FOMO: cos’è la paura di essere disconnessi e tagliati fuori

FOMO: cos’è la paura di essere disconnessi e tagliati fuori
Ultima modifica 27.01.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Di che cosa si tratta
  3. I social network hanno peggiorato le cose
  4. Le persone più a rischio
  5. I sintomi
  6. Come intervenire

Introduzione

La FOMO, dall'inglese fear of missing out, significa letteralmente "paura di essere tagliati fuori". Si tratta di un fenomeno che sta diventando sempre più comune e può causare uno stress significativo: non è nuovo, ma nell'epoca dei social network si è amplificato perché in un mondo in cui la vita degli altri è altamente esposta è più facile avvertire la sensazione di non avere una vita altrettanto bella e piena e di non stare vivendo gli stessi momenti divertenti e fantastici che stanno vivendo gli altri. Può interessare praticamente chiunque, ma alcune persone corrono un rischio maggiore.

Di che cosa si tratta

La paura di essere tagliati fuori tipica dalla FOMO si riferisce alla sensazione o alla percezione che gli altri si stanno divertendo di più, stanno vivendo una vita migliore o comunque stanno facendo cose migliori. Implica un profondo senso di invidia e colpisce l'autostima. Il fenomeno è spesso esacerbato da social media come Instagram e Facebook, in cui la maggior parte delle persone mette in mostra gli aspetti più interessanti della propria vita, suscitando ammirazione negli altri. La FOMO non è solo la sensazione che potrebbero esserci cose migliori che si potrebbero fare in quel preciso momento, ma è la sensazione che ci si sta perdendo qualcosa di fondamentalmente importante che gli altri stanno vivendo in quell'istante. Può applicarsi a qualsiasi evento, da una festa a una promozione al lavoro, ma implica sempre un senso di impotenza per il fatto che ci si sta perdendo qualcosa di grande.

I social network hanno peggiorato le cose

Il timore di essere tagliati fuori da qualcosa di bello non è nuovo: presumibilmente esiste da secoli, ma è stato studiato solo negli ultimi decenni, e in particolare nel 1996 dallo stratega del marketing, il dottor Dan Herman, che ha coniato il termine "paura di perdere". Dall'avvento dei social media, la FOMO è diventata più diffusa ed è stata studiata maggiormente; i social media, infatti, hanno amplificato il fenomeno in diversi modi. Innanzitutto, perché permettono un confronto pressoché costante e continuo fra la propria vita normale e quotidiana e i pezzetti di vita mostrati dagli altri online: quindi, momenti salienti ed entusiasmanti, perché gli utenti tendono a condividere sui social solo i momenti Wow. Il risultato è che il proprio personale senso di "normalità" diventa distorto e sembra che si stia facendo sempre qualcosa di più brutto e meno interessante dei propri conoscenti virtuali. Un soggetto potrebbe anche vedere foto dettagliate dei propri amici che si divertono senza di lui, cosa che succedeva anche in passato, ma in maniera meno visibile e dunque meno "dolorosa". I social media, in un certo senso, servono per vantarsi e mettersi in mostra: su queste piattaforme, a volte, le cose, gli eventi e persino la stessa felicità sembrano essere in competizione.

 

C'è poi un altro aspetto da considerare: la persona colpita non prova ansia solo all'idea di essere esclusa da esperienze piacevoli e gratificanti, ma ha anche il desiderio permanente di mantenersi in continuo contatto con gli altri attraverso i social network.

 

Le persone più a rischio

Alcune categorie sono più a rischio di altre di sviluppare la FOMO. Ecco quali:

  • gli adolescenti, che utilizzano i siti di social network a un ritmo elevato e di conseguenza sono più esposti alla paura di essere tagliati fuori e di essere disconnessi;
  • ragazzi eragazze che soffrono di depressione e ansia, che tendono a utilizzare i siti di social network a un ritmo maggiore;
  • in generale, le persone che tendono a utilizzare di più smartphone e social media, se non ad abusarne;
  • i soggetti che provano una bassa soddisfazione per la propria vita e/o uno scarso senso di soddisfazione dei propri bisogni;
  • gli individui che sentono il bisogno di impegnarsi nei social media e di aumentare tale coinvolgimento;
  • coloro che non hanno relazioni reali soddisfacenti.


Il senso di noia, la solitudine, la bassa autostima, la mancanza di interessi sono altri fattori di rischio per la FOMO.

I sintomi

La FOMO può causare:

  • infelicità, problemi di ansia e depressione;
  • comportamenti malsani e abitudini scorrette, come guida distratta e inattività fisica;
  • minor rendimento sul lavoro, a scuola, nella vita quotidiana;
  • senso di stanchezza, stress, insonnia;
  • deterioramento della vita sociale;
  • incapacità di prendere decisioni e di dare una direzione alla propria vita.

Come intervenire

Per migliorare la situazione è utile adottare alcune strategie. Innanzitutto, si può provare a cambiare il focus: la persona potrebbe provare a notare ciò che ha, invece di concentrarsi su ciò che le manca, tanto nella vita reale quanto in quella virtuale. A questo scopo, può essere una buona idea aggiungere più persone positive ai propri follower e al proprio feed, nascondendo quelle persone che tendono a vantarsi troppo o che non sono supportive.
Si può modificare il proprio feed e la propria bacheca in modo da avere sott'occhio immagini che fanno stare bene e che non attivano la FOMO. Lavorare per identificare ciò che potrebbe indebolire la propria gioia online è un ottimo modo per stare meglio.

Sì anche a tenere un diario: portare alcune delle proprie foto e dei propri ricordi offline e scrivere ciò che si vive. Tenere un diario può aiutare a spostare l'attenzione dall'approvazione pubblica all'apprezzamento privato delle cose che rendono grande la propria vita.
Inoltre, perché invece di provare a connettersi di più con le persone sui social media, non organizzare un incontro con qualcuno di persona? Fare progetti con un amico, organizzare una gita di gruppo, chiedere ai colleghi di uscire per un aperitivo aiuta a scrollarsi di dosso la sensazione di essere tagliati fuori e a sentirsi protagonisti della propria vita. Anche impegnarsi in attività che migliorano la gratitudine, come scrivere un diario della gratitudine o semplicemente dire agli altri ciò che si apprezza di loro può sollevare l'umore.       

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