L'ansia è una condizione molto comune, a tutte le età, perfino fra gli adolescenti. Non ne esiste un tipo solo, ma può essere declinata in tante sotto varianti. Una di quelle emerse più recentemente è la cosiddetta "eco-ansia", che è collegata agli effetti dei cambiamenti climatici e alla preoccupazione che essi generano in alcune persone, specialmente in quelle più giovani.
Che cos’è l’eco ansia
L'ansia è una sorta di allarme, che scatta di fronte a un evento o cambiamento dello status quo e che serve per prepararsi ad attaccare o a fuggire. Non è negativa a priori, anzi: da fisiologica si trasforma in patologica quando impedisce di vivere normalmente perché causa una preoccupazione eccessiva e quasi sempre presente. Si parla di eco-ansia quando questa sensazione di preoccupazione quasi costante riguarda gli effetti dei cambiamenti climatici. In effetti, la "questione clima" è sempre più nota e drammatica: se fino a qualche anno fa si nutrivano tutto sommato ancora buone speranze per il futuro, ora c'è molta apprensione in merito. Infatti, i livelli di inquinamento e il surriscaldamento globale hanno superato i livelli di guardia e la situazione sta diventando quasi irreversibile: secondo molti climatologi ed esperti di altro tipo, non si interverrà in maniera rapida e decisa le conseguenze potrebbero essere decisamente pesanti.
Alla luce di tutto ciò, è normale che molte persone inizino a nutrire timori e preoccupazioni in merito al futuro della terra e degli uomini. Per un certo verso si tratta di reazioni anche utili perché potrebbero incentivare l'adozione di comportamenti più virtuosi e amici dell'ambiente, a patto però che non diventino eccessive. Se queste preoccupazioni diventano eccessive e arrivano a interferire con la vita quotidiana allora si può parlare di ansia vera e propria, che va gestita in maniera appropriata.
Molti non lo sanno ma esiste anche l'ansia cardiaca?
Come si manifesta
Come le altre forme di ansia, anche l'eco-ansia può manifestarsi con sintomi come:
- aumento della frequenza cardiaca e respiratoria
- senso di peso/fastidio a livello di stomaco e/o gola
- sensazione di pericolo imminente, paura e preoccupazione
- irrequietezza, nervosismo, tensione
- sudorazione aumentata
- tremori o contrazioni muscolari
- stanchezza
- problemi di concentrazione
- incapacità di distogliere il pensiero da ciò che preoccupa
- problemi digestivi e/o gastrointestinali
- insonnia.
C'è anche chi prova rabbia, impotenza, tristezza e sensi di colpa.
L'ansia può causare fiato corto.
Come superare l'eco ansia?
Come detto, finché sono contenute e utili a cambiare abitudini dannose e ad attivare comportamenti virtuosi, le preoccupazioni per i cambiamenti climatici e l'ambiente non sono nocive. Quando invece diventano eccessive e si trasformato in eco-ansia vera e propria, meglio intervenire. Ecco alcune strategie utili allo scopo.
Essere più proattivi
È bene non trascorrere ore a pensare alle conseguenze catastrofiche che i cambiamenti climatici potrebbero generare, perché altrimenti si rischia di genere un loop di pensieri negativi, che immobilizza e peggiora l'ansia. Invece di sdraiarsi sul divano a immaginare gli scenari peggiori, quindi, imparare a diventare proattivi e a fare nel proprio piccolo qualcosa di concreto per migliorare le cose, come impegnarsi maggiormente nella raccolta differenziata, eliminare il più possibile la plastica, scegliere alimenti sostenibili e così via. In questo modo si otterrà un doppio vantaggio: si aiuterà l'ambiente e ci si sentirà più utili, provando meno ansia.
Confrontarsi con gli altri
È importante anche fare rete, parlando con conoscenti e amici delle proprie preoccupazioni. Confidarsi con gli altri, evitando di tenersi tutto dentro, infatti, in genere aiuta ad approcciare i problemi da un punto di vista diverso e a trovare nuove chiavi di lettura e soluzioni. Inoltre, in questo modo si possono stringere e rafforzare legami con persone che hanno valori e idee simili ai propri e che vogliono impegnarsi per cambiare le cose: questo permette di sentirsi meno soli e isolati e, anzi, parte di un qualcosa di grande e positivo. Senza dimenticare che le azioni e gli interventi comuni e collettivi possono portare a risultati più significativi.
Informarsi con buon senso
L'informazione è un'arma a doppio taglio. Infatti, se ci si informa troppo e attraverso canali sbagliati si rischia di venire sommersi da parole e idee, sentendosi quasi oppressi. Questo potrebbe peggiorare l'eco- ansia e non tradursi in nulla di costruttivo. Se però si raccolgono notizie in maniera sensata, da fonti certe e ufficiali, si ottengono grandi vantaggi: infatti, si possono conoscere più nel dettaglio il problema ambientale, i pericoli e le soluzioni e questa maggiore conoscenza è di grande aiuto per placare l'ansia. Per la stessa ragione, è utile anche partecipare a incontri e dibattiti sul tema ambientale. Avere, però, un'accortezza: cercare soprattutto informazioni e approcci positivi, che non parlino solo delle conseguenze catastrofiche, ma che offrano soluzioni e visioni più ottimistiche, per non peggiorare la propria eco-ansia.
Stare nella natura
Il contatto con la natura è un balsamo per tutte le condizioni di ansia e depressione: infatti, la dimensione naturale favorisce il rilascio degli ormoni del buon umore, il rilassamento e il benessere. In questo caso specifico aiuta anche a prendere maggiore consapevolezza del problema ambientale e a trovare dentro di sé le risorse per affrontarlo con consapevolezza e costruttività. Sì, dunque, per esempio, a passeggiare in mezzo al verde, a coltivare piante e fiori sul balcone, a organizzare gite fuori porta in contesti naturali.
Ecco perché si prova ansia al risveglio.
Esiste anche l'ansia autunnale.
C'è anche l'ansia tipica della sindrome del Grinch.
Per stare meglio è utile anche compilare una lista di controllo per la cura di sé.
Per calmare l'ansia è utile respirare in un sacchetto di carta.
L'ansia potrebbe causare le malattie della pelle psicosomatiche.