Cos'è il Test di Mantoux?
Il test di Mantoux - chiamato così in onore del medico che lo ideò - è un particolare test che si effettua per individuare la presenza di un'eventuale infezione da Mycobacterium tubercolosis (o bacillo di Koch).
Anche noto come intradermoreazione di Mantoux, test di sensibilità alla tubercolina o test PPD (Purified Protein Derivative), il test di Mantoux è uno dei principali strumenti impiegati per la diagnosi di tubercolosi.
Dal momento che la tubercolosi è una delle principali cause di morte in tutto il mondo (in particolare, causata da ceppi di Mycobacterium tubercolosis resistenti alla maggior parte degli antibiotici), poter disporre di adeguati test in grado di individuare prontamente la presenza dell'infezione risulta fondamentale.
A tal proposito, è doveroso precisare che il test di Mantoux non individua solo le infezioni in atto, ma anche le infezioni latenti e asintomatiche. Di contro, questo test possiede anche alcuni limiti, poiché vi è la possibilità di andare incontro ad esiti falsamente positivi o negativi.
Tubercolina e Tubercolina PPD
Quali Differenze? Facciamo un po' di chiarezza
Quando si parla di come si esegue il test di Mantoux, si è soliti affermare che questo avviene mediante l'iniezione di tubercolina nell'avambraccio del paziente.
In verità, la tubercolina propriamente detta è un estratto non purificato ottenuto dal bacillo di Koch. Tale estratto è stato impiegato proprio dal medico francese Charles Mantoux per ideare e mettere a punto il suo test per la tubercolosi nel 1907. Tuttavia, a causa delle impurità contenute nel suddetto estratto, il test ideato da Mantoux risultò piuttosto inaffidabile, poiché spesso si ottenevano risultati falsi positivi.
Diversi anni dopo (intorno agli anni '30), la biochimica americana Florence Seibert riuscì a individuare e isolare la porzione proteica della tubercolina direttamente responsabile dell'antigenicità, ottenendo così il derivato proteico purificato della tubercolina (o tubercolina PPD - Purified Protein Derivative). Questa scoperta - in associazione alla metodica ideata da Mantoux - permise di ottenere un test ritenuto molto più affidabile per la diagnosi della tubercolosi.
Ad ogni modo, oggigiorno non è insolito che - per indicare l'estratto proteico purificato di cui sopra (PPD) - si utilizzi il semplice nome di tubercolina.
Pertanto, attualmente quando si parla di test di Mantoux, ci si riferisce sì al test ideato dal medico francese, ma eseguito con la tubercolina derivato proteico purificato scoperto negli anni '30 (chiamato semplicemente "tubercolina").
Come si effettua il Test di Mantoux?
Il test di Mantoux si esegue iniettando per via intradermica una quantità nota di tubercolina (o tubercolina PPD, che dir si voglia) nell'avambraccio del paziente con sospetta tubercolosi.
Nel dettaglio, si iniettano 5 unità tubercoliniche. Ogni unità corrisponde a 0,000028 mg di derivato proteico liofilizzato in 0,1 ml di soluzione.
Dopo un periodo di 48-72 ore, il paziente deve sottoporsi a un controllo dell'avambraccio, al fine di individuare e determinare le reazioni avvenute in corrispondenza del sito d'inoculazione della tubercolina.
Risultato
Risultato del Test di Mantoux e Interpretazione della Reazione Intradermica
In funzione della reazione risultante dalla somministrazione intradermica di tubercolina, è possibile capire se il paziente è positivo o negativo all'infezione da bacillo di Koch.
In genere, si assiste alla comparsa di una chiazza di colore rosso che può avere dimensioni variabili. Tuttavia, ciò che si deve analizzare non è tanto l'estensione della chiazza rossa, bensì il diametro dell'indurimento dermico che si manifesta nel sito d'inoculazione.
Difatti, sulla base di tale diametro è possibile valutare se il test è positivo o negativo secondo i seguenti criteri:
- Nessun indurimento: test negativo;
- Indurimento con diametro inferiore ai 2 mm: test negativo;
- Indurimento con diametro fra 2 e 4 mm: test dubbio;
- Indurimento con diametro di 5 mm o superiore: test positivo. Il valore soglia che determina positività può essere di 5 mm, 10 mm oppure 15 mm in base alla classe di rischio cui appartiene il paziente (più la classe di rischio è elevata - quindi se l'individuo è molto a rischio - minore è il valore soglia del diametro del rigonfiamento indurito che si forma dopo l'iniezione della tubercolina).
Ad ogni modo, quanto sopra indicato ha scopo puramente illustrativo; per una corretta interpretazione dei risultati è necessario fare fede agli intervalli di riferimento utilizzati dal laboratorio presso cui è stata eseguita l'analisi.
Test di Mantoux negativo: cosa fare?
In caso di test negativo, così come in caso di test dubbio, solitamente, si richiede l'esecuzione di un nuovo test a distanza di un paio di mesi circa (8-10 settimane).
Test di Mantoux positivo: cosa fare?
In caso di test positivo, invece, si procede con l'esecuzione di ulteriori analisi al fine di confermare la reale presenza dell'infezione. Ad esempio, si può eseguire una radiografia per determinare la presenza dei granulomi o tubercoli a livello polmonare; oppure, in caso di tosse, si può analizzare l'escreato; o ancora, eseguire una broncoscopia.
Ad ogni modo, il medico dovrà eseguire tutte quelle indagini utili per determinare se il paziente ha effettivamente contratto la tubercolosi.
Difatti, quando si ottiene un risultato positivo, non significa necessariamente che la patologia sia in atto; così come quando si ottiene un risultato negativo, non significa necessariamente che il paziente non ha contratto l'infezione. In questi casi, si parla perciò di falsi positivi e falsi negativi.
Limiti
Limiti e Svantaggi del Test di Mantoux
Come accennato, per quanto il test di Mantoux possa essere considerato affidabile, non mancano i risultati falsi positivi e falsi negativi che, fra l'altro, rappresentano i principali limiti e svantaggi di questa tipologia di screening. Ecco perché, a prescindere dal risultato ottenuto, è necessario approfondire la questione con l'esecuzione di un nuovo test, oppure effettuando ulteriori analisi ed esami diagnostici.
Falsi positivi
Un falso positivo significa che il paziente è risultato positivo al test per la tubercolosi, ma in realtà la patologia non è in atto, o non lo è ancora. Difatti, il test di Mantoux può risultare positivo in diverse occasioni:
- Il paziente ha contratto l'infezione, ma questa è in fase latente e, perciò, non ha scatenato la tubercolosi. In questi casi, si è soliti parlare di tubercolosi latente ed è prevista l'attuazione del protocollo di profilassi antibiotica. Tale protocollo, generalmente, prevede la somministrazione di farmaci come rifampicina o isoniazide per periodi di 4-7 mesi.
- Il paziente è stato vaccinato per la tubercolosi con il vaccino BCG (contenente il bacillo di Calmette-Guérin).
- Il paziente è entrato in contatto con altri micobatteri non tubercolari.
Alla luce di quanto appena detto, in caso di esito positivo al test di Mantoux - al fine di effettuare una corretta diagnosi - è molto importante valutare la situazione individuale di ciascun paziente (presenza di eventuali fattori di rischio per la tubercolosi, manifestazione di sintomi sospetti, ecc.) e, conseguentemente, adottare tutte le precauzioni necessarie.
Falsi negativi
Purtroppo, nel test di Mantoux vi è anche la possibilità di incappare in risultati falsi negativi. Un classico esempio di falso negativo è quello che si può ottenere quando il test di Mantoux viene effettuato in individui immunocompromessi. In queste persone, infatti, il sistema immunitario è notevolmente indebolito e potrebbe non riuscire ad innescare la normale risposta difensiva nei confronti della tubercolina somministrata, dando così origine a un falso negativo.
Il test di Mantoux può dare falsi negativi anche nei pazienti malnutriti e nei pazienti in terapia con farmaci corticosteroidi o che abusano di sostanze steroidee.
Per approfondire: Tubercolosi: Cos'è? Come si prende e Sintomi TBC