Pianto liberatorio: perché fa bene

Pianto liberatorio: perché fa bene
Ultima modifica 23.02.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Piangere è considerato da deboli
  3. Aiuta a liberarsi dallo stress e a sentirsi più sereni
  4. Aumenta la lucidità e la concentrazione
  5. Pianto liberatorio, gli effetti fisici

Introduzione

Piangere è uno dei gesti più naturali e istintivi che ci siano: basti pensare che è la prima cosa che fa un bambino quando nasce. Quando si cresce, però, si disimpara a piangere. Nella nostra società, infatti, c'è una difficoltà a riconoscere e ad accettare certe emozioni, soprattutto quelle negative: fin da piccoli, le persone vengono abituate a reprimere emozioni e sentimenti come rabbia, dolore, paura. Il risultato è che molti non riescono a piangere liberamente e questo è un problema: il pianto, infatti, a differenza di quanto ci viene inculcato dall'esterno, non è un segno di debolezza, bensì di forza. Inoltre, apporta tutta una serie di benefici, psicologici e fisici. A maggior ragione, se si tratta di pianto liberatorio, ossia uno sfogo che permette di alleggerirsi e di liberarsi di pensieri e vissuti che rischiano di minare il benessere psico-emotivo.

Piangere è considerato da deboli

Il pianto liberatorio è un particolare tipo di pianto che favorisce lo scarico emozionale: è un gesto istintivo e impulsivo che permette di eliminare tutta la tensione accumulata, facendo tirare letteralmente un sospiro di sollievo. In genere, dopo aver pianto, ci si sente meglio, più leggeri e meno angosciati. Non tutti, però, riescono a concedersi di piangere: la ragione principale è questo gesto è considerato culturalmente inappropriato e non conveniente, tanto che si usano spesso frasi come "piangere è una cosa da femminucce", "piangere non serve a nulla", "smetti di piangere e fai il forte". L'educazione comune porta a credere che piangere sia sbagliato e sia da persone deboli. In realtà, non è affatto così.

Aiuta a liberarsi dallo stress e a sentirsi più sereni

Il pianto liberatorio aiuta innanzitutto a lasciar andare i pensieri brutti e angoscianti, lo stress, le tensioni, la rabbia, la paura, la tristezza, migliorando l'umore: può sembra un paradosso, ma in realtà una volta sfogato tutto ciò che si prova a livello emotivo e che appesantisce corpo e spirito, poi si prova una piacevole sensazione di vuoto, tranquillità, leggerezza, serenità e calma. È un modo per prendersi cura di sé e per rispettare quello che si sente, invece di negarlo e/o trattenerlo, finendo così con lo stare ancora peggio.

 

Piangere, inoltre, aiuta a entrate in contatto con la parte più intima e nascosta di sé e a conoscersi più nel profondo. Quando si permette alle lacrime di fluire si concede a se stessi l'opportunità di esprimere veramente chi si è e quello che si prova e di rallentare, diventare più consapevoli della propria vita e capire se c'è qualcosa che non va e se è il caso di provare a cambiare.

Aumenta la lucidità e la concentrazione

Insieme alle lacrime, spesso se ne vanno anche i pensieri che affaticano la mente. Ecco perché dopo un pianto liberatorio, molte persone si sentono più lucide, concentrate e creative. Questo può aiutare anche ad analizzare situazioni e problemi da punti di vista e prospettive diverse, migliorando la capacità di problem solving. Dopo un pianto, si riesce ad analizzare meglio la propria condizione, si è più disposti al confronto e alla ricerca di soluzioni alternative.

 

Anche piangere di felicità fa bene: aiuta a scaricare la tensione emotiva che tende ad accumularsi anche in queste situazioni e permette di assaporare fino in fondo il momento che si sta vivendo.

Pianto liberatorio, gli effetti fisici

Il pianto liberatorio è benefico anche dal punto di vista fisico. Ecco nel dettaglio, quali effetti positivi esercita:

  • migliora la vista e il benessere degli occhi: le lacrime sono essenziali per gli organi della vista, perché li mantengono umidi, prevengono la secchezza, combattono bruciori e fastidi e puliscono la zona. Inoltre, hanno potere antibatterico;
  • attenua le sensazioni di dolore: quando si piange, il corpo innesca la produzione degli ormoni che agiscono come calmanti naturali (come ossitocina ed endorfine), diminuendo il dolore e favorendo il rilassamento;
  • tranquillizza: quando si piange si attiva il sistema nervoso parasimpatico, ci si tranquillizza e ci si rilassa;.
  • aiuta a tenere sotto controllo la pressione: le lacrime sono salate perché contengono sale. Piangendo, dunque, si favorisce l'eliminazione del sale in eccesso, che contribuisce all'innalzamento della pressione. Non solo, si diminuisce anche lo stress, altro fattore che favorisce l'ipertensione;  
  • stimola la depurazione: piangendo si eliminano alcune tossine e si contrastano alcuni batteri, disintossicando l'organismo e proteggendolo;
  • favorisce il sonno: dopo un pianto, ci si sente spesso spossati e vuoti, oltre che più calmi. Di conseguenza, si dorme meglio;
  • rallenta la frequenza respiratoria e cardiaca: è vero che quando si è preda di un pianto liberatorio ci si agita e molti parametri vitali aumentano, ma poi si sperimenta uno stato di quiete anche in questo senso.  

Evita le somatizzazioni

Non bisogna dimenticare, poi, che il pianto liberatorio è utile anche perché evita le somatizzazioni fisiche: quando si reprimono le proprie emozioni, esse finiscono con il danneggiare in qualche modo organi e funzioni, scatenando problematiche di vario tipo, come cefalea, gastrite, colite e così via. Piangendo, invece, si evitano pericolosi blocchi e accumuli.