Dieta e Diabete: Generalità e Carboidrati

Ultima modifica 06.02.2020
INDICE
  1. Diabete
  2. Dieta
  3. Terapia Farmacologica
  4. Approfondimenti
  5. Cosa Mangiare
  6. Sovrappeso e Obesità
  7. Altri Articoli su Diabete
  8. Torta di Pere per Diabetici

La dieta per il diabete alto è un regime alimentare indicato per ripristinare o mantenere l'equilibrio della glicemia; iniziamo subito dicendo che la strategia può avere un'efficacia variabile a seconda della causa scatenante e dei fattori predisponenti, e che su di essi va modellata la terapia alimentare.

dieta e diabete Shutterstock

Per glicemia si intende la quantità di glucosio diluito nel plasma sanguigno, che viene misurato in milligrammi su decilitro (mg/dl) o millimoli su litro (mmol/L).

Nota: In quest'articolo tratteremo la dieta per il diabete mellito tipo 1 e tipo 2; in merito al diabete gestazionale, si possono considerare validi molti dei principi nutrizionali applicati alla cura del tipo 2.

Diabete

Cos'è il diabete?

Per diabete si intende una sindrome che comprende un gruppo di malattie metaboliche caratterizzate da un difetto di secrezione e/o di azione dell'insulina, dalla presenza di iperglicemia e dalla comparsa a lungo termine di complicanze croniche a livello di vari organi, in particolare occhi, rene, nervi, cuore e vasi sanguigni.

Classificazione del diabete

Qualsiasi forma di diabete può richiedere la terapia insulinica in qualsiasi stadio della malattia. L'uso di insulina di per sé non classifica il paziente o la patologia.

Il diabete insipido non ha nulla a che vedere con il metabolismo del glucosio e interessa la secrezione di ormone vasopressina (ADH od ormone antidiuretico).

Differenze tra i vari tipi di diabete

Il diabete mellito tipo 2 e gestazionale (anche grazie a certi farmaci) possono stabilizzarsi, migliorare e addirittura guarire (a seconda dei casi) se trattati nella maniera corretta e se la predisposizione genetica o il difetto anatomo-funzionale non sono cause prevalenti; tuttavia, necessitano di una terapia alimentare abbastanza specifica ed efficace.

Tra le cause principali di origine "variabile" riconosciamo: sovrappeso e obesità, con enfasi del deposito addominale, sedentarietà e assenza di attività motoria auspicabile, e squilibrio nutrizionale. Tutti e tre questi elementi iniziano il processo patologico complicando la sensibilità al glucosio e all'insulina, fino all'insulino resistenza e all'iperglicemia cronica.

Non dimentichiamo che peggiore è il metabolismo del glucosio (che determina iperglicemia), più grave diventa il diabete e maggiori sono le possibilità di complicazioni gravi (glicazione proteica, neuropatie, vasculopatie, aterosclerosi ecc).

Il diabete mellito tipo 1, invece, non potendo guarire, richiede semplicemente di calibrare la quantità di insulina (da iniettare) in funzione dei glucidi assunti con la dieta.

Sintomi del diabete mellito tipo 2

Il diabete mellito tipo 2 non ha sempre, almeno in principio, dei sintomi evidenti. A causa dell'iperglicemia grave possono comparire varie sensazioni generiche di malessere (stanchezza, secchezza delle fauci, minzione frequente ecc).

I primi segni clinici specifici sono generalmente associati alle complicazioni nervose e del circolo sanguigno; ciò indica che la malattia è presente da parecchio tempo o che è molto grave.

Cause di diabete mellito tipo 2

Abbiamo già fatto una piccola premessa ed ora entriamo nel dettaglio.

I diversi tipi di diabete hanno cause differenti.

  • Tutti possono avere una base genetica ereditaria, anche se di tipo specifico e differente;
  • Il diabete mellito tipo 1 è caratterizzato dalla perdita di alcune cellule specifiche della ghiandola pancreas. È tipicamente autoimmune, ma non mancano sporadici casi di induzione chirurgica, lesione meccanica, avvelenamento ecc;
  • Il diabete mellito tipo 2 ha spesso delle cause riconducibili allo stile di vita. In particolare:
    • Il sovrappeso e soprattutto l'obesità viscerale;
    • La sedentarietà;
    • Una dieta eccessiva e/o sbilanciata, particolarmente ricca di alimenti ad alto contenuto di glucidi, soprattutto raffinati e ad alto indice glicemico;
  • Anche il diabete gestazionale ha una componente alimentare e comportamentale parecchio importante; sono più esposte a questo dismetabolismo (che può arrecare seri danni al feto e cronicizzare anche dopo il parto):
    • Donne obese e/o
    • che si nutrono senza controllo in gravidanza.

Importanza della dieta per il trattamento del diabete tipo 2

Dieta

La dieta per il diabete è un regime nutrizionale appropriato che risponde alle linee guida vigenti in materia.

La dieta per il diabete è uno dei cardini fondamentali nella terapia del mellito tipo 2. Il ruolo dell'alimentazione nel trattamento di questo diabete è così importante che a tal proposito i medici preferiscono parlare non di dieta, ma di vera e propria "terapia nutrizionale medica per il diabete" (dietoterapia).

Chi soffre di diabete dovrebbe dunque sforzarsi di rispettare scrupolosamente le poche regole che vedremo di seguito. Tali raccomandazioni, viste in ottica preventiva, ricalcano esattamente quelle indicate nella popolazione sana per diminuire il rischio di sviluppare il diabete e molte altre patologie, come quelle cardiovascolari e alcune forme tumorali.

Ciò non toglie che, in caso di malattia preesistente, si possano trarre dei giovamenti di natura metabolica.

Obbiettivi della dieta per il diabete

Contrariamente a quanto molti credono, l'alimentazione ideale del diabetico non è affatto complessa o restrittiva. Per la maggior parte delle persone la dieta va infatti semplicemente adattata alla malattia, di certo non stravolta.

Sebbene alcuni alimenti vadano consumati con moderazione, esiste comunque un'ampia gamma di alternative salutari tra le quali il diabetico può scegliere.

Gli obiettivi principali della dieta per la terapia del diabete mellito sono:

La terapia dietetica è apparentemente molto simile nei due tipi di diabete anche se:

  • Per i diabetici di tipo 1 andrà posta maggiore attenzione all'apporto di alimenti, in particolar modo di carboidrati. La dieta dovrà limitare al massimo i carboidrati semplici e fornire regolari e frazionati apporti di carboidrati complessi. Obiettivo primario è la massima riduzione delle unità di farmaco e la normalizzazione del quadro glicemico.
  • Per i diabetici di tipo 2, spesso in sovrappeso, la dieta andrà calibrata in modo tale da favorire la riduzione del peso corporeo fino a livelli accettabili.

Naturalmente la dieta dovrà tener conto dei gusti e delle preferenze individuali.

Nota: seguire una dieta ipoglucidica o low carb è essenzialmente sbagliato, sia di tipo chetogenico (prevalenza di grassi) sia iperproteico. Entrambe promuovono la liberazione di composti che possono affaticare i reni, organi già molto bersagliati dallo stesso diabete mellito tipo 2.

Terapia Farmacologica

Farmaci associati alla dieta per il diabete

I farmaci più utilizzati nella terapia del diabete sono:

  • Per il diabete mellito tipo 1: insulina sintetica, da iniettare (o somministrata automaticamente da apparecchi innovativi);
  • Per il diabete mellito tipo 2:
    • Stimolanti l'insulina;
    • Sensibilizzatori dei tessuti all'insulina;
    • Riduttori della neoglucogenesi;
    • Riduttori l'assorbimento del glucosio intestinale.

Integratori associati alla dieta per il diabete

Gli integratori da associare alla dieta per il diabete mellito sono principalmente utili alla terapia contro il tipo 2.

Vengono utilizzati soprattutto prodotti dalle capacità ipoglicemizzanti, ovvero che (in maniera differente a seconda del principio attivo):

Approfondimenti

Approfondimenti nutrizionali sul diabete

Per approfondire: Dieta e Diabete: Come Comportarsi con Fibre, Sale e Alcolici Per approfondire: Dieta e Diabete: Come Comportarsi con Grassi, Proteine e Colesterolo

Cosa mangiare in caso di diabete

Altri tipi di diabete

Per approfondire: Dieta e Diabete Gestazionale Per approfondire: Dieta e Diabete Mellito tipo I

Cosa Mangiare

Importanza dei carboidrati

La quantità dei carboidrati e la tipologia dei cibi consumati ad ogni pasto rappresenta uno degli aspetti più importanti nella dieta per il diabete mellito tipo 2.

Quanti carboidrati mangiare nella dieta per il diabete mellito tipo 2?

Come anticipato, la quantità totale di carboidrati da consumare nel corso della giornata deve aggirarsi intorno al 50 % delle calorie quotidiane.

Andranno preferiti quelli a basso indice glicemico (anche se ad oggi l'importanza di questo parametro è messa fortemente in discussione), associati a fibre (in questo caso la quota di carboidrati nella dieta può arrivare al 60% delle calorie totali) ed acqua. In genere, si consiglia di mantenere al di sotto del 10-12% la percentuale di zuccheri semplici (monosaccaridi, come il fruttosio e il glucosio, e disaccaridi, come il saccarosio e il lattosio), soprattutto di natura aggiunta.

Il saccarosio, cioè il normale zucchero da cucina, non deve assolutamente superare il 5% delle calorie totali (max 15-20 grammi al giorno). Nota: tale quantità può essere superata facilmente consumando dolci e/o alcuni prodotti confezionati (biscotti, snack, bibite ecc), il cui utilizzo va quindi limitato o meglio evitato.

Per lo stesso motivo è bene sostituite lo zucchero con dolcificanti senza valore nutritivo (approvati dalla FDA) assolutamente privi di rischi per il paziente.

Quali alimenti fonti di carboidrati sono più consigliati nella dieta per il diabete mellito tipo 2?

Le fonti di carboidrati più adatte alla dieta contro il diabete mellito tipo 2, oltre ad essere consumate nelle giuste porzioni, devono avere le seguenti caratteristiche:

  • Carico glicemico basso o al massimo medio; è un parametro correlato alla quantità totale di carboidrati nella dieta. Diciamo che rimanendo sulle percentuali suggerite sopra, il problema sarebbe relativo; è sufficiente non ammassare tutti i glucidi in uno o due pasti;
  • Indice glicemico e insulinico bassi o al massimo medi; sono due parametri fortemente correlati, ma comunque dipendenti dal carico glicemico. Una porzione piccola di alimento ad alto indice glicemico-insulinico è comunque meno nociva di una cospicua ad alto indice glicemico-insulinico;
  • Ricchezza in fibre, che riduce sia il carico che l'indice glicemico (ad esempio, meglio la farina integrale di quella raffinata);
  • Ricchezza d'acqua, che riduce il carico glicemico (ad esempio è meglio la frutta fresca di quella disidratata);
  • Presenza di proteine e grassi, che tendono a ridurre l'indice glicemico-insulinico, a patto che la porzione sia ragionevole; questo vale soprattutto per l'intero pasto che, oltre alle fonti di carboidrati, deve contenere anche piccole quantità di altri nutrienti (ad esempio, a parità di calorie, meglio 80 g di pasta conditi con pesce, verdure e un cucchiaino d'olio, piuttosto che 120 g di pasta bollita e senza null'altro).

Cosa mangiare e cosa evitare nella dieta per il diabete mellito tipo 2

Cosa mangiare e "in che modo" nella dieta per il diabete mellito tipo 2

Per ciò che riguarda i cereali, legumi, gli pseudocereali e i derivati (farine e ricette), preferire quelli integrali. Le grammature dovrebbero essere sempre inferiori a 100 g (meglio se tra i 60 e gli 80 g).

Prediligere i cibi altamente idratati; ad esempio la pasta cotta ai prodotti da forno secchi.

Nel caso dei primi piatti (con pasta, riso o altri cereali o pseudocereali), scegliere ricette semplici, abbinando verdure (pomodoro, zucchine, broccoli ecc), oppure carni o prodotti della pesca magri (tonno in salamoia, molluschi cefalopodi, petto di pollo, lombo di coniglio, filetto di vitello ecc); saltuariamente uova, crostacei, frattaglie e molluschi bivalvi. L'uso di olio extravergine di oliva è concesso nell'ordine di 5-10 g.

Prediligere bevande con pochi glucidi (ad esempio succo di pompelmo), senza zuccheri aggiunti (ad esempio succo di frutta naturale), meglio se light (come la cola light).

Nelle bevande, eventualmente utilizzare dolcificanti acalorici moderando polialcoli e fruttosio.

Consumare solo frutta e verdura citate nella lista degli alimenti sconsigliati, nell'ordine di 400 g di verdura al dì e non più di 200 g di frutta. Le carote, al contrario di quanto molti credono, possono essere consumate tranquillamente.

I frutti più idonei sono: mele (soprattutto verdi), kiwi, arance, melone, anguria, pesca, albicocca, prugna, pere, pompelmo, fragole ecc.

Cosa non mangiare o quali comportamenti evitare

Non esagerare con le dosi di pasta e riso ed evitare i primi piatti elaborati preparati con condimenti grassi (lasagne, tortellini, cannelloni, risotti ecc).

Evitare di consumare nello stesso pasto due alimenti amidacei (come pane, pasta e patate).

Evitare pizze elaborate, sostituti del pane con grassi aggiunti e sale (crackers, grissini, panini all'olio, focacce).

Evitare la frutta disidratata a contenuto glucidico (datteri, canditi, mostarda, fichi secchi, prugne secche, albicocche secche ecc), o comunque particolarmente dolci come la frutta sciroppata.

Evitare la frutta secca o semi oleosi a dosi cospicue (noci, mandorle, pinoli, nocciole, pecan, pistacchi, arachidi, macadamia ecc), perché molto calorici; solo chi possiede la capacità di controllarne l'assunzione, potrebbe giovare dell'assunzione di 10-20 g di semi oleosi a prevalenza di omega 3 (acido alfa linolenico).

Evitare più possibile fruttaad alta concentrazione zuccherina: banane mature, mandarini, uva, melograno, fichi, cachi ecc.

Evitare i succhi di frutta e le bevande zuccherate in genere.

Limitare l'aggiunta di zucchero granulare, il consumo di cibi già dolcificati, anche se con fruttosio o polialcoli, miele e sciroppi vari.

Evitare i prodotti dolciari raffinati ad alto contenuto glucidico-lipidico e quindi energetico (biscotti, snack, merendine, gelati, dolci preconfezionati, cornetti, paste), cioccolato, marmellata.

Evitare le bevande zuccherate.

Sovrappeso e Obesità

Sovrappeso e obesità: cause primarie del diabete mellito tipo2

Come tutte le altre patologie del metabolismo, anche il diabete mellito tipo 2 insorge e peggiora con il sovrappeso, soprattutto di grave entità (BMI >30).

Se necessario, è necessario dimagrire. Un buon metodo di calo ponderale è costituito dall'eliminazione del 30% delle calorie, per ottenere un dimagrimento di circa tre chilogrammi al mese.

Si è osservato che, in certi casi, la riduzione del grasso in eccesso può migliorare i parametri metabolici anche più della correzione compositiva della dieta. Un semplice calo ponderale del 5-10% migliorerà il controllo metabolico favorendo la riduzione della glicemia, della pressione arteriosa e il miglioramento del quadro lipidico.

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Autore

Riccardo Borgacci

Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer