Come si Cura la COVID-19 a Domicilio?

Introduzione
Nell'attuale contesto di emergenza sanitaria, allo scopo di non stressare eccessivamente i pazienti con un ricovero ospedaliero e, soprattutto, per non gravare ulteriormente sugli ospedali già messi a dura prova, si tende a fornire assistenza sanitaria domiciliare a tutti quei pazienti che presentano la malattia COVD-19 in forma lieve e non grave, tale da poter essere curata - con le dovute indicazioni - anche presso l'abitazione.
Gravità della Malattia: come si stabilisce?
La severità con cui la COVID-19 si manifesta può variare da individuo a individuo. Fra i fattori che possono influenzare il modo in cui la patologia respiratoria in questione si presenta ritroviamo quelli di tipo genetico, quelli di tipo metabolico e quelli anagrafici.
Detto ciò, va precisato che non sempre la patologia si manifesta in maniera grave nelle persone considerate più a rischio e viceversa. Difatti, le attuali conoscenze di COVID-19 e SARS-CoV-2 sono in continua evoluzione: anche se diverse cose sono ora note rispetto all'inizio dell'emergenza sanitaria, molte altre si devono ancora scoprire.
Detto ciò, come accennato, nei casi accertati di COVID-19 (quindi, nei casi in cui è stata confermata la diagnosi di malattia da nuovo coronavirus) ritenuti di grado lieve, è possibile ricorrere al trattamento domiciliare. Ma come si stabilisce il grado di severità della malattia? A questa domanda hanno risposto sia i National Institutes of Health (NIH) statunitensi, sia l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), vediamo come.
Nota bene
Le informazioni di seguito riportate sono state tratte dal documento "Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale", predisposto dal Ministero della Salute, dall'Istituto Superiore di Sanità, dal Coordinamento delle Regioni e Province Autonome ed altri. Il testo completo di tale documento è consultabile cliccando qui.
Stadi Clinici di COVID-19 secondo la classificazione NIH Statunitense
Nella seguente tabella è riportata la classificazione dei diversi stadi clinici della malattia indotta da SARS-CoV-2 secondo i National Institutes of Health (NIH) statunitensi:
Stadio | Caratteristiche |
Infezione asintomatica o presintomatica | Diagnosi di SARS-CoV-2 in completa assenza di sintomi. |
Malattia lieve | Presenza di sintomatologia lieve (es. febbre, tosse, alterazione dei gusti, malessere, cefalea, mialgie), ma in assenza di dispnea e alterazioni radiologiche. |
Malattia moderata | SpO2 ≥ 94% e evidenza clinica o radiologica di polmonite. |
Malattia severa | SpO2 < 94%, PaO2/FiO2 < 300, frequenza respiratoria > 30 atti/min (nell'adulto), o infiltrati polmonari > 50%. |
Malattia critica | Insufficienza respiratoria, shock settico, e/o insufficienza multiorgano. |
Classificazione della Gravità secondo l'OMS
L'organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un'altra classificazione della gravità delle manifestazioni cliniche da COVID-19 che include anche valutazioni inerenti l'ambito pediatrico. Di seguito cercheremo di riassumerle in maniera schematica.
Malattia Lieve
- Descrizione: pazienti sintomatici che soddisfano i criteri di caso COVID-19 senza evidenza di polmonite virale o ipossia.
Malattia Moderata
- Principali manifestazioni cliniche: polmonite.
- Descrizione:
- Adolescenti o adulti con segni clinici di polmonite (febbre, tosse, dispnea, respirazione veloce) ma nessun segno di polmonite grave, che include SpO2 ≥90% in aria ambiente.
- Bambino con segni clinici di polmonite non severa (tosse o difficoltà respiratoria insieme a tachipnea e/o dispnea) e nessun segno di polmonite severa. Tachipnea compresa fra 40 e 60 respiri/minuto in funzione dell'età del bambino.
Malattia Severa
- Principali manifestazioni cliniche: polmonite severa.
- Descrizione:
- Adolescente o adulto con segni clinici di polmonite (febbre, tosse, dispnea, tachipnea) più uno dei seguenti fattori: frequenza respiratoria > 30 respiri/min; grave difficoltà respiratoria o SpO2 <90% in aria ambiente.
- Bambino: presenta segni clinici di polmonite (difficoltà respiratoria o tosse) insieme ad almeno uno dei seguenti segni:
- Cianosi centrale o SpO2 <90%; grave difficoltà respiratoria; segni generali di gravità (difficoltà all'allattamento, difficoltà a bere, letargia o stato di incoscienza o convulsioni).
- Tachipnea (compresa fra 40 e 60 atti respiratori al minuto).
Stato Critico di Malattia
Lo stato critico di malattia fra le manifestazioni cliniche vede la comparsa di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) cui si possono aggiungere sepsi o shock settico.
Nota
In questo breve riassunto sono state riportate solamente alcune informazioni, mentre altre sono state omesse. Per visualizzare la classificazione completa dell'OMS, si rimanda ancora una volta alla consultazione del documento "Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale" (pagine 37-38-39).
Cura della COVID-19 a Domicilio
I pazienti che - in seguito alle visite e a tutti gli accertamenti del caso - si trovano in una situazione di non gravità, quindi in una condizione di malattia definibile lieve, possono rimanere in isolamento presso il proprio domicilio, purché possano essere assistiti da qualcuno in caso di necessità.
Ai pazienti che possono rimanere a casa è consigliato di tenere sotto controllo i sintomi manifestati e di misurare febbre e saturazione almeno due volte al giorno.
Il medico potrà forniore ulteriori indicazioni a ciascun paziente in funzione della sua storia clinica, della presenza di altre patologie e/o di eventuali terapie farmacologiche in atto.
Per quanto riguarda il trattamento farmacologico della COVID-19 in ambito domiciliare, questo può variare, naturalmente, in funzione dei sintomi riportati.
Stando alle raccomandazioni AIFA sui farmaci per la gestione domiciliare della COVID-19, i farmaci che si possono utilizzare sono i seguenti:

Terapia Sintomatica con Paracetamolo e FANS
Il paracetamolo e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere impiegati per contrastare febbre o dolori muscolari e articolari, fatta eccezione per i casi in cui esioste una chiara controindicazioni al loro impiego. Allo stesso modo, altri farmaci sintomatici possono essere utilizzati su giudizio clinico.
Si raccomanda, quindi, di seguire sempre le indicazioni del medico.
Anticorpi Monoclonali
Gli anticorpi monoclonali che al momento (febbario 2022) possono essere somministrati per la cura della COVID-19 in mabito domiciliare sono:
- L'associazione casirivimab/imdevimab, autorizzata dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA);
- Il sotrovimab, anch'esso autorizzato dall'EMA;
- L'associazione bamlanivimab/etesevimab, autorizzata in via emergenziale;
- Il regdanvimab, autorizzato dall'EMA.
I soggetti candidabili per l'uso di questi farmaci devono avere un'età maggiore di 12 anni e peso corporeo di almeno 40 kg (eccezion fatta per il regdanvimab il cui impiego è indicato solo negli adulti), devono essere non ospedalizzati e non in ossigenoterapia per COVID-19, con sintomi di grado lieve-moderato e presenza di uno o più seguenti fattori di rischio pr lo sviluppo/progressione della malattia in forma grave:
- Età superiore a 65 anni;
- Indice di massa corporea (Body Mass Index, BMI) ≥ 30, oppure > 95% percentile per età e per genere;
- Malattia cardio-cerebrovascolare (inclusa ipertensione con concomitante danno d'organo);
- Emoglobinopatie;
- Immunodeficienza primitiva o secondaria;
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva e/o altra malattia respiratoria cronica (per esempio, soggetti affetti da asma, fibrosi polmonare o che necessitano di ossigenoterapia per ragioni differenti dall'infezione da SARS-CoV-2);
- Diabete mellito non controllato (HbA1c ≥ 9.0% o 75 mmol/mol) o con complicanze croniche;
- Insufficienza renale cronica, incluse dialisi peritoneale o emodialisi;
- Epatopatia cronica;
- Patologie del neurosviluppo e patologie neurodegenerative.
Nota Bene: la somministrazione avviene per via endovenosa (l'associaizone casirivimab/imdevimab può, tuttavia, essere somministrata anche per via sottocutanea qualora la somministrazione endovenosa non sia fattibile e comporti un ritardo nel trattamento) e deve, pertanto, essere fatta da personale medico specializzato. Inoltre, è richiesto il monitoraggio fino ad un'ora dopo il termine dell'infusione da parte di un operatore sanitario adeguatamente formato ed in grado di gestire eventuali reazioni avverse gravi. Salvo specifici casi, il trattamento va iniziato entro 7 giorni dall'insorgenza della malattia.
Per approfondire: Anticorpi Monoclonali COVID-19: Cosa Sono, Come Funzionano, Effetti CollateraliCorticosteroidi
In linea generale, l'uso di farmaci corticosteroidi è raccomandato per i pazienti ospedalizzati con COVID-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno. Questa raccomandazione deriva dal fatto che vi sono evidenze di un beneficio clinico derivante dall'uso di questa tipologia di farmaci solo in questo setting di pazienti e fase della malattia. Inoltre, l'assunzione di corticosteroidi nelle fasi iniziali della malattia - nelle quali prevalgono i fenomeni connessi alla replicazione virale - potrebbe avere un impatto negativo sulla risposta immunitaria sviluppata.
Tuttavia, l'impiego dei farmaci corticosteroidi a domicilio può essere preso in considerazione nei pazienti con fattori di rischio di progressione della malattia verso forme gravi, in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richiede l'ossigenoterapia e nel caso in cui non sia possibile nell'immediato un ricovero per sovraccarico delle strutture ospedaliere.
Va però ricordato che in soggetti con patologie croniche l'utilizzo dei corticosteroidi può causare importanti eventi avversi che rischiano di complicare il decorso della patologia virale.
Ad ogni modo, la decisione di utilizzare o meno questa tipologia di farmaci spetta al medico e, ancora una volta, si raccomanda di seguire le indicazioni da esso fornite.
Eparine
L'impiego di routine delle eparine non è raccomandato nei soggetti non ospedalizzati e non allettati a causa dell'episodio infettivo poiché non vi sono evidenze di un beneficio clinico in questo setting di pazienti o fase della malattia. Nel caso in cui, invece, il paziente sia allettato, il medico può decidere di ricorrere alla somministrazione di dosaggi profilattici dei vari composti eparinici disponibili.
Farmaci Antivirali
I farmaci antivirali anti COVID-19 che si possono impiegare nel trattamento domiciliare della malattia sono:
- Il remdesivir;
- Il molnupiravir;
- L'associazione di PF-07321332 e ritonavir, meglio nota con il nome comemrciale di Paxlovid.
Tuttavia, è opportuno precisare che l'utilizzo di questi farmaci non è indicato per tutti i pazienti; difatti, il loro impiego è riservato a coloro che presentano fattori di rischio per la progressione o lo sviluppo della COVID-19 in forma grave.
Maggiori informazioni su ciascun medicinale sono presenti negli articoli dedicati:
Remdesivir: Quando si Usa ed Effetti Collaterali Molnupiravir: Nuovo Antivirale contro SARS-CoV-2 e COVID-19 Paxlovid: Cos'è? Come Funziona, Efficacia, Effetti CollateraliTerapie per altre Patologie
Naturalmente, qualora il paziente in isolamento domiciliare con malattia COVID-19 non grave sia affetto da altre patologie di natura cronica per le quali è in trattamento, le terapie farmacologiche di tali patologie devono necessariamente proseguire. Sarà cura del medico valutare eventuali interazioni farmacologiche e/o l'eventuale necessità di aggiustare/modificare la posologia dei farmaci che si assumono in funzione del trattamento che sarà necessario mettere in atto contro COVID-19.
In caso di dubbi, pertanto, si rinnova ancora una volta l'invito a contattare il medico.
Farmaci da NON utilizzare nel trattamento della COVID-19
- Farmaci antibiotici: l'uso di routine dei farmaci antibiotici non è raccomandato. L'impiego di simili farmaci, infatti, può essere preso in considerazione solo in caso di un'infezione batterica concomitante dimostrata con un esame colturale o solo se il quadro clinico fa sospettare la presenza di una sovrainfezione batterica.
- Idrossiclorochina: l'uso di questo farmaco non è raccomandato né per prevenire né per curare l'infezione virale. Gli studi clinici randomizzati ad oggi disponibili, infatti, concludono per una sostanziale inefficacia dell'idrossiclorochina a fronte di un aumento degli eventi avversi, benché non gravi.
- Associazioni lopinavir/ritonavir, darunavir/ritonavir o cobicistat: anche in questo caso, l'utilizzo di questi farmaci non è raccomandato né per prevenire né per curare l'infezione, poiché gli studi clinici randomizzati ad oggi disponibili concludono per l'inefficacia del trattamento con simili principi attivi.
NOTA BENE
Le informazioni riportate fanno riferimento alle raccomandazioni di AIFA. Tali raccomandazioni possono cambiare in funzione dell'evoluzione delle evidenze scientifiche ancora in atto.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale dell'Agenzia Italiana del Farmaco nella pagina dedicata ai farmaci utilizzabili per il trattamento della malattia COVID-19.
Peggioramento dei Sintomi: cosa fare?
In caso di peggioramento dei sintomi manifestati e/o in caso di comparsa di difficoltà respiratorie, è necessario chiamare immediatamente i soccorsi digitando il numero 118, oppure il numero 112.