Andare dal dietologo per conoscere se stessi

Ultima modifica 04.02.2020

A cura della Dottoressa Dora Intagliata

 

Nella pratica clinica si è constatato che la maggior parte di coloro che desiderano dimagrire si perdono per strada (tra una dieta e l'altra), a causa di una mancanza di informazione da parte del medico dietologo. Andare dal dietologoA ciò si deve aggiungere anche che la maggior parte dei soggetti che mettono piede in uno studio privato di dietologia, soprattutto quelli spinti dal medico di famiglia ad andare dal dietologo per la complessità delle patologie in atto presentate, lo fanno con uno stato emotivo particolare: da una parte la voglia di raggiungere il peso ideale (il peso "desiderato") crea nel soggetto la voglia e l'ansia nell'attuare prima possibile la dietoterapia, dall'altra parte si prova anche paura e timore dell'eventuale risultato negativo della dieta. È per questi motivi che il dietologo deve seguire passo dopo passo i suoi assistiti e non fermarsi solamente alla prescrizione di una dieta personalizzata, ma andare oltre, entrare nell'intima psicologia del paziente che si ha di fronte per potere ottenere risultati migliori di quelli sperati. Inoltre non sono pochi i pazienti che per paura della risposta del proprio dietologo, non pongono domande essenziali e semplici sui dubbi che li assillano. A causa della complessità di tutti questi argomenti sarebbe utile fornire ai pazienti che iniziano un percorso dietetico una serie di utili consigli in grado di soddisfare la loro curiosità e sottolineare l'importanza della figura del medico dietologo e della sua opera. Di seguito riporto un breve elenco di consigli produttivi da dare ai propri assistiti in corso di una terapia dietetica di qualunque genere esso sia.

Imparare ad essere psicologi di se stessi

  • In corso di una dieta dimagrante è bene imparare a valutare qualsiasi situazione possa mettere a rischio il proprio autocontrollo (ad esempio andare a fare la spesa a stomaco vuoto!). Per non commettere tali errori è bene pianificare in tempo delle strategie di comportamento utili nelle diverse situazioni pretestuose. La strategia più pratica risulta essere quella di tenere un diario alimentare su cui annotare sia quello che si mangia, sia le emozioni provate, sia le situazioni e i luoghi in cui si è mangiato. Da una analisi accurata dei propri scritti in genere si scopre quali siano le situazioni a rischio e come fare per gestirle in maniera corretta. Così facendo, la dieta sarà strumento per entrare in contatto con il proprio "io" più profondo, oltre che utile strumento di benessere!

Non pretendere troppo da se stessi trasformando la dieta in una ossessione.

  • Molto spesso i pazienti alle prime armi, che iniziano una dieta sotto la figura professionale del dietologo, si imbattono nella puntigliosità del seguire alla lettera tutto ciò che è scritto sulle  pagine date dal proprio dietologo; tale puntigliosità crea nel paziente dei sensi di colpa al ben che minimo "sgarro". Questi sono pazienti che contano meticolosamente le calorie dei pasti da ingerire, i centimetri persi, il minimo movimento della lancetta della bilancia. Tutte queste attenzioni ossessive, portano ben presto alla noia della dieta che ovviamente verrà chiusa nel cassetto dopo poche settimane. In questi casi è bene ricordare ai propri assistiti che la DIETA è un nuovo stile di vita, dove sgarrare è normale! L'efficacia di una dieta d'altronde non è compromessa da piccole mancanze saltuarie. Dunque cosa fare dopo uno sgarro? Sicuramente non si deve dare adito ai sensi di colpa che vengono fuori; è utile continuare come se niente fosse stato e soprattutto non cercare di compensare lo sgarro digiunando o riducendo l'introito calorico della giornata successiva.

Dialogare con il proprio dietologo riguardo i propri gusti alimentari

  • La prima visita dal dietologo ha un'importanza straordinaria per quanto riguarda il raggiungimento di risultati positivi finali. Il dietologo, infatti, stilerà la dieta personalizzata in base ai gusti personali evitando drastiche riduzioni e privazioni eccessive. Infatti il togliere da una dieta tutto ciò che piace è controproducente ai fini del risultato finale della dieta stessa. Se la dieta è troppo rigida, il nostro corpo e la nostra anima perdono completamente il controllo della situazione, aumentando i comportamenti compensatori ("abbuffate"). Quindi è utile discutere con il proprio dietologo riguardo ai propri gusti alimentari, in modo tale che il dietologo stesso sia in grado di inserire nella dieta i cibi preferiti. Questo fungerà da ulteriore lezione per gli assistiti che impareranno a consumare anche i loro cibi amati, ma con moderazione!

Imparare ad ascoltare il proprio corpo

  • Il nostro corpo quotidianamente invia centinaia di segnali per farci capire di cosa esso abbia bisogno in quel momento. Ad esempio è frequente la voglia di mangiare cibi salati o dolci, in base alle stagioni. Riuscire a captare e capire tali segnali è la scommessa che ciascun soggetto dovrebbe fare con se stesso per poter iniziare uno stile di vita equilibrato e salutare.

Da questo breve elenco di consigli, si può evincere come la figura professionale del dietologo non si limita solamente alla prescrizione della dietoterapia, ma va oltre! Il dietologo deve essere il portatore sano dei princìpi alimentari che permettono il BENESSERE. Il dietologo ha l'arduo compito di insegnare ai propri assistiti ad autogestirsi davanti differenti situazioni. Come ho già accennato prima, la dieta non dev'essere un semplice malloppo di pagine scritte piene di accorgimenti alimentari e consigli utili, ma deve essere il punto di partenza di un nuovo stile di vita al quale qualsiasi soggetto dovrebbe accostarsi per VIVERE MEGLIO.

La dieta dunque fornisce l'occasione per poter mettere alla prova il proprio corpo e la propria mente e per imparare una nuova dimensione del MANGIA.