Ultima modifica 27.04.2018

Generalità

Il trapianto di polmone è un'opzione terapeutica estremamente innovativa ed utile per migliorare la qualità di vita di tutti quei pazienti che soffrono di varie malattie polmonari all'ultimo stadio (terminali), e che non abbiano controindicazioni ad un intervento chirurgico così importante. Trapianto di polmone

Dal 1983, quando fu eseguito con successo il primo trapianto polmonare, il numero degli interventi, a livello internazionale, è aumentato vertiginosamente. Attualmente, nel mondo, si stima ci siano in sospeso circa 2000 trapianti di polmone ogni anno. Sfortunatamente, però, vi è ancora una carenza di organi, tanto che un paziente su sei in lista d'attesa muore prima che un organo di un donatore sia disponibile. Pertanto, le strategie per aumentare il numero di donatori sono cruciali. Inoltre, la prognosi a lungo termine dopo un trapianto polmonare non è ancora buona come per le altre procedure di trapianto, soprattutto per le innumerevoli complicazioni che possono insorgere. Oltre alle infezioni croniche, la disfunzione d'organo è la principale causa di morte ed il più importante fattore limitante nella prognosi. Altri problemi che possono insorgere sono il rigetto, le complicazioni bronchiali e la disfunzione primaria post-trapianto di polmone.

Indice Articolo

Candidati al Trapianto

Nei centri specializzati, i candidati per il trapianto polmonare vengono scelti in base a specifici fattori di malattia, dopo l'esclusione di eventuali complicazioni.
Il trapianto di polmone è indicato per tutte quelle malattie ad uno stadio avanzato che non rispondono più alle terapie, e con limitata prognosi a lungo termine: enfisema polmonare, BPCO (bronco-pneumopatia cronica ostruttiva), fibrosi polmonare, fibrosi cistica. I candidati ideali sono persone con età inferiore ai 60 anni, bisognose di terapia continuativa con l'ossigeno e che non abbiano significative comorbilità (presenza di due o più patologie nello stesso individuo). Questi candidati, inoltre, per essere ideali, dovrebbero avere un tempo di sopravvivenza a 5 anni, senza trapianto, inferiore al 50%.
Attualmente, quasi tutti i polmoni utili per i trapianti sono espiantati da donatori con morte cerebrale e che abbiano una circolazione arteriosa polmonare intatta.
Il tasso di sopravvivenza dopo trapianto di polmone deve essere valutato tenendo in considerazione il tipo di malattia di base per la quale esso si esegue ed il decorso individuale. Il trapianto polmonare solitamente non cura la malattia, ma consente di limitarne il trattamento.

Selezione dei riceventi

I candidati al trapianto polmonare, per prima cosa, vengono attentamente esaminati per diagnosticare eventuali comorbilità che potrebbero avere effetti negativi sul successo del trapianto (Tabella n.1). Nei pazienti con più di 50 anni, particolarmente rilevanti per il trapianto sono alcune malattie concomitanti come: problemi cardiocircolatori, insufficienze d'organo (soprattutto rene e fegato) e tumori. Questo soprattutto perché, dopo un trapianto, vengono somministrate notevoli quantità di farmaci antirigetto (che sono immunosoppressori, cioè deprimono il sistema immunitario): essi, in un individuo non perfettamente sano, possono provocare gravi conseguenze e portare anche a morte. Nei pazienti più giovani, specialmente in quelli con fibrosi cistica, è importante inoltre, prima del trapianto, ricercare in maniera scrupolosa un possibile focolaio d'infezione, soprattutto a livello dei denti e dei seni paranasali, e curarlo con antibiotici. Si potrà procedere all'intervento solo dopo la sua totale guarigione. Inoltre, non sono dei candidati ad un trapianto di polmone tutti quei pazienti che presentano una grave perdita di massa muscolare, a causa di settimane o mesi trascorsi a letto o su una sedia a rotelle, o che riescono a camminare facendo solo pochi passi. Prima di considerarli idonei al trapianto polmonare, bisognerebbe fare un tentativo per migliorare lo status muscolare.

Una controindicazione assoluta al trapianto di polmone è rappresentata da un tumore maligno in atto. Un soggetto che invece abbia avuto in passato un tumore maligno, non deve presentare recidive per un tempo minimo di due anni e, per i tumori del seno e del colon-retto, per almeno 5 anni. Infine, anche il fumo attivo, la dipendenza da droghe o da alcol, non sono accettabili in vista di un trapianto di polmone.



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