Cactus: proprietà del Cactus

Ultima modifica 02.11.2017

Cactus nella storia

Già gli Aztechi sfruttavano il cactus per le sue proprietà psicoattive ed allucinogene, nonostante alcune di queste non siano ancora state identificate con certezza.
La Chiesa cattolica attribuì l'accezione “dono del demonio” alle piante come il cactus, per dare un'idea dei poteri che potrebbero derivare da piante simili.

Proprietà allucinogene

Proprietà del CactusPiù in particolare, queste proprietà allucinogene sono attribuite a Trichocereus pachanoi, al Peyote, al Cactus di San Pedro,  e ad altre piante grasse del genere Carnegiea e Coryphantha.

Sono circa 40 i cactus appartenenti al genere Trichocereus: vantano proprietà psicoattive per la presenza di mescalina, alcaloide  noto più precisamente come fenetilammina: nonostante i meccanismi d'azione che provocano l'effetto allucinogeno della mescalina non siano ancora del tutto chiari, sembra che questa sostanza esplichi la propria azione stimolando alcuni recettori del sistema nervoso centrale, i quali hanno la capacità di provocare effetti comportamentali e stupefacenti: la mescalina, infatti, potrebbe agire come agonista dei recettori serotoninergici e dopaminergici.

Sintomi post-assunzione

Le alterazioni provocate hanno conseguenze nel campo cognitivo e percettivo: subito dopo un'assunzione per os di 350 mg di questa sostanza ricavata dal cactus, si possono verificare effetti come nausea, vomito, diarrea, palpitazioni, tachicardia, ipertensione, ansia e visione offuscata. Dopo un'ora dalla somministrazione, si altera la percezione tattile e psicomotoria, accompagnata da visioni (bagliori, percezione di forme ondulate), flashback, brividi, tremori e debolezza.

Peyote

Il  Peyote (detto anche Cactus button) è un piccolo cactus messicano  che per millenni fu il protagonista di riti magici e religiosi, sfruttato anche a fini terapeutici;  era utilizzato per svariate finalità come, per esempio, comunicare con la natura e con gli dei, per invocare la pioggia, per la localizzazione degli animali da caccia, per dipingere, per benedire. Ovviamente, queste tradizioni non hanno un fondamento scientifico, ma le proprietà allucinogene sono state per molto tempo oggetto di studio da parte dei ricercatori.

La prima testimonianza delle proprietà allucinanti del cactus Peyote deriva dal Codex Florentinus, del frate francescano Bernardino di Sahagún, che descrive la pianta con le seguenti parole: «C'è un'altra erba... chiamata peiot... si trova nel nord. Coloro che la mangiano o la bevono hanno visioni sia spaventose ed esilaranti; questa ebbrezza dura due o tre giorni e poi scompare. È una specie di prelibatezza […] dicono che protegge da ogni pericolo».

Altre proprietà

È bene mettere in evidenza che le piante grasse non presentano solamente proprietà stupefacenti. Un esempio è il Cactus grandiflorus, ricordato per le sue proprietà cardiache, stimolanti e diuretiche, esplicate da un mix di principi attivi noti come cactina e ordenina.
La cactina è utilizzata nel trattamento dell'insufficienza cardiaca derivata da un eccesso di caffeina o tabacco o causata da disturbi nervosi; l'ordenina è un tonico cardiaco e ha capacità ipotensive. Inoltre, è utilizzata anche nel trattamento della diarrea.
L'uso di questi principi attivi è accolto anche dall'omeopatia: si usa la tintura madre di sommità fiorite e dei rami come coadiuvante per dismenorree e disturbi a livelo vescicale.