Cheloidi: come si curano? Perché si formano e come evitarlo

Cheloidi: come si curano? Perché si formano e come evitarlo
Ultima modifica 18.09.2024
INDICE
  1. Cosa sono i cheloidi?
  2. Quali esami servono?
  3. Trattamento e rimedi
  4. Prevenzione

Cosa sono i cheloidi?

cheloidi sono lesioni fibrotiche cutanee che derivano da una variazione del normale processo di guarigione di una ferita della pelle.

Perché si formano i cheloidi?

Questa proliferazione anormale di tessuto cicatriziale si forma nel sito di una lesione cutanea, per esempio a seguito di:

In pratica, le cicatrici cheloidi sono causate dalla perdita dei meccanismi di controllo che normalmente regolano il fine equilibrio di riparazione e rigenerazione dei tessuti.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/06/16/cheloidi-orig.jpeg Shutterstock

Ciò che li distingue dalle cicatrici ipertrofiche è l'estensione e l'irreversibilità della lesione: i cheloidi crescono, infatti, in modo esagerato a partire dalla ferita, diffondendosi ben oltre i margini della cicatrice originale e non regrediscono spontaneamente. Brevemente, ricordiamo che le cicatrici ipertrofiche sono, invece, lesioni eritematose fibrotiche in rilievo che rimangono confinate entro i bordi della ferita originale, si verificano entro mesi dal trauma iniziale e hanno la tendenza a rimanere stabili o a regredire nel tempo.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/06/16/cheloidi-vs-cicatrici-ipertrofiche-orig.jpeg Shutterstock

La formazione di cheloidi può verificarsi entro un anno dalla lesione; il fattore di rischio più importante per lo sviluppo di queste cicatrici anomale è una guarigione della ferita per seconda intenzione, soprattutto se il tempo di guarigione è superiore a 3 settimane.

Le ferite soggette ad un'infiammazione prolungata, sia a causa di un corpo estraneo, di un'infezione, di un'ustione o di una chiusura inadeguata della lesione, sono a rischio di formazione di cheloidi.

Anche le aree di infiammazione cronica, come il sito di un piercing o la sede di traumi ripetuti, hanno maggiori probabilità di sviluppare cheloidi. Occasionalmente, si verificano cheloidi spontanei senza una storia di trauma.

I cheloidi inizialmente si manifestano come lesioni eritematose prive di follicoli piliferi e altro tessuto ghiandolare normale; la consistenza può variare da morbida e pastosa a gommosa e dura.

Nonostante il cheloide, di per sé, non costituisca una lesione maligna, molti pazienti ricorrono ad un intervento specifico (es. laser, crioterapia, iniezioni di cortisone) quando l'esito cicatriziale è correlato a implicazioni estetiche o, a seconda della sede interessata, funzionali. Alcuni cheloidi si associano a sintomi come dolore, prurito o sensazione di bruciore intorno alla cicatrice.

Lo sapevate che…

"Cheloide" significa "artiglio di granchio": questo termine fu coniato per la prima volta dal dermatologo francese Alibert nel 1806, nel tentativo d'illustrare il modo in cui le lesioni si espandono lateralmente dalla cicatrice originale al tessuto normale. Da allora, i medici hanno tentato di caratterizzare cicatrici normali, cicatrici ipertrofiche e cheloidi.

Per saperne di più: Cheloidi: cause e sintomi

Quali esami servono?

Cheloidi: esami per la diagnosi

La diagnosi di un cheloide risulta piuttosto agevole e consiste nel semplice esame obiettivo della lesione da parte del medico.

Le caratteristiche macroscopiche di un cheloide, rilevate mediante la diagnosi clinica, sono riassumibili in:

  • Colorito inizialmente rosso intenso della lesione; successivamente, la cromia sfuma al roseo o al marroncino
  • Assenza di follicoli piliferi
  • Lesione cicatriziale non riassorbibile spontaneamente
  • Ingigantimento evidente della ferita iniziale ed estensione nelle zone limitrofe
  • Trama irregolare e consistenza gommosa della lesione

All'esame istologico, in un cheloide si osserva un infiltrato cellulare ed un accumulo esagerato di matrice extracellulare (composta in prevalenza da collagene di tipo III ed acido ialuronico).
Talvolta, il cheloide procura prurito, fastidio o indolenzimento nella zona in cui sorge, che si accentuano con i movimenti o tirando la pelle nella sede affetta. Quando un cheloide origina in prossimità di un'articolazione, il paziente può accusare una riduzione della mobilità dell'arto.
Una biopsia della pelle può essere necessaria in presenza di una sospetta lesione tumorale (es. melanoma).

Trattamento e rimedi

Come si cura una cicatrice cheloide?

Con molte probabilità, la normale asportazione chirurgica del cheloide indurrebbe ad una nuova lesione, ponendo dunque le basi per la formazione di un ulteriore processo cicatriziale (con formazione di una cicatrice cheloide più grossa ed estesa rispetto alla precedente). Per evitare simili conseguenze, molto spesso il medico propone al paziente un approccio conservativo o alternativo.

Le possibilità d'intervento per migliorare la pelle colpita da cheloide sono:

  1. Iniezioni di cortisone per via intralesionale (terapia elettiva per la cura dei cheloidi): la pratica, non eccessivamente dolorosa, è piuttosto sicura ed i benefici sono molto buoni. Normalmente, il paziente deve sottoporsi ad un'iniezione di cortisone al mese: dopo alcuni cicli di trattamento, il cheloide viene appiattito e la sua presenza è senza dubbio meno appariscente. Si stima che il 70% dei pazienti affetti da cheloidi e trattati con le iniezioni di cortisone sia soddisfatto dall'esito; nonostante ciò, il tasso di recidiva è molto elevato.
  2. Laserterapia: metodica molto utilizzata, il laser appiattisce il cheloide rendendolo, con il tempo, meno visibile. Il trattamento con il laser induce la progressiva regressione del cheloide attraverso la soppressione della proliferazione dei fibroblasti. Nonostante l'intervento sia efficace, sicuro e poco doloroso, è necessario sottoporsi a più trattamenti per ottenere risultati soddisfacenti.
  3. Fogli di silicone (es. idrogel di silicone) e medicazioni occlusive in silicone: malgrado l'applicazione prolungata (per alcune settimane) di fogli e medicazioni occlusive in silicone direttamente sul cheloide non costituisca una garanzia di successo per rimuovere tali lesioni, alcuni esperti sono fiduciosi e propongono questo tipo di trattamento al paziente. I risultati sono variabili: in genere, tale approccio è indicato per la gestione dei sintomi (prurito, fastidio) nei pazienti con cheloidi stabili e per la prevenzione delle recidive, piuttosto che per l'effettivo trattamento del cheloide.
  4. Iniezione d'interferone: metodica che prevede l'iniezione di questa sostanza direttamente nel cheloide per ridurne l'estensione e le dimensioni; molti esperti sono dubbiosi sull'efficacia nel lungo termine di questo trattamento. In alternativa alle iniezioni di interferone, alcuni ricercatori ritengono che l'applicazione topica (locale) di farmaci immunomodulatori come l'imiquimod possa essere vantaggiosa ai fini della guarigione del cheloide in quanto stimolerebbe l'organismo a produrre interferone.
  5. Iniezioni di fluorouracile: alcuni ricercatori sono del parere che l'iniezione topica (in situ) di questo agente chemioterapico possa essere utilizzata in monoterapia, o in associazione con le iniezioni di corticosteroidi e/o con il laser, per ridurre l'estensione del cheloide.
  6. Crioterapia: metodica che consiste nel letterale congelamento della lesione cheloidea con azoto liquido. Il limite di questo trattamento è l'ipopigmentazione (discromia della pelle in cui si assiste alla progressiva perdita di tonalità della stessa).
  7. Radiazioni: alcuni medici propongono le radiazioni per appiattire od oscurare il cheloide. Nonostante il risultato sia buono, la radioterapia non è sempre indicata perché gli effetti collaterali nel lungo termine (aumento del rischio di neoplasie cutanee) supera di gran lunga i benefici.

Prevenzione

Come prevenire la formazioni di cheloidi?

La cosa più importante da considerare nella gestione della formazione di cicatrici cheloidi è la prevenzione: si dovrebbero evitare traumi o interventi non essenziali (compresi i semplici piercing all'orecchio, i tatuaggi e la chirurgia estetica).

Nelle situazioni in cui non è possibile evitare l'intervento chirurgico, è bene fare tutti i tentativi per ridurre al minimo la tensione cutanea e l'infezione secondaria. In ogni caso, prima di tutte le procedure chirurgiche, è bene discutere con il paziente se esistono in anamnesi personale o familiare casi di formazione di cicatrici anormali o cheloidi.

Inoltre, eventuali disturbi della pelle - come ad esempio l'acne e le infezioni - dovrebbero essere curati immediatamente, dunque a partire dalla comparsa dei primi sintomi, per ridurre al minimo le aree infiammate.

Per impedire alla cicatrice cheloide di aumentare in termini di dimensione ed arrecare fastidio, si consiglia l'applicazione quotidiana di creme nutrienti e formulate con antiossidanti.

Per concludere, non è possibile dettare una generica linea profilattica contro i cheloidi: l'unico accorgimento importante è quello di evitare interventi o traumi inutili che potrebbero degenerare in cicatrici non reversibili come i cheloidi.

Per approfondire: Cicatrice cesareo

Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici