Tiroidite Autoimmune: tipologie, sintomi e terapie
Che cos'è la Tiroidite Autoimmune?
Quando si parla di tiroidite autoimmune non ci si riferisce a una specifica patologia, ma a un insieme di malattie infiammatorie su base autoimmune che interessano la ghiandola tiroidea.
Com'è facilmente intuibile, in questo genere di patologie l'infiammazione che colpisce la tiroide è dovuta principalmente a un'anomala risposta immunitaria; in particolare, le naturali difese dell'organismo riconoscono la ghiandola tiroidea come un corpo estraneo che - come tale - dev'essere attaccato dallo stesso organismo.
Fortunatamente, la tiroidite autoimmune è un disturbo che può essere trattato e controllato, permettendo così ai pazienti che ne soffrono di vivere una vita quasi del tutto normale.
Tipi di Tiroidite Autoimmune
Come accennato, con la dicitura "tiroidite autoimmune" non si vuole indicare una singola malattia, ma più patologie che si manifestano a carico della tiroide.
In verità, per esser più precisi, in termini tecnici si preferisce parlare di tiroidite cronica linfocitaria autoimmune, di cui esistono diverse forme fra le quali ricordiamo:
- La tiroidite di Hashimoto (anche conosciuta come morbo di Hashimoto);
- La tiroidite autoimmune atrofica;
- La tiroidite silente.
Nei capitoli che seguiranno le principali caratteristiche delle suddette forme saranno brevemente descritte.
Tiroidite di Hashimoto
La tiroidite di Hashimoto è certamente fra le forme più conosciute e maggiormente diffuse di tiroidite. Infatti, spesso e volentieri, la dicitura "tiroidite autoimmune" è usata come sinonimo di "tiroidite di Hashimoto".
Solitamente, l'esordio della tiroidite di Hashimoto avviene in maniera subdola e asintomatica, rendendone difficile la diagnosi precoce. La diagnosi della tiroidite di Hashimoto, inoltre, è resa ancor più difficile dalla variabilità della sintomatologia tra un paziente e l'altro.
Questa forma di tiroidite autoimmune è particolarmente diffusa nel sesso femminile e la sua insorgenza è correlata a fattori di rischio di tipo genetico.
Nei pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto, l'organismo produce autoanticorpi che attaccano la ghiandola tiroide, fino a comprometterne l'attività di produzione degli ormoni tiroidei, determinando in questo modo la comparsa d'ipotiroidismo.
In risposta ai ridotti livelli di ormoni tiroidei nel sangue, l'ipofisi aumenta la produzione dell'ormone stimolante la tiroide (ossia l'ormone tireotropo, meglio conosciuto con l'acronimo TSH), nel tentativo di compensare il deficit di ormoni tiroidei circolanti che si è venuto a creare.
L'aumento dei livelli di TSH, a sua volta, provoca un aumento compensatorio del volume della stessa ghiandola tiroidea, che culmina con la comparsa del ben noto gozzo.
La tiroidite di Hashimoto si caratterizza per la presenza nel circolo ematico di elevati livelli di TSH e di ridotti livelli di ormoni tiroidei T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina).
Tiroidite autoimmune atrofica
La tiroidite autoimmune atrofica - analogamente a quanto avviene per la tiroidite di Hashimoto - può insorgere in maniera subdola e restare asintomatica per periodi relativamente lunghi, impedendone così la diagnosi precoce.
Anche in questo caso, la tiroidite autoimmune atrofica si manifesta con l'insorgenza d'ipotiroidismo, ma senza l'ingrossamento della ghiandola, quindi senza la presenza di gozzo.
Tiroidite silente
La tiroidite silente presenta caratteristiche intermedie fra la tiroidite di Hashimoto (ossia la tiroidite autoimmune per antonomasia) e la tiroidite sub-acuta (una particolare forma di tiroidite che tende a risolversi spontaneamente o comunque a risolversi in seguito a un breve periodo di terapia, mirata perlopiù alla risoluzione dell'infiammazione).
Tuttavia, dal momento che la tiroidite silente presenta una patogenesi di tipo autoimmune, questa rientra, appunto, nel gruppo delle tiroiditi autoimmuni.
Come il morbo di Hashimoto, anche questa patologia infiammatoria della tiroide si manifesta con maggior incidenza nelle pazienti di sesso femminile.
Le manifestazioni cliniche tipiche della tiroidite silente sono simili a quelle della tiroidite sub-acuta (principalmente febbre e tireotossicosi), ad eccezione del dolore continuo nell'area anteriore del collo che - al contrario di quanto avviene nelle tiroiditi sub-acute - non viene percepito dai pazienti affetti da tiroidite silente. Non a caso, questa particolare forma di tiroidite autoimmune viene anche definita come "painless" (dall'inglese indolore).
Anche in questo caso, sono presenti anticorpi anti-tiroide nel circolo ematico, benché i livelli individuati non siano eccessivamente alti.
Diagnosi
Come si diagnostica la Tiroidite Autoimmune?
La diagnosi di tiroidite autoimmune viene posta principalmente attraverso l'esecuzione di test di laboratorio, per valutare la presenza a livello ematico degli anticorpi anti-tiroide prodotti dal sistema immunitario e per valutare la funzionalità tiroidea (determinazione dei livelli di TSH, T3, T4, ecc.).
I valori così individuati possono variare in funzione dello stadio in cui si trova la tiroidite autoimmune e cambiare anche da un paziente all'altro (soprattutto nel caso della tiroidite di Hashimoto).
In aggiunta agli esami di laboratorio, per la diagnosi della tiroidite autoimmune si può ricorrere anche all'esecuzione di esami radiografici, utili per determinare la tipica infiammazione della ghiandola tiroidea che caratterizza questo tipo di patologie endocrine.
Sintomi
Tiroidite Autoimmune: come si manifesta e quali sono i sintomi?
La sintomatologia delle diverse forme di tiroidite autoimmune può variare in funzione del tipo di malattia che ha colpito il paziente e in base allo stadio in cui essa si trova. Inoltre, i sintomi che si manifestano possono essere molto diversi anche fra un paziente e l'altro.
Di seguito verranno illustrati i principali sintomi delle diverse forme di tiroidite prese in considerazione finora.
Sintomi della tiroidite di Hashimoto
Fra i sintomi tipici della tiroidite di Hashimoto, ricordiamo:
- Debolezza e affaticamento;
- Sonnolenza;
- Cute pallida e fredda;
- Aumento della sensibilità al freddo;
- Stitichezza;
- Ipercolesterolemia;
- Aumento del peso corporeo dovuto soprattutto a ritenzione idrica;
- Aumento del flusso mestruale;
- Voce rauca;
- Depressione;
- Gozzo (dovuto all'aumento del volume della tiroide, provocato a sua volta dall'eccessiva secrezione di TSH da parte dell'ipofisi);
- Mixedema (una complicazione che si manifesta in caso di grave ipotiroidismo non adeguatamente trattato).
Sintomi della tiroidite atrofica
Fra i sintomi che possono insorgere in caso di tiroidite atrofica ricordiamo:
- Astenia;
- Cute secca;
- Capelli fragili;
- Aumento della sensibilità al freddo;
- Insonnia;
- Depressione;
- Anemia;
- Stipsi.
Sintomi della tiroidite silente
Per quanto riguarda la tiroidite silente, invece, i pazienti affetti da questa forma di tiroidite autoimmune presentano una sintomatologia che somiglia a quella che si manifesta nei pazienti affetti da tiroidite sub-acuta. Più nel dettaglio, fra le diverse manifestazioni che possono presentarsi in caso di tiroidite silente, ricordiamo la febbre e la tireotossicosi (caratterizzata da sintomi quali, ad esempio, tremori, tachicardia e ansietà).
Trattamento e terapie
Analogamente a quanto detto per il quadro sintomatologico, anche il trattamento può variare in funzione della forma di tiroidite autoimmune che ha colpito il paziente e in base allo stadio in cui essa si trova quando viene diagnosticata.
In genere, il trattamento della tiroidite di Hashimoto e della tiroidite atrofica mira a ripristinare, per quanto possibile, la funzionalità della tiroide. Più precisamente, tale trattamento cerca di compensare la mancata produzione di ormoni tiroidei attraverso una terapia ormonale sostitutiva che, solitamente, prevede la somministrazione di levotiroxina o di liotironina.
Per quanto riguarda la tiroidite silente, invece, nella maggior parte dei casi la terapia sostitutiva ormonale non è necessaria. Potrebbe però rendersi necessario un trattamento sintomatico della tireotossicosi, che può manifestarsi in questi casi. A tal proposito, il farmaco di elezione abitualmente impiegato è il beta-bloccante propranololo, principio attivo che si è rivelato particolarmente utile nel contrastare sintomi come tachicardia e tremori.
Ad ogni modo, il tipo di strategia terapeutica da intraprendere verrà stabilito dall'endocrinologo su base strettamente individuale, in funzione della forma di tiroidite autoimmune di cui il paziente soffre e dello stadio della stessa.