Trauma Cranico: Cos'è, Sintomi e Rischi

Trauma Cranico: Cos'è, Sintomi e Rischi
Ultima modifica 21.02.2022
INDICE
  1. Che cos'è un Trauma Cranico?
  2. Cause
  3. Classificazione e Tipi di Trauma Cranico
  4. Sintomi Trauma Cranico
  5. Conseguenze e Complicazioni
  6. Quando Chiamare il Medico
  7. Diagnosi
  8. Trattamento del Trauma Cranico

Che cos'è un Trauma Cranico?

Dal punto di vista medico, viene definito "trauma cranico" qualsiasi danno a carico del cranio e/o all'encefalo e ai suoi involucri, causato da un evento fisico di tipo meccanico (come, ad esempio, una caduta in cui si sbatte la testa a terra).

Trauma Cranico Shutterstock

Il trauma cranico è una condizione che non dev'essere assolutamente sottovalutata. Infatti, non è detto che i sintomi o gli eventuali danni derivanti dal trauma in questione si manifestino subito; al contrario, in alcuni casi potrebbero comparire anche dopo ore, o addirittura settimane dall'avvenuto danno.

Per tale ragione, in caso di trauma alla testa, sarebbe sempre opportuno rivolgersi al proprio medico.

Cause

Quali sono le Possibili Cause di Trauma Cranico?

Come accennato, il trauma cranico è un danno al cranio e al suo contenuto, provocato da un evento fisico di natura meccanica.
Più precisamente, possiamo affermare che il trauma cranico può essere provocato da:

  • Una lesione chiusa alla testa, quando la testa colpisce violentemente un oggetto, come può avvenire in caso di cadute, incidenti stradali, liti violente, traumi sportivi, ecc.
  • Una lesione penetrante alla testa, quando la testa colpisce, o viene colpita violentemente da un oggetto che è in grado di penetrarla (come, ad esempio, frammenti ossei o proiettili).

Fra le possibili cause che possono portare a un trauma cranico, ritroviamo:

  • Cadute (particolarmente frequenti in anziani e bambini piccoli);
  • Incidenti di diverso tipo, come incidenti sul lavoro, incidenti stradali, ecc.;
  • Attività sportive e incidenti connessi;
  • Aggressioni.

Classificazione e Tipi di Trauma Cranico

Una prima classificazione che può essere effettuata per distinguere i diversi tipi di trauma cranico prende in considerazione la severità del danno subìto. In questo caso, perciò, distingueremo:

  • Traumi cranici lievi;
  • Traumi cranici moderati o gravi.

Come si può facilmente immaginare, i traumi cranici lievi sono di per sé meno pericolosi di quelli moderati o gravi e presentano una prognosi migliore; tuttavia, non devono comunque essere sottovalutati.

Un'altra suddivisione può essere fatta in funzione dell'area interessata dal danno. A tal proposito, possiamo distinguere:

  • Trauma cranico focale, quando il danno interessa una sola particolare area del cervello;
  • Trauma cranico diffuso, quando il danno interessa molteplici aree cerebrali.

Naturalmente, la sintomatologia e le manifestazionicliniche possono variare, anche di molto, sia in funzione della severità del danno, sia in funzione della zona colpita.

Le modificazioni strutturali che si verificano in seguito ad un trauma cranico possono essere microscopiche oppure macroscopiche, a seconda delle forze coinvolte e dei meccanismi con i quali si è verificato il trauma. In questo senso, le lesioni riportate possono definirsi chiuse oppure aperte, pertanto, è possibile distinguere:

  • Trauma cranico aperto: in questo tipo di trauma cranico vi è la penetrazione del cuoio capelluto e del cranio cui si può aggiungere la penetrazione delle meningi e del tessuto cerebrale che si trova sotto. Questo tiopo di trauma, solitamente, è causato dall'impatto con oggetti appuntiti, benché venga classificato come trauma cranico aperto anche il trauma causato dall'impatto con oggetti arrotondati, o comunque non appuntiti, che abbiano però causato la lacerazione dei tessuti sovrastanti.
  • Trauma cranico chiuso: nel trauma cranico di questo tipo si assiste a rapide accelerazioni e decelerazioni del cervello causate da colpi, impatti con oggetti o violenti scossoni. L'insieme di queste accelerazioni e decelerazioni può causare danni in corrispondenza del punto in cui è avvenuto l'urto o l'impatto, danni in corrispondenza del polo opposto al punto in cui è avvenuto l'impatto o danni diffusi. I traumi di questo tipo possono comporatre lesioni degli assoni neuronali e dei vasi sanguigni, così come possono portare alla comparsa di contusioni, emorragie ed ematomi.

Commozione Cerebrale

La commozione cerebrale viene definita come un trauma cranico che comporta un'alterazione transitoria e reversibile dello stato mentale, generalmente di breve durata (da qualche minuto fino a meno di sei ore). Può portare a perdita di coscienza, confusione, perdita di memoria e può essere accompagnata da diversi sintomi.

Di norma, la commozione cerebrale non si caratterizza per lesioni cerebrali gravi e non dovrebbe generare postumi neurologici gravi; tuttavia, molteplici commozioni cerebrali possono portare alla comparsa di ecefalopatia traumatica cronica.

Contusione Cerebrale

Nella contusione cerebrale - anche chiamata ecchimosi del cervello - si assiste alla compromissione di diverse funzioni cerebrali. In questi casi è possibile andare incontro ad edema e sanguinamento dovuto alla rottura di capillari o piccoli vasi sanguigni. In funzione dell'estensione e della gravità della contusione cerebrale, la sintomatologia può essere più o meno grave.

Danno Assonale Diffuso

Il danno assonale diffuso si caratterizza per la distruzione generalizzata e diffusa, per l'appunto, degli assoni neuronali e della guaina mielinica che li riveste. Dal punto di vista clinico, il danno assonale diffuso può definirsi come una perdita di coscienza la cui durata è superiore alle sei ore che si verifica in assenza di una lesione focale.

Può verificarsi un edema che causa un aumento della pressione intracranica che, a sua volta, può portare ad altre manifestazioni.

Ematomi Cerebrali

Gli ematomi sono accumuli di sangue intorno o all'interno del cervello che possono insorgere sia in seguito a traumi aperti che in seguito a traumi chiusi. Si possono distinguere:

  • Ematomi subdurali caratterizzati da una raccolta di sangue fra la dura madre e l'aracnoide. Questo tipo di ematomi si verifica spesso nei pazienti che presentano traumi cranici da incidenti stradali, traumi cranici da cadute o contusioni cerebrali sottostanti.
  • Ematomi epidurali in cui si assiste all'accumulo di sangue fra la teca cranica e la dura madre. Sono meno comuni degli ematomi subdurali.
  • Ematomi intracerebrali in cui la raccolta di sangue è localizzata all'interno del parenchima cerebrale. Si generano dalla fusione di contusioni, benché non sia noto quando una o più contusioni evolvano in ematoma.

La presenza di ematomi, quindi di accumulo di sangue, può causare aumento della pressione intracranica e una serie di complicazioni più o meno gravi a seconda della tipologia, dell'estensione e della severità dello stesso ematoma. Anche l'origine dell'ematoma (da lesioni di vene o di arterie) esercita un ruolo nel determinare tipo e gravità delle complicaizoni.

Fratture Craniche

Le lesioni penetranti che portano a traumi cranici aperti comprendono le fratturte craniche che, tuttavia, possono manifestarsi anche in caso di traumi cranici chiusi.

Le fratture craniche che possono verificarsi sono molteplici, alcune sono più rischiose di altre in funzione dell'area in cui sono localizzate.

Sintomi Trauma Cranico

La sintomatologia del trauma cranico può essere differente a seconda dell'entità del danno e a seconda dell'area cerebrale - o delle aree cerebrali - interessate da quest'ultimo.

Inoltre, alcuni sintomi compaiono appena dopo l'avvenuto danno, mentre altri ancora possono richiedere ore, giorni o perfino settimane prima di manifestarsi.

Ad ogni modo, fra i principali sintomi che possono manifestarsi in caso di trauma cranico lieve, ricordiamo:

In caso di trauma cranico moderato o grave, invece, i sintomi appena citati possono manifestarsi in maniera più marcata e intensa. Più nel dettaglio, possono insorgere:

  • Perdita di coscienza con impossibilità di risvegliarsi;
  • Cefalea persistente che peggiora nel tempo;
  • Deficit neurologici focali;
  • Vomito ripetuto;
  • Alterazioni della personalità;
  • Confusione e agitazione;
  • Midriasi o paralisi delle pupille;
  • Difficoltà a comunicare;
  • Disturbi della coordinazione.

Inoltre, a lungo termine potrebbero manifestarsi:

Anche la comprsa di convulsioni è possibile, così come lo stupor o addirittura il coma, ma ciò non si verifica in tutti i casi.

Nei bambini con trauma cranico, invece, potrebbe notarsi solo la comparsa di irritabilità, mentre altri sintomi potrebbero non essere ben identificabili. Chiaramente, in queste situazioni, se il bambino diventa irritabile, è chiara la necessità di chiamare subito il medico o rivoglersi al più vicino ospedale.

I sintomi legati al trauma cranico possono, a seconda dei casi, regredire, restare invariati, oppure peggiorare.

Tuttavia, va precisato che quanto sopra affermato costituisce solo una panoramica generale dei  sintomi che potrebbero verificarsi in caso di trauma cranico. Ribadiamo, infatti, che ogni individuo può avere manifestazioni diverse e che in nessun caso i sintomi vanno sottovalutati, anche se sembrano lievi.

Pertanto, in caso di trauma cranico, il medico deve essere avvertito tempestivamente della comparsa di qualsiasi segno, sintomo o manifestazione.

Conseguenze e Complicazioni

In seguito al trauma cranico è possibile che si verifichino una serie di "reazioni a catena" che portano a conseguenze più o meno gravi, talvolta potenzialmente fatali.

Ad esempio, l'edema cerebrale conseguente al trauma cranico può determinare un aumento della pressione intracranica che, a sua volta, può determinare diminuzione della pressione di perfusione cerebrale. Quest'ultima, se scende al di sotto dei valori limite può comportare ischemia.

La presenza dell'edema e dell'ischemia può innescare diverse risposte che portano ad ulteriori danni cellulari, edemi e aumentod elal presisone intracranica.

Se l'aumentata pressione intracranica non viene controlalta e trattata adeguatamente può portare alla formazione di un'ernia cerebrale, con conseguente aumento del rischio di mortalità.

Sindrome da Secondo Impatto

Si tratta di una sindrome rara e alquanto dibattuta che si definisce come un aumento improvviso della pressione intracranica che può talvolta portare alla morte. La sindrome da secondo impatto si verifica quando un individuo subisce un nuovo trauma prima dell'avvenuto recupero completo da un precedente trauma cranico minore.

Questa sindrome viene attribuita alla perdita di auto-regolazione del flusso sanguigno cerebrale che comporta congestione vascolare, aumento della pressione intracranica e formazione di un'ernia cerebrale.

Quando Chiamare il Medico

Fermo restando che in caso di traumi alla testa è sempre necessario rivolgersi al proprio medico o al più vicino centro ospedaliero, questo comportamento diventa d'obbligo nel momento in cui i sintomi comparsi in seguito al danno tendono a peggiorare. Infatti, un peggioramento della sintomatologia del trauma cranico potrebbe essere indice della presenza di lesioni più profonde o complicazioni, come, ad esempio, edemi cerebrali o emorragie intracraniche.

Altre complicazioni che possono insorgere nei pazienti con trauma cranico, sono:

Pertanto, in caso di comparsa di sintomi di qualsiasi tipo e/o in caso di peggioramento degli stessi, è indispensabile rivolgersi prontamente al medico o al più vicino pronto soccorso. L'intervento tempestivo, infatti, può essere determinante per la prognosi del paziente.

Diagnosi

Nella fase iniziale della diagnosi è innanzitutto fondamentale fare una valutazione generale dei danni riportati dal paziente e dei sintomi manifestati.

Nell'ambito della valutazione generale inizizle, per determinare la gravità del trauma cranico e lo stato di coscienza è possibile ricorrere all'uso della Glasgow Coma Scale (GCS) o scala del coma di Glasgow. Si tratta di uno strumento - e, più precisamente, di una scala di valutazione neurologica - che analizza la risposta del soggetto con trauma cranico a tre stimoli di differente natura: apertura degli occhi, risposta verbale e risposta motoria. A questi stimoli il paziente può rispondere con differenti modalità, a ciascuna modalità è assegnato un punteggio che viene sommato.

Nella sottostante tabella sono riportati gli stimoli cui viene sottoposto il paziente e le possibili risposte con il punteggio corrispondente:

Glasgow Come Scale per Pazienti Adulti
  1 2 3 4 5 6
Apertura Occhi Nessuna risposta, occhi rimangono chiusi Apertura in seguito a stimoli dolorosi, generalmente applicati sugli arti o sullo sterno Apertura degli occhi in seguito a comando verbale Apertura spontanea degli occhi / /
Rispsota Verbale Nessuna risposta verbale Emissione di suoni non comprensibili/linguaggio incomprensibile Parole distinguibili, ma non coerenti con le domande effettuate Risposta confusa, disorientata, ma capacità di rispondere  Paziente orientato, risposta appropriata e coerente alle domande fatte /
Risposta Motoria Nessuna risposta motoria Risposta allo stimolo doloroso con estensione Risposta allo stimolo doloroso con anomala flessione Risposta con retrazione dallo stimolo doloroso Localizzazione e allontanamento dello stimolo doloroso Capacità di muoversi volontariamente e di obbedire ai comandi

Il punteggio risultante fornisce indicazioni sulla gravità del trauma cranico riportato:

  • Un valore uguale o superiore a 14 è considerato un trauma cranico lieve (valori pari a 15 si ottengono con pazienti coscienti);
  • Un valore compreso fra 9 e 13 è da considerarsi un trauma cranico moderato;
  • Un valore compreso fra 3 e 8 è considerato un trauma cranico grave (un punteggio ihferiroe a 8 è tipicamente considerato coma).

Nota Bene

Per la valutazione della gravità del trauma cranico nei lattanti e nei bambini si utilizza una scala del coma di Glasgow modificata specificatamente per questa categoria di pazienti.

In seguito alle valutazioni iniziali è possibile servirsi di indagini strumentali per completare la diagnosi, quali TAC o risonanza magnetica.

La TAC, solitamente, è in grado di individuare eventuali fratture craniche con maggiore accuratezza rispetto ad altre tecniche, così come può fornire indicazioni sulla presenza di emorragie o ematomi; mentre la risonanza magnetica (RM) permette l'identificazione più precisa e dettagliata delle possibili lesioni cerebrali e può essere utile per individuare il danno assonale diffuso, il danno del tronco encefalico o le contusioni più sottili. La risonanza magnetica, inoltre, sembra essere più sensibile della TAC nella diagnosi di ematomi subdurali.

L'angiografia, l'angio-TAC e l'angio-risonanza magnetica sono utili per valutare lo stato dei vasi sanguigni e l'eventuale danno vascolare riportato.

La radiografia, invece, nella maggioranza dei casi di trauma cranico si rivela del tutto inutile. Eventualmente, i raggi X possono essere utili per individuare la presenza di fratture in altre sedi del corpo, che possono essere state provocate dalla caduta o dall'incidente che ha dato origine al trauma cranico stesso.

In caso di sospetto o accertato danno cerebrale, il medico può decidere di ospedalizzare il paziente.

Trattamento del Trauma Cranico

Il trattamento del trauma cranico è strettamente correlato all'entità del danno subìto dal paziente.

Se il trauma cranico è lieve e il paziente possiede un famigliare o comunque persone che possano vegliare su di lui e tenerlo sotto controllo per individuare la comparsa di ulteriori sintomi, allora il medico potrebbe decidere di non ricoverarlo.

Nel caso in cui, invece, il trauma cranico sia moderato o grave e sia associato a lesioni cerebrali, naturalmente, il medico provvederà immediatamente al ricovero ospedaliero del paziente.

Trattamento del Trauma Cranico Lieve

Se il paziente ha subìto un trauma cranico lieve e il sintomo principale che manifesta è il dolore localizzato nell'area colpita, il medico può decidere di prescrivere la somministrazione di farmaci sintomatici (come, ad esempio, il paracetamolo) per dare sollievo al paziente.

Solitamente, si preferisce evitare la somministrazione di acido acetilsalicilico o altri FANS, poiché questi farmaci sono dotati di attività anticoagulante e potrebbero peggiorare eventuali emorragie cerebrali non ancora diagnosticate, i cui sintomi - come abbiamo detto - possono presentarsi anche dopo qualche tempo dall'avvenuto danno.

Normalmente, i pazienti che hanno subìto un trauma cranico lieve vengono controllati a intervalli regolari durante le 24 ore successive all'avvenuto trauma, in modo tale da individuare tempestivamente - quindi, in modo da intervenire altrettanto velocemente - nel caso in cui compaiano ulteriori sintomi o nel caso in cui peggiorino quelli che già si sono manifestati.

Ad ogni modo, si raccomanda di seguire le indicazioni fornite dal medico.

Trattamento del Trauma Cranico Moderato o Grave

Nel caso di trauma cranico moderato o grave, invece, è d'obbligo il ricovero in ospedale. Inoltre, in questa situazione, per il trasporto del paziente al centro ospedaliero, è necessario contattare i soccorsi medici che provvederanno fin da subito a rilevare tutti i parametri vitali del paziente, a valutare il suo grado di coscienza ed eventualmente a immobilizzargli la testa, il collo e la spina dorsale in misura preventiva.

Ai pazienti con trauma cranico moderato o grave possono essere somministrati farmaci per il controllo della pressione (come, ad esempio, i diuretici), farmaci antidolorifici ed eventualmente sedativi. Il medico, inoltre, può anche decidere di intraprendere un trattamento sintomatologico volto a contrastare alcuni dei sintomi derivanti dal trauma, come, ad esempio, la febbre e il vomito.

Nei casi molto gravi, i pazienti con trauma cranico possono essere ricoverati nel reparto di terapia intensiva, dove i loro parametri vitali verranno costantemente monitorati e dove saranno sottoposti a ventilazione meccanica se necessario.

In alcuni casi, inoltre, il medico potrebbe ritenere necessario intervenire sui pazienti colpiti da trauma cranico con un intervento chirurgico, in modo da porre rimedio ad eventuali contusioni, ematomi o emorragie che possono essersi formati.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista