Candida Intestinale: Cos'è, Sintomi e Cura

Candida Intestinale: Cos'è, Sintomi e Cura
Ultima modifica 21.04.2021
INDICE
  1. Generalità
  2. Che cos'è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicanze
  5. Diagnosi
  6. Cure e Trattamenti
  7. Alimentazione

Generalità

La candida intestinale - o, più correttamente, candidosi intestinale - è un'infezione fungina che interessa il tratto enterico.

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In condizioni normali, la candida si comporta da saprofita e vive sulla mucosa intestinale senza causare problemi. Tuttavia, in determinate situazioni, essa può trasformarsi da saprofita a patogeno, replicandosi in maniera eccessiva e causando delle vere e proprie infezioni (candidosi).

Oltre alla candida intestinale, questo lievito può causare infezioni anche a livello del cavo orale (mughetto), a livello urogenitale (candidosi urogenitale), a livello di pelle e unghie (candidosi della pelle e delle unghie), a livello dell'apparato respiratorio (candidosi respiratoria) e a livello sistemico.

Fortunatamente, la candida intestinale non sembra essere un'affezione particolarmente diffusa; tuttavia, viste le sue possibili complicazioni, non deve essere in alcun modo sottovalutata.

Che cos'è

Che cos'è la Candida Intestinale?

La candida intestinale è un'infezione fungina, generalmente sostenuta dal lievito Candida albicans, che colpisce l'intestino provocando una sintomatologia molto fastidiosa e, talvolta, anche grave.

Benché nella maggior parte dei casi l'infezione sia causata dalla specie C. albicans, non è da escludere la possibilità che la candidosi intestinale venga provocata anche da altre specie appartenenti al genere Candida.

Dal momento che i suddetti lieviti fanno parte della flora batterica intestinale di moltissimi individui sani, la candida intestinale può colpire qualsiasi persona, sia di sesso femminile che di sesso maschile. Tuttavia, i pazienti con deficit del sistema immunitario e i pazienti sottoposti a determinate terapie farmacologiche sono maggiormente predisposti all'insorgenza del disturbo.

Curiosità

A differenza di altre forme di candidosi - come, ad esempio, la candidosi urogenitale - la candida intestinale generalmente non si può trasmettere da un individuo malato a uno sano.

Cause

Quali sono le Cause e i Fattori di Rischio della Candida Intestinale?

Come accennato, la candida intestinale è un'infezione fungina del tratto enterico. Tale infezione si sviluppa in seguito alla crescita eccessiva e incontrollata di Candida albicans o altre specie del genere Candida che normalmente colonizzano la mucosa intestinale.

In condizioni normali e in individui sani e immunocompetenti, la popolazione intestinale di Candida viene tenuta sotto controllo e non provoca problemi di alcun tipo. Tuttavia, in seguito a determinate situazioni, il lievito in questione può trasformarsi da commensale saprofita a patogeno, dando origine in questo modo alla candida intestinale. In particolare, questo si può manifestare nei seguenti casi:

  • Deficit immunitari causati da patologie, come, ad esempio, infezioni da HIV;
  • Indebolimento del sistema immunitario causato dall'assunzione di farmaci, quali, ad esempio, corticosteroidi, immunosoppressori, chemioterapici antitumorali;
  • Terapie antibiotiche protratte per lunghi periodi di tempo (i farmaci antibiotici alterano la normale flora batterica intestinale, favorendo lo sviluppo di sovrainfezioni come quelle fungine sostenuta da Candida spp.).

Inoltre, lo sviluppo della candida intestinale può essere favorito anche da:

Sintomi e Complicanze

Quali sono i Sintomi della Candida Intestinale?

La candida intestinale provoca sintomi localizzati soprattutto a livello gastroenterico, ma può anche causare una sintomatologia più generica.

Fra i sintomi tipici della candida intestinale, ricordiamo:

Oltre alla suddetta sintomatologia connessa al tratto digerente, la candida intestinale può anche provocare:

Quali Complicazioni può Causare la Candida Intestinale?

La candida intestinale può favorire lo sviluppo di coliti ed enteriti (rispettivamente, infiammazioni del colon e infiammazioni del primo tratto dell'intestino).

Diversi studi, inoltre, hanno evidenziato che la candida intestinale - in particolare, quando evolve in una forma cronica - può potenzialmente favorire la comparsa di intolleranze alimentari e allergie.

Curiosità

Alcuni studi hanno messo in evidenza una connessione fra la candida intestinale e diverse malattie dell'intestino, come la colite ulcerosa e altre patologie infiammatorie. Da tali studi è emerso che - quando i suddetti disturbi (candidosi intestinale e malattie infiammatorie del tratto enterico) si manifestano contemporaneamente - il trattamento della candida intestinale può indurre un miglioramento nella sintomatologia delle altre malattie intestinali che affliggono il paziente.

Diagnosi

Come si Diagnostica la Candida Intestinale?

La diagnosi di candida intestinale non sempre è semplice da effettuare. Difatti, se l'infezione è localizzata solo a livello del tratto enterico, la sua individuazione risulta alquanto difficile, poiché la sintomatologia da essa indotta potrebbe essere confusa con la sintomatologia provocata da altre malattie intestinali.

Per poter effettuare una diagnosi certa, sarebbe necessario eseguire, tramite colonscopia, una biopsia a livello intestinale allo scopo di identificare la presenza di Candida spp. Tuttavia, dal momento che si tratta di un esame piuttosto invasivo, se possibile, si cerca di evitare questo tipo di indagine.

In alternativa, è possibile effettuare una coprocoltura per valutare la presenza del lievito, anche se questo tipo di esame non ha una particolare valenza diagnostica dal momento che la presenza di Candida spp. nelle feci non sempre è patologica. Tuttavia, trattandosi di un esame semplice e non invasivo, esso viene spesso effettuato per confermare una diagnosi effettuata sulla base della sintomatologia riportata dal paziente.

Lo sapevi che…

La diagnosi di candida intestinale potrebbe rivelarsi più semplice se il lievito - oltre ad infettare l'intestino - provocasse infezioni anche in altre aree dell'apparato gastrointestinale, come, ad esempio, a livello dell'esofago.

Cure e Trattamenti

Come si Cura la Candida Intestinale?

Il trattamento della candida intestinale può variare da paziente a paziente in funzione di diversi fattori, come, ad esempio, la gravità dell'infezione, le condizioni del sistema immunitario del paziente e, più in generale, in base al suo stato di salute complessivo.

Ad ogni modo, il trattamento della candida intestinale prevede sostanzialmente il ricorso ad appositi farmaci antifungini. Fra i principi attivi maggiormente impiegati, ricordiamo:

  • Fluconazolo: il fluconazolo è un farmaco antifungino di tipo azolico, viene utilizzato come farmaco di prima linea nel trattamento della candida intestinale. Generalmente, negli individui sani che non soffrono di altre patologie oltre alla suddetta infezione, la dose raccomandata è di 100-200 mg al giorno da assumersi per via orale.
  • Itraconazolo: è un altro antimicotico azolico che può essere utilizzato contro la candida intestinale. Generalmente, viene somministrato per via orale alla dose di 100-200 mg una o due volte al dì, a seconda della gravità dell'infezione.
  • Voriconazolo: il voriconazolo è un altro antifungino di tipo azolico. Normalmente, non viene utilizzato come farmaco di prima linea in caso di candida intestinale. Difatti, il suo impiego è solitamente limitato ad infezioni gravi sostenute da Candida spp. resistenti al trattamento con fluconazolo.

Naturalmente, la scelta del principio attivo da utilizzare, la posologia e la durata del trattamento devono essere stabilite solo ed esclusivamente dal medico che valuterà, caso per caso, quale strategia terapeutica è meglio adottare per ciascun paziente.

Curiosità

Nel 2013, la FDA ha stabilito che - per il trattamento delle candidosi e delle infezioni fungine in generale - i medici non devono più prescrivere la somministrazione di ketoconazolo (antimicotico azolico) per via orale, a causa dei potenziali e pericolosi effetti collaterali che esso è in grado di indurre a livello epatico.

Anche nell'Unione Europea e in Italia, il ketoconazolo per via orale non viene più utilizzato nel trattamento delle infezioni fungine. Esso viene impiegato perlopiù per via topica, in forma di shampoo o creme, nel trattamento delle infezioni del cuoio capelluto sostenute da Malassezia furfur. Per via orale, invece, trova impiego esclusivamente nel trattamento della sindrome di Cushing.

In aggiunta ai suddetti farmaci antifungini - al fine di ripristinare il naturale equilibrio della flora intestinale - potrebbe essere utile ricorrere all'assunzione di adeguati fermenti lattici probiotici. Si tratta di prodotti liberamente acquistabili in farmacia e parafarmacia, tuttavia, prima di decidere di utilizzarli, è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico.

Alimentazione

Importanza della Dieta nella Candida Intestinale

Trattandosi di un'affezione che coinvolge parte dell'apparato digerente, l'alimentazione riveste un ruolo decisamente importante nei pazienti affetti da candida intestinale. Difatti, una dieta corretta può rappresentare un ottimo supporto alla terapia prescritta dal medico.

Più nel dettaglio, in caso di candida intestinale, sarebbe bene evitare alimenti che forniscono carboidrati raffinati, poiché la loro assunzione può favorire la crescita incontrollata del lievito in questione. A questo proposito, perciò, sarebbe bene evitare il consumo di saccarosio, pane, frutta, bevande zuccherate, ma anche di formaggi a pasta dura, cereali, alcolici, cibi affumicati e alcuni condimenti come l'aceto.

Fra gli alimenti da preferire in presenza di candida intestinale, invece, ritroviamo il pesce, la carne magra, l'olio di oliva, le verdure, l'aglio e lo yogurt. Ammesso anche il consumo di curcuma e, volendo, delle uova.

Ad ogni modo, per maggiori informazioni circa la dieta da seguire in caso di candida intestinale, è necessario rivolgersi al proprio medico.

Autore

Dott.ssa Ilaria Randi

Dott.ssa Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista