Dieta e diabete: come comportarsi con grassi, proteine e colesterolo
Dieta, diabete e proteine
La relazione tra diabete e proteine non è sempre uguale
Infatti, se il diabete è compensato e non vi è traccia di complicazioni metabolico-funzionali, l'assunzione di proteine è assolutamente normale
In caso contrario, la dieta può richiedere alcune modifiche della sua composizione/ripartizione.
Apporto di proteine consigliato
Gli esperti di alimentazione consigliano di assumere, durante l'arco della giornata, una quantità di proteine pari a:
- Dal 13% fino al 20% dell'apporto calorico giornaliero totale (a seconda della fonte scientifica presa in considerazione)
- oppure 1,0-1,1 g di proteine per chilogrammo di peso corporeo fisiologico (cioè normale, con un indice di massa corporea compreso tra 18,5 e 24,9).
La tabella sottostante, prodotta dalla SINU (Società Italiana per la Nutrizione Umana) riassume i Livelli di Assunzione di Riferimento per la Popolazione Italiana (LARN) di proteine. Tali livelli sono adeguati e consigliati anche per il diabetico non complicato da disturbi renali.
LARN PER LE PROTEINE |
|||||
Età (anni) | Peso corporeo | AR fabbisogno medio | PRO assunzione raccomandata per la popolazione | SDT obbiettivo nutrizionale per la prevenzione | |
kg |
g/kg*die e g/die |
g/kg*die e g/die |
g/kg*die e g/die |
||
ADULTI | |||||
Maschi | 18-29 | 70,0 e 0,71 | 50,0 e 0,90 | 63,0 | |
30-59 | 70,0 e 0,71 | 50,0 e 0,90 | 63,0 | ||
60-74 | 70,0 | ||||
≥ 75 | 60,0 | ||||
Femmine | 18-29 | 60,0 e 0,71 | 43,0 e 0,90 | 54,0 | |
30-59 | 60,0 e 0,71 | 43,0 e 0,90 | 54,0 | ||
60-74 | 60,0 | 11 e 0,66 | |||
≥ 75 | 60,0 | 11 e 0,66 |
Didascalia:
- AR, PRI e SDT corrispondono al valore medio giornaliero su un ragionevole intervallo di tempo.
- Per le fasce d'età si fa riferimento all'età anagrafica.
- Il peso corporeo indicato è esemplificativo e non rappresenta un valore normativo per la popolazione.
- AR, PRI ed SDT sono corretti per la qualità proteica attribuita alla dieta italiana. L'evidenza scientifica non consente di definire il livello massimo tollerabile di assunzione (UL) per nessuno dei gruppi d'interesse.
La quantità di proteine con la dieta viene ridotta in caso di nefropatia diabetica, senza comunque scendere al di sotto dei 0,7 g/kg/die.
Per maggiori informazioni, leggi gli articoli dieta ipoproteica e dieta per l'insufficienza renale.
In entrambi i casi, la quota di proteine nella dieta dovrebbe derivare per i 2/3 da prodotti di origine animale e per 1/3 da prodotti di origine vegetale (legumi).
Alimenti consigliati e alimenti da evitare |
|
ALIMENTI CONSIGLIATI | ALIMENTI DA EVITARE |
Carni fresche: bianche (petto di pollo, di tacchino, coniglio) tagli magri di bovino e anche di maiale (nonostante la carne di suino goda di una cattiva reputazione, alcuni tagli come la lonza e il filetto non hanno nulla da invidiare dal punto di vista nutrizionale alla carne bovina; anzi, per alcuni aspetti, come il maggior contenuto di vitamine B1 e B2 e il costo inferiore sono addirittura migliori), agnello, capretto, cavallo, faraona, lumache, quaglia e rane. | Carni fresche: tutte le carni grasse e le frattaglie ricche di grassi.
E' consigliabile togliere la pelle ed evitare le parti grasse di alcuni animali (ad esempio la pelle e la coda del pollo, il midollo delle ossa ecc) |
Uova: solo albume (ovvero il bianco). | Uova: limitare il consumo di tuorlo (ovvero il rosso) a meno di 3 settimanali (è ricco di lipidi). |
Carni conservate: salumi magri come il prosciutto crudo sgrassato e la bresaola. | Carni conservate: tutti i salumi crudi e gli insaccati crudi e cotti grassi, nonché le ricette che li contengono (cotechino, zampone, pancetta, salsiccia, salame, wurstel, hamburger, coppa ecc. |
Prodotti della pesca: la maggior parte dei pesci può essere consumata tranquillamente. | Prodotti della pesca: non esagerare con i pesci grassi, specie con quelli conservati sott'olio o sotto sale. |
Latte e derivati: con moderazione e prediligendo quelli a basso contenuto di grassi (latte e yogurt totalmente o parzialmente scremati, ricotta magra, fiocchi di latte e formaggi spalmabili light, poco grana o parmigiano sui primi piatti). | Latte e derivati: è consigliabile eliminare del tutto i formaggi grassi come: gorgonzola, mascarpone, quelli prodotti da latte intero e soprattutto stagionati. |
Legumi e cereali: soia, piselli, ceci, fagioli ecc. sono considerati ottime fonti di proteine per il diabetico, in particolare se associati ai cereali come grano, riso, farro, avena, segale ecc. E' bene non esagerare con le porzioni a causa del carico glicemico. | Legumi e cereali: sono da evitare tutte le ricette condite con sughi elaborati e grassi. |
Dieta, diabete e grassi
La relazione tra diabete e grassi è abbastanza costante nella maggior parte dei casi clinici.
L'attenzione alla quantità di tali nutrienti energetici è volta soprattutto al mantenimento di un peso normale o al dimagrimento in caso di sovrappeso.
Per ciò che riguarda la qualità, invece, è assolutamente necessario diminuire l'introito di grassi con un impatto metabolico negativo (colesterolo, acidi grassi saturi, idrogenati, in conformazione trans, acido arachidonico in ECCESSO – omega 6) a favore di quelli benefici (omega 3, acido gamma linolenico - omega 6, fitosteroli e lecitine).
Apporto di grassi con la dieta in caso di diabete
Si consiglia di assumere un quantitativo di grassi pari al 25% (può oscillare dal 20 al 30%) dell'apporto calorico giornaliero.
Se la dieta richiede una limitazione significativa dei carboidrati (40-45%), tale quota può salire, senza mai superare il 40%; in tal caso è indispensabile che le fonti alimentari dei lipidi siano di ottima qualità.
In ogni caso, l'apporto andrà individualizzo in base alla valutazione dello stato nutrizionale e agli obiettivi terapeutici (dimagrimento, controllo glicemico ecc.).
Perché il diabetico deve fare molta attenzione al tipo di grassi che introduce con la dieta?
Nei pazienti con diabete mellito tipo 2 l'incidenza di malattie cardiovascolari è più alta rispetto alla popolazione sana. Per questo motivo la dieta del diabetico dovrebbe limitare l'apporto di grassi saturi, idrogenati, trans e colesterolo; meritano una certa attenzione anche la quantità di acidi grassi essenziali, la loro tipologia (essenziali o semiessenziali) e il rapporto tra omega 6 e omega 3.
La giusta ripartizione dei grassi per il diabetico
La ripartizione tra i vari tipi di lipidi nella dieta dovrebbe quindi rispettare il seguente schema:
- 1/3 di acidi grassi saturi (
- 1/2 di acidi grassi monoinsaturi
- 1/4 di acidi grassi polinsaturi (senza mai superare il 10% delle calorie giornaliere)
- ≤ 300 mg di colesterolo al giorno
- ≤ 5 g al giorno di acidi grassi trans, contenuti nella margarina e nei prodotti che la contengono, ad esempio alcuni biscotti, dolciumi e snack (è quindi bene ridurre al massimo il loro consumo).
Dal punto di vista pratico, questa ripartizione è ottenibile consumando:
- 2/3 di lipidi di origine vegetale ricchi di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi (oli)
- Escludendo: la margarina, gli oli e i grassi tropicali
- 1/3 di lipidi di origine animale (burro, carni grasse, uova ecc.)
- Consumare il pesce almeno 3-4 volte alla settimana; è infatti difficile raggiungere il fabbisogno di acidi grassi EPA e DHA senza consumare regolarmente questo prezioso alimento.
ALIMENTI CONSIGLIATI | ALIMENTI DA EVITARE |
Condimenti: olio extravergine di oliva, oli di semi di buona qualità | Condimenti: margarina, oli e grassi tropicali, burro. |
Latte e derivati: latte e yogurt parzialmente o totalmente scremati, formaggi magri (contenuto lipidico inferiore al 20% come la ricotta di vacca e i fiocchi di latte). | Latte e derivati: latte intero, yogurt intero, formaggi grassi (contenuto lipidico superiore al 40% ), moderare il consumo di semigrassi (contenuto lipidico compreso tra il 20 e il 40% come stracchino e mozzarella). |
Per le fritture (ammesse solo come eccezione) si consigliano l'olio di oliva o l'olio di arachidi. | Evitare: le fritture, le carni grasse, le carni conservate grasse, troppi tuorli d'uovo e i prodotti conservati sottolio. vedi anche ALIMENTI DA EVITARE nel capitolo delle proteine. |
Relazione tra diabete e colesterolo
Per un diabetico è importante non superare il limite di 300mg/giorno fissato per la popolazione sana, e introdurre alcuni grassi capaci di migliorarne il profilo lipemico nel sangue (polinsaturi e monoinsaturi).
Vedi: Alimenti a maggior contenuto di colesterolo.
Seguendo un regime alimentare equilibrato, ipocalorico ma non troppo restrittivo, è possibile migliorare il quadro lipidico del sangue rallentando lo sviluppo dell'aterosclerosi e riducendo sensibilmente il rischio di complicanze microangiopatiche:
- L'insulina rappresenta un forte stimolo per la produzione endogena di colesterolo (vedi: glicemia e dimagrimento); vanno pertanto evitati i carboidrati ad alto indice glicemico, gli alimenti a medio indice glicemico ma ad elevato carico glicemico e i pasti composti solamente da carboidrati.
- I grassi saturi aumentano il colesterolo cattivo, ma lasciano invariato quello buono, mentre gli acidi grassi trans (contenuti in buona parte dei grassi vegetali come margarina, burro di arachidi ecc.), oltre a innalzare i livelli di colesterolo cattivo LDL, abbassano anche il colesterolo buono.
- Aumentando l'apporto di cibi ricchi di fibre si interferisce con l'assorbimento di colesterolo a livello intestinale e si garantisce un apporto completo di antiossidanti.
- Preferendo i grassi monoinsaturi e poliinsaturi è possibile aumentare la frazione del colesterolo buono HDL. Inoltre, questi alimenti sono ricchi di steroli vegetali, sostanze naturali che aiutano a combattere il colesterolo.
ALIMENTI CONSIGLIATI | ALIMENTI DA EVITARE |
Migliorano il profilo del colesterolo nel sangue: verdure e alimenti di origine vegetale ricchi di fibre. La combinazione di grassi saturi e colesterolo favorisce l'azione aterogena di quest'ultimo; ecco perché le carni bianche, pur contenendo quantità simili di colesterolo rispetto alle rosse sono maggiormente indicate per chi soffre di ipercolesterolemia. |
Condimenti: burro |
Prodotti della pesca: tutti quelli magri o ricchi di omega 3 e con poco colesterolo. | Latte e derivati: tutti i derivati grassi |
Carni fresche: sono più consigliate quelle bianche per la minor quantità di grassi totali, tra i quali anche i saturi, ma non per il minor quantitativo di colesterolo rispetto alle rosse. NB. La combinazione di grassi saturi e colesterolo favorisce l'azione aterogena di quest'ultimo ecco perché le carni bianche, pur contenendo quantità simili di colesterolo rispetto alle rosse sono maggiormente indicate per chi soffre di ipercolesterolemia. |
Uova: evitare il tuorlo o limitarlo sensibilmente (non oltre 3 tuorli alla settimana) Carni fresche: tutte quelle grasse (pancetta, costine, coda di manzo, pancia di vitello ecc). Tutte le frattaglie (soprattutto il cervello, il midollo e il fegato). Carni conservate: tutti i salumi e gli insaccati, anche cotti. Prodotti della pesca: crostacei e certi molluschi. Altri: prodotti da forno, dolci e pasticceria salata. |
ATTENZIONE! E' importante non lasciarsi attirare da pubblicità fuorvianti, come quelle che sponsorizzano l'assenza di colesterolo nell'alimento ma leggere con attenzione l'etichetta alimentare.
Se nell'elenco degli ingredienti compare l'espressione «totalmente o parzialmente idrogenato» è bene riporre l'alimento nello scaffale. Sostituire i grassi di origine animale ricchi di colesterolo con grassi vegetali idrogenati non migliora certo la situazione, anzi, per alcuni aspetti la peggiora.