Vedova Nera: cos'è? È velenosa? Pericolosità, sintomi del morso, trattamento

Vedova Nera: cos'è? È velenosa? Pericolosità, sintomi del morso, trattamento
Ultima modifica 29.06.2022
INDICE
  1. Generalità
  2. Che cos'è e dove si trova la Vedova Nera?
  3. Morso di Vedova Nera
  4. Sintomi e Latrodectismo
  5. Cura e trattamento
  6. Diagnosi
  7. Prevenzione
  8. Vedova Nera e tarantismo

Generalità

Vedova nera è il nome comune con il quale si vogliono indicare gli esemplari femminili di ragni appartenenti al genere Latrodectus.

Vedova Nera Shutterstock
Esemplare di Latrodectus mactans

Diverse sono le specie che vengono fregiate del nome di vedova nera, accomunate tutte da alcune peculiarità:

  • Colore nero;
  • Presenza di macchie sull'addome, generalmente di colore rosso, ma diverse per forma, numero e posizione;
  • Pericolosità per l'uomo in caso di morso.

Il morso di vedova nera, infatti, può causare sintomi gravissimi e può portare a conseguenze talvolta tragiche. A causa di questa pericolosità, la vedova nera è considerata in Italia - insieme al ragno violino - come una specie di rilevanza medica per l'uomo.

Che cos'è e dove si trova la Vedova Nera?

Il nome vedova nera viene utilizzato per indicare gli esemplari femminili di ragni di diverse specie ma appartenenti tutti al genere Latrodectus della famiglia Theridiidae.

La vedova nera è un ragno cosmopolita, quindi diffuso in tutto il mondo, Europa e Italia comprese. Ciascuna area del pianeta è abitata da determinate specie di vedova nera piuttosto di altre. Ad esempio:

  • In Nord America sono particolarmente diffuse L. mactans e L. hesperus che si caratterizzano per la presenza di una macchia rossa a forma di clessidra sull'addome inferiore;
  • In America centrale e meridionale sono diffuse molte specie fra cui ricordiamo L. apicalis e L. mirabilis;
  • In Australia si possono trovare L. hasselti e L. katipo
  • In Asia sono diffuse le specie L. elegans e L. erythromelas;
  • In Africa centrale e in Madagascar si trovano svariate specie, fra cui L. obscurior e L. menavodi;
  • In Europa, in Medio Oriente e in Africa settentrionale si possono trovare diverse specie fra cui L. pallidus, L. revivensis, L. hystrix e L. tredecimguttatus.

Solitamente, le vedove nere hanno un corpo di lunghezza variabile fra i 10 e i 15 millimetri e sono dotate di lunghe zampe.

Esemplari maschili

Gli esemplari maschili appartenenti al genere Latrodectus, sono anch'essi dotati di lunghe zampe ma il loro corpo è generalmente più piccolo di quello delle femmine (circa 3-5 millemetri). Anche la colorazione è diversa rispetto agli esemplari femminili e può variare in funzione della specie di appartenenza (ad esempio, colore nero, marrone, arancio, ecc.). Generalmente, i maschi sono meno o per niente velenosi e il loro eventuale morso non riscuote le stesse preoccupazioni del morso di vedova nera.

Lo sapevi che…

Alcune specie di vedova nera, dopo l'accoppiamento, assumono un comportamento cannibale a causa del quale mangiano il proprio "compagno". Sembra che il nome comune di vedova nera derivi proprio da questo tipo di comportamento.

Vedova Nera in Italia

In Italia, è diffusa la vedova nera Latrodectus tredecimguttatus.

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Il nome di questa specie deriva dal fatto che gli esemplari femminili presentano sull'addome tredici macchie di colore rosso.

L. tredecimguttatus è anche nota con i nomi di vedova nera mediterranea, malmignatta, ragno volterrano o "di Volterra". Si tratta di un ragno che predilige i climi caldi e risulta essere particolarmente diffuso in Maremma, in Liguria, nel Lazio, nelle regioni meridionali e nelle isole. Tuttavia, con l'innalzamento della temperatura globale, non si può escludere la presenza della vedova nera "nostrana" anche in regioni situate più a nord, purché il clima si favorevole.

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La vedova nera mediterranea vive generalmente in campagna, fra sassi, pietre, sterpaglie e, spesso e volentieri, in prossimità dei campi di grano. In questi luoghi L. tredecimguttatus crea la sua tana intessendo una tela estremamente resistente.

Curiosità

La tela intessuta dalla vedova nera è stata oggetto di studi il cui intento era quello di carpirne il segreto della notevole resistenza. Difatti, si ritiene che la fibra prodotta dal ragno in questione sia equiparabile all'acciaio in termini di forza esterna applicabile prima di indurne la rottura. La riproduzione artificiale di fibre così resistenti potrebbe rivelarsi utile in molteplici campi, inclusi quello industriale e quello militare.

Morso di Vedova Nera

Il morso di vedova nera è considerato estremamente pericoloso poiché in grado di provocare sintomi molto gravi con conseguenze talvolta fatali.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/12/22/vedova-nera-morso-orig.jpeg Shutterstock

Generalmente, il morso di vedova nera si verifica come evento accidentale qualora ci si imbatta nel ragno o nella sua tana, cosa che può accadere, ad esempio, a contadini o altre persone che lavorano nei luoghi dove abitualmente esso nidifica.

La vedova nera - benché tenda a mantenere un comportamento generalmente schivo - se disturbata, soprattutto quando dentro la sua tana, in molti casi tende a reagire mordendo per difendersi.

Attraverso il morso, la vedova nera può inoculare nell'uomo un potente veleno neurotossico, contenente latrotossine e altre tossine polipeptidiche che sono in grado di interagire con i canali ionici del calcio, del sodio e del potassio provocando il rilascio di diversi neurotrasmettitori. Tale rilascio porta alla sintomatologia tipica che si manifesta dopo il morso del ragno.

Lo sapevi che…

La vedevo nera, come del resto qualsiasi altro ragno, usa il suo veleno per immobilizzare e uccidere le prede di cui si ciberà. Dal momento che l'essere umano non è visto dal ragno come una preda, il morso all'uomo viene dato solo per difesa. Difatti, non è insolito che la vedova nera morda "a secco", ossia senza inoculare veleno o comunque inoculandone una quantità tale da non essere in grado di provocare conseguenze eccessivamente gravi.

A questo proposito, tuttavia, è bene precisare che i bambini, gli anziani e gli adulti debilitati, sono esposti a un maggior rischio di sviluppare sintomi gravi anche quando il ragno inocula piccole quantità di veleno.

Ad ogni modo, quando introdotto nell'organismo attraverso il morso, il veleno si diffonde in tutto il corpo attraverso la circolazione linfatica ed ematica in un tempo relativamente breve.

Il morso di vedova nera in sé non è eccessivamente doloroso, poiché i cheliceri del ragno non sono eccessivamente grandi e robusti. Il dolore intenso e gli altri sintomi gravi sono imputabili all'entrata in circolo del veleno.

Sintomi e Latrodectismo

Sintomi e Latrodectismo indotti dal morso di Vedova Nera

La sintomatologia indotta dal morso di vedova nera comprende sia sintomi locali sia sintomi sistemici. L'insieme dei fenomeni morbosi che insorgono in seguito all'inoculazione del veleno prende il nome di latrodectismo.

Sintomi locali

In corrispondenza dell'area in cui la vedova nera ha dato il morso, possono comparire:

  • Dolore puntorio acuto;
  • Edema;
  • Eritema;
  • Indurimento dell'area interessata;
  • Formazione di flittene e, in seguito, comparsa di lesioni necrotiche più o meno estese.

Sintomi sistemici

Quando il veleno della vedova nera si diffonde nel corpo, può causare diversi sintomi sistemici fra cui ricordiamo:

Nei giorni successivi il morso, potrebbero altresì manifestarsi edema polmonare e bronchite.

Complicanze

In alcuni casi, l'entrata in circolo del veleno di vedova nera potrebbe portare alla comparsa di complicazioni molto severe, quali:

Oltre a quanto sopra detto, vi è anche la possibilità che la ferita provocata dal morso si infetti.

Negli individui allergici, invece, il morso di vedova nera può portare allo shock anafilattico.

Nei casi più gravi e/o qualora non s'intervenga prontamente, al coma può seguire la morte dell'individuo.

Lo sapevi che…

Generalmente, il morso di vedova nera mediterranea risulta essere meno pericoloso di quello delle specie diffuse in America. Difatti, i casi di morte causati da morsi di malmignatta non sono frequenti come quelli delle specie diffuse nel Nuovo Continente.

Cura e trattamento

Cosa fare in seguito al morso di Vedova Nera

Fortunatamente, contro il veleno di vedova nera esiste un antidoto specifico che ha ridotto notevolmente le morti causate dall'attacco di questo ragno nei confronti dell'uomo.

Qualora si venga morsi da una vedova nera è, pertanto, necessario contattare immediatamente i soccorsi sanitari (chiamare il 118) o recarsi nel più vicino pronto soccorso, dove, se necessario, verrà somministrato l'antidoto. Difatti, prima di somministrare l'antidoto è opportuno valutare il grado di avvelenamento del paziente, poiché non sempre viene inoculata una quantità di veleno tale da portare alla comparsa di latrodectismo e complicazioni gravi.

Generalmente, il livello di avvelenamento viene classificato in tre gradi che si differenziano per il quadro clinico presentato dal paziente:

  • Primo grado: l'individuo manifesta dolore localizzato alla zona in cui la vedova nera ha dato il morso, ma i parametri vitali sono normali.
  • Secondo grado: è presente dolore muscolare in corrispondenza della zona morsa dal ragno che si può estendere anche all'addome. È altresì presente un incremento della sudorazione, soprattutto nell'area interessata dal morso.
  • Terzo grado: sono presenti gravi sintomi sistemici e i parametri vitali del paziente sono alterati.

Oltre all'eventuale somministrazione dell'antidoto, il paziente giunto in pronto soccorso riceverà tutti i trattamenti e le terapie di supporto necessari, come, ad esempio, la somministrazione di farmaci miorilassanti contro gli spasmi muscolari, di farmaci analgesici per contenere il dolore o il supporto respiratorio con ossigeno in caso di difficoltà respiratorie.

Lo sapevi che…

In attesa dell'arrivo dei soccorsi sanitari, o durante il viaggio verso il pronto soccorso, può essere utile applicare sul morso un impacco di ghiaccio; in questo modo, dolore e gonfiore dovrebbero diminuire.

Diagnosi

Come si diagnostica il morso di Vedova Nera?

Chiaramente, la diagnosi risulta estremamente semplice se il paziente dichiara di aver avuto un contatto con la vedova nera (peraltro facilmente riconoscibile dal suo aspetto e dalle caratteristiche macchie rosse presenti sull'addome). Inoltre, dal momento che il morso di vedova nera è doloroso, è probabile che il paziente si renda conto dell'attacco quando il ragno è ancora nelle vicinanze.

Se, invece, il paziente non è in grado di confermare l'avvenuto contatto con la vedova nera, la diagnosi risulta essere estremamente difficile, poiché i sintomi e le complicazioni determinati dall'entrata in circolo del veleno potrebbero essere confusi con i sintomi indotti da altre patologie. Le analisi di laboratorio, generalmente, sono di scarsa utilità.

Prevenzione

Come prevenire il morso di Vedova Nera

La vedova nera è un ragno con abitudini abbastanza stanziali, difatti, una volta costruita la propria tanta, difficilmente se ne allontana. Pertanto, l'incontro con questo ragno avviene solitamente in maniera accidentale nei luoghi in cui esso è solito tessere la propria tela.

Ad ogni modo, se per caso è necessario recarsi - ad esempio per lavoro - in luoghi in cui è notoriamente diffusa la vedova nera, al fine di evitarne il morso accidentale, può essere utile:

  • Indossare indumenti protettivi (guanti, calze lunghe o scarpe che coprono la caviglia, ecc.) quando si eseguono attività a rischio che potrebbero favorire l'incontro con il ragno in questione;
  • Prestare estrema attenzione quando ci si trova di fronte a ragnatele o tane di ragni e quando si tenta di rimuoverle;
  • Se la vedova nera dovesse essere vista, evitare il contatto diretto con le mani o altre parti del corpo. In questi casi, è sempre preferibile allontanarsi.

Vedova Nera e tarantismo

Morso di Vedova Nera e legame con il tarantismo

Il tarantismo (o tarantolismo) viene definito come una sindrome culturale di tipo isterico caratterizzata dalla comparsa di una serie di sintomi, alcuni dei quali simili a quelli indotti dall'entrata in circolo del veleno della vedova nera.

Il termine tarantismo sembra essere nato nella provincia di Taranto intorno al '400, dove la sua insorgenza veniva attribuita al morso di tarantola (Lycosa tarantula).

Oggi, invece, si è a conoscenza del fatto che il morso del suddetto ragno è piuttosto innocuo e non capace di dare origine ad una sintomatologia grave come quella che dovrebbe caratterizzare il tarantismo. Per questa ragione, vista la sua diffusione nell'Italia Meridionale, si è ipotizzato che quello che gli abitanti del luogo chiamavano tarantolismo potesse essere la conseguenza del morso di vedova nera mediterranea.

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Autore

Ilaria Randi
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista