Ultima modifica 01.04.2020

In quest'analisi conclusiva si completerà il capitolo riguardante le discinesie; in particolare, verranno trattate le strategie diagnostiche volte ad identificare l'alterazione dei movimenti muscolari, le terapie risolutive e, da ultimo, le misure preventive attuabili.

Diagnosi di discinesia

Le discinesie rappresentano profili clinici talvolta estremamente complessi, tali da richiedere l'approccio multidisciplinare. DiscinesiaCome abbiamo ampiamente approfondito nelle trattazioni precedenti, esistono moltissime forme di discinesie ed è proprio per questo che la diagnosi dev'essere attenta e precisa. In genere, l'indagine diagnostica è valutata in base all'esame clinico-obiettivo del paziente, associato all'analisi psico-neurologica dello stesso. Inoltre, è opportuno ricordare che le discinesie non si presentano sempre con le stesse manifestazioni cliniche poiché, con il passare del tempo, la malattia potrebbe degenerare e coinvolgere altri gruppi muscolari, quindi provocare ulteriori discinesie: è evidente che in simili frangenti il quadro clinico diventa più complesso, di conseguenza sia l'indagine diagnostica che l'iter terapico diventano altrettanto problematici.
Lo specialista deve controllare attentamente tutti i movimenti ipocinetici od ipercinetici del paziente, valutati anche attraverso precisi criteri diagnostici; tra tutti, si ricorda la scala AIMS (acronimo di Abnormal Involuntary Movement Scal), uno strumento d'indagine utile al riconoscimento della sintomatologia iniziale della discinesia e a monitorare eventuali degenerazioni patologiche nel tempo. [tratto da www.discinesia.it]
In particolare, per quei pazienti costretti ad assumere farmaci antipsicotici per periodi superiori ad un mese, il controllo dei movimenti involontari della muscolatura risulta fondamentale, allo scopo di identificare gli effetti secondari iniziali e la loro eventuale evoluzione in senso negativo.
In taluni casi, la diagnosi prevede anche esami di laboratorio (es. SMA-18- rilevamento di eventuale anemia - e CBC - controllo di enzimi epatici e di alcuni sali minerali) e anamnesi familiare per verificare ipotetiche malattie di origine neurologica. [tratto da linee guida per il trattamento della schizofrenia di E. Sacchetti].

Cura

In caso accertato di discinesia tardiva, dovuta cioè all'assunzione prolungata di farmaci psicotici, le strategie terapeutiche includono una riduzione della posologia delle sostanze neurolettiche. La sospensione del farmaco rappresenta una possibile soluzione, sicuramente risolutiva per il paziente, ma opportuna solamente quando il malato è guarito completamente dalla psicosi. In caso contrario, quando il soggetto lamenta alterazioni ipocinetiche od ipercinetiche in associazione a morbi psicotici, è consigliata la riduzione graduale della dose farmacologica, ma mai la sospensione totale.
In taluni casi, l'interruzione della terapia farmacologica genera un iniziale e paradossale potenziamento delle discinesie: in simili frangenti, si parla di discinesia da astinenza, che rappresenta, comunque, una condizione reversibile.

Prevenzione

Considerata la difficoltà della terapia, le misure preventive rappresentano sicuramente un elemento indispensabile: per questo motivo, è consigliata la somministrazione di neurolettici atipici, di nuova generazione, quindi con minori effetti collaterali sul movimento muscolare. Quando il paziente presenta iniziali segnali discinetici, il medico dovrà valutarne l'entità ed eventualmente sostituire il farmaco neurolettico con un altro (in genere, la sostituzione viene effettuata con sostanze che esercitano minor antagonismo con la dopamina).
Ad ogni modo, sembra che la Ricerca scientifica riguardante le alterazioni dei movimenti muscolari progredisca e si perfezioni: sono state individuate nuove possibili opzioni terapeutiche efficaci, tra cui la vitamina D, la tossina del botulino e la tetrabenazina, in grado di elargire un'azione a livello della trasmissione dei segnali dopaminergici [tratto da www.discinesia.it]

Come abbiamo analizzato, le discinesie possono avere esiti imprevedibili, per questo è doveroso tracciare dapprima un preciso profilo diagnostico, per poi intervenire prontamente con terapie appropriare, nel rispetto delle metodiche profilattiche della malattia discinetica.



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