Bioimpedenziometria: cosa si intende e perché è utile

Bioimpedenziometria: cosa si intende e perché è utile
Ultima modifica 15.03.2023
INDICE
  1. Plicometria VS Bioimpedenziometria
  2. Come si esegue la BIA?
  3. Dati della bioimpedenziometria
  4. Perché è utile la BIA?

Il primo passo per poter organizzare una scheda di allenamento veramente personalizzata, e un'alimentazione appropriata, è la conoscenza oggettiva della composizione corporea.

Questa può essere misurata a livello ambulatoriale o addirittura sul campo prevalentemente con due sistemi: plicometria e bioimpedenziometria.

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Plicometria VS Bioimpedenziometria

La plicometria, che si basa sull'utilizzo di un plicometro attraverso cui viene estrapolata la percentuale di massa grassa del soggetto, presenta alcuni limiti molto significativi: non è applicabile agli obesi, è estremamente soggetta ad errore operatore-dipendente e difficilmente offre risultati sovrapponibili anche tra misurazioni consecutive, è un po' invasiva ecc.

La BIA, d'altro canto, è una metodica più facile da utilizzare e meno soggetta ad errore operatore dipendente e meno invasiva.

Entrambe le metodiche tuttavia presentano un limite importante: non sono in grado di comprendere a fondo lo stato di idratazione. E' vero che la bioimpedenziometria viene proposta "proprio" come sistema di valutazione dell'acqua corporea, ma è anche vero che - come confermano molti studi - più ci si allontana da valori "normali" e più aumenta il margine di errore.

Entrambe le soluzioni possono offrire risultati "falsati" dalle condotte del paziente; nel caso della BIA, se il soggetto non è a stomaco vuoto, si è allenato di recente, ha escluso i carboidrati dalla dieta, ha sudato eccessivamente senza bere ecc., l'esito dell'analisi non può essere considerato attendibile.

La plicometria "soffre" invece di più l'entità della sudorazione, la prossimità dell'allenamento e tutto ciò che altera il normale equilibrio idrosalino, mentre i pasti non presentano grosse controindicazioni.

Non di meno, la "qualità" dello strumento bioimpedenziometrico può fare una differenza "abissale". Il numero di elettrodi, l'hardware ecc. sono elementi chiave, che da una BIA all'altra offrono numeri anche parecchio differenti.

Per di più, trattandosi di due sistemi di misurazione indiretta - ovvero che sfruttano un algoritmo per interpretare le misurazioni ed offrire un risultato - necessitano di un'equazione differente a seconda di variabili come: atleta o sedentario, maschio o femmina ecc.

In definitiva, possono rendersi particolarmente utili per la sperimentazione e lo studio di gruppi di popolazione, mentre la loro accuratezza a fini atletici o di bodybuilding lascia un po' a desiderare.

Come si esegue la BIA?

Una "buona bioimpedenziometria" si esegue in posizione sdraiata - diffidate delle bilance impedenziometriche o altri surrogati.

Si posizionano 4 (o 8, se la BIA è ottima) elettrodi, 2 sulla mano e 2 sul piede, e quando si avvia lo strumento esso lascia passare una corrente impercettibile lungo il corpo misurandone la resistenza e la reattanza.

Questi due valori - assieme a peso, altezza, sesso, età ecc. - verranno poi elaborati dal software in dotazione, grazie al quale si estrapolerà una serie di dati che di seguito spiegheremo in dettaglio.

Dati della bioimpedenziometria

BCM: (MASSA CELLULARE): è la componente metabolicamente attiva dell'organismo.

Ogni persona ha una BCM minima sotto la quale è sconsigliato scendere, causa diminuzione sia della massa muscolare magra che del metabolismo.

E' il valore fondamentale che occorre monitorare nel tempo, e che ci permette di capire se la persona è malnutrita ed in overtraining.

TBW: (TOTAL BODY WATER): è il maggior componete dell'organismo, per questo la corretta determinazione costituisce la base per stimare i parametri di forma fisica. Se l'acqua è nella norma tutti i parametri misurati dalla BIA saranno attendibili, quindi di conseguenza anche la plicometria risulterà corretta.

BCMI: (INDICE DI MASSA CELLULARE CORPOREA): è il rapporto tra la BCM E l'ALTEZZA del soggetto. Indica lo stato nutrizionale del soggetto.

Valori inferiori ad 8 per le donne e a 10 per gli uomini indicano Malnutrizione.

PA: (ANGOLO DI FASE): misura la relazione fra resistenza e reattanza.

In un soggetto sano questo valore è compreso tra 6 e 7 gradi. Valori sotto i 5 gradi indicano una rottura delle membrane cellulari o un accumulo di fluidi extracellulari (ritenzione idrica).

Valori intorno ai 10 gradi indicano forte disidratazione o BCM superiori alla norma, come nel caso di sportivi professionisti.

NA/K: (SCAMBIO SODIO POTASSIO): è un valore molto importante che ci indica il buon funzionamento o meno della cellula. Il valore ideale è un rapporto di uno a uno fra sodio e potassio.

Se il valore sale fino a 1,6 vuol dire che è entrato nella cellula il 60% in più di sodio, quindi siamo in presenza di forte ritenzione idrica (iperidratazione) e malnutrizione proteica.

Se il valore scende a 0,6 siamo in presenza di forte disidratazione e malnutrizione energetica (occorre aumentare le calorie giornaliere).

Oltre a questi valori la BIA è in grado di misurare il Metabolismo Basale, che è direttamente collegato con la quantità di BCM del soggetto, l'acqua intra ed extracellulare, ed il rapporto tra massa intra ed extracellulare.

Perché è utile la BIA?

La bioimpedenziometria può consentire di apprendere una serie di dati utili a distinguere un soggetto con buona massa cellulare da un altro con una composizione corporea non ottimale. Entro certi limiti, è utile per osservare lo stato di idratazione. Non è invece attendibile nella misurazione "precisa" della percentuale di grasso - l'aspetto più ambito dagli utenti.

I vantaggi primari della BIA non sono per il soggetto analizzato, bensì per l'operatore, che:

  1. guadagna tempo;
  2. non deve sottoporsi a un addestramento specifico (necessario per la plicometria);
  3. può così scaricarsi dalla responsabilità di errore tecnico.

Ciò detto, come anticipato, il margine di distorsione legato alla dieta, all'allenamento e ad altri fattori utente-dipendenti rimane in toto.

Potremmo considerare la bioimpedenziometria un buon modo per diminuire il margine di errore complessivo e un servizio potenzialmente allettante per i clienti di personal trainer, dietisti e nutrizionisti.