Ultima modifica 12.02.2020

Cos'è la Cera d'Api

Prodotto apistico per eccellenza, oltre al miele e alla propoli, la cera d'api è una secrezione degli omonimi, piccoli, insetti (Apis mellifera), con la quale costruiscono le strutture interne dell'alveare (favo) dove viene immagazzinato il miele.
Cera d'apiL'uso della cera d'api risale già agli antichi egizi che erano soliti utilizzarla nei processi di mummificazione e nella produzione delle loro navi, così come era diffuso nelle popolazioni romane che la impiegavano per proteggere i dipinti dall'acqua e dall'umidità.
Per moltissimi anni, quindi, la cera d'api è stata un materiale di enorme importanza per l'uomo, essendo l'unico prodotto naturale disponibile del suo genere. Attualmente, il campo d'impiego della cera d'api si è ristretto, poiché sostituita con materiali affini, talvolta meno costosi. Ad ogni modo, questo non significa che la cera d'api abbia perso il suo valore. Da non dimenticare, infatti, che la cera d'api è un sottoprodotto dell'estrazione del miele: si ritiene che per raccogliere un chilo di miele le api debbano volare per 530.000 km.

Produzione

Il favo rappresenta una costruzione geometrica costituita da migliaia di cellette: piccoli contenitori esagonali costruiti con estrema precisione dalle api all'interno dei quali vengono depositati miele e polline e dove vengono allevate le larve.
Tale costruzione è interamente costituita dalla cera, prodotto di secrezione delle ghiandole ceripare poste nella parte ventrale dell'addome delle api operaie. Le suddette ghiandole non funzionano durante tutta la vita dell'insetto, ma solamente nella fase giovanile, che corrisponde al periodo compreso tra il 10° e il 18° giorno dallo sfarfallamento. Inoltre, le ghiandole sono in grado di produrre la cera solamente quando la temperatura dell'alveare è variabile tra i 33 ed i 36°C. Le ghiandole ceripare formano cera sotto forma di goccioline: a contatto con l'aria, le goccioline si solidificano formando piccole scagliette di cera, che rimangono “incollate” all'addome dell'ape. Successivamente, l'insetto estrae le scagliette di cera dall'addome con le zampe, per modellarle con le mandibole insieme a polline e propoli.
Il procedimento appena descritto viene ripetuto centinaia di volte per ogni scaglia: il risultato finale, derivato da tutte le 10.000-90.000 api operaie dell'alveare, sarà la costruzione perfetta del favo [tratto da Apicultura, tecnica e pratica, di A. Pistoia].

Raccolta ed estrazione

La raccolta del favo è indispensabile per recuperare la cera, oltre che per ricavarne il miele. L'estrazione della cera può avvenire secondo tre modalità:

  • A bagnomaria/acqua bollente;
  • Per fusione, per mezzo di sceratrici solari (l'energia solare è sfruttata per sciogliere la cera);
  • Tramite presse e vapore.

Generalmente, da ogni favo si ricava un quantitativo di cera d'api pari a 80-110 grammi.
Favo Cera d'apiLa cera d'api d'opercolo è la più pregiata. Normalmente, è di colore chiaro e si estrae dagli opercoli tolti dai telaini durante il processo di smielatura, utile per la formulazione di cosmetici pregiati e per la produzione di fogli cerei d'alta qualità.
La cera d'api ottenuta dai favi di covata nei quali vengono allevate le larve, invece, è di colore più scuro, a causa del maggior numero di impurità in essa intrappolate. Prima di essere utilizzata per qualsiasi scopo, pertanto, tale cera deve essere adeguatamente trattata e purificata.

Tipi di Cera d'Api

In funzione dei procedimenti cui viene sottoposta in seguito alla sua raccolta, possiamo distinguere due tipologie di cera d'api, i cui utilizzi sono comunque sovrapponibili:

  • Cera gialla: è la cera che si ottiene per semplice raccoglimento ed estrazione dal favo. È di colore giallo e si caratterizza per il suo tipico e gradevole aroma.
  • Cera alba: si ottiene tramite la purificazione e la sbiancatura della cera gialla mediante l'azione dell'aria o mediante l'azione di agenti chimici come il cloro, l'acido cromico, l'acqua ossigenata, ecc. Normalmente, la cera alba non possiede l'aroma delicato e gradevole che, invece, caratterizza la cera gialla non trattata.

Caratteristiche

Non appena la cera viene secreta dalle ghiandole ceripare delle api, questa risulta bianca; successivamente, per la presenza dei pigmenti contenuti nel polline e nella propoli, la cera assume una colorazione gialla-rossastra (cera gialla), talvolta bruna.
La cera risulta untuosa al tatto, duttile e flessibile, e presenta un aroma intenso. Il suo punto di fusione corrisponde a 62-65°C.

Analisi chimica

Considerato che si tratta di un prodotto completamente naturale, la composizione chimica della cera d'api è abbastanza variabile. In particolare, le variazioni sono particolarmente accentuate fra un'area geografica e l'altra.
Ad ogni modo, in genere, la cera d'api è costituita all'incirca da:

  • 70-80% di esteri di acidi cerosi (acido palmitico, melissico e cerotico);
  • 12-16% di idrocarburi;
  • 14% di acidi grassi liberi e derivati (acido palmitico, palmitati ecc.);
  • 1-5% di propoli, pigmenti ed altre sostanze;
  • 1-2% di alcoli liberi;
  • 1-2% di acqua.

Chiaramente, la cera d'api è un prodotto appartenente alla categoria dei lipidi, perciò è insolubile in acqua, parzialmente solubile in alcol e completamente solubile in composti come cloroformio, benzina, etere ecc.

Proprietà

Vista la sua particolare composizione, la cera d'api è dotata di svariate proprietà che ne consentono un ampio utilizzo in diversi settori.
Nel dettaglio, la cera d'api è dotata di:

  • Proprietà emollienti;
  • Proprietà idrorepellenti e protettive (poiché forma una sorta di film sulla superficie sulla quale viene applicata);
  • Proprietà emulsionanti e viscosizzanti.

Nell'antichità, inoltre, si riteneva che la cera d'api possedesse anche proprietà cicatrizzanti e, per tale, ragione, essa veniva applicata calda (quindi fusa) sulle ferite, al fine di facilitarne la guarigione.
Tuttavia, con molta probabilità, la cera d'api poteva facilitare la guarigione delle ferite, non perché dotata di vere e proprie proprietà cicatrizzanti, bensì perché capace di creare una barriera in grado di proteggere la ferita dall'ambiente esterno, impedendo al contempo lo sviluppo de eventuali infezioni.

Usi

Come accennato, le proprietà della cera d'api sono sfruttate in molti settori. Difatti, esse ben si adattano alla formulazione di candele, prodotti cosmetici e specialità farmacologiche, oltre ad essere sfruttate per la preparazione di prodotti lucidanti.

Usi cosmetici

In ambito cosmetico, la cera d'api è impiegata per le sue potenzialità idrorepellenti e protettive sullo strato corneo: in prossimità della pelle, infatti, i prodotti formulati con cera d'api formano una sorta di pellicola protettiva, in grado di impedire l'eccessiva perdita d'acqua dalla cute.
Inoltre, date le sue proprietà emollienti e la sua capacità di formare emulsioni molto stabili, la cera d'api è largamente utilizzata nella preparazione di lipogeli, stick per labbra, emulsioni ed unguenti.
Allo stesso tempo, la cosmesi sfrutta questo prodotto apistico come agente viscosizzante e per conferire maggiore stabilità a diversi tipi di preparazioni cosmetiche, come ad esempio unguenti ed emulsioni.

Usi alimentari

La cera d'api è un ingrediente molto sicuro, tanto che trova diversi impieghi anche in ambito alimentare.
Difatti, essa viene utilizzata per rivestire formaggi, anche se, talvolta, la cera che avvolge i formaggi viene sostituita dalla plastica.
Ancora, la cera d'api è impiegata come additivo alimentare (contraddistinta dalla sigla E901) ad azione lucidante. Pertanto, viene utilizzata per conferire agli alimenti un aspetto lucido.

Altri usi

La cera d'api trova numerosi altri impieghi, quali, ad esempio:

  • Produzione di candele;
  • Produzione di prodotti per la lucidatura di mobili e scarpe;
  • Per assemblare tavoli da biliardo;
  • Per la produzione di cera per baffi;
  • Per la produzione della cera punica, una sostanza impiegata in determinate tecniche di pittura;
  • Per la produzione di saponi artigianali;
  • Per creare stampi di diverso tipo da utilizzare nella cosiddetta fusione a cera persa.

Effetti collaterali

Normalmente, la cera d'api è un ingrediente talmente sicuro e ben tollerato da non provocare alcun tipo di effetto indesiderato, nemmeno quando applicata sulle pelli più sensibili.
Tuttavia, come qualsiasi altra sostanza, non si può escludere la possibile insorgenza di reazioni allergiche in individui sensibili, in particolar modo quando non è del tutto purificata poiché può contenere tracce di miele, propoli, polline o altre impurezze.

Riassunto

Per fissare i concetti...


Cera d'api: descrizione

Prodotto apistico per eccellenza oltre al miele e alla propoli, la cera d'api è una secrezione delle api (Apis mellifera); è un sottoprodotto della lavorazione del miele

Cera d'api: funzione nel favo

La cera d'api costituisce le strutture interne dell'alveare (favo) in cui viene immagazzinato il miele

Produzione della cera d'api

  • Cera d'api: prodotto di secrezione delle ghiandole ceripare poste nella parte ventrale dell'addome delle api operaie;
  • Ghiandole ceripare: funzionanti nella fase giovanile dell'ape operaia, quando la temperatura dell'alveare è compresa tra i 33 ed i 36°C;
  • Formazione cera d'api: le ghiandole ceripare formano cera sotto forma di goccioline, che solidificano a contatto con l'aria (incollate all'addome dell'ape);
  • Costruzione del favo: modellamento della cera grazie alle mandibole dell'ape.

Cera d'api: colorazione

  • Cera bianca: immediatamente dopo la secrezione dalle ghiandole ceripare;
  • Cera gialla-rossa-brunastra: variazione della colorazione per la presenza di pigmenti contenuti nel polline e nella propoli;
  • Cera Alba: ottenuta dalla purificazione/sbiancatura della cera gialla.

Cera d'api: caratteristiche generali

  • Caratteristiche tattili della cera d'api: untuosa, duttile, flessibile, plastica;
  • Aroma: intenso;
  • Cera d'api nella cosmesi: sicura nelle formulazioni cosmetiche e forma emulsioni molto stabili;
  • Solubilità: insolubile in acqua, parzialmente solubile in alcol e completamente solubile in composti come cloroformio, benzina, etere, ecc.;
  • Punto di fusione: 62-65°C.

Cera d'api: composizione chimica

Composizione chimica approssimativa della cera d'api:

  • 70% di esteri di acidi cerosi;
  • 12-16% di idrocarburi;
  • 14% di acidi grassi liberi e derivati (acido palmitico, palmitati, ecc.);
  • 1-5% di propoli, pigmenti e altre sostanze;
  • 1-2% di alcoli liberi;
  • 1-2% di acqua.

Cera d'api: raccolta ed estrazione

Estrazione della cera d'api:

  • A bagnomaria/ acqua bollente.
  • Per fusione (per mezzo di sceratrici solari: l'energia solare è sfruttata per sciogliere la cera).
  • Tramite presse e vapore.

Cera d'api: impieghi

  • Formulazione di candele;
  • Formulazione di specialità farmacologiche;
  • Prodotti lucidanti per scarpe e per mobili;
  • Ambito cosmetico: prodotti idrorepellenti-protettivi, formulazione di lipogeli, stick per labbra, emulsioni ed unguenti;
  • Utilizzata per assemblare tavoli da biliardo;
  • Rivestimento di formaggi;
  • Additivo alimentare (agente lucidante: E901).

Cera d'api: effetti collaterali

Normalmente non induce effetti collaterali. Vi è comunque la possibilità che si manifestino reazioni allergiche in individui sensibili.