Farmaci Anticoagulanti: cosa sono, quali sono, effetti collaterali

Farmaci Anticoagulanti: cosa sono, quali sono, effetti collaterali
Ultima modifica 26.05.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cosa Sono
  3. Indicazioni Terapeutiche
  4. Anticoagulanti Cumarinici
  5. Anticoagulanti Eparinici
  6. Inibitori del Fattore Xa
  7. Inibitori del Fattore IIa
  8. Controindicazioni

Introduzione

I farmaci anticoagulanti sono farmaci capaci di ostacolare la coagulazione del sangue.

Anticoagulanti Shutterstock

Vista la loro azione terapeutica, questi farmaci vengono utilizzati per prevenire la formazione di trombi e per ostacolare l'accrescimento di quelli che si sono già formati. La formazione di trombi nei vasi sanguigni, infatti, è un evento che può portare a conseguenze molto gravi e talvolta fatali, soprattutto se il trombo si stacca dalla parete del vaso in cui si è formato ed entra nel circolo ematico.

Attualmente esistono diverse tipologie di farmaci anticoagulanti - somministrati attraverso differenti vie - che esercitano la loro attività terapeutica attraverso specifici meccanismi d'azione.

A differenza degli antiaggreganti piastrinici che agiscono sull'aggregazione delle piastrine, i farmaci anticoagulanti interferiscono con il processo della coagulazione andando ad agire sui cofattori e sui fattori della coagulazione la cui attivazione porta alla formazione di una rete di fibrina che intrappola le cellule del sangue dando origine al coagulo.

Curiosità

Nel linguaggio comune, i farmaci anticoagulanti sono volgarmente noti come "fluidificanti del sangue".

Per saperne di più sui meccanismi che portano alla coagulazione del sangue, leggi: Coagulazione del Sangue: come si Coagula il Sangue?

Cosa Sono

Cosa sono e a cosa servono i farmaci anticoagulanti?

Come accennato, i farmaci anticoagulanti sono farmaci utilizzati per prevenire la formazione di nuovi trombi e/o per ostacolare l'accrescimento di quelli già formati. Grazie alla loro attività, pertanto, gli anticoagulanti risultano utili nel trattamento e nella prevenzione di patologie ed eventi cardiovascolari causati dalla presenza di trombi.

I farmaci anticoagulanti attualmente impiegati in terapia sono diversi, vengono somministrati attraverso differenti vie e possono essere suddivisi, in funzione del meccanismo d'azione e in funzione della loro struttura chimica, nel seguente modo:

  • Anticoagulanti orali di tipo cumarinico: si tratta di derivati cumarinici somministrati per via orale che agiscono come antagonisti della vitamina K (vitamina implicata nella cascata della coagulazione).
  • Anticoagulanti eparinici: comprendono l'eparina e i suoi derivati e vengono somministrati per via parenterale. Espletano la loro azione attivando l'antitrombina III, un inibitore fisiologico della coagulazione.
  • Anticoagulanti inibitori del fattore Xa: agiscono direttamente sul fattore della coagulazione Xa, ostacolando di conseguenza la trasformazione della protrombina I in trombina (fattore IIa).
  • Anticoagulanti inibitori del fattore IIa: agiscono direttamente sul fattore IIa, ossia sulla trombina, impedendo la formazione della rete di fibrina che intrappola gli eritrociti e dà origine al coagulo di sangue.

Indicazioni Terapeutiche

Possibili indicazioni terapeutiche dei farmaci anticoagulanti

In funzione del principio attivo preso in considerazione, le indicazioni terapeutiche di ciascun anticoagulante possono variare. Ad ogni modo, l'uso dei farmaci anticoagulanti è utile in presenza di:

Per maggiori informazioni in merito alle indicazioni terapeutiche del farmaco anticoagulante che si deve utilizzare, è bene chiedere consiglio al medico e leggere il foglietto illustrativo del medicinale da esso prescritto.

Lo sapevi che…

I farmaci anticoagulanti sembrano essere particolarmente efficaci nel prevenire la formazione di trombi a livello venoso, dove il flusso ematico è più lento e dove i trombi che si formano sono maggiormente ricchi di eritrociti e fibrina. Nei vasi arteriosi in cui il flusso di sangue è più veloce, invece, i trombi sono composti in misura maggiore da piastrine e presentano minori quantità di fibrina; per tale ragione, in questi casi, la somministrazione di antiaggreganti piastrinici - quando possibile - risulta essere il trattamento di prima scelta.

Anticoagulanti Cumarinici

Farmaci anticoagulanti orali cumarinici

I farmaci anticoagulanti cumarinici sono così definiti poiché, dal punto di vista chimico, sono derivati della cumarina (un composto organico naturale).

Anticoagulanti 2 Shutterstock

Sono altresì noti come antagonisti della vitamina K, perché ostacolano il ruolo rivestito da questa vitamina nel processo della coagulazione; ma nel linguaggio comune, spesso e volentieri, vengono semplicemente chiamati "anticoagulanti orali".

Fra i farmaci anticoagulanti di questo tipo presenti in terapia, ricordiamo:

Lo sapevi che…

In alcuni casi, i farmaci anticoagulanti orali - agli opportuni dosaggi - possono essere somministrati in associazione a farmaci antiaggreganti piastrinici.

Meccanismo d'azione

I farmaci anticoagulanti cumarinici interferiscono con il ciclo ossido-riduttivo della vitamina K, un cofattore molto importante nella sintesi e nell'attivazione di alcuni fattori della coagulazione vitamina K-dipendenti, quali sono il fattore II - meglio noto come protrombina - e i fattori VII, IX e X.

Il ciclo ossido-riduttivo della vitamina K coinvolto nel processo di coagulazione del sangue prevede l'intervento di diversi enzimi: la vitamina K chinone reduttasi e la vitamina K 2,3-epossido reduttasi. I farmaci anticoagulanti cumarinici agiscono come inibitori della vitamina K 2,3-epossido reduttasi.

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali che possono manifestarsi durante la terapia con anticoagulanti cumarinici sono molteplici; fra questi ricordiamo:

Anticoagulanti Eparinici

Farmaci anticoagulanti iniettabili di tipo eparinico

Quando si parla di farmaci anticoagulanti eparinici si vuole indicare un insieme di farmaci cui appartengono sia la stessa eparina, sia i suoi derivati.

Anticoagulanti 3 Shutterstock

Per essere precisi, l'eparina non è una singola molecola, bensì è costituita da una miscela eterogenea di mucopolisaccaridi solfati (glicosaminoglicani solfatati) localizzata nei granuli dei mastociti, nel plasma e in altri tessuti. Si tratta, pertanto, di un composto endogeno, presente naturalmente all'interno dell'organismo, ma che è stato reso disponibile anche all'interno di medicinali per l'uso in terapia e da cui sono stati ottenuti derivati a minor peso molecolare, anch'essi impiegati in terapia.

I preparati eparinici vengono somministrati esclusivamente per via parenterale tramite iniezione o infusione, a seconda dei casi.

I farmaci anticoagulanti eparinici attualmente utilizzati sono sostanzialmente di due tipi:

  • Eparina standard o non frazionata (ad alto peso molecolare), si caratterizza per un rapido inizio dell'effetto anticoagulante ma per una breve durata d'azione. Per tale motivo, viene usata anche in casi di emergenza.
  • Eparine a basso peso molecolare (o LMWH, dall'inglese Low Molecular Weight Heparin), possiedono una durata d'azione più lunga rispetto all'eparina standard. Appartengono a questo gruppo di farmaci anticoagulanti principi attivi quali:
    • La bemiparina (Ivor®);
    • L'enoxaparina (Clexane®, Clexane T®);
    • La nadroparina (Fraxodi®, Fraxiparina®, Seledie®, Seleparina®);
    • La parnaparina (Fluxum®);
    • La dalteparina (non più in commercio dal 2018);
    • La reviparina (non più in commercio dal 2018);
    • La tinzaparina (non più in commercio dal 2009).

Lo sapevi che…

Poiché i preparati eparinici sono miscele eterogenee di polisaccaridi aventi diverse affinità per i vari bersagli biologici, la correlazione fra dosaggio in milligrammi ed effetto anticoagulante prodotto da quello stesso dosaggio è limitata e non sempre veritiera. Difatti, i prodotti eparinici sono dosati in Unità Internazionali (U.I., ossia unità di misura della quantità di un farmaco basate sulla sua attività biologica).

Meccanismo d'azione

I preparati eparinici espletano la loro azione anticoagulante legandosi all'antitrombina III - un inibitore fisiologico del processo di coagulazione - e potenziandone l'azione inibitoria nei confronti dei fattori della coagulazione Xa e IIa (trombina). Più nel dettaglio, quando i preparati eparinici si legano all'antitrombina III, ne provocano una variazione conformazionale che fa sì che vi sia un incremento dell'affinità e della velocità di legame della stessa antitrombina III con i fattori Xa e IIa.

L'azione anticoagulante fisiologicamente esercitata dall'antitrombina III, pertanto, risulta essere notevolmente incrementata dalla somministrazione di farmaci anticoagulanti eparinici.

Nota Bene

Le eparine a basso peso molecolare incrementano l'attività dell'antitrombina III soprattutto nei confronti del fattore della coagulazione Xa, ma non nei confronti del fattore IIa, o comunque ne incrementano l'attività in maniera ridotta e non significativa dal punto di vista clinico. Pertanto, nonostante il meccanismo d'azione sia analogo a quello dell'eparina standard, le LMWH risultano essere più selettive per il fattore Xa.

Effetti collaterali

Fra gli effetti collaterali che possono manifestarsi in seguito alla somministrazione di farmaci anticoagulanti eparinici, ritroviamo:

  • Aumento del rischio di sanguinamento e della comparsa di complicanze emorragiche a carico di diversi organi e tessuti;
  • Reazioni allergiche in individui sensibili;
  • Reazioni in corrispondenza del sito d'iniezione;
  • Reazioni cutanee;
  • Trombocitopenia.

Altri derivati eparinici

La ricerca in campo farmaceutico ha portato alla realizzazione di derivati sintetici dell'eparina allo scopo di aumentarne la biodisponibilità e di ridurne gli effetti collaterali.

Fra questi derivati sintetici, in terapia viene attualmente impiegato il fondaparinux (Arixtra®), un pentasaccaride solfato sintetico la cui struttura si basa sulla porzione attiva dell'eparina che, non a caso, è proprio una porzione pentasaccaridica.

Ad ogni modo, il fondaparinux è capace di inibire in maniera indiretta e selettiva il fattore Xa della coagulazione attraverso il legame con l'antitrombina III, similmente a quanto detto per l'eparina standard e per le eparine a basso peso molecolare. Tuttavia, esso presenta un fondamentale vantaggio: trattandosi di un principio attivo sintetico, la sua struttura è riproducibile e la composizione dei medicinali che lo contengono è sempre la stessa. Tutto ciò ha permesso l'ottenimento di un miglioramento del profilo farmacocinetico e l'ottenimento di un'azione anticoagulante maggiormente selettiva rispetto ai farmaci anticoagulanti eparinici propriamente detti.

Inibitori del Fattore Xa

Farmaci anticoagulanti inibitori diretti del fattore Xa

Gli inibitori diretti del fattore Xa vengono somministrati per via orale ed esercitano la loro azione anticoagulante andando ad agire in maniera diretta su questo fattore della coagulazione. Fra i principi attivi dotati di questa azione anticoagulante utilizzati in terapia, ritroviamo:

Meccanismo d'azione

I farmaci anticoagulanti inibitori diretti del fattore Xa espletano la loro azione agendo direttamente su quest'ultimo. Nel processo della coagulazione, il fattore Xa è implicato nella formazione della trombina (o fattore IIa, che dir si voglia). Gli anticoagulanti inibitori diretti del fattore Xa si legano in maniera altamente selettiva al suo sito attivo, interrompendone l'azione nel processo di coagulazione e ostacolando, di conseguenza, la formazione del trombo.

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali che possono manifestarsi durante la terapia con farmaci anticoagulanti inibitori diretti del fattore Xa sono molteplici, fra questi ricordiamo:

  • Aumento del rischio di sanguinamento e della comparsa di complicanze emorragiche a carico di diversi organi e tessuti;
  • Reazioni allergiche in individui sensibili;
  • Ematomi;
  • Disturbi cutanei;
  • Disturbi epatici.

Inibitori del Fattore IIa

Farmaci anticoagulanti inibitori diretti del fattore IIa

I farmaci anticoagulanti inibitori diretti del fattore IIa - o trombina, che dir si voglia - esercitano la loro azione interferendo con il ruolo di quest'ultimo nel processo della coagulazione. Fra gli anticoagulanti di questo tipo impiegati in terapia ritroviamo i seguenti principi attivi:

Meccanismo d'azione

I farmaci anticoagulanti inibitori diretti del fattore IIa agiscono direttamente su quest'ultimo, legandosi ad esso ed ostacolandone l'azione. Nel processo di coagulazione, la trombina scinde il fibrinogeno in monomeri di fibrina e converte il fattore di coagulazione XIII in fattore di coagulazione XIIIa che, a sua volta, favorisce la formazione della rete di fibrina che intrappola le cellule del sangue e dà origine al coagulo. Grazie al loro meccanismo d'azione, i farmaci anticoagulanti inibitori diretti del fattore IIa sono, pertanto, in grado di bloccare le ultime fasi del processo di coagulazione, impedendo la formazione del trombo.

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali che possono manifestarsi durante la terapia con farmaci anticoagulanti inibitori diretti del fattore IIa sono molteplici e possono variare in funzione del principio attivo utilizzato e della via attraverso la quale lo stesso viene somministrato. Ad ogni modo, fra questi ricordiamo:

  • Aumento del rischio di sanguinamento e della comparsa di complicanze emorragiche a carico di diversi organi e tessuti;
  • Reazioni allergiche in individui sensibili;
  • Disturbi gastrointestinali per la somministrazione orale;
  • Reazioni cutanee;
  • Reazioni al sito d'iniezione in caso di somministrazione per via parenterale.

Lo sapevi che...

Gli anticoagulanti inibitori diretti del fattore Xa - rivaroxaban, edoxaban e apixiban - e l'inibitore diretto della trombina dabigatran appartengono al gruppo dei cosiddetti Nuovi Anticoagulanti Orali (NAO).

Per approfondire: Nuovi Anticoagulanti Orali - NAO: Cosa Sono e Come Funzionano

Controindicazioni

Quando i farmaci anticoagulanti NON devono essere utilizzati?

Poiché i farmaci anticoagulanti comprendono una vasta gamma di principi attivi, ciascuno con un proprio meccanismo d'azione e con un proprio "bersaglio", le controindicazioni al loro impiego possono variare - anche di molto - in funzione del farmaco utilizzato. Nonostante ciò, è possibile affermare che l'uso della maggior parte dei farmaci anticoagulanti è generalmente controindicato:

  • In caso d'ipersensibilità nota al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nel medicinale che si deve impiegare;
  • In pazienti affetti da patologie o che si trovano in particolari condizioni capaci di predisporre all'insorgenza di sanguinamenti ed emorragie.

L'uso della maggior parte dei farmaci anticoagulanti, inoltre, NON è raccomandato durante la gravidanza.

Nota Bene

Per informazioni più dettagliate circa indicazioni terapeutiche, avvertenze, interazioni farmacologiche, posologia e modo d'uso, utilizzo in gravidanza e durante l'allattamento, effetti collaterali e controindicazioni dei farmaci anticoagulanti, si rimanda alla lettura del foglietto illustrativo del medicinale prescritto dal medico che si deve utilizzare.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista