Smart Working: Isolamento e Iperconnessione

Smart Working: Isolamento e Iperconnessione
Ultima modifica 03.03.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Svantaggi dello Smart Working
  3. Come Gestire lo Smart Working?

Introduzione

Cos'è lo Smart Working?

Per "smart working" si intende una particolare modalità di lavoro da effettuare presso la propria abitazione o presso qualsiasi altro luogo diverso dalla sede della propria azienda - quindi, senza vincoli di luogo - e, al contempo, senza vincoli d'orario per l'esercizio della professione.

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La pandemia causata dal nuovo Coronavirus - o, più correttamente, SARS-CoV-2 - ha sicuramente incentivato questa forma di lavoro che, fino a qualche anno fa, rimaneva prerogativa di non molte aziende in Italia.

Aldilà delle preferenze personali e delle abitudini di ciascun individuo, se da un lato lo smart working può essere visto come una modalità di svolgimento della professione vantaggiosa, dall'altro può presentare anche diversi aspetti negativi, come isolamento e iperconnessione.

Approfondimento: qual è la differenza fra Smart Working e Telelavoro?

Al contrario di quanto si possa erroneamente credere, smart working e telelavoro non sono la stessa cosa, ma identificano due modalità lavorative differenti.

Per telelavoro, infatti, si intende una tipologia di lavoro che viene svolta a distanza rispetto alla sede dell'azienda presso cui si è assunti, da casa o in specifici luoghi decentrati, ma comunque predeterminati in fase di definizione del contratto. Il telelavoro è regolamentato dal una specifica normativa e deve seguire indicazioni ben precise, come, ad esempio, l'obbligo da parte del datore di lavoro di eseguire ispezioni sia per assicurarsi dello svolgimento del lavoro stesso che per la verifica dell'idoneità dell'ambiente in cui il lavoro viene svolto (sicurezza dell'ambiente, apparecchiature utilizzate, ecc.). Il telelavoratore, poi, è tenuto a rispettare orari lavorativi ben definiti.

Nello smart working, invece, il lavoratore non è obbligato a legarsi ad un luogo fisico predeterminato, può lavorare da casa o in un altro luogo decentrato dalla sede aziendale, così come può decidere di lavorare in qualsiasi altro posto, purché possa utilizzare gli strumenti necessari per svolgere le sue mansioni. Anche l'orario, a differenza di quanto avviene per il telelavoratore, è autodeterminato dallo smart worker che può quindi decidere a sua discrezione come gestire le ore lavorative.

Svantaggi dello Smart Working

Alla luce di quanto appena detto sul lavoro agile, sorge spontaneo pensare quanto lo smart working possa essere vantaggioso per il lavoratore. In realtà, benché per alcuni possa risultare una modalità di lavoro con molti aspetti positivi, lo smart working non è del tutto privo di svantaggi che - se non gestiti correttamente - potrebbero andare ad inficiare sulla qualità della vita dell'individuo.

Fra i diversi possibili aspetti negativi ritroviamo l'iperconnessione e l'isolamento sociale. Entriamo più nel dettaglio.

Isolamento Sociale

Forse la dicitura più usata nell'anno 2020 che ha visto l'esordio della pandemia da SARS-CoV-2, l'isolamento sociale e il limite fra le interazioni sono stati imposti dalle autorità competenti per prevenire il diffondersi del virus all'interno della popolazione.

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A questa necessità di isolamento, le aziende hanno riposto attivando la modalità di smart working per tutti i lavoratori la cui presenza fisica non era strettamente necessaria e il cui lavoro potesse essere svolto anche da remoto.

Tuttavia, non tutti i dipendenti hanno apprezzato questo nuovo modo di lavorare, anche se reso necessario da cause di forza maggiore.

Secondo alcune stime effettuate prima dell'inizio della pandemia, infatti - quando ancora lo smart working non era particolarmente diffuso nel nostro Paese - molti lavoratori temevano l'isolamento sociale come conseguenza negativa del lavoro a distanza. In particolare, si temeva di rimanere lontani dalle dinamiche aziendali e dell'ufficio, dai rapporti con i colleghi e con i superiori, temendo di conseguenza anche una mancata o perdita di fiducia e un'influenza negativa sulla carriera.

Ciò che sembra preoccupare maggiormente nel periodo pandemico, tuttavia, non è tanto l'influenza che lo smart working potrebbe avere sulla carriera, ma la mancanza dei rapporti interpersonali - anche informali e amichevoli - con i colleghi, la mancanza della comunicazione e della sorveglianza diretta dei superiori e l'incapacità di organizzare la giornata fra lavoro e vita privata.

Secondo alcuni, inoltre, il senso di isolamento provato da un lavoratore dapprima abituato alla vita di gruppo in ufficio potrebbe ripercuotersi anche sulla sua produttività e sulla motivazione che, in assenza delle relazioni tipiche del lavoro in presenza, potrebbero subire un drastico calo.

Iperconnessione

L'iperconnessione è l'altro aspetto negativo che viene attribuito allo smart working. Con questo termine si vuole indicare il bisogno o la necessità di rimanere costantemente connessi a internet che, nel caso dello smart working, si traduce nel sentire il bisogno di essere sempre connessi per poter continuare a svolgere il proprio lavoro.

Il rischio di iperconnessione nell'ambito della modalità di lavoro agile, infatti, è molto elevato e secondo alcune stime pare proprio che chi svolge la propria mansione da remoto lo faccia con un eccesso di zelo e lavori più ore di quanto dovrebbe fare in realtà.

Il lavoratore, infatti, trovandosi ad utilizzare nuovi mezzi per svolgere il proprio lavoro (applicazioni di messaggistica e/o applicazioni che consento chiamate e videochiamate, canali social, ecc.) - magari prima impiegati solo nella vita privata - potrebbe sentirsi in obbligo di essere presente e disponibile in qualsiasi momento della giornata, trovandosi in questo modo a lavorare di più e anche nei momenti in cui non dovrebbe farlo.

Sindrome da Burnout

In alcuni casi, il nuovo stile lavorativo dettato dallo smart working potrebbe dare origine a problematiche legate a stress psicofisici più o meno intensi che potrebbero cronicizzarsi portando alla cosiddetta sindrome da burnout.

Per approfondire: Burnout (Sindrome da Burn-Out): Cos’è?

Workaholism

Nei casi più estremi, invece, l'iperconnessione nello smart working e l'eccesso di zelo possono portare allo sviluppo della dipendenza da lavoro, anche nota con il termine "workaholism". Questa condizione si caratterizza per la presenza di una incapacità di disconnettersi (iperconnessione, per l'appunto) e per la necessità di rimanere costantemente davanti allo schermo del computer continuando a svolgere la propria mansione: tali comportamenti possono divenire così ossessivi da sfociare nell'ambito del patologico. Le ripercussioni sulla vita sociale, personale e famigliare dell'individuo, in questo caso, sono decisamente negative. Non sorprenderà, pertanto, sapere che il workaholism è stato recentemente aggiunto alla lista delle cyber-dipendenze.

Come Gestire lo Smart Working?

Come si possono gestire gli Aspetti Negativi dello Smart Working?

L'attuale condizione di emergenza sanitaria ha senz'ombra di dubbio accelerato un'evoluzione verso la digitalizzazione del mondo del lavoro che, tuttavia, è molto probabile sarebbe comunque avvenuta nei prossimi anni.

Smart Working 2 Shutterstock

Il passaggio quasi repentino dal lavoro di ufficio allo smart working, però, potrebbe non aver dato tempo sufficiente ai lavoratori di adattarsi al cambiamento, favorendo il prevalere degli svantaggi del lavoro agile rispetto ai vantaggi che questa modalità lavorativa offre.

Per questi motivi, è molto importante riuscire a gestire lo smart working in modo da far conciliare le proprie attività quotidiane e la vita privata con il lavoro svolto da casa o altri luoghi che non siano le sedi aziendali.

Prima di vedere qualche consiglio utile su come gestire lo smart working, è bene precisare che esiste una normativa specifica riguardante il lavoro agile da remoto.

La legge 81/2017, difatti, regolamenta lo smart working a trecentosessanta gradi, disciplinando fra i vari aspetti anche quelli relativi al numero di ore lavorative e al numero di ore di riposo, così come le misure organizzative necessarie per garantire la disconnessione del lavoratore. Pertanto, il datore di lavoro è tenuto ad attenersi a quanto indicato dalla normativa attualmente vigente il cui scopo dovrebbe comunque rimanere quello di tutelare entrambe le parti.

Consigli Utili per gestire lo Smart Working

Se, da un lato, lo smart working deve essere fatto rispettando i criteri imposti dalla normativa vigente e quelli concordati come da contratto di lavoro firmato, dall'altro lato è molto importante possedere anche una certa autodisciplina che permetta di trovare il giusto equilibrio fra attività lavorativa e vita privata.

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A questo proposito, è molto importante precisare che lavorare in smart working non significa essere sempre connessi e dover rispondere a richieste di tipo professionale a qualsiasi ora o in qualsiasi momento della giornata. Ogni lavoratore in smart working, infatti, possiede il cosiddetto diritto alla disconnessione che gli deve essere riconosciuto al di fuori dell'orario lavorativo prestabilito. Diritto che, per altro, è anch'esso contemplato dall'attuale normativa che regolamenta il lavoro agile.

Vediamo ora qualche consiglio pratico che potrebbe risultare utile nello gestire l'attività lavorativa svolta da remoto:

  • Come ribadito più volte, è innanzitutto importante possedere autodisciplina e senso di responsabilità: non bisogna eccedere con le ore lavorative, ma nemmeno trascurare la propria mansione a favore delle questioni personali. L'equilibrio è fondamentale.
  • Se si riscontrano difficoltà nel gestire in maniera equilibrata il lavoro, può essere utile darsi orari ben precisi per lo svolgimento della propria prestazione. Ad esempio, alcuni trovano funzionale mantenere i medesimi orari di lavoro di quando si lavorava in presenza nella sede aziendale.
  • Se si hanno difficoltà nell'organizzare il lavoro, può essere utile ragionare in termini di obiettivi e risultati da raggiungere e non tanto di ore lavorative e tempo passato davanti al computer. In questo senso, il contatto regolare con il proprio team e con i superiori dovrebbe essere garantito, in modo tale da consentire un'adeguata pianificazione del lavoro anche se a distanza e da sedi differenti. Par altro, parlare delle proprie difficoltà organizzative con i colleghi o con i superiori non dovrebbe essere visto come un punto debole, ma al contrario, potrebbe essere uno spunto per definire nuove modalità di lavoro e interazione che possano permettere all'intero gruppo di lavorare in sintonia.
  • Per favorire la concentrazione e delineare una "più netta" separazione fra vita lavorativa e privata, può essere utile, naturalmente se possibile, crearsi un ambiente adibito ad ufficio nel quale rimanere soltanto per lo svolgimento delle ore lavorative.
  • Concedersi delle pause: il momento di "stacco" o la pausa caffè che ci si concedeva in ufficio con i colleghi non dovrebbe mancare nemmeno nell'ambito dello smart working.
  • I rapporti e le relazioni con i colleghi, inclusi quelli informali e non strettamente professionali, possono essere mantenuti anche con la modalità di lavoro agile. Certamente, rimanere in contatto tramite applicazioni di messaggistica, telefonate o videochiamate non è come potersi vedere tutti i giorni, ma la comunicazione fra colleghi e le interazioni sociali sono importanti ed utili anche se avvengono da remoto.

Quelli sopra riportati sono solo alcune delle possibili strategie che si possono adottare per adattarsi al meglio alla modalità di lavoro agile. Tuttavia, è opportuno precisare che non si tratta di consigli assoluti e adatti a tutti; ricordiamo, infatti, che ciascun individuo è a sé e può incontrare difficoltà differenti e trovarsi più o meno a suo agio nella condizione di smart working.

Concludiamo, infine, dicendo che, se il lavoratore dal canto suo deve possedere e acquisire autodisciplina e capacità organizzative, l'azienda dovrebbe occuparsi di fornire allo stesso tutte le informazioni e gli strumenti necessari per aiutarlo a conoscere la nuova modalità lavorativa e permettergli di svolgere la sua mansione al meglio. Molte aziende l'hanno fatto, ad esempio, proponendo incontri (virtuali) e corsi di formazione specifici.

Autore

Ilaria Randi
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista