BPCO: Cause, Incidenza, Prevenzione

Ultima modifica 24.03.2020

Premessa

La BPCO è una grave malattia respiratoria, causata dal restringimento cronico e patologico delle vie aeree bronchiali e da una serie di conseguenti difficoltà di respiro, soprattutto durante la fase di espirazione.
BPCO è l'acronimo di BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva:

  • BroncoPneumopatia, perché la sofferenza è a carico di bronchi e polmoni;
  • Cronica, perché la BPCO presenta un decorso che, sebbene sia lento, è progressivo e inarrestabile;
  • Ostruttiva, perché la causa delle difficoltà respiratorie è un restringimento anomalo delle vie aeree.

Cause

Punto fondamentale

La BPCO insorge quando le vie respiratorie dei polmoni, per effetto di processi infiammatori e danni a loro carico, subiscono un restringimento tale da impedire la corretta e completa espirazione.


prevenzione bpcoLa principale causa di BPCO è il tabagismo; nel fumo di sigaretta, pipa e sigari, infatti, sono contenute numerosissime sostanze altamente dannose per i polmoni (es: nicotina).
Dopo l'abitudine al fumo di sigaretta, le altre cause di BPCO degne di nota sono:

  • La prolungata esposizione, in ambito professionale, a certi tipi di polveri e sostanze chimiche. Sono pericolose per la salute dei polmoni e associate all'insorgenza della BPCO: le polveri di cadmio, le polveri prodotte dalla lavorazione del grano, la polvere di silice, i fumi della saldatura dei metalli, gli isocianati e la polvere di carbone;
  • L'esposizione al cosiddetto fumo (di tabacco) passivo. Il fumo passivo è, per definizione, il fumo che le persone non fumatrici inalano involontariamente, nel momento in cui si trovano nelle vicinanze di soggetti fumatori;
  • L'esposizione prolungata a un severo inquinamento ambientale. Attualmente, sono in corso studi volti a capire quanto sia influente l'inquinamento atmosferico sulla comparsa di BPCO;
  • La presenza di una malattia genetica conosciuta come deficit di alfa-1-antitripsina. L'alfa-1-antitripsina è una proteina prodotta dal fegato e deputata a proteggere i polmoni.
    Se a causa di un difetto genetico, come quello che caratterizza il deficit di alfa-1-antitripsina, la produzione di alfa-1-antitripsina è ridotta, l'azione protettiva delle suddetta proteina viene a mancare e aumento il rischio, da parte dei polmoni, di sviluppare bronchite cronica, enfisema polmonare ecc.

Tabagismo,  fumo di sigaretta, pipa ecc.

Nel fumo di sigaretta, pipa, sigaro ecc., sono presenti sostanze tossiche e irritanti che, quando inalate, danneggiano le preziose ciglia che ricoprono le vie aeree (bronchi in particolare) per impedire l'ingresso nei polmoni dei detriti dell'aria e degli agenti patogeni, quali batteri e virus.
Se fumare tabacco è un'abitudine, il danno alle ciglia delle vie aeree è così esteso che queste muoiono; la morte delle ciglia priva i polmoni di una difesa importante contro tutto ciò che può penetrarvi all'interno (es: inquinanti dell'aria, irritanti nocivi del fumo ecc.) e comprometterne gravemente lo stato di salute.
In merito al rapporto consequenziale esistente tra tabagismo e BPCO, le statistiche parlano chiaro e dicono che:

  • Il 20% di tutti i fumatori sviluppa, prima o poi nel corso della vita, una forma più o meno grave di broncopneumopatia cronica ostruttiva;
  • In Paesi sviluppati come gli Stati Uniti e il Regno Unito, tra l'80 e il 95% dei pazienti con BPCO fuma o fumava in passato.

Curiosità sul fumo di sigaretta

  • Negli USA, 47 milioni di persone fumano (28% dei maschi e 23% delle femmine).
  • Secondo l'OMS, nel mondo c'è oltre 1 miliardo di fumatori; sempre secondo l'OMS, questo numero è destinato a superare quota 1,6 miliardi nel 2025.
  • Nei Paesi a basso-medio tenore di vita, la percentuale di fumatori sta crescendo in modo allarmante.

Fattori di rischio

Tra i fattori di rischio di BPCO, figurano:

  • Il tabagismo. È un dato di fatto che, in un fumatore, il rischio di sviluppare BPCO aumenta in relazione alla quantità di tabacco consumato tramite sigarette, pipa, sigaro ecc. In altre parole, più un fumatore è accanito e maggiore è la sua probabilità di ammalarsi di BPCO.
  • L'esposizione passiva al fumo di tabacco.
  • Praticare lavori a rischio, in cui è possibile respirare irritanti e polveri pericolose.
  • Soffrire di asma e, contemporaneamente, fumare. L'asma è una malattia respiratoria di natura ostruttiva, frutto probabilmente di una qualche anomalia genetica, i cui sintomi possono subire un'acutizzazione per colpa di allergeni (es: pollini, cibo, polvere, pelo di animali ecco.), infezioni respiratorie, sforzi fisici eccessivi, grandi emozioni, forte stress, medicinali (FANS e beta-bloccanti in particolare) e tabagismo.
    Studi medico-statitistici hanno osservato che, se non curata e associata al fumo di sigaretta, l'asma ha un'alta probabilità di evolvere in broncopneumopatia cronica ostruttiva.
  • La presenza della condizione genetica nota come deficit di alfa-1-antitripsina;
  • Vivere in aree geografiche in cui c'è un elevato tasso di inquinamento.
  • L'età avanzata. La BPCO è più frequente nelle persone di età superiore ai 40 anni.

Patofisiologia

A livello dei polmoni, l'inalazione di irritanti come il fumo di sigaretta innesca una risposta infiammatoria. Questa risposta infiammatoria consiste sostanzialmente nel rilascio, in sede polmonare, di cellule e molecole particolari, quali per esempio neutrofili, TNF-alfa, linfociti T, linfociti B, macrofagi, interleuchine, interferone gamma, fibrinogeno e proteina C reattiva, le quali danneggiano i polmoni e ne alterano la normale struttura.
L'effetto finale dell'alterazione prodotta dalla suddetta risposta infiammatoria è la riduzione del calibro delle vie aeree, riduzione che – come affermato più volte – è di ostacolo soprattutto ai flussi espiratori (cioè all'aria in uscita).
Entrando maggiormente nei dettagli dell'alterazione strutturale di cui sono oggetto i polmoni, questa comprende diversi cambiamenti, tra cui:

  • Ispessimento della parete bronchiale, con conseguente riduzione dello spazio vuoto interno a bronchi e bronchioli. A peggiorare ulteriormente gli effetti di tale ispessimento, contribuiscono l'iperproduzione di muco e catarro (figlia anch'essa del processo infiammatorio innescato dagli irritanti), e il loro conseguente accumulo internamente all'albero bronchiale.
  • Comparsa di fibrosi peribronchiale. In altre parole, si forma tessuto connettivo-fibroso (un tessuto del tutto simile al tessuto cicatriziale, quindi privo di funzione) tutt'attorno ai bronchi.
  • Accumulo di tessuto cicatriziale attorno agli alveoli, seguito dalla progressiva distruzione delle strutture di sostegno che circondano gli stessi alveoli.
  • Riduzione della retrazione elastica propria degli alveoli e del cosiddetto parenchima polmonare (cioè del tessuto funzionale dei polmoni).
    Frutto dei processi precedenti (fibrosi peribronchiale e accumulo di tessuto cicatriziale attorno agli alveoli), comporta il progressivo collasso delle vie aeree, il loro graduale restringimento e la perdita della loro capacità di dilatazione, che servirebbe a favorire il passaggio dell'aria.

CONSEGUENZE DELL'OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE

L'ostruzione delle vie aeree è causa, a sua volta, di un particolare fenomeno, noto come iperinflazione polmonare.
L'iperinflazione polmonare è, sostanzialmente, l'intrappolamento di aria nei polmoni, risultante dalla difficoltà , da parte delle vie aeree polmonari, di provvedere all'espulsione della suddetta aria, complice la presenza di un'ostruzione.

In altre parole, il fenomeno dell'iperinflazione polmonare è la condizione che s'instaura,quando, per la presenza di un restringimento patologico di bronchi e bronchioli, l'aria è intrappolata all'interno dei polmoni.
L'iperinflazione polmonare comporta che chi ne è affetto cominci a inalare nuova aria, prima ancora di aver espulso l'aria inalata con il precedente atto respiratorio; comporta, inoltre, che, nelle fasi più avanzate della BPCO, i flussi espiratori in condizioni di riposo siano dello stesso ordine di grandezza di quelli aventi luogo durante un'espirazione forzata, dovuta per esempio a uno sforzo fisico.
In risposta a un'iperinflazione polmonare cronica – cioè all'accumulo cronico di aria non espirata all'interno dei polmoni – il diaframma subisce un innaturale appiattimento e la gabbia toracica va incontro un'anormale dilatazione (il cosiddetto torace a botte), il tutto per provare a migliorare la respirazione. Tali cambiamenti, tuttavia, si rivelano non solo poco efficaci, ma anche controproducenti, perché obbligano i muscoli respiratori accessori a un superlavoro, che a lungo andare compromette la loro funzionalità.


Classici sintomi dell'iperinflazione polmonare:

Epidemiologia

Secondo una stima del 2010, nel Mondo, le persone con BPCO sarebbero state circa 329 milioni, ossia il 4,8% della popolazione globale.
Diversamente dal passato, in cui gli uomini erano i soggetti più colpiti, oggi la BPCO interessa maschi e femmine in ugual misura. A detta degli esperti, questo cambiamento, frutto dell'aumento del numero delle pazienti donne e della riduzione del numero dei pazienti uomini, è da imputarsi principalmente all'incremento delle donne fumatrici e alla diminuzione degli uomini fumatori.
Nella maggior parte dei casi, i malati di BPCO sono persone di età superiore ai 40 anni, con il vizio del fumo.
In base a diversi studi statistici, il numero mondiale di decessi per BPCO è aumentato in modo consistente negli ultimi 20-25 anni: se nel 1990 i morti per broncopneumopatia cronica ostruttiva sono stati 2,4 milioni circa, nel 2015 sono stati ben 3,2 milioni.

Cosa dice la GOLD, ossia la Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease?

Dai rapporti della GOLD - un'importante iniziativa internazionale per lo studio della BPCO, patrocinata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) - e della stessa OMS, emerge che:

  • La BPCO è la quarta causa di morte negli Stati Uniti, dopo le cardiopatie, le neoplasie e le malattie cerebrovascolari.
  • In Europa, soffre di BPCO il 4-10% della popolazione adulta.
  • Nel 2000, le morti globali per BPCO sono state 2,8 milioni; nel 2012, sono salite a quasi 3 milioni; nel 2015, hanno raggiunto quota 3,2 milioni.
  • Negli ultimi 20-25 anni, il numero di morti per BPCO è aumentato di quasi il 50%.
  • L'incidenza della BPCO aumenta con l'età.
  • La mortalità della BPCO interessa le fasce di età più avanzate.
  • Il tasso di mortalità della BPCO a 5 anni dalla sua diagnosi oscilla, in relazione alla gravità della condizione, tra il 40% e il 70%.
  • La BPCO è diffusa in tutto il Mondo, ma soprattutto nei Paesi più industrializzati, dove è in continuo aumento per colpa soprattutto dell'inquinamento ambientale (problema, quest'ultimo, meno rilevante nei Paesi in via di sviluppo).
  • Per i prossimi anni, è previsto un incremento della morbilità globale della BPCO, tale per cui quest'ultima passerà dal 12° posto attuale al 6°.
  • La BPCO interessa in ugual misura entrambi i sessi; un tempo, era predominante nel sesso maschile, ma oggi non è più così per via dell'aumento delle donne fumatrici.
  • Nei prossimi 10 anni, a causa dell'inquinamento atmosferico e del fumo di tabacco, la prevalenza della BPCO aumenterà del 50% negli uomini e addirittura del 130% nelle donne.
  • Negli ultimi anni, la BPCO è divenuta un problema di un certo rilievo anche per la popolazione adulta giovane. Infatti, studi epidemiologici testimoniano che un 10% delle persone tra i 20 e i 44 anni presenta una lieve forma di BPCO (tosse ed espettorato senza ostruzione bronchiale) e che un 3,6% delle persone della stessa fascia di età presenta una forma moderata-grave di BPCO (tosse ed espettorato cronici con ostruzione bronchiale).
  • La BPCO è sottodiagnosticata, ossia i malati sono più dei casi realmente diagnosticati.
  • In Italia, dove le malattie dell'apparato respiratorio costituiscono la terza causa di morte, la BPCO rappresenta il 50-55% delle morti per malattie dell'apparato respiratorio e la 7a causa di ospedalizzazione.
  • Sempre in Italia, i malati di BPCO sarebbero circa 5 milioni (poco meno del 10% della popolazione) e le morti annuali per BPCO sarebbero circa 17.000.

Prevenzione

La prevenzione della BPCO si basa sulla riduzione e sull'eliminazione dei fattori di rischio modificabili; pertanto, i suoi punti fondamentali sono:

  • Non fumare o smettere di fumare prima che sia troppo tardi. È l'aspetto più importante della prevenzione della BPCO;
  • Evitare l'esposizione al fumo passivo;
  • Evitare l'esposizione prolungata agli ambienti particolarmente inquinati. Sul tema “inquinamento ambientale”, si ricorda l'importanza che ha l'intervento delle istituzioni governative e delle imprese private nel migliorare la qualità dell'aria, provvedendo a una riduzione delle emissione di sostanze inquinanti. 
  • Per chi pratica attività lavorative a rischio, adottare le giuste precauzioni (es: maschere), volte a ridurre la quantità di particelle o gas inalabili;
  • Per chi è fumatore e ha più di 40 anni, sottoporsi a controlli medici annuali anche in assenza di sintomi eclatanti/significativi.
    Molti fumatori sottovalutano la presenza cronica di tosse e un po' di catarro, ignorando il fatto che questa sintomatologia può essere, in un numero non trascurabile di circostanze, dovuta alla BPCO a uno stadio iniziale. È per questo motivo che i medici raccomandano alle persone con il vizio del fumo di effettuare una visita specialistica, per dare la giusta connotazione ai disturbi presenti e prendere le precauzioni più appropriate.
  • Adottare una dieta sana e praticare una regolare attività fisica. Sono due misure che giovano all'organismo e lo rendono più forte contro ciò che può pregiudicarne lo stato di salute.

Prevenire le complicanze della BPCO e rallentarne la progressione

In presenza di BPCO, aiutano a prevenire l'insorgenza di complicanze e a rallentare la progressione della malattia i seguenti comportamenti:

  • Non fumare o smettere di fumare. Queste due importanti scelte di vita occupano il primo posto anche in questa speciale sezione della prevenzione della BPCO.
  • Adottare una dieta sana ed equilibrata. È un atteggiamento che fortifica l'organismo e contribuisce, assieme alle terapie sintomatiche, a proteggerlo dalle infezioni (comprese quelle respiratorie) e a rallentare la progressione della BPCO.
  • Minimizzare il rischio di infezioni respiratorie, attraverso il vaccino annuale contro il virus dell'influenza (vaccinazione antinfluenzale) e il vaccino ogni cinque anni contro la polmonite da Streptococcus pneumoniae. Si ricorda che, in un individuo con BPCO, l'importanza di prevenire le infezioni respiratorie deriva dal fatto che quest'ultime possono scatenare gravi conseguenze, talvolta anche letali.
  • Praticare attività fisica regolarmente. Oltre a fortificare l'organismo (esattamente come la dieta sana ed equilibrata), ha un impatto positivo sulle porzioni di polmoni ancora sane. A testimonianza di ciò, ricordiamo il miglioramento della tolleranza agli sforzi fisici evidenziato dai pazienti con BPCO che si mantengono in costante esercizio.

Approfondimento: Farmaci per la cura della BPCO



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Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza