Cataratta Trattamento: quando ci si deve operare, esami e come si previene

Cataratta Trattamento: quando ci si deve operare, esami e come si previene
Ultima modifica 11.12.2023
INDICE
  1. Breve Riepilogo
  2. Diagnosi
  3. Intervento Chirurgico
  4. Prevenzione

Breve Riepilogo

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Progressiva ed irreversibile, la cataratta è una malattia oculare tipica dell'anziano, che consiste nella graduale opacizzazione del cristallino.

In parole semplici, la cataratta è uno stato patologico in cui si assiste ad una perdita di trasparenza del cristallino. Quando non trattata chirurgicamente, la cataratta può provocare dapprima un lieve offuscamento della vista che, successivamente, conduce quasi sempre alla cecità.

Per capire...

Proprio come l'obiettivo di una macchina fotografica, il cristallino riveste una funzione fondamentale nella messa a fuoco di un'immagine. Si tratta di una struttura trasparente, rivestita da una capsula elastica e molto resistente di collagene: trasformando la propria curvatura (processo di "accomodazione"), il cristallino permette alle immagini di giungere sulla retina sempre nitide e precise.

Diagnosi

Esami per la Cataratta: quali servono?

Per curare la cataratta è anzitutto indispensabile accertare la patologia sottoponendosi quanto prima ad un controllo oculistico specialistico. L'esame oculare eseguito con la lampada a fessura (previa instillazione di un collirio midriatico) è indispensabile per diagnosticare questo tipo di disturbo: tale strumento, costituito da una sorgente luminosa e da una lente d'ingrandimento, permette all'oculista di analizzare le strutture interne della parte anteriore dell'occhio (iridecornea, cristallino e lo spazio tra la cornea ed il cristallino).
Oltre l'esame con la lampada a fessura, il paziente viene generalmente sottoposto a controlli complementari, quali in particolare il test dell'acuità visiva e l'esame della retina.

In quale stadio si dovrebbe operare la Cataratta?

L'oculista consiglia l'intervento ancor prima che il paziente riscontri un netto peggioramento della propria capacità visiva; con le tecniche odierne, è assurdo attendere la completa opacità del cristallino per procedere al trattamento chirurgico.

Inoltre, va considerato che non sempre il decorso della malattia è prevedibile. La cataratta, diventando più opaca e dura, potrebbe ostacolare e rendere più complicato l'intervento.

Intervento Chirurgico

L'unica soluzione per curare in modo definitivo la cataratta è l'intervento chirurgico. La procedura prevede la rimozione del cristallino opacizzato e l'inserimento di una nuova lente intraoculare (IOL - IntraOcular Lens) - anche nota come cristallino artificiale.

Curiosità: come è nato il primo cristallino artificiale?

L'idea della prima lente intraoculare nasce in Inghilterra, dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando l'oculista Harold Ridley comprese l'importanza di sostituire il cristallino, anziché limitarsi ad asportarlo, nel trattamento della cataratta.

Alcuni pazienti al St Thomas' Hospital, dove il medico praticava, erano piloti della Royal Air Force ricoverati in quanto avevano riportato ferite oculari. Il Dr. Ridley notò tra i soldati che le schegge provenienti dal parabrezza degli aerei da combattimento Spitfire e penetrate all'interno degli occhi, non provocavano nessuna reazione. Da quell'osservazione, fu impiegato lo stesso materiale - il polimetilmetacrilato - per produrre i primi cristallini artificiali biocompatibili da utilizzare durante gli interventi per cataratta.

Intervento Cataratta: come si esegue?

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L'intervento consiste nella rimozione del cristallino opacizzato e nella successiva sostituzione con una speciale lente artificiale (impianto).

Questo tipo di operazione, frutto della più moderna e raffinata tecnologia micro-chirurgica, è divenuto oggi un intervento di routine, sicuro, efficace e - soprattutto - risolutivo.
La lente "nuova", correttamente posizionata nella medesima posizione del cristallino naturale, diverrà parte integrante dell'occhio, fondendosi perfettamente con le altre strutture oculari.
L'intervento è piuttosto semplice, tanto che viene spesso eseguito ambulatorialmente: il paziente viene steso su una poltroncina oppure su un letto operatorio; durante l'intervento, l'occhio viene semplicemente anestetizzato mediante l'instillazione di gocce anestetiche (es. lidocaina) o iniettando la sostanza nella regione peribulbare per desensibilizzare la zona (il paziente, pur rimanendo sveglio, durante l'operazione non avverte dolore).

In genere, la sostituzione del cristallino opacizzato viene eseguita secondo una metodica nota come "facoemulsificazione": il chirurgo utilizza una speciale sonda ad ultrasuoni in grado di frantumare il cristallino.

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Contemporaneamente, vengono aspirati i frammenti del cristallino opacizzato; la capsula del cristallino (membrana continua che lo avvolge), invece, non viene intaccata durante l'intervento poiché servirà da supporto per la nuova lente artificiale.
La ferita viene ricucita con pochissimi punti di sutura, rimossi dopo alcune settimane.

Cataratta: quanto dura un cristallino artificiale?

Il cristallino artificiale, o lente intraoculare, è la protesi in assoluto più usata nel corpo umano; consiste in un sottilissimo disco realizzato con materiali plastici trasparenti e biocompatibili, che viene impiantato nell'occhio, in sostituzione al cristallino opacizzato, cioè quando si sviluppa la cataratta.

Il cristallino artificiale è perfettamente tollerato, non provoca né rigetti, né infiammazioni. Inoltre, consente un'ottima performace visiva, senza obbligare i pazienti a portare enormi occhiali o fastidiose lenti a contatto, come accadevo tempo fa. Oggi, accanto al classico polimetilmetacrilato, sono utilizzati materiali acrilici e siliconici, che consentono di "piegare" il cristallino artificiale e di posizionarlo attraverso incisioni estremamente ridotte (meno di 3 millimetri). Le qualità generali di questi prodotti ne fanno praticamente una protesi inalterabile nell'arco di vita del paziente.

Intervento Cataratta: Rischi

L'intervento per la cataratta è generalmente sicuro e, quando eseguito correttamente da una mano esperta, non comporta gravi rischi. Tuttavia, la complicanza più temuta, legata a questo tipo d'intervento, è il distacco della retina.
In tabella sono elencate le possibili complicanze dopo l'operazione per la cura della cataratta, distinguendo i rischi nell'immediato post-intervento e le possibili complicanze nel lungo termine.

Rischi nell'immediato post-intervento (primi 10-15 giorni)

Rischi tardivi
  • Edema corneale
  • Endoftalmite (infezione post-operatoria che si manifesta con arrossamento degli occhi e perdita della vista)
  • Emorragia vitreale
  • Ipoema (accumulo ematico all'interno della camera anteriore dell'occhio a causa di una rottura dei vasi nel corpo ciliare o nell'iride)
  • Ipopion (accumulo di pus nella camera oculare anteriore)
  • Irite (infiammazione dell'iride)
  • Prolasso dell'iride
  • Rottura della capsula posteriore della lente
  • Uveite refrattaria
  • Cheratopatia bollosa (rara): edema corneale dovuto ad un trauma alla cornea
  • Distacco della retina
  • Glaucoma ad angolo aperto o chiuso
  • Ispessimento della capsula del cristallino (che provoca il progressivo deterioramento della visione, comunque correggibile con il laser)
  • Opacizzazione della capsula posteriore (evento che si manifesta nel 20% dei casi): in simili circostanze, la visione può essere ripristinata con un intervento laser
  • Uveite

Nonostante le numerose complicanze sopradescritte, è bene sottolineare che le moderne tecnologie chirurgiche e lo studio approfondito del disturbo e dell'anatomia dell'occhio riducono notevolmente i rischi connessi all'intervento.

Per approfondire Intervento di Cataratta: Come si Svolge?

Laser a femtosecondi per curare la Cataratta

L'ultima evoluzione della chirurgia della cataratta è il laser a femtosecondi. Rispetto all'intervento tradizionale, questa tecnica non prevede l'impiego del bisturi, quindi comporta un minor trauma per i tessuti oculari e garantisce una guarigione più rapida.

Il paziente viene posizionato sotto il tomografo a coerenza ottica (OCT), un sistema già in uso da anni in oftalmologia, che consente di guidare meglio i movimenti; quindi, il chirurgo programma l'operazione. Realizzata la calibrazione, il laser a femtosecondi emette impulsi a bassa energia e con massima precisione incide prima la cornea, poi l'involucro della cataratta. Durante la procedura, il paziente avverte una leggera pressione sull'occhio e può sentire un rumore ("bip") intermittente. Conclusa l'applicazione del laser, il chirurgo asporta il materiale già frammentato ed impianta il cristallino artificiale, terminando l'intervento.

Il laser a femtosecondi consente un'accuratezza non raggiungibili dalla mano umana. L'apertura circolare della capsula, ad esempio, risulta perfettamente rotonda e centrata; questo fattore risulta molto importante nella fase post-operatoria, poiché permette una migliore centratura del cristallino artificiale. Ne risulta un intervento più preciso di quanto ottenibile con i sistemi precedenti.

L'occhio operato con il laser, inoltre, presenta condizioni ideali per ricevere cristallini artificiali ad ottica complessa, adatti a correggere difetti visivi quali astigmatismo e presbiopia.

Al momento, l'applicazione del laser a femtosecondi affianca, ma non sostituisce, le tecniche chirurgiche standard. Gli elevati costi della strumentazione, infatti, non ne consentono ancora l'esecuzione routinaria.

Prevenzione

Cataratta: è possibile prevenirne l’insorgenza?

Per prevenire la formazione della cataratta è consigliabile sottoporsi a controlli oculistici regolari, che dovrebbero essere eseguiti con una certa frequenza man mano che l'età avanza.
Nonostante non sia ancora del tutto chiaro se esiste un'effettiva prevenzione per la cataratta, gli esperti consigliano di mettere in pratica alcune regole importantissime per tenere sotto controllo ogni possibile forma di anomalia oculare:

  1. Non fumare: alcuni studi hanno osservato che certe infezioni e malattie oculari (cataratta compresa) tendono a manifestarsi più frequentemente nei pazienti fumatori piuttosto che in quelli che non fumano. A detta di ciò, si comprende come smettere di fumare sia un'importante regola "protettiva" per l'incolumità del cristallino.
  2. Seguire uno stile di vita sano: si consiglia di osservare un regime dietetico regolare, ricco di frutta, verduracereali integrali, carboidratinon raffinati e alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi omega 3. Praticare esercizio fisico costante e seguire una dieta sana e bilanciata prevengono l'obesità, altro fattore di rischio per la formazione della cataratta.
  3. In presenza di diabete, si raccomanda di tenere sempre sotto ferreo controllo la glicemia: il diabete, infatti, rientra nella lunga lista dei fattori di rischio per la cataratta.
  4. Indossare sempre gli occhiali da sole prima di uscire, anche nei mesi invernali: questo atteggiamento protegge gli occhi dai pericolosissimi raggi UV del sole.
  5. Sembra che dormire almeno 7 ore per notte costituisca un buon comportamento da osservare per evitare la formazione della cataratta.

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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici