Sindrome dell’impostore: che cos’è e come gestirla

Sindrome dell’impostore: che cos’è e come gestirla
Ultima modifica 02.03.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Che cosa si intende per sindrome dell’impostore
  3. Perché si pensa di essere degli imbroglioni
  4. Da che cosa dipende
  5. Come migliorare le cose

Introduzione

"Anche se tutti dicono il contrario, io so di non meritarmelo", "è vero, ho studiato tanto, ma non credo di essere abbastanza bravo", "sebbene abbia raggiunto ottimi traguardi, non posso dire di essere all'altezza": questi tipi di pensieri sono tipici delle persone che soffrono della sindrome dell'impostore, che pensano cioè di non essere degne del successo raggiunto, degli apprezzamenti ricevuti, dei riconoscimenti ottenuti e/o della posizione ricoperta. Si tratta di una percezione molto più diffusa di quanto si pensi comunemente, spesso associata a una bassa stima e considerazione di se stessi.

Che cosa si intende per sindrome dell’impostore

L'espressione "sindrome dell'impostore" è stata utilizzata per la prima volta alla fine degli anni '70 dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes e si riferisce alla percezione di un'esperienza interna ben precisa: chi ne è colpito è convinto di non meritare il successo personale ottenuto. La persona pensa di non essere in possesso né di abilità né di conoscenze né di capacità tali da giustificare i traguardi che è riuscita a raggiungere, per cui attribuisce il merito di tutto quello che ha ottenuto a fattori esterni, la fortuna in primis. Ma perché si parla di impostori? La ragione è semplice: questi individui sottostimano le proprie conoscenze e le proprie capacità al punto da non ritenersi degni della considerazione altrui e da sentirsi in qualche modo degli "impostori". In realtà, non è così: se hanno raggiunto una determinata posizione è perché hanno lavorato sodo, solo che non lo riconoscono a loro stessi.

Perché si pensa di essere degli imbroglioni

Coloro che soffrono della sindrome dell'impostore hanno una paura caratteristica: quella di essere smascherati. Essendo convinti di essere degli imbroglioni e di avere dei segreti, temono che prima o poi gli altri scoprano chi sono realmente e rivelino al mondo intero come sono indegni e, quindi, hanno l'ansia di perdere da un momento all'altro tutto ciò che hanno. Qualunque successo raggiungano o riconoscimento ottengano per loro non sarà mai abbastanza per dimostrare a loro stessi che non sono immeritevoli, incapaci o indegni: comunque vada, loro continueranno a credere di non essere degni. È come se non riuscissero a interiorizzare le mete raggiunte, le abilità acquisite, i propri talenti a causa di distorsioni cognitive che li portano continuamente e inconsciamente a minimizzare la percezione del senso di valore e competenza personali. I successi, per quanto importante, ripetuti e continui, vengono attribuiti ad altri fattori, per esempio a una considerazione errata delle altre persone o alla fortuna.

Da che cosa dipende

In realtà, queste persone non stanno mentendo agli altri, bensì a loro stesse: non è vero che sono state promosse solo perché il loro capo le ha giudicate più brave di quanto non siano in realtà, che non sono in grado di affrontare quel progetto così importante che il selezionatore ha deciso di affidare loro, che sono stimate solo per una questione di fortuna. Si tratta di false convinzioni: la verità è che si sono meritate tutto ciò che hanno, ma non riescono ad ammetterlo. Per quali ragioni? Sicuramente di base c'è una mancanza di autostima: questi individui non si sentono affatto sicuri delle proprie capacità e qualità, per cui non si sentono mai abbastanza bravi per ricevere un complimento o sufficientemente pronti per affrontare una sfida.

Oltre che quelli con scarsa autostima, i soggetti più a rischio di sviluppare questa sindrome sono quelli che:

  • si trovano ad apprendere nuove competenze o a ricoprire un nuovo ruolo di responsabilità;
  • devono maneggiare più competenze e conoscenze a causa della professione svolta (come medici, manager o artisti);
  • sono molto critici nei propri confronti;
  • hanno uno spiccato senso del dovere;
  • svolgono professioni "nuove", non tradizionali o che non sono riconosciute ufficialmente.

Spesso, chi soffre della sindrome dell'impostore è guidato da una forte tendenza al perfezionismo. Per la paura di essere smascherato, infatti, tenta di mantenere sempre standard elevati e di fare sempre meglio, senza concedersi mai una tregua: questo può generare anche stress, ansia, angoscia, frustrazione.

Come migliorare le cose

Riuscire a conseguire nuovi risultati positivi, guadagnarsi ulteriori riconoscimenti, acquisire nuove conoscenze o fare carriera non sembrano elementi in grado di migliorare la situazione. Anzi, il senso di inadeguatezza potrebbe continuare ad aumentare. Anche non smettere mai di studiare, seguire nuovi corsi, informarsi molto non aiuta se diventa solo un alibi per non cambiare mai e non permette di sentirsi più meritevoli. Come affrontare dunque la sindrome dell'impostore? Ecco qualche consiglio utile.

  • Compilare un diario delle convinzioni limitanti. Tutte le volte in cui ci si sente non meritevoli o non all'altezza scriverlo nero su bianco.
  • Di fronte a un apprezzamento, non ribattere o non sviare il discorso: imparare ad accettarlo, semplicemente dicendo grazie.
  • Parlare agli altri delle proprie difficoltà.
  • Fare un elenco delle proprie abilità e conoscenze.
  • Evitare di fare confronti con gli altri.
  • Ogni tanto, ripercorrere la propria storia, ricordando la fatica, l'impegno e i fallimenti che hanno portato a tagliare i traguardi importanti.
  • Se necessario chiedere aiuto a uno specialista.