Ultima modifica 31.12.2015

Introduzione

È incredibile il dono che la Natura ha regalato ai cactus: sono piante in grado di sopravvivere anche quattro o cinque anni senza un goccio d'acqua, e il cactus, come ringraziamento, produce fiori bellissimi.
Il cactus, pianta grassa per eccellenza, appartiene alla famiglia delle Cactaceae, che comprende 150 generi ed oltre 3000 specie. La Natura ha permesso a queste piante di sopravvivere anche con quantità minime d'acqua, addirittura irrisorie, perché destinate a crescere in ambienti molto aridi e secchi: per questo motivo, i cactus riescono ad accumulare consistenti quantità di acqua nei tessuti; da qui nasce l'appellattivo di “piante succulente”.Cactus

Origine del nome

Per ciò che riguarda l'etimologia del termine, cactus deriva dal greco arcaico κάκτ&omicronkaktos e fa riferimento ad alcune specie di cardi (Cynara); è curioso ricordare come, intorno alla metà del '700, Carl von Linnè attribuì il termine cactus ad un genere che includeva pochissime piante. Si dovette aspettare qualche anno prima che il “genere” cactus fosse riconosciuto come una “famiglia”.

Caratteristiche

Per le loro tipiche strutture anatomiche e morfologiche, i cactus sono piante facilmente riconoscibili ed altrattanto distinguibili dalle piante “comuni”: le spine rappresentano un'evoluzione (o involuzione) delle foglie, e rappresentano l'impronta di riconoscimento delle piante grasse.
Il fusto del cactus si è evoluto fino a diventare succulento: appare di color verde poiché la funzione clorofilliana non è eseguita dalle foglie, ma dal fusto.
In genere, i fiori sono di grandi dimensioni, con molti petali e tinteggiati con colori vivaci, mentre il frutto ha una consistenza carnosa.
Particolare è la loro tipica fioritura notturna: questo succede perché molti animali o insetti che vivono di notte, come pipistrelli o grosse falene, impollinano i cactus dopo il tramonto.
Per quanto riguarda le dimensioni, i cactus possono essere molto massicci e raggiungere anche altezze di venti metri, o molto piccoli (come la Blossfeldia liliputana, che in piena maturazione sfiora il centimetro di diametro), ma non è tutto. Infatti, molti cactus assumono delle bizzarre forme geometriche: possono essere globose, colonnarie o piatte, si dispongono in gruppi o restano singoli.
I cactus sono spesso dotati di gemme arricchite di lanugine (una sorta di peli) che sviluppano in spine.

Usi

Per la loro particolare struttura e forma, i cactus sono utilizzati soprattutto come piante ornamentali; non mancano, tuttavia, anche casi in cui i cactus sono destinati a divenire piante da raccolto.
È curioso come gli spinaci, il rabarbaro, il grano saraceno, i garofani e l'amaranto appartengano allo stesso ordine (Caryophyllales) dei cactus.
Queste piante grasse sono originarie di deserti e di foreste tropicali dal clima difficile: nonostante questo, l'uomo, attirato dalla bellezza e dalla particolarità dei cactus, le ha introdotte anche in Europa, in Australia, in Asia e in Africa, costringendole a naturalizzarsi e adattarsi a condizioni climatiche decisamente diverse dal loro habitat naturale.
L'Opuntia Ficus Indica (appartenente al genere di Opuntia), meglio nota come fico d'India, rappresenta la capostipite del cactus, ed è maggiormente diffusa in Italia,: il frutto è commestibile, di conseguenza è utilizzata a scopo alimentare soprattutto in Sicilia.
In Argentina, alcuni cactus sono utilizzati per la costruzione di recinzioni; nelle Ande, invece, i cactus sono utilizzati per produrre legno leggero per mobili.
Particolare è l'utilizzo di alcune piante di cactus (Lophophora williamsii) in alcuni rituali, viste le proprietà allucinogene: l'utilizzo di cactus allucinogeni è vietato dalla Legge.


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