Eclampsia: Cura e Prevenzione
Introduzione
Il termine eclampsia definisce una grave ed acuta complicanza della gestosi: esclusiva della gravidanza, l'eclampsia è una sindrome caratterizzata da ipertensione, edema e proteinuria associati a convulsioni e coma.
Negli articoli precedenti abbiamo ricercato i possibili fattori predisponenti l'eclampsia, e chiarito quali sintomi contraddistinguono questa grave malattia, precisandone le possibili complicanze. Malgrado le avanzate ricerche scientifiche, anche nell'età contemporanea il rischio di prognosi infausta da eclampsia è reale. In questa trattazione conclusiva cercheremo di dare una risposta ad un interrogativo frequente: esiste una terapia completamente risolutiva che minimizza il rischio di morte da eclampsia, e che assicuri una prognosi eccellente alla madre e al feto?
Terapia e prevenzione
L'identificazione precoce di segni e sintomi "sospetti" è indispensabile per iniziare precocemente la terapia contro l'eclampsia, riducendo al minimo il rischio di sequele catastrofiche.
Le donne in gravidanza, che presentano familiarità per la pre-eclampsia, dovrebbero seguire una terapia farmacologica specifica per prevenire gestosi ed eclampsia.
L'eclampsia è un'urgenza medica a tutti gli effetti: per salvaguardare la sopravvivenza della madre e del feto, l'intervento medico immediato risulta imprescindibile.
- Uno degli obiettivi cardine della terapia per l'eclampsia è RIDURRE LA PRESSIONE ARTERIOSA media. La riduzione pressoria dev'essere graduale: durante la prima ora dalla manifestazione dei sintomi, la pressione va ridotta del 20-25%.
La rapida diminuzione della pressione media (del 50%) durante la prima ora dalla comparsa dei sintomi può innescare conseguenze catastrofiche, come ischemia cerebrale, ischemia cardiaca e riduzione della perfusione placentare associata a compromissione e sofferenza fetale.
I farmaci antipertensivi maggiormente utilizzati in terapia sono la clonidina, il labetalolo e i Sali di diazossido (o semplicemente Diazossido): in simili frangenti, è indispensabile il continuo monitoraggio della frequenza cardiaca del feto.
I diuretici possono essere assunti esclusivamente in caso di edema polmonare nel contesto dell'eclampsia.
- Altro obiettivo è MINIMIZZARE il rischio di CONVULSIONI: le donne affette da gestosi o comunque presentanti una certa familiarità per l'eclampsia dovrebbero seguire una terapia anticonvulsivante a finalità preventive. Il solfato di magnesio (da assumere per via parenterale) sembra essere il farmaco d'elezione: per la prevenzione delle complicanze nel contesto dell'eclampsia, il solfato di magnesio sembra apportare molti più benefici rispetto alla somministrazione di diazepam o fenitoina. La somministrazione di diazepam (alla posologia di 10 mg/e.v.) o di tiopentale (50 mg/e.v.) è indicata esclusivamente in caso di convulsioni ripetute nel contesto di eclampsia, laddove il solfato di magnesio non sia efficace.
- Sembra che la SOMMINISTRAZIONE DI ASPIRINA a basse dosi (od altri agenti antipiastrinici) dia risultati sorprendenti per la prevenzione di gestosi ed eclampsia. L'aspirina, infatti, bloccando l'aggregazione piastrinica ed il vasospasmo, previene l'eclampsia, riduce il rischio di parto pre-termine, minimizza il rischio di mortalità fetale e non aumenta le probabilità di distacco della placenta. È comunque doveroso sottolineare che non si dispongono dati sufficienti per confermare la validità di questi farmaci nella cura della preeclampsia.
- La SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO alla madre affetta da eclampsia può essere necessaria per facilitare la respirazione e correggere l'ipossia.
- Anche la somministrazione di FARMACI STEROIDEI può essere utile per migliorare la funzionalità di fegato e piastrine della madre; inoltre, sembra che l'assunzione di corticosteroidi nelle donne affette da preeclampsia sia utile per prolungare la gravidanza e favorire lo sviluppo dei polmoni del feto, abbattendo il rischio di eclampsia.
- Da quanto riportato nella rivista scientifica BMJ (British Medical Journal), sembra che UN'ALIMENTAZIONE RICCA DI ANTIOSSIDANTI e di alimenti contenenti L-arginina riduca il rischio di preeclampsia e di eclampsia nelle donne ad alto rischio. In particolare, il rischio di gestosi è minimizzato quando s'intraprende questo regime dietetico prima delle 24 settimane di gestazione.
Considerazioni
Come abbiamo visto, uno status di eclampsia non è pericoloso solo per la madre: anche il nascituro può pesantemente risentirne. Da qui nasce l'esigenza di anticipare il prima possibile il parto, anche se il feto è immaturo. Tuttavia, una simile modalità d'intervento non risulta sempre possibile, dato che il bambino potrebbe anche non aver completato il proprio sviluppo.
L'eventuale anticipo del travaglio può avvenire esclusivamente quando le condizioni della donna affetta da eclampsia si sono stabilizzate.