
Terapia psicologica: paure e dubbi
Nel prendersi cura della propria salute mentale ci sono degli ostacoli da superare, alcuni più evidenti di altri. Tra questi ostacoli ritroviamo pregiudizi e paure che ci trattengono dal chiedere aiuto a un professionista anche quando ne otterremo un gran beneficio.
Alcune ricerche riportano che le persone sono più inclini a rifiutare i trattamenti psicologici se è previsto l'uso di psicofarmaci; in questo articolo tratteremo solo le paure associate alla terapia psicologica, non farmacologica.
Le paure che ci frenano dall'iniziare una terapia psicologica non sono tutte uguali
E' più facile riconoscere paure e resistenze negli altri, un po' meno facile vederle in noi stessi. In questo articolo analizziamo le paure più diffuse, alcune delle quali poco note, che trattengono le persone dal chiedere aiuto a un professionista della salute mentale.
Innanzitutto è utile fare una distinzione sintetica ed empirica tra tre famiglie di motivazioni che spesso impediscono di chiedere aiuto:
- i pregiudizi verso la psicologia e i trattamenti psicologici
- le paure, consapevoli o inconsapevoli, rispetto a cosa può succedere in terapia
- le reticenze legate alla scarsa familiarità e alla mancanza di informazioni sul percorso psicologico
Vediamo di seguito degli esempi.
"La terapia non fa per me", "la terapia è una debolezza", "solo gli altri hanno bisogno di terapia", "la terapia è come parlare con un amico", "la terapia è per le cose gravi". Questi rientrano a tutti gli effetti tra i pregiudizi, anche quando dettati da esperienze personali pregresse.
Le paure, consce o inconsce, riguardano invece aspetti più emotivi e profondi; è possibile che queste paure esistano ma non vengano riconosciute. Tra queste dobbiamo sicuramente citare la paura della diagnosi, la paura del giudizio e dello stigma sociale, la paura del cambiamento e della perdita di identità, la paura di sperimentare dolore, di sentirsi vulnerabili, la paura del fallimento.
Infine, tra gli elementi che ostacolano l'inizio di una terapia psicologica ci sono anche i dubbi sul percorso terapeutico, aspetti pratici e quotidiani come la gestione del tempo, l'investimento economico o l'indecisione tra il tipo di terapia (online VS in presenza) o l'approccio del terapeuta; ce ne sono moltissimi ed è normale sentirsi confusi.
Tutte queste paure e reticenze sono legittime e riconoscere e comprendere la loro origine ci permette di trattarle in modo appropriato.
L'obiettivo ultimo infatti è quello di fare in modo che chiunque desideri cercare aiuto per la salute mentale possa farlo in un ambiente che sente sicuro, su cui è accuratamente informato.
Riconoscere e superare i pregiudizi verso la terapia psicologica
Nonostante i notevoli progressi compiuti nel campo della salute mentale e le prove a sostegno dell'utilità della terapia psicologica, sono ancora presenti molti pregiudizi che circondano questa forma di medicina. I pregiudizi rappresentano convinzioni errate sul
percorso, sulla sua efficacia o sul tipo di persone che ne beneficiano.
Riconoscere i pregiudizi e trattarli come tali è il primo passo per far sì che tutti possano ottenere il supporto necessario senza limitazioni dovute a convinzioni errate.
Di seguito alcuni pregiudizi comuni smascherati dalla scienza e dalle evidenze:
- La terapia è solo per i casi più gravi, "per i pazzi".
Molte persone ritengono che la terapia sia riservata solo a coloro che sono gravemente malati mentalmente. In realtà, la terapia è utile per una vasta gamma di situazioni, dalla gestione dello stress quotidiano alle incomprensioni relazionali in famiglia o in coppia.
- Chiedere aiuto è un segno di debolezza
Per alcune persone la resistenza psicologica ed emotiva è irrinunciabile, anche quando la sofferenza arriva a manifestarsi con malattie e dolori fisici (mal di stomaco, mal di testa cronico). Le persone che hanno questa convinzione credono, di riflesso, che cercare assistenza psicologica sia un segno di debolezza. In realtà, come vedremo, chiedere aiuto è un gesto di coraggio e di assunzione di responsabilità.
- Parlare non serve per risolvere le cose
Alcune persone possono dubitare dell'efficacia della terapia o avere l'idea che parlare non basti per risolvere i loro problemi. Questo pregiudizio è stato ripetutamente smentito da solide evidenze neuroscientifiche che hanno dimostrato che la terapia psicologica può influenzare il funzionamento biologico del nostro cervello in modi importanti. Altrochè "parlare non serve a niente"! Con lo psicologo possiamo "riprogrammare" il cervello per affrontare meglio il mondo e sviluppare modi più sani di pensare e comportarci.
- La terapia posso farla con un amico/a
Fare terapia è diverso dal parlare con un amico per diverse ragioni. Innanzitutto, sembra banale ma a fare la differenza è la formazione professionale del terapeuta. I terapeuti utilizzano tecniche e strumenti specifici per affrontare le situazioni. Queste tecniche sono basate su prove scientifiche e mirate a migliorare la salute mentale. Un terapeuta è neutrale e obiettivo, a differenza degli amici che possono essere coinvolti emotivamente.
- La terapia è solo per i momenti di crisi
La terapia può essere utile in qualsiasi momento, non solo durante le crisi. Può essere un supporto continuo per migliorare la qualità della vita e affrontare le sfide quotidiane.
Sapere che questi discorsi sono infondati è già utile, ma per superare i pregiudizi ci vuole un impegno attivo nel riconoscere i pensieri automatici e informarsi sulla loro veridicità con apertura mentale. Se ritieni che i tuoi pregiudizi siano fondati perché hai già fatto esperienze di terapia, ricorda che ogni esperienza è diversa: tempi, situazioni e adeguatezza del professionista per una determinata situazione fanno la differenza. Ovvero: se hai già avuto una o più esperienze negative, questo non vuol dire che non possa averne di positive e anche rivoluzionarie in futuro.
Per approfondire: Quale percorso di psicoterapia scegliere?Identificare le paure della terapia psicologica
La paura è un'emozione potente e universale che svolge un ruolo cruciale nella sopravvivenza umana. Si manifesta quando percepiamo una minaccia o un pericolo e il corpo reagisce in modo da prepararsi a fronteggiare tale minaccia. In generale, la paura è un'emozione adattativa che aiuta a proteggere l'individuo.
Spesso, la paura è scatenata da ciò che non conosciamo o che ci sembra insormontabile. Questa emozione può giocare un ruolo significativo nell'evitamento di uno psicologo. Il timore di rivelare i nostri pensieri e sentimenti più profondi, la paura di affrontare verità scomode o il terrore di essere giudicati per le nostre vulnerabilità possono tenere molte persone lontane dalla terapia. La paura può fungere da barriera emotiva che impedisce l'accesso al supporto psicologico, anche se ciò che si trova al di là di questa paura potrebbe essere una risorsa preziosa per la guarigione e il benessere emotivo.
Vediamo alcune di queste paure:
- Paura della Diagnosi
Molte persone possono provare paura di ricevere una diagnosi psicologica. Questa paura può derivare dalla preoccupazione che la diagnosi possa etichettarle in modo negativo o definirle in base alle loro difficoltà personali. Tuttavia, è importante ricordare che una diagnosi serve solo come una guida per il trattamento, non è mai una condanna.
- Paura del giudizio e dello stigma
La paura del giudizio sociale e dello stigma può essere un ostacolo significativo al ricorso alla terapia. Molte persone temono di essere giudicate o emarginate dalla società se ammettono di aver bisogno di aiuto psicologico. Ribadiamo che cercare aiuto per la salute mentale è un atto coraggioso e che il giudizio altrui non dovrebbe ostacolarlo. In più, nonostante sia sempre più comune ed accettato raccontare di andare dallo psicologo, non è necessario condividere questa informazione qualora non dovessimo sentirci a nostro agio nel farlo.
- Paura del Dolore
La paura del dolore emotivo è comune tra coloro che considerano la terapia. La prospettiva di affrontare i propri traumi, dolori o difficoltà emotive può essere spaventosa. Tuttavia, è importante sapere che la terapia lavora su ciò che la persona porta volontariamente nella stanza. Non vi sono forzature o obblighi nell'affrontare determinate tematiche. Qualora il dolore dovesse sopraggiungere, si metteranno a disposizione gli strumenti e il supporto utili a gestirlo in modo efficace.
- Paura del cambiamento e della perdita della propria identità
Alcune persone temono che la terapia possa portare a un cambiamento radicale nella loro vita o nella loro identità. Potrebbero preoccuparsi di perdere ciò che conoscono di sé o di dover affrontare nuove sfide. La terapia non ha il potere di imporre o creare cose nuove, diverse o avulse dall'individuo: qualunque cosa succeda, si tratta di una evoluzione naturale.
La notizia positiva è che non è indispensabile superare queste paure prima di intraprendere la terapia. Non è richiesto infatti di essere preparati in alcun modo; alcune di queste paure saranno naturalmente gestite quando intraprenderai il percorso con lo psicologo.
Dubbi e incertezze sul trattamento psicologico
Oltre ai pregiudizi e alle paure più profonde, possono esserci dei dubbi generici sul percorso terapeutico e sulla figura dello psicologo. Di seguito rispondiamo ai dubbi più diffusi.
- La mia privacy è al sicuro?
Sì. Gli psicologi sono tenuti ad osservare il segreto professionale. Se vuoi conoscere le regole e linee guida che gli psicologi seguono nel loro lavoro puoi consultare il Codice Deontologico degli Psicologi.
- Quanto dura la terapia?
La durata della terapia varia a seconda delle esigenze individuali. Dipende dalla gravità del problema, dagli obiettivi terapeutici, dalla frequenza delle sessioni, dal tipo di terapia e dal progresso personale. Alcune terapie possono essere brevi, risolvendo problemi specifici in poche sessioni, mentre altre possono essere a lungo termine, affrontando questioni più complesse e croniche. La durata è stabilita in collaborazione tra terapeuta e paziente e si adatta alle esigenze individuali, assicurando che il trattamento sia efficace e centrato sulle necessità del paziente.
- Quanto costa andare dallo psicologo?
Il costo delle sessioni con uno psicologo varia in base a diversi fattori, tra cui la località, l'esperienza del professionista, il tipo di terapia, la durata delle sessioni. Le tariffe possono essere più alte in aree urbane e per professionisti specialisti. Alcune assicurazioni coprono il costo e alcuni professionisti possono rateizzare la spesa. È importante considerare la salute mentale come un investimento nel proprio benessere e parlare con trasparenza del costo e di eventuali difficoltà economiche che dovessero sopraggiungere.
- E' previsto un contratto?
Prima di iniziare un trattamento psicologico potrai leggere il consenso informato ed il contratto terapeutico redatto dal terapeuta. Questo contiene informazioni dettagliate sulla terapia, inclusi obiettivi, metodi, rischi e benefici, ovvero le informazioni che ti servono per decidere e ricevere il trattamento. Leggilo con attenzione e fai tutte le domande che servono a chiarire i punti difficili.
- La terapia psicologica può dare dipendenza?
La terapia psicologica non dà dipendenza per definizione perché punta a rafforzare le risorse e l'autonomia personale; se temi che non riuscirai a farne a meno una volta iniziata, parlane col terapeuta, ma soprattutto concedi il tempo al processo di cura di fare il
suo corso.
- Posso interrompere la terapia se non mi trovo bene?
Sì, puoi interrompere la terapia se senti che non stai ottenendo il supporto desiderato o se non ti trovi a tuo agio con il terapeuta. La relazione tra il paziente e il terapeuta è un elemento fondamentale per il successo della terapia ed è importante che ti senta compreso, rispettato e in grado di instaurare una buona comunicazione con il professionista.
- Dovrò prendere farmaci?
Lo psicologo non prescrive farmaci; se ritiene, in alcuni momenti particolari o per situazioni cliniche specifiche, può proporre l'integrazione di un trattamento farmacologico che va valutato e prescritto da uno psichiatra. In una situazione del genere saresti informato e decideresti liberamente.
La salute mentale non è un risultato finale da raggiungere, ma un processo continuo di autoconsapevolezza, crescita e gestione delle sfide emotive.
Fonti
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