Ultima modifica 24.04.2017

Vedi anche: coronarografia

Cos'è l'Angiografia?

L'angiografia è un esame radiologico che consente di visualizzare determinati distretti vascolari, al fine di studiarne morfologia e decorso, e svelarne eventuali alterazioni.

L'angiografia tradizionale sfrutta i raggi X per ottenere la rappresentazione a scopo diagnostico dei vasi sanguigni e linfatici. AngiografiaDal momento che - a differenza delle ossa o dei polmoni - il sangue ha una radioopacità simile a quella dei tessuti circostanti, è necessario utilizzare un apposito mezzo di contrasto idrosolubile, da iniettare in prossimità del circolo che s'intende esaminare.

A seconda della sede di iniezione, l'angiografia assume nomi particolari, come ventricolografia, aortografia, coronarografia ecc.

L'iniezione del mezzo di contrasto può essere eseguita per puntura diretta, oppure, quando il distretto esaminato non è direttamente accessibile (pensiamo alle coronarie del cuore), per cateterismo. In quest'ultimo caso il catetere, un tubicino estremamente sottile e flessibile, viene fatto penetrare nel punto di accesso arterioso e spinto nei vasi fino a fargli raggiungere il distretto vascolare da esaminare. Grazie all'anestesia locale, effettuata in sede di puntura, l'esame non è doloroso, mentre la liberazione del mezzo di contrasto può produrre una breve e localizzata sensazione di calore o tensione.

In assenza del mezzo di contrasto l'immagine radiografica non fornirebbe alcuna informazione utile sullo stato di salute del distretto analizzato. Unitamente all'elevata radiopacità, che consente di distinguere chiaramente il vaso nel quale viene iniettato, il mezzo di contrasto deve possedere un'adeguata idrosolubilità e tollerabilità. La sua eliminazione avviene per via renale ed urinaria.

Agli inizi del suo sviluppo, l'angiografia veniva effettuata su apposita lastra radiologica, con una cadenza di ripresa limitata che permetteva di valutare soltanto la morfologia dei vasi.

Con l'affinamento delle tecniche radiologiche, si sono sviluppate nuove metodiche di ripresa, come quelle digitalizzate che permettono di studiare la dinamica circolatoria ed apprezzare la funzionalità dei vasi in maniera meno invasiva. Grazie alla capacità dell'apparecchiatura di evidenziare anche vasi scarsamente opacizzati, vi è oggi la possibilità di ridurre la quantità del mezzo di contrasto impiegato, che può essere iniettato anche per via endovenosa. Fotogrammi e filmati non sono più salvati su lastre o pellicole, ma su CD-rom od altri supporti di memoria.

La tecniche di angiografia digitale si basano sulla ricostruzione radiologica computerizzata del vaso, dopo aver sottratto ai fotogrammi - opportunamente amplificati - l'immagine ottenuta prima dell'introduzione del mezzo di contrasto. In questo modo vengono eliminate le strutture statiche dell'immagine, come ossa ed altri organi (che appaiono con la stessa intensità prima e dopo l'introduzione dell'agente di contrasto), ottenendo una maggiore nitidezza dei vasi sanguigni. Questa tecnica, detta DSA (Digital Subtraction Angiography), non può essere applicata allo studio del cuore.

Angiografia interventistica e Stent

Terminata la parte diagnostica è possibile intervenire con appositi trattamenti endovascolari, atti a risolvere la condizione patologica individuata. Ne è un esempio l'applicazione di stent per ristabilire la pervietà di un vaso occluso (vedi angioplastica). Si parla in questi casi di angiografia interventistica.

Angio-RM e Angio-TC

L'esame angiografico può essere condotto anche sfruttando le potenzialità della risonanza magnetica (Angio-RM) o della tomografia computerizzata (Angio-TC).

Nel primo caso si utilizzano radiazioni non ionizzanti e l'apposito mezzo di contrasto, non sempre necessario ed iniettato per via endovenosa, presenta un minor grado di tossicità rispetto a quello impiegato nell'angiografia tradizionale a raggi X.

I vantaggi dell'angiografia TC stanno nella minor quota di radiazioni somministrate e nella minor invasività della procedura di iniezione del mezzo di contrasto, che avviene per via endovenosa anziché arteriosa.

Entrambe le tecniche producono immagini tridimensionali e fanno parte delle cosiddette metodiche di imaging "non invasive", che caratterizzeranno il prossimo futuro della radiologia.

Non dobbiamo infatti dimenticare che l'angiografia, sia essa tradizionale o digitale, non è scevra da rischi, inclusi tassi di mortalità non trascurabili; per questo motivo le nuove tecniche di imaging ne hanno notevolmente ridimensionato l'impiego.



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