Trapianto di Polmone - Monitoraggio Post-Operatorio
Dopo il trapianto di polmone
I riceventi, dopo il trapianto polmonare, sono trattati con tre tipi di farmaci antirigetto (immunosoppressori). Questi sono: ciclosporina o tacrolimus, azatioprina o micofenolato, mofetil e prednisolone. Nella maggior parte dei centri, poi, i pazienti ricevono una profilassi post-operatoria contro l'infezione da Citomegalovirus (CMV) con farmaci antivirali.
Ai pazienti, dopo il trapianto polmonare, viene rimosso appena possibile il respiratore meccanico. Subito dopo l'estubazione ed il risveglio, vengono incoraggiati a camminare il più presto possibile. Entro 48 ore dal trapianto, i pazienti vengono sottoposti ad una broncoscopia (esame che consiste nell'osservazione diretta dei bronchi tramite un tubo flessibile dotato di telecamera introdotto per via nasale), di controllo per valutare la correttezza del trapianto e per individuare possibili infezioni. L'obbiettivo primario della gestione post-operatoria è la prevenzione del rigetto acuto, il controllo delle infezioni ed il monitoraggio della funzionalità renale ed epatica. I pazienti vengono poi sottoposti ad altre broncoscopie di sorveglianza a 2 settimane, 1 mese, 2 mesi, 3, 6 e 12 mesi dopo l'intervento.
Il follow-up (controllo stretto dell'operato) dopo un trapianto di polmone è estremamente complesso e richiede un alto livello di cooperazione da parte del paziente. L'obbiettivo principale è quello di evitare, riconoscere precocemente e trattare preventivamente, tutte le complicazioni. A parte la collaborazione del paziente, risultano essere essenziali anche i regolari esami, il contatto col centro trapianti, esami radiografici del torace, esami di laboratorio, test di funzionalità polmonare e broncoscopie. Nella fase iniziale, solitamente, la funzionalità polmonare migliora in maniera continua e raggiunge un plateau (fase di stato) dopo circa 3 mesi. Poi, i valori variano solo leggermente. Un calo del valore della funzionalità polmonare di oltre il 10% può essere indicativo di un problema serio quale rigetto, infezione, occlusione delle vie aeree o sindrome bronchiolitica ostruttiva (BOS). Per diagnosticare precocemente una complicanza del trapianto, alcuni centri consigliano di valutare la spirometria a casa: il paziente viene infatti dimesso in possesso di uno spirometro rilasciato dall'ospedale, ed ha il compito di controllare la propria spirometria 2 volte al giorno e di contattare il centro nel caso questo fosse anormale.
Disfunzione dell'organo dopo il trapianto
Nella fase iniziale del trapianto polmonare, si può avere una disfunzione dell'organo trapiantato (siglata come PGD), caratterizzata da infiltrazioni polmonari diffuse e visibili, ma non sempre, alla Tomografia Computerizzata convenzionale e, solo se molto numerose e gravi, alla radiografia del torace.
La PGD si verifica nell'11-60% dei pazienti; il suo sviluppo nel primo periodo post-operatorio si ripercuoterebbe negativamente sulla loro sopravvivenza a lungo termine. I ricercatori hanno scoperto che la PGD, nella sua forma più grave, espone i pazienti ad un alto rischio di mortalità dopo il trapianto, perciò bisogna aumentare il periodo di terapia intensiva e i giorni di ricovero post-operatorio in ospedale.
Per la valutazione, la classificazione e la definizione della PGD, molti studiosi hanno pensato di poter utilizzare una nuova Tomografia Computerizzata ad alta risoluzione, chiamata HRCT (High Resolution Computer Tomography) o MSCT (Multi-Slice Computer Tomography), che è capace di effettuare delle scansioni tomografiche (cioè di scannerizzare e rappresentare, grazie ai raggi X, "fettine" estremamente sottili di porzioni di corpo umano) ad alta risoluzione. Il suo impiego è stato testato ed approvato negli studi sulla fibrosi cistica e polmonare, e sulla bronchite cronica ostruttiva con o senza enfisema polmonare, in cui si è rivelato uno strumento estremamente utile per la caratterizzare la malattia.
Tuttavia, ancora non è stato sufficientemente testato l'impiego di questa nuova macchina sulla PGD, per monitorare la prima fase, quella più critica, dopo un trapianto polmonare, anche se i risultati sembrano promettenti e si pensa, in un futuro molto vicino, di poterla utilizzare con successo anche in questo caso. Infatti, le anomalie della struttura polmonare visibili alla TC sono strettamente legate alla gravità della malattia, ed è perciò consigliato, per valutare la PGD, considerare l'impiego della HRCT. Il piano di scansione con HRCT (o MSCT) che si pensa di utilizzare, dopo un trapianto, è riportato nella Tabella n.2.
È stato dimostrato che, mediante questa tecnica, possono essere visualizzate in maniera ottimale anche le vie aeree più piccole, grazie alla capacità della macchina di produrre sovrapposizioni scanner ad alta risoluzione, da 0,5 mm a 1-2 mm di spessore, dell'intero torace. I vantaggi della HRCT sono rappresentati dal fatto di avere a disposizione anche piccoli dettagli e la capacità di distinguere aree di parenchima polmonare che mostrano quadri patologici diversi. Un potenziale svantaggio, invece, è data dall'esposizione dei pazienti ad alte dosi di radiazioni.
Tabella n.2 - Piano di scansione MSCT
Prima MSCT: Terzo giorno post-trapianto polmonare: i maggiori cambiamenti polmonari sono attesi in questo momento.
Seconda MSCT: Quattordicesimo giorno post-trapianto. Le biopsie saranno fatte prima della scansione al fine di evitare artefatti. La maggior parte dei pazienti con PGD avrà una radiografia toracica normale, mentre, con la MSCT si potranno osservare dei chiari cambiamenti morfologici del tessuto polmonare.
Terza MSCT: Tre mesi post-trapianto: la maggior parte dei pazienti ha raggiunto una funzionalità stabile del polmone, in prossimità del massimo ottenibile dopo il trapianto. Quindi, in questo stadio, il rischio di sviluppare una PGD è ormai superato.
Quarta MSCT: Dodici mesi post-trapianto. I pazienti saranno abbastanza stabili quindi, eventuali modifiche trovate ai polmoni in questo momento, saranno molto probabilmente croniche.