Cos'è l'intertrigine?
In campo medico, l'intertrigine delinea una condizione morbosa della pelle, generata dal continuo sfregamento di due superfici corporee contigue: in altre parole, l'intertrigine è una forma comune di dermatosi infiammatoria, che coinvolge soprattutto le pieghe cutanee sottoposte a frizione continua, zone in cui il sudore ristagna e macera lo strato epidermico superficiale, favorendo inevitabilmente le infezioni batteriche.
Incidenza
L'intertrigine è una malattia infettiva a carattere infiammatorio particolarmente diffusa nei paesi con clima caldo-umido: colpisce soprattutto gli infanti, i giovani, gli anziani e le persone in sovrappeso od obese. Il disturbo coinvolge in egual misura sia gli uomini che le donne.
Fattori di rischio
In alcune peculiari condizioni, la probabilità di contrarre l'intertrigine aumenta notevolmente: in primis, i soggetti in evidente sovrappeso ed obesi sono il target "prediletto" per la proliferazione batterica, poiché il sudore ristagna tra le pieghe della pelle, macerando letteralmente gli strati superficiali. I batteri, in simili frangenti, trovano le condizioni ideali per proliferare e generare danno.
L'intertrigine si manifesta molto spesso nei neonati, in particolare nelle pieghe interglutee e inguino-crurali (localizzate, cioè, in prossimità dell'inguine e a livello della radice della coscia): nel lattante, l'intertrigine è legata sia al sudore che ristagna, sia alle feci leggermente alcaline, che tendono a "corrodere" la cute, favorendone l'attacco batterico.
Talvolta, anche l'uso abituale di calzature troppo strette, di materiale sintetico e di pannolini potrebbe rappresentare un fattore di rischio per la colonizzazione batterica, dunque causare intertrigine.
Da ultimo, ma non per importanza, le cattive condizioni igieniche e la scorretta igiene personale possono incidere notevolmente sulla formazione della dermatosi.
Cause
L'intertrigine è causata da alcuni peculiari ceppi batterici: la Candida albicans gioca un ruolo fondamentale nella manifestazione della malattia e si stima che l'intertrigine candidosica sia la più frequente. Anche i miceti del genere Epidermophyton sono particolarmente coinvolti nell'intertrigine.
Ancora, lo Staphylococcus aureus, lo streptococcus piogene e lo Pseudomonas aeruginosa potrebbero favorire l'insorgere della condizione morbosa.
Zone colpite
Le sedi più colpite dalla manifestazione dell'intertrigine sono quelle maggiormente predisposte al ristagno di sudore: zona inguinale, area ascellare, zona interdigitale (tra le dita, soprattutto quelle dei piedi), solco sottomammario, sede addominale (per i soggetti in sovrappeso), solco intergluteo, pieghe del collo (tipica intertrigine dei lattanti) e solchi retroauriclari. Una condizione comune dei soggetti in sovrappeso ed obesi è lo strofinio continuo delle cosce: anche in questo caso, è favorita l'intertrigine. Lo sfregamento tra due zone vicine, può essere tale da provocare dei veri e propri traumi (traumatismo da frizione).
In alcuni soggetti, la dermatosi infiammatoria potrebbe essere ubicata in aree del tutto particolari ed inconsuete: si parla di "perionissi piogenica" quando l'intertrigine coinvolge gli strati superficiali cutanei ed i solchi periungueali, mentre per "stomatite angolare" s'intende la macerazione degli angoli della bocca favorita dalla stagnazione della saliva.
Tipica dell'anziano è l'intertrigine a livello inguinale: questa condizione viene favorita quando il paziente è in evidente sovrappeso e porta il pannolone. Ancora, l'intertrigine peggiora quando l'anziano, incurante della malattia, tende a non lavarsi accuratamente: come abbiamo visto, la scarsa igiene personale è uno dei maggiori fattori di rischio che predispongono all'intertrigine.
Il pannolone favorisce l'attrito con l'inguine: lo sfregamento continuo potrebbe generare intertrigine, fenomeno ancor più favorito dal calore e dall'erosione cutanea della zona suddetta. Il sudore, insieme all'urina e all'umidità della pelle, non è certo un elemento positivo, tutt'altro, perché istiga la macerazione della pelle, quindi la proliferazione batterica responsabile dell'intertrigine. A sua volta, la dermatosi potrebbe diffondersi a macchia d'olio ed infettare il plesso emorroidario e la zona perianale e causare vaginiti (nella donna).
Una cascata di eventi, quindi, che favorisce la colonizzazione dei microorganismi patogeni, i responsabili del danno vero e proprio.
Sintomi
Per approfondire: Sintomi Intertrigine
L'intertrigine si manifesta con arrossamento, disepitelizzazione, desquamazione della pelle, irritazione, arrossamento della zona e prurito. Quando non viene trattata in tempo, attraverso pomate o creme specifiche, l'intertrigine può evolvere in senso negativo, creando una sempre più marcata e dolorosa macerazione della pelle, con fessurazioni, dolore intenso, sanguinamenti, ragadi, vesciche e pustole spesse volte maleodoranti.
L'intertrigine esordisce con macchie rosse lucide dai limiti ben evidenti: man mano che ci si allontana dal fulcro della macchia, la zona tende a presentare desquamazione, mentre al di fuori dalla chiazza dermatosica (in periferia), si possono notare alcune piccole lesioni succulente che tendono a scoppiare.
L'area affetta da intertrigine sembra unta, ricca di squame e crosticine, date dallo strofinamento e dalle lesioni causate dal grattamento continuo, quasi ossessivo.
Ancora, quando trascurata nonostante le piaghe dolenti, la malattia potrebbe degenerare in una forma grave di intertrigine chiamata dermatite settica o intertrigine impetiginizzata (piaghe da grattamento eccessivo, quasi "compulsivo" e infezioni batteriche).
Cura
Per approfondire: Intertrigine Prevenzione e Rimedi Naturali
Per approfondire: Farmaci per la cura dell'Intertrigine
Prima di procedere con la somministrazione di specialità farmaceutiche, il paziente deve sottoporsi alla visita medica, per permettere l'isolamento colturale delle colonie batteriche.
L'intertrigine viene diagnosticata attraverso un tampone, un attento esame micoscopico e, quando necessario, anche attraverso una biopsia: un esame invasivo che prevede il prelievo di un campione di tessuto infetto.
Dopo aver scoperto il batterio responsabile, generalmente, al paziente vengono somministrate pomate o lozioni antimicotiche/antibiotiche, associate a creme nutrienti e riepitelizzanti/cicatrizzanti. Qualora il dolore fosse molto forte, lo specialista potrebbe consigliare anche sostanze antidolorifiche o blandi anestetici naturali.