Punti chiave
La linfangite (o intossicazione del sangue) è un'infiammazione dei vasi linfatici ad eziologia prevalentemente batterica.
Linfangite: cause
La maggior parte delle linfangiti diagnosticate è scatenata da streptococchi. Anche altri patogeni possono innescare la linfangite: stafilococchi, Spirillum minus, Brugia malayi, Pasteurella multocida e Wuchereria bancrofti.
Linfangite: sintomi
I sintomi più ricorrenti nella linfangite sono: brividi, cefalea, dolore lancinante e continuo lungo la zona interessata, dolori muscolari, edema, febbre, inappetenza, ingrossamento dei linfonodi, malessere, percezione di calore nell'area interessata dall'affezione e tachicardia. Complicanze: di carattere suppurativo e setticemico.
Linfangite: terapie
Le linfangiti batteriche vanno trattate con antibiotici. Se necessario, assumere farmaci antinfiammatori ed analgesici per ridurre infiammazione e dolore. In caso di complicanze (es. ascesso) è richiesto l'intervento chirurgico.
Linfangite: definizione
Per "linfangite" s'intende una qualsiasi infiammazione dei vasi linfatici, la cui causa risiede spesso in un'infezione batterica. Sinonimo di avvelenamento od intossicazione del sangue, la linfangite è una condizione morbosa tanto nota quanto temuta, che dev'essere urgentemente trattata. Nella maggior parte dei casi, la linfangite interessa gli arti; ciò nonostante, l'estesa rete dei capillari linfatici favorisce la rapida diffusione dell'infiammazione nei vari distretti dell'organismo.
I segni ed i sintomi distintivi della linfangite sono evidenti: ascessi, bruciore, edema, febbre, irritazione della pelle, linfedemi e strie rossastre sono solo alcuni dei sintomi più frequenti che accomunano le varie forme di linfangite. Il trattamento dell'infiammazione dei vasi linfatici dev'essere rapido per evitare la disseminazione dei patogeni; gli antibiotici costituiscono in tal senso la terapia d'elezione. La cura per le forme extrainfettive di linfangite è invece subordinata alla causa che vi si pone alle origini.
Cause
Si è soliti parlare di linfangite riferendosi esclusivamente ad un'infiammazione dei vasi linfatici causata da insulti batterici. In realtà, anche i nematodi ed altri parassiti possono causare linfangite.
Nell'uomo, la causa più comune di linfangite risiede nelle infezioni batteriche, in particolare sostenute da streptococchi beta emolitici di gruppo A (Streptococcus pyogenes). Meno spesso, la linfangite batterica è scatenata da un'infezione stafilococcica. Nell'eziopatogenesi della linfangite sono stati identificati altri possibili patogeni: Spirillum minus (batterio), Brugia malayi (nematode), Pasteurella multocida (batterio) e Wuchereria bancrofti (nematode).
I pazienti affetti da diabete, varicella o malattie sistemiche, o che fanno largo utilizzo di farmaci steroidei, sono più soggetti alle linfangiti. Anche i pazienti immunocompromessi sono particolarmente a rischio.
I patogeni, insidiatisi nella complessa rete linfatica, si dirigono verso i linfonodi, dove scatenano danno ed infiammazione.
Un passo indietro per capire...
Ricordiamo brevemente che i linfonodi sono importantissimi organi "di filtraggio" localizzati lungo le vie linfatiche: i linfonodi producono linfociti: globuli bianchi deputati all'eliminazione di patogeni. In caso d'infezione batterica, i linfonodi producono ingenti quantità di linfociti: così facendo, aumentano di volume e diventano dolenti al tatto.
Classificazione
La linfangite può essere distinta in più varianti:
- Linfangite acuta (include altre tre varianti):
- Linfangite diffusa reticolare: si caratterizza per la formazione di un edema cosiddetto "reticolare" ripieno di leucociti
- Linfangite diffusa erisipeloide: l'erisipela è un'infezione cutanea acuta coinvolgente derma, ipoderma e vasi linfatici
- Linfangite diffusa tronculare: questa forma di linfangite - coinvolgente un collettore linfatico superficiale - è tipica degli arti e si manifesta con caratteristiche strie rossastre nella parte interna degli arti coinvolti. Spesso, i malati di linfangite diffusa vanno incontro a complicanze (es. ascesso, linfedema ecc.), che si manifestano più spesso negli immunocompromessi (gangrena, processi suppurativi). In circostanze analoghe, la malattia può essere facilmente confusa per fascite necrotizzante.
- Linfangite cronica: i protagonisti delle forme croniche di linfangite sono i parassiti. In simili frangenti, le pareti dei vasi linfatici si ingrossano in maniera sproporzionata, otturando completamente il lume. Le forme croniche sono in genere scatenate da tubercolosi (Mycobacterium tuberculosis), sifilide (Treponema pallidum) e filaria (Dirofilaria immitis). Le linfangiti croniche possono essere indotte anche da infezioni micotiche.
Linfangite: sintomi
Nei casi tipici, la linfangite scoppia in corrispondenza di ferite o lesioni, che fungono da porte d'ingresso per i patogeni. Anche ascessi e cellulite infettiva sono fattori predisponenti la linfangite.
I sintomi d'esordio della linfangite sono le strie rossastre, che si manifestano in particolare nell'area interna di braccia e gambe. Successivamente, si può osservare una serie di sintomi a catena:
- Brividi
- Cefalea
- Dolore lancinante e continuo lungo la zona interessata
- Dolori muscolari
- Edema
- Febbre
- Inappetenza
- Ingrossamento dei linfonodi
- Malessere generale
- Percezione di calore nell'area interessata dall'affezione
- Tachicardia (soprattutto nei bambini)
Le forme croniche delle linfangiti possono favorire la comparsa di un edema periferico associato a deposizione di una componente fibrosclerotica*, fino ad evolvere in elefantiasi.
La linfangite scatenata dal batterio della tubercolosi può facilmente degenerare fino alla formazione di fistole.
Possibili le complicanze di carattere suppurativo e setticemico (shock settico).
* fibrosclerosi: incremento della consistenza di un tessuto causato dalla fibrosi. La fibrosi è un aumento esagerato della componente connettivale fibrosa di un tessuto (a scapito delle cellule parenchimali).
Diagnosi e terapie
La diagnosi si fonda sull'esame fisico: il medico procede con la palpazione dei linfonodi e con l'analisi di segni e sintomi riportati dal paziente. La biopsia di una porzione di tessuto infetto può chiarire la causa scatenante. Anche l'emocoltura può essere eseguita per accertare se l'infezione si è diffusa anche nel circolo ematico.
Importate è la diagnosi differenziale con la tromboflebite: non è raro, infatti, che le due condizioni cliniche vengano confuse.
Il paziente dovrebbe sottoporsi all'indagine diagnostica entro il più breve tempo possibile dalla manifestazione dei sintomi. Difatti, l'infezione può diffondere in poche ore.
Gli antibiotici - dapprima a largo spetto, poi specifici - rappresentano il trattamento d'elezione per la cura delle linfangiti batteriche. Accanto alla terapia antibiotica si consiglia di assumere farmaci antinfiammatori ed analgesici, utili per ridurre l'infiammazione e mascherare il dolore. Anche gli impacchi effettuati con un panno imbevuto d'acqua tiepido-calda sono indicati per ridurre i tempi di guarigione della linfangite. Il trattamento chirurgico è consigliato per trattare le complicanze gravi da linfangite (es. ascesso).