetale ricchi di fibre.
La combinazione di grassi saturi e colesterolo favorisce l'azione aterogena di quest'ultimo; ecco perché le carni bianche, pur contenendo quantità simili di colesterolo rispetto alle rosse sono maggiormente indicate per chi soffre di ipercolesterolemia.
Condimenti: burro
Prodotti della pesca: tutti quelli magri o ricchi di omega 3 e con poco colesterolo. Latte e derivati: tutti i derivati grassi
Carni fresche: sono più consigliate quelle bianche per la minor quantità di grassi totali, tra i quali anche i saturi, ma non per il minor quantitativo di colesterolo rispetto alle rosse.
NB. La combinazione di grassi saturi e colesterolo favorisce l'azione aterogena di quest'ultimo ecco perché le carni bianche, pur contenendo quantità simili di colesterolo rispetto alle rosse sono maggiormente indicate per chi soffre di ipercolesterolemia.

Uova: evitare il tuorlo o limitarlo sensibilmente (non oltre 3 tuorli alla settimana)

Carni fresche: tutte quelle grasse (pancetta, costine, coda di manzo, pancia di vitello ecc). Tutte le frattaglie (soprattutto il cervello, il midollo e il fegato).

Carni conservate: tutti i salumi e gli insaccati, anche cotti.

Prodotti della pescacrostacei e certi molluschi.

Altriprodotti da fornodolci e pasticceria salata.

ATTENZIONE! E' importante non lasciarsi attirare da pubblicità fuorvianti, come quelle che sponsorizzano l'assenza di colesterolo nell'alimento ma leggere con attenzione l'etichetta alimentare.

Se nell'elenco degli ingredienti compare l'espressione «totalmente o parzialmente idrogenato» è bene riporre l'alimento nello scaffale. Sostituire i grassi di origine animale ricchi di colesterolo con grassi vegetali idrogenati non migliora certo la situazione, anzi, per alcuni aspetti la peggiora.

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Autore

Dott. Riccardo Borgacci

Dott. Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer