Ultima modifica 11.04.2019

Premessa

Pur rappresentando un disagio molto più diffuso di quanto si possa credere, l'eiaculazione precoce può essere superata: è un problema che, agli occhi di molti uomini potrebbe mostrarsi apparentemente irrisolvibile, ma il rimedio c'è, perciò non deve spaventare esageratamente.
In questo articolo verranno approfondite le strategie diagnostiche utili ad identificare questo sentito disagio sessuale. Eiaculazione PrecoceIn altre parole, la prognosi (se così può essere definita) è ottima, quando il disturbo viene diagnosticato e curato correttamente e seriamente da specialisti, quali andrologi, urologi, sessuologi e psicoterapeuti.

Diagnosi

Nella diagnosi dell'eiaculazione precoce, lo specialista deve tenere in considerazione più fattori: a tal proposito, spesse volte è indispensabile l'approccio multidisciplinare, necessario per studiare i fattori psicologici, organici, fisici e sessuali che s'interpongono l'uno all'altro, causando un evidente mancato controllo eiaculatorio. È doveroso ricordare che per “eiaculazione precoce” s'intende l'emissione spermatica anticipata: pertanto, il maschio affetto conclude l'atto sessuale appena prima o immediatamente dopo la penetrazione, negando alla partner femminile la possibilità di raggiungere il piacere.
Il tempo che intercorre tra il momento della penetrazione vera e propria, e l'emissione di sperma rappresenta un importante metodo diagnostico, noto come Intravaginal Ejaculatory Latency Time: questo metodo alternativo può essere tenuto in considerazione anche per l'autodiagnosi. A tal proposito sono state effettuate alcune indagini statistiche, dalle quali emerse che la durata media di un rapporto sessuale completo (il cui punto di partenza deve coincidere con il momento della penetrazione vaginale) è compreso tra i 5,5 ed i 6,5 minuti. Dati sconvolgenti, se si considera che il 90% dei maschi con eiaculazione precoce consuma il rapporto in meno di un minuto.
La diagnosi dev'essere mirata alla tipologia di eiaculazione precoce: nei precedenti articoli abbiamo distinto le varie forme di precocità eiaculatoria. Poniamo l'attenzione sull'eiaculazione precoce di tipo primario: il disturbo può avere una presunta origine genetica, di conseguenza sarà dovere dello specialista istruire l'uomo affetto ad avere una maggior padronanza del proprio corpo, ritardando il più possibile il famigerato “punto eiaculatorio di non ritorno”, oltre al quale l'emissione di sperma risulta inevitabile.
L'eiaculazione precoce secondaria, invece, risulta più complessa, poiché richiede un'attenta analisi psicologica del soggetto affetto: in questo secondo caso, l'approccio multidisciplinare risulta imprescindibile, poiché al paziente verrà richiesto il test colturale del liquido seminale, l'esame urologico ed andrologico e, da ultimo, il tampone uretrale post-massaggio prostatico. Questi trial clinici sono utili a riconoscere la natura del disturbo: dalle analisi dei suddetti test si può capire, ad esempio, quando il paziente soffre d'eiaculazione precoce dovuta ad una flogosi genitale.
Ma l'eiaculazione precoce potrebbe celare deficit erettivi, sia in termini di acquisizione che di mantenimento dell'erezione: la diagnosi minuziosa aiuta a chiarire le cause che l'hanno determinata.
Dopo aver studiato il paziente dal punto di vista fisico, è utile l'approccio psicologico: sovente, la precocità eiaculatoria nasce proprio nella psiche, indipendentemente dalla presenza o meno di disturbi fisici. Tra tutti, l'ansia da prestazione gioca un ruolo determinante nell'atto sessuale; da non dimenticare nemmeno l'anedonia, l'assenza di piacere, e l'anorgasmia, l'impossibilità di raggiungimento dell'orgasmo. Lo ricordiamo ancora una volta: non per tutti gli uomini l'eiaculazione coincide con l'orgasmo. Anche lo stress, e la depressione, nonché l'uso smodato di farmaci - in particolare le specialità farmaceutiche contro il morbo di Parkinson - rappresentano fattori che concorrono alla precocità eiaculatoria.

Diagnosi differenziale

Lo specialista non si deve fermare alla diagnosi “superficiale ed apparente” del soggetto che lamenta eiaculazione precoce: è infatti indispensabile affiancarla ad un'indagine psicologica, che aiuta il medico a trovare la terapia più adatta al paziente.
In funzione alla diagnosi, i pazienti affetti da precocità eiaculatoria possono essere suddivisi in due categorie: gli uomini ipoaggressivi fusionale e gli aggressivi pulsionali.

  1. Nella prima categoria rientrano tutti coloro i quali lamentano una peculiare fragilità caratteriale ed un evidente calo progressivo del desiderio; il termine “fusionale” è legato al presunto legame quasi morboso con la madre - caratteristica tipica di questi pazienti - mentre il termine “ipoaggressivo” rimanda al profilo psicologico di questi uomini, inconsapevolmente spaventati dalla propria presunta aggressività fisica nei confronti della donna.
  2. Diversa è la chiave di lettura interpretativa di quegli uomini “aggressivi pulsionali” affetti da eiaculazione precoce: rappresentano l'esatto opposto della categoria precedente, essendo energici e sessualmente desiderosi di soddisfare la propria donna. In circostanze affini, l'eiaculazione precoce è dovuta ad una fase di stasi sessuale, in cui l'uomo perde la capacità di auto controllarsi e, quando si ripresenta la possibilità di consumare un rapporto, si verifica anche l'eiaculazione precoce.

Rapportando le due tipologie di pazienti, gli ipoaggressivi fusionali presentano senza dubbio la categoria con maggior difficoltà nel riacquisire la completa padronanza del proprio corpo: ad ogni modo, ciò non toglie che questi pazienti possano guarire completamente dall'eiaculazione precoce, in seguito, ovviamente,  ad un approccio diagnostico e terapeutico mirato.



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