Premessa
La ginestra: come dimenticare la poesia che rende omaggio al Poeta del pessimismo?
La ginestra, grazie alla spiccata resistenza e capacità di adattamento in luoghi aridi, fu oggetto di opere poetiche straordinarie, simbolo di "natura matrigna" che nasconde l'eterna lotta dell'umano contro la natura.
In questa disamina cercheremo di analizzare le caratteristiche che contraddistinguono la ginestra, approfondendone anche gli aspetti fitoterapici ed omeopatici.
Descrizione generale
Le ginestre erano piante assai gradite dagli antichi popoli Romani e Greci, coltivate soprattutto con l'intenzione di attirare le api, al fine di ricavarne un ottimo miele. Secondo la religione, le fronde della ginestra, percosse dal vento, sembrano aver disturbato Gesù nel giardino del Getsemani.
In simbologia, a causa dei luoghi aridi ed estremamente siccitosi in cui cresce, la ginestra viene spesso associata ad umiltà e modestia.
Con il termine "ginestra" si indica un gruppo di piante cespugliose che, con i fiori gialli, decorano paesaggi brulli e nel contempo emanano fragranze profumate particolarmente intense nell'ambiente circostante.
Generi e specie
Le ginestre sono esponenti della famiglia delle Leguminose Papilionacee: stiamo parlando di tipici arbusti della zona Mediterranea, che ben si differenziano non solo da un genere all'altro, ma addirittura da una specie all'altra. Infatti, le varietà di ginestre sono piuttosto numerose (si annoverano circa 75 specie); ad ogni modo, il modello di riferimento è indicato con il genere Spartium, a cui appartiene un'unica specie (S. junceum).
Tra i generi maggiormente preminenti, si ricordano Genista (in particolare, ginestrella o Genista tinctoria), Ulex (soprattutto U. europaeus o ginestrone, uno dei 38 fiori di Bach) Cytisus (G. dei carbonai), Sarothamnus, Coronilla e Colutea.
La maggior parte delle specie è accomunata dal portamento arbustivo-cespuglioso, dai fiori gialli profumatissimi e dalle foglie tendenti a cadere precocemente che, in alcuni casi, sono del tutto assenti. I rami, nudi ed affilati, hanno contribuito ad assegnare alla ginestra il nomignolo "frusta di Cristo".
Ginestra: Spartium junceum
Abbiamo visto come il modello di riferimento per le ginestre è senza dubbio Spartium junceum, un comune arbusto - tipico delle regioni meridionali d'Italia - presentante rami flessibili, nudi, particolarmente ramificati e generalmente senza foglie. I rami, affilati, terminano con infiorescenze gialle che non passano certo inosservate: i fiori sfoggiano una veste accesa di giallo canarino, e liberano nell'aria una profumazione intensa. [tratto da Archeobotanica: reperti vegetali da Pompei e dal territorio vesuviano, di M. Borgongino]
La particolarità distintiva di questa ginestra è il fusto: essendo la pianta pressoché priva di foglie, la funzione clorofilliana è riservata proprio al fusto, eretto e scopiforme, ricchissimo in clorofilla.
L'afilia (mancanza di foglie) va analizzata in duplice chiave interpretativa: se da un lato, in un certo senso, la scarsità di foglie protegge la pianta da una possibile perdita eccessiva di acqua, dall'altro potrebbe costituirne un pericolo. Come sappiamo, le foglie sono adibite alla funzione clorofilliana, pertanto possono essere paragonate ad una sorta di centrale industriale, zona in cui vengono raccolte e "lavorate" le sostanze nutritive indispensabili allo sviluppo della pianta: chiaramente, quando questa industria viene a mancare, la pianta muore. La natura, però, ha trovato un rimedio: la funzione clorofilliana delle foglie è delegata quasi completamente al fusto, assicurando perciò alla ginestra il corretto sviluppo. Non a caso, il fusto, anziché esser marrone - come la maggior parte delle piante - assume un colorito verdastro, dimostrazione della sua "nuova" funzione fotosintetica.
I semi di questa ginestra, così come la pianta intera, sono velenosi per la presenza di citisina (alcaloide), molecola ancor più tossica della sparteina [tratto da Dizionario ragionato di erboristeria e di fitoterapia, di A. Bruni, M. Nicoletti]
Ginestra dei carbonai
Se Spartium junceum è tipica delle regioni del Meridione, Cytisus scoparius (ginestra dei carbonai) è comune nelle aree settentrionali del Bel Paese. Più precisamente, questa ginestra cresce in aree collinari e montane, e differisce dalle altre specie per i rami, scanalati longitudinalmente, e per le foglie, costituite da gruppetti di tre foglioline nella parte bassa dei rami. Ciò nonostante, le foglie cadono assai precocemente. Anche in questa varietà, dall'ascella delle foglie dipartono fiorellini gialli dorati profumati.
Olio essenziale
Gli oli essenziali ricavati da fiori e foglie (quando presenti) delle varie specie di ginestra differiscono per alcune molecole; ad ogni modo, l'essenza è in genere costituita da molecole alcaloidee, flavonoidi, saponine ed amine biogene.
L'olio essenziale è ottenuto dai fiori tramite estrazione con esano e successiva distillazione: dal ricavato si ottiene la cosiddetta "concreta", dalla quale, a sua volta, si ottiene un prodotto finito purissimo chiamato "assoluta" (a seguito di un'ulteriore distillazione). I prodotti essenziali ricavati dai processi di purificazione degli estratti di ginestra sono impiegati sia in profumeria (per intensificare il profumo di alcune miscele), sia in ambito alimentare, per arricchire marmellate di frutta.
Si stima che per ottenere 1 o 2 chili di concreta sia necessaria una tonnellata di fiori di ginestra, dalla quale si ricavano successivamente 0,5-1,2 chili di assoluta.
In funzione della specie considerata, l'estratto di ginestra può essere costituito da:
- Alcaloidi chinolizidinici, soprattutto citisina (in Spartium junceum), sparteina (in Cytisus scoparius e in ginestrella) e lupanina (in Cytisus scoparius)
- Amine biogene (tirosina, tiramina, dopamina, in Cytisus scoparius)
- Flavonoidi (ne è ricca Spartium junceum): es. luteolina (soprattutto in ginestrella)
- Sostanze coloranti (genisteina), tipiche di ginestrella
- Acido tannico (soprattutto nel ginestrino)
- Ulexina (alcaloide che caratterizza il fitocomplesso del ginestrone)
Usi fitoterapici
Molteplici le attività terapeutiche ascritte alla ginestra. Anzitutto, la pianta è ampliamente utilizzata per le proprietà sedative, lassative e vasocostrittrici, in particolare la ginestra comune.
Nota anche la virtù antiaritmica attribuita alla ginestra dei carbonai: in particolare, la sparteina è sfruttata in ambito medico per le sue capacità cardiotoniche, in grado perciò di esercitare attività cronotrope ed inotrope. L'estratto dei fiori della ginestra dei carbonai è impiegato in ambito omeopatico per regolarizzare l'attività renale.
Ad eccezione dei semi - tossici - le altre parti della ginestra sono sfruttate per le capacità lassative e diuretiche (impiego popolare); in modo analogo, la tradizione insegna di utilizzare la pianta intera (fatta eccezione per i semi) per favorire la secrezione urinaria ed alleggerire problemi di natura reumatica.
Ma non è tutto: ad altre specie di ginestra (es. ginestrone), vengono assegnate proprietà antinfiammatorie (ad uso esterno), spasmolitiche (ad uso interno), tranquillanti (per favorire l'addormentamento) e per trattare disturbi legati all'affaticamento cardiaco.
I semi, tossici, sono impiegati per le proprietà antielmintiche; da ultimo, il decotto di fiori essiccati di ginestrone è consigliato per alleggerire disturbi epatici, tosse ed asma.
Come sopraccennato, il ginestrone rientra tra i fiori di Bach, ed è impiegato nel trattamento della "rassegnazione". [tratto da wikipedia]
Effetti collaterali
Non possono mancare gli effetti collaterali correlati all'uso di estratti di ginestra: anzitutto, data la mancanza di studi sufficienti che garantiscono l'innocuità della pianta in gravidanza, il suo impiego è vietato per le gestanti.
Per la presenza della tiramina che, come abbiamo visto, abbonda nella ginestra dei carbonai, l'estratto di ginestra è sconsigliato nei soggetti affetti da ipertensione, specie se assumono contemporaneamente farmaci IMAO (farmaci inibitori delle MonoAminoOssidasi).
A dosi elevate, l'estratto di ginestra è imputato di effetti vomitori e lassativi.