La pandemia ha lasciato senza energia gli italiani  

La pandemia ha lasciato senza energia gli italiani  
Ultima modifica 03.12.2020
INDICE
  1. Molte persone si sentono scariche
  2. Aumenta il desiderio di cibi naturali
  3. Altri fattori che aumentano il disagio

La pandemia di Covid-19 sta avendo diverse ripercussioni sul benessere fisico e mentale degli italiani che, se da un lato si percepiscono anche più in salute di prima, dall'altro a livello energetico si sentono prosciugati. La colpa di questo malessere sarebbe da attribuire a un prolungato senso di incertezza, all'isolamento e ai grandi sforzi profusi per tornare a una qualunque forma di normalità.

Questo quanto emerso da Vita ed Energia, i bioritmi degli italiani 2020, la seconda edizione della ricerca promossa dalla comunità delle Mandorle della California.

 

Molte persone si sentono scariche

Il calo di energia pare essere generalizzato visto che attualmente meno di un italiano su 10 (8% contro il 16% nel 2018) dichiara di sentirsi pienamente carico dal punto di vista fisico e che dal punto di vista mentale si considera al top solo il 15%, rispetto al 27% di 2 anni fa. È aumentata, invece, la percentuale di coloro che si sentono completamente scarichi, passata dal 6% del 2018 al 10% di oggi. Il calo di energia, poi, si accentua nelle soggetti che hanno vissuto la malattia e sono guariti, dovendo fronteggiare gli strascichi del virus, la cosiddetta nebbia cognitiva post Coronavirus che si manifesta con apatia, stanchezza ed astenia.

Ansia e stress da pandemia stanno anche generando molti più fenomeni di bruxismo.

L’energia cala con l’avanzare della giornata

Mediamente il picco di carica viene raggiunto dalla maggior parte degli intervistati alle 11 del mattino. Da quel momento segue un lento declino che porta molti ad andare a letto stanchi (75% contro il 70% nel 2018) se non addirittura esausti (35% contro il 30% nel 2018). Un effetto che colpisce anche molti coloro che avevano dichiarato di svegliarsi carichi di energia, ovvero il 39% contro il 42% del 2018.

Queste sensazioni però sembrano non influenzare la percezione relativa allo stato di salute visto che il 79% di chi ha partecipato allo studio dichiara di stare bene, il 75% si sente come prima dello scoppio della pandemia e il 15% addirittura meglio.

Aumenta il desiderio di cibi naturali

Tutti questi aspetti stanno influenzando notevolmente le preferenze alimentari delle persone.

Dalla ricerca emerge infatti un desiderio sempre maggiore di nutrirsi con cibi naturali (60%) e salutari (59%) e di prendersi cura del proprio corpo (54%), evitando di ingrassare (53%) e assumere troppe calorie (50%). Allo stesso tempo, la voglia di provare piacere attraverso il cibo è ancora molto alta. A testimoniarlo il fatto che il confort food sia in cima alle preferenze del 51% delle persone, 55% tra i millennial.

«Gli effetti della pandemia hanno prodotto un maggiore interesse per la salute e il benessere. Gli intervistati esprimono l'intenzione di prendersi cura del proprio corpo, di controllare l'apporto calorico ma, al tempo stesso, cercano cibi gustosi e considerano come molto importante la necessità di rafforzare il sistema immunitario», commenta Ambra Morelli dietista ASAND, Associazione tecnico Scientifica dell'Alimentazione Nutrizione e Dietetica. «In momenti come questo, quando mancano le energie, dobbiamo rimanere proattivi, creativi, mantenere uno stile di vita attivo e mangiare cibi sani, anche come spuntini».



Sonno e integratori per ricaricare le batterie 

Alla richiesta di come fare per recuperare energie, il 46% degli italiani ha risposto dormendo, il 24% assumendo integratori alimentari, il 22,5% consumando snack dolci (contro il 25% del 2018) e il 21% spuntini salutari, che salgono dal 19% del 2018 e superano rimedi come camminare, allenarsi o fare yoga.

Nello specifico, lo spuntino energizzante ideale, dovrebbe essere sano, con buoni valori nutrizionali per il 29% di loro, adatto a corrette abitudini alimentari per il 27%, naturale e facile da mangiare per il 26%.

Per combattere la stanchezza potrebbero essere utili anche il Rolfing, un metodo dai tanti benefici e l'EFT, un metodo di guarigione basato sui picchiettamenti dei punti energetici del corpo.

Altri fattori che aumentano il disagio

A peggiorare il calo energetico entrerebbero in gioco anche la sensazione di debolezza e apatia provata dal 60% degli intervistati, di nervosismo dal 28,5%, tristezza dal 25% o delusione verso se stessi dal 17%. 

Quattro italiani su 10 si sentono spesso nervosi o ansiosi, uomini (39%) e donne (43%) e il 39% si sente mentalmente giù più spesso di prima (42% donne Vs 36%) o ha maggiore difficoltà a dormire.

Fondamentale, in tal senso, anche compiere i giusti esercizi di respirazione, in grado di tenere sotto controllo lo stress.

I millennial più di altri sembrano risentire del momento dato che il 40% di loro ha difficoltà a condurre una vita normale simile a quella pre Covid-19, a causa di una mancanza di forza.

Dietro alla perdita di energia possono esserci anche cause poco note. 

Donne e Millenials i più colpiti

«In diverse delle aree indagate dalla ricerca, le donne e i giovani appaiono i più colpiti dallo scenario Covid. Credo che le donne soffrano più degli uomini perché, oltre all'eccessivo carico di compiti che devono ancora sostenere (gestione familiare, lavoro, cura della casa, ecc.), sono, per conformazione psichica, più empatiche, hanno più facilità a identificarsi nelle vicende della collettività. I più giovani, invece, per definizione non tollerano rinunce, regole restrittive, e oggi hanno più difficoltà che mai a progettare il proprio futuro. - ha commentato la psicoterapeuta Katia Vignoli. - Nella mia pratica vedo donne e giovani più colpiti dall'alternanza dell'umore. Riconosco anche che i più giovani sono quelli che hanno più difficoltà a tornare alla normalità: le vecchie abitudini sembrano aver perso il loro fascino, emerge il desiderio di qualcosa di diverso, spesso attivando fantasie di 'rottura', di cambiamenti di vita radicali, come trasferirsi in paesi lontani o rivedere le proprie scelte professionali». Le donne, inoltre, come evidenzia una ricerca condotto dall'Associazione Progetto Endometriosi, hanno rilevato preoccupazione nell'accesso alle cure per altre patologie, per l'allungamento delle liste d'attesa e la necessità di sostenere costi per rilvolgersi ad uno specialista privato.