Definizione Muscolare e Vene in Evidenza: Come Farle Risaltare

Introduzione
Nell'ambito della cultura estetica, più precisamente nel bodybuilding, le vene in evidenza sono una caratteristica fisica piuttosto ambita – soprattutto dal sesso maschile. Questo perché enfatizzano la muscolarità in maniera simile, anzi complementare, alla definizione muscolare.

Sono in molti a credere che il risalto delle vene sia una mera conseguenza del cutting, quindi dell'assottigliamento adiposo sottocutaneo. D'altro canto ciò è vero solo in parte. Nel senso che, pur essendo indiscutibilmente correlata alla percentuale di grasso corporeo, tale caratteristica è influenzata anche da altri fattori – soprattutto anatomici, chimico-ormonali e comportamentali – sui quali diventa possibile intervenire per aumentarla in maniera relativa.
Attenzione però, le vene in evidenza non sono vene varicose. Diciamo che mentre il primo caso viene considerato un quadro fisiologico, il secondo implica un processo di alterazione strutturale del vaso in sé che talvolta, da semplice inestetismo, assume il ruolo di vera e propria degenerazione funzionale.
Per approfondire: Vene VaricoseIn questo articolo approfondiremo l'argomento e cercheremo di comprendere quanto le vene possano dipendere dalla percentuale di grasso corporeo (body fat – BF), sviscerando anche le variabili sulle quali è maggiormente possibile intervenire.
Circolazione Sanguigna
Rispolverate le nozioni fondamentali a comprendere com'è fatto il circolo sanguigno, "cosa avviene" e "in che misura" tra il ramo arterioso e quello venoso, è essenziale a comprendere quali siano i fattori predisponenti la messa in evidenza delle vene.
Cenni sulla circolazione sanguigna
La circolazione sanguigna permette il passaggio del sangue attraverso i vari tessuti del corpo umano. Il cuore e i vasi sanguigni (arterie, vene, capillari e vasi linfatici) sono le principali strutture anatomiche coinvolte in questo passaggio.
Il cuore, con le sue contrazioni, "pompa" il sangue ossigenato (più chiaro) e privato dell'anidride carbonica, di ritorno dai polmoni, nel circolo di sinistra attraverso le arterie fino ai tessuti periferici, dove si rimpicciolisce ramificandosi e trasformandosi nella rete capillare. Da qui cede l'ossigeno (O2), i nutrienti, acquisendo anidride carbonica (CO2) ed eventuali sostanze di rifiuto. Il sangue ormai refluo (più scuro) ritorna, grazie al circolo venoso di destra, fino ai polmoni e da lì al cuore.
Nota: omettiamo volutamente di descrivere in maniera più specifica l'organizzazione vascolare, quindi la funzione dell'aorta, il circolo portale, l'irrorazione renale ecc. Non sono oggetto di questo articolo, che invece fa riferimento esclusivamente al circolo venoso superficiale.
Pressione sanguigna: arteriosa VS venosa
È importante sottolineare che, mentre il circolo arterioso è caratterizzato dalla "spinta" del cuore – non a caso le arterie sono i vasi più elastici – nelle vene questa viene meno, esaurendosi quasi completamente durante la ramificazione arteriolo-capillare. Poiché il sangue venoso è refluo, per tornare al cuore deve opporsi alla forza di gravità; soprattutto dagli arti inferiori, questo compito sembrerebbe apparentemente quasi impossibile.
Il nostro corpo è tuttavia dotato di vari sistemi per favorire la circolazione venosa:
- La contrazione dei muscoli profondi del polpaccio e di quelli della coscia è, per esempio, in grado di spingere il sangue verso il cuore grazie al ritmico alternarsi di contrazione e rilassamento.
- L'articolato sistema di valvole – dette a "nido di rondine" – permette il passaggio del sangue in un'unica direzione, chiudendosi in caso di reflusso verso la periferia.
- La contrazione diastolica del cuore esercita una sorta di "risucchio", determinato dallo svuotamento dell'atrio di destra, tirando a sé il sangue dalla circolazione polmonare.
- Analogo discorso per la meccanica respiratoria, che racchiude in sé diversi principi fisici che migliorano il flusso sanguigno.
Ricordiamo che la pressione venosa, misurabile in mmHg, è di molto inferiore rispetto a quella arteriosa proprio per l'assenza della spinta cardiaca – nonostante l'azione di Valsalva (che spiegheremo sotto) messa in atto durante gli sforzi. Non a caso ogni lesione arteriosa comporta un'emorragia significativamente alimentata dalla pressione che caratterizza questo circolo – ovviamente dipendente dalla portata dell'arteria in questione. Al contrario, i danni venosi hanno generalmente una gravità inferiore, raramente sono letali. È per questo che, anatomicamente parlando, l'evoluzione ha voluto distribuire le vene più superficialmente rispetto alle arterie.
Per approfondire: Vene: Anatomia ApprofonditaFattori Predisponenti
I fattori che incidono sulla messa in evidenza delle vene sono diversi.
Quali sono i fattori che incidono sulle vene in evidenza?
- Percentuale di grasso corporeo o % body fat (BF)
- Intensità delle contrazioni muscolari
- Manovra di Valsalva
- Ripetizione in cronico dell'allenamento di forza e ipertrofia:
- Aumento della sezione venosa
- Livello di ipertrofia
- Grado di capillarizzazione
- Azione vasodilatatoria chimica e ormonale.
Per chiarire bene quali siano i fattori predisponenti delle vene in rilievo e la loro importanza, confronteremo sportivi diversi, nella fattispecie un maratoneta ed un culturista, entrambi fisicamente preparati per gareggiare. Le differenze di fisicità sono a dir poco lampanti; tuttavia queste non si limitano all'apparenza.
Percentuale di Grasso
La body fat incide sulle vene superficiali in rilievo?
Un culturista ed un maratoneta possono vantare la stessa bassissima percentuale di grasso corporeo; d'altro canto, mentre nel bodybuilder risaltano numerosissime vene superficiali in netta evidenza, tale caratteristica è molto meno accentuata nel maratoneta. Si può tuttavia notare come nel corridore il fenomeno sia molto più evidente che in un individuo sedentario normopeso.
Da qui la considerazione logica che una bassa body fat sia un requisito necessario alla visibilità superficiale delle vene, ma che quest'ultima possa variare moltissimo in base ad altri fattori. Rovesciando la medaglia, non necessariamente un individuo in cui si distinguono le vene superficiali con maggiore chiarezza sarà più definito di un altro.
Bisogna tenere in considerazione che il grasso sottocutaneo, pur quantitativamente importantissimo, costituisce una parte del totale. Per esempio, un individuo con una percentuale di grasso sottocutaneo inferiore ad un altro, potrebbe avere in realtà una più elevata componente viscerale (tipica dei sedentari) e muscolare (invece tipica dei culturisti) che lo porterebbero ad avere una bf totale superiore.
Contrazione Muscolare
Anche l'intensità di contrazione muscolare aumenta il risalto delle vene.
Perché l’alta intensità di contrazione muscolare aumenta le vene in rilievo?
La contrazione muscolare massimale e sub-massimale causa la parziale e momentanea occlusione venosa, il che comporta un aumento di pressione e anche un maggior sforzo cardiaco. Non a caso, nella posa del culturismo, i bodybuilder trattengono il fiato proprio per aumentare la pressione e mettere in risalto le tanto ambite vene sottocutanee.
Manovra di Valsava
La manovra di Valsalva è direttamente correlata con una maggior evidenza delle vene superficiali.
La manovra di Valsalva mette in evidenza le vene
L'inspirazione, data dall'abbassamento del diaframma e dall'espansione della gabbia toracica – per opera degli intercostali esterni e di altri muscoli che muovono scapole e clavicola – determina l'occupazione di spazio all'interno della cavità addominale.
In massima inspirazione, chiudendo la glottide ed evitando di espirare, alla contrazione dei muscoli espiratori come il retto e il trasverso dell'addome – importanti stabilizzatori del core, quasi costantemente al lavoro, soprattutto negli sforzi intensi del sollevamento pesi – ma anche degli intercostali interni, avviene un aumento della pressione intraddominale (manovra di Valsalva).
Tuttavia nell'addome transitano grosse e importanti vene, in particolar modo la vena cava inferiore (la più grossa dell'organismo). Comprimendola è naturale che se ne aumenti la pressione, la quale si scarica in tutte le vene più grosse – come l'iliaca, la femorale e la safena nelle gambe, o la cava superiore, la giugulare, la cefalica e la succlavia nel tronco, nelle braccia e nel collo – fino alle più piccole. Siccome i liquidi sono fisicamente incomprimibili, questa pressione si applica sulle pareti dei vasi, tendendo ad espanderli.
Allenamento di Ipertrofia
L'allenamento muscolare di resistance training, come il sollevamento pesi destinato al bodybuilding – ma non solo – fa risaltare le vene superficiali. Vediamo perché.
Ipertrofia e aumento delle vene in rilievo
Anzitutto per l'ispessimento dei gruppi muscolari stessi. Occupando più spazio, durante le contrazioni ripetute – che peraltro sono di alta intensità – queste occludono maggiormente i vasi enfatizzando il meccanismo riportato sopra.
Insufficienza della capillarizzazione e vene in evidenza
Qualsiasi tipo di sport praticato con una certa costanza determina variazioni fisiologiche, come ad esempio la maggior capillarizzazione muscolare. D'altro canto, le attività aerobiche provocano maggior variazioni in tal senso, mentre quelle anaerobiche di breve durata molto meno.
Bisogna tuttavia considerare che, come abbiamo detto, i liquidi non sono praticamente comprimibili e l'aumento di pressione venosa si scarica sulle pareti dei vasi. All'aumentare dei capillari, aumenta anche la superficie di assorbimento di questa pressione. Tuttavia poiché, a differenza di quello aerobico tipo running, nell'allenamento per l'ipertrofia la capillarizzazione è limitata, ne consegue che chi si allena con i pesi abbia generalmente una pressione venosa più elevata e che le sue pareti cardiache e vasali tendano a ispessirsi maggiormente.
Azione Vasodilatatoria
L'organismo possiede vari meccanismi chimico-ormonali deputati alla vasodilatazione. Peraltro, esistono certi fattori nutrizionali capaci di aumentare questo processo. C'è da dire che tutti questi hanno maggior efficacia sulle arterie piuttosto che sulle vene, ma nel pratico è comunque possibile evincere una maggior evidenza delle vene. Vediamo i più importanti.
Insulina e vene in rilievo
Non tutti sanno che l'insulina ha un potente effetto vasodilatatorio. Per aumentare le vene in evidenza è quindi importante coltivare un'ottima sensibilità insulinica – raggiungibile prevalentemente mediante allenamenti metabolici ad alta intensità e in regime ipocalorico – per poi iperstimolare i tessuti mediante altissimi carichi glicemici – protratti per periodi più o meno lunghi a seconda della soggettività.
Mediatori chimici e nutrienti che evidenziano le vene
Partendo dal presupposto che il lavoro muscolare stesso innesca un processo di vasodilatazione, esistono anche diversi neurotrasmettitori, alcuni sensibili all'allenamento, dotati di azione vasodilatatoria. I più importanti sono:
- Epinefrina o adrenalina: catecolamina implicata nella reazione detta di attacco o fuga
- Istamina: mediatore chimico dell'infiammazione
- Peptidi natriuretici: sono deputati all'aumento della filtrazione renale (escrezione del sodio)
- Acido Lattico e CO2: il primo è un residuo catabolico della glicolisi anaerobica, il secondo è lo scarto della respirazione cellulare ossidativa
- L-arginina: amminoacido condizionatamente essenziale precursore dell'ossido nitrico
- Niacina o vitamina PP: vitamina idrosolubile del gruppo B
- PUFA omega 3: in particolare EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico)
- Allicina: fattore tipico dell'aglio
- Capsaicina: principio chimico piccante contenuto nel peperoncino
- Altri fitoelementi, come i principi attivi del ginseng, dello zenzero ecc.