Ultima modifica 10.12.2019

Generalità

L'ombelico è una fossetta cupoliforme localizzata sulla superficie anteriore dell'addome, lungo la linea mediana.
OmbelicoQuesta struttura corrisponde al punto di inserzione del cordone ombelicale (o funicolo), il quale, durante lo sviluppo intrauterino, collega il feto al corpo materno, garantendogli il rifornimento di sangue ossigenato e sostanze nutritive.

Subito dopo il parto, quando il bambino è ormai pronto a una vita autonoma, il cordone ombelicale (ormai inutile) viene reciso; il moncone residuo va incontro a necrosi e si distacca spontaneamente, in genere alla fine della seconda settimana di vita.
L'ombelico rappresenta, quindi, una formazione cicatriziale e, dopo un graduale processo di retrazione, assume l'aspetto di una depressione, circoscritta da un anello cutaneo (cercine ombelicale), nel cui fondo sporge una prominenza (nodo o capezzolo ombelicale).
Per costituzione anatomica, l'ombelico rappresenta un punto di minore resistenza della parete addominale. Ciò risulta evidente nella gravidanza, nell'ascite e nell'ernia ombelicale, condizioni nelle quali l'incavo può ridursi, mentre il cercine si dilata.
L'ombelico può essere sede di numerosi processi patologici: tra questi vi sono l'onfalite (flogosi della regione ombelicale), l'ernia e le fistole.


L'ombelico come arma di seduzione

In molte culture, l'ombelico è considerato una vera e propria arma di seduzione: basti pensare, ad esempio, alla danza del ventre o alla conformazione del sari, l'abito tradizionale delle donne indiane, che lascia scoperta questa parte del corpo.

Quest'attribuzione erotica risale a tempi antichi: nella mitologia greca, Onfale (femminile di "onfalòs", che in greco antico significa "ombelico") era la regina della seduzione.
Il motivo per cui l'ombelico rappresenta una zona erogena è oggetto di dibattito tra gli studiosi: alcuni sostengono che la sua forma evochi inconsciamente altri orifizi corporei; altri ritengono che esporre e scoprire questa parte sia un segno di fertilità e di predisposizione alla gravidanza.

Caratteristiche

Sede

L'ombelico si trova sulla linea alba (sottile membrana fibrosa tra i margini dei due muscoli retti, formata dall'aponeurosi del muscolo obliquo esterno, del muscolo obliquo interno e del muscolo trasverso), situata a livello della porzione mediana dell'addome.

Muscoli Addome - OmbelicoAlla cicatrice ombelicale corrisponde una fitta rete di anastomosi venose; l'area circostante rappresenta il punto di minore resistenza della parete addominale.

Aspetto

L'ombelico si presenta come una fossetta cupoliforme circondata da un anello cutaneo (cercine ombelicale), nel fondo della quale sporge un rilievo (il cosiddetto "nodo"), più o meno evidente nella parte centrale. All'apice, questa prominenza presenta la cicatrice ombelicale, separata dal cercine tramite un solco circolare. In corrispondenza di questo avvallamento, all'interno del corpo, si trova il peritoneo.
L'ombelico può essere incavato (forma più comune, simile ad una depressione) o pronunciato (piuttosto raro, il solco tende a fuoriuscire dalla sua cavità). Il fondo può essere, invece, liscio oppure attraversato da piccoli solchi.
Solitamente, il colore dell'ombelico presenta lo stesso incarnato di tutto il resto del corpo. In alcuni soggetti, però, la pigmentazione di questa fossetta può variare dal roseo al rosso, dal bruno al marrone scuro.


Linea nigra in gravidanza

Durante la gestazione, può comparire un segno verticale dal colore scuro che si estende da sotto il seno fino al pube, attraversando l'ombelico in corrispondenza della porzione mediana dell'addome. Questo fenomeno è comune e dipende dall'azione degli ormoni estrogeni, i quali vanno a stimolare la produzione della melanina, provocando un'iperpigmentazione della linea alba.
La cosiddetta "linea nigra" compare, in genere, a partire dal secondo trimestre di una gravidanza proprio sull'addome e scompare solitamente nel giro di poche settimane dal parto, in maniera del tutto spontanea.


linea nigra

Linea Nigra - Immagine da Wikipedia.org

Come si forma l'ombelico

L'ombelico corrisponde al punto di inserzione del cordone ombelicale (o funicolo).
Questo canale unisce il feto alla placenta e, durante la vita intrauterina, permette il completo supporto metabolico da parte dell'organismo materno.
Durante lo sviluppo, infatti, il bambino è completamente dipendente dall'organismo della madre per il nutrimento, la respirazione e l'eliminazione dei rifiuti. Il cordone ombelicale contiene l'allantoide, i vasi sanguigni (due arterie e una vena ombelicale) e il dotto vitellino.
Dal momento di stabilizzazione degli annessi embrionali fino alla nascita, il feto resta saldamente unito alla parete uterina tramite la struttura funicolare, rimanendo sospeso nel liquido contenuto nel sacco amniotico
L'ombelico origina, quindi, sotto forma di peduncolo ombelicale in seguito all'impianto dell'embrione sulla parete uterina e allo sviluppo delle membrane extraembrionali.
Dopo la nascita, il cordone ombelicale che unisce il bambino alla madre viene reciso dal medico e l'estremità che ne resta (moncone) viene legata in un piccolo nodo. Entro breve tempo, il moncone va incontro a cicatrizzazione e si essicca, staccandosi definitivamente dal ventre del bambino, senza lasciare residui. Si forma così l'ombelico.

Moncone Ombelicale

Legatura del cordone ombelicale 9 giorni dopo il parto

L'aspetto caratteristico di tale fossetta non dipende, quindi, da fattori genetici, ma semplicemente dal successivo processo di cicatrizzazione dei tessuti.
L'ombelico varia da persona a persona: può essere più incavato o pronunciato a seconda del modo in cui la ferita si rimargina, dell'abilità del medico che ha annodato il cordone ombelicale dopo il parto e da quanto moncone residuo è stato lasciato (se troppo, sporgerà verso l'esterno). Per questo, ne esistono di varie dimensioni, forme e colori.


Cura del moncone ombelicale

L'ombelico si forma tramite un graduale processo di cicatrizzazione. Dopo il parto, il cordone ombelicale viene reciso e il moncone residuo viene annodato e fasciato con un garza sterile. Quando quest'ultimo residuo si seccherà completamente, si staccherà dall'addome del neonato in modo spontaneo (in genere, entro due settimane dalla nascita), lasciando una protuberanza, destinata, poi, ad appiattirsi del tutto.
In questo periodo, per gestire al meglio la caduta naturale del residuo del cordone ombelicale, va curata scrupolosamente la sua igiene quotidiana: fino a quando non sarà completamente cicatrizzato; infatti, il moncone resta una potenziale porta d'ingresso all'organismo per vari agenti esterni.
Durante il periodo necessario alla caduta spontanea, occorre quindi mantenere pulito il moncone ombelicale, detergendolo con acqua e sapone delicato, se sporco o appiccicoso, usando un bastoncino di ovatta o una garza. Dopo tale operazione, la zona va asciugata con attenzione appoggiando un panno assorbente o arieggiandola con un pezzo di carta, utilizzato come se fosse un ventaglio. Al cambio del pannolino, il moncone ombelicale va lasciato fuori dalla zona (affinché sia esposto all'aria e cicatrizzi più velocemente), ripiegando l'assorbente leggermente verso il basso.
Nel suo processo di essicazione, il moncone ombelicale assumerà varie colorazioni: dal verde-giallastro al marrone-nero. Anche se questo residuo sembra attaccato solo da un cordoncino secco, non va mai tirato, ma è necessario attendere che cada da solo.
Un arrossamento nella zona ombelicale (con o senza edema), una continua perdita di sangue o una secrezione giallastra (pus) possono indicare un'alterazione del processo di cicatrizzazione. In tal caso, è importante avvisare il pediatra, in quanto potrebbe esservi un'infezione che è opportuno trattare tempestivamente.

Onfalite

L'ombelico e i tessuti circostanti possono essere sede di processi flogistici, detti onfaliti.
Quest'infiammazioni sono frequenti soprattutto nei neonati, per l'infezione della ferita che residua dopo la caduta del moncone ombelicale; questa zona disepitelizzata è infatti suscettibile al potenziale attacco di microrganismi patogeni, come streptococchi e stafilococchi. Negli adulti, l'onfalite può essere provocata, invece, dalla cattiva igiene o dalla particolare conformazione anatomica dell'ombelico, che ne rende difficile la pulizia.
L'infiammazione si manifesta con arrossamento, tumefazione, bruciore, dolorabilità alla pressione e dolore localizzato nella regione ombelicale. Questi sintomi sono spesso accompagnati da secrezioni maleodoranti, purulente e continue, che rendono l'ombelico sempre umido.
Se curata adeguatamente, l'onfalite scompare con notevole rapidità. In casi rari, tuttavia, il disturbo può evolvere in maniera grave, portando alla formazione di cisti che richiedono l'asportazione chirurgica o, addirittura, dando origine a una setticemia.
La gestione dell'onfalite prevede l'applicazione topica di antisettici locali, garze medicate e pomate disinfettanti per eliminare il processo infettivo; se particolarmente grave, il medico può prescrivere una terapia a base di antibiotici per via sistemica.

Ernia ombelicale

Un'alterazione dell'ombelico abbastanza frequente è l'ernia. Questa condizione può instaurarsi in seguito all'estroflessione di un tratto intestinale attraverso la cicatrice ombelicale (punto debole della parete addominale).
ernia ombelicaleNel periodo prenatale e postnatale, l'ernia ombelicale è causata da un anomalo riposizionamento delle anse intestinali all'interno della cavità addominale durante la decima settimana di sviluppo fetale. L'ernia si manifesta, quindi, come un rigonfiamento di dimensioni variabili (da quelle di una biglia a quelle di un grosso pompelmo), che compare in corrispondenza dell'ombelico e si rende maggiormente evidente sotto sforzo o quando il bambino piange o tossisce. 
In età adulta, le ernie ombelicali si possono osservare come risultato di obesità, gravidanze multiple, sforzi fisici eccessivi o sollevamenti di carichi pesanti.
Quest'anomalia può essere ridotta facilmente mediante un intervento chirurgico, riposizionando l'ansa intestinale all'interno dell'addome. Se non trattata adeguatamente, l'ernia può diventare strangolata o incarcerata.


Estroflessione dell'ombelico

Per la sua costituzione anatomica, l'ombelico rappresenta un punto di minore resistenza della parete addominale: pertanto, in alcune condizioni morbose (come nell'ascite), la fossetta scompare all'improvviso e il solco ombelicale può addirittura estroflettersi.
Anche nelle donne in gravidanza, la cavità dell'ombelico tende all'eversione dalla sua cavità a causa della pressione del feto sul ventre, ma rientra normalmente dopo il parto.

Altre patologie dell'ombelico

  • Nell'adulto, l'ombelico può essere coinvolto dalle intertrigini da candida, dalla psoriasi e dalla scabbia.
  • Frequenti sono anche le cisti sebacee, che spesso vanno incontro ad infiammazione. L'ombelico può essere sede anche di cheloidi della cicatrice ombelicale, cisti dermoide, polipi, cheratosi seborroiche, dermatofibromi, eczema o altre dermatosi a carico delle pliche cutanee (es. micosi ecc.).
  • La fistola ombelicale è un processo patologico che riconosce varie origini. Tale complicanza può essere congenita o può risultare da affezioni intestinali (come l'elmintiasi), calcolosi biliare e peritonite tubercolare.
  • Altro disturbo è l'endometriosi ombelicale, una malattia rara caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale ectopico (cioè in sede anomala), che assume gli atteggiamenti proliferativi e funzionali che si verificano in quello eutopico della parete uterina. In tal caso, nelle donne in età fertile, è possibile il manifestarsi di un eritema a livello dell'ombelico e delle aree limitrofe, talvolta con perdite ematiche da queste sedi, in contemporanea alla comparsa del flusso mestruale.
  • L'ombelico può essere anche una localizzazione di processi neoplastici: segno indicativo di tale evenienza è il "nodulo di Sister Mary Joseph", una lesione sottocutanea di consistenza solida che può insorgere in presenza di metastasi derivanti soprattutto da tumori intestinali e gastrici maligni (come l'adenocarcinoma gastrico). In genere, questa formazione nodulare non provoca alcun dolore, ma può dare origine a pus e può avere una colorazione azzurro-violacea, marrone-rossiccia o biancastra.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici