Artrite Settica: Sintomi, Diagnosi, Cure

Ultima modifica 18.07.2019

Artrite settica: introduzione

Come analizzato nella precedente trattazione, l'artrite settica è un'infezione dolorosa a carico delle articolazioni, la cui causa risiede, più spesso, in insulti batterici e, più raramente, in attacchi virali e fungini. L'artrite settica origina una sintomatologia estremamente dolorosa, associata ad arrossamento, gonfiore e sensazione di bruciore; dopo aver analizzato più dettagliatamente i sintomi che caratterizzano l'artrite settica, analizzeremo le strategie diagnostiche e le terapie disponibili per la cura della malattia.


Artrite settica

Sintomi

Normalmente, l'artrite settica non passa inosservata, dato che esordisce spesso con una sintomatologia dolorosa a livello dell'articolazione coinvolta. Oltre all'onnipresente dolore articolare, che tende ad accentuarsi con il movimento, il paziente lamenta spesso febbre alta (anche 40°C), gonfiore articolare, sinovite acuta, vasculite e una particolare sensazione bruciante a livello della sede coinvolta. Nei bambini in particolare, l'artrite settica può provocare anche alterazione dell'umore (irritabilità), malessere generale, inappetenza e tachicardia.
Alcuni pazienti sviluppano artrite settica a livello di articolazioni come la sterno-clavicolare, l'acromion-claveare (clavicola e scapola) e la sterno-costale: in questi casi, il dolore può diffondere e coinvolgere anche il torace. Quando l'artrite settica colpisce l'area sacro-iliaca, è molto probabile che il paziente percepisca dolore acuto ai glutei, ai fianchi o a carico della parte anteriore della coscia.
L'artrite settica infantile tende a manifestarsi, più spesso, a livello delle anche, mente nell'adulto le articolazioni di gambe e braccia (dunque anche ginocchio, gomito, polso e caviglia) sono le più colpite; anche testa, collo ed altre articolazioni possono esserne influenzati.
Quando l'infezione non viene bloccata e debellata per tempo, i danni potrebbero anche essere permanenti (impotenza funzionale) e, in alcuni casi, talmente gravi da indurre la morte del paziente che ne è affetto.

Diagnosi

Per accertare la diagnosi di un caso clinico di artrite settica, si deve osservare la presenza di pus nell'articolazione e la rapida distruzione della cartilagine.


Un paziente già in cura per l'artrite, che assume dunque farmaci specifici, può non percepire il tipico dolore che accompagna l'artrite settica: i medicinali, infatti, mascherano i sintomi allarmanti che l'artrite settica normalmente invia.

Gli esami diagnostici maggiormente utilizzati prevedono l'aspirazione del liquido articolare per la conta delle cellule (analisi di un campione di liquido sinoviale prelevato con un ago direttamente all'interno dell'articolazione), la colorazione di Gram, gli esami del sangue, l'emocoltura e la radiografia (test di imaging).
Esaminando in laboratorio tessuti necrotici prelevati da un paziente affetto da artrite settica, è possibile osservare alcuni interessati risconti:

Tra le indagini molecolari, non va dimenticato il PCR (Polymerase Chain Reaction), indispensabile per accertare la presenza del DNA batterico nel liquido sinoviale e nel tessuto articolare: questa tecnica diagnostica è utile per identificare i patogeni difficili da coltivare.
Dall'esame radiologico, invece, non si ottengono molte informazioni, dato che solamente l'aumento volumetrico dei tessuti molli para-articolari e l'opacità degli stessi possono essere eventualmente osservati.
Attraverso l'esame di TC (computed tomography) ed RM (risonanza magnetica) è possibile ottenere una valutazione morfologica maggiormente accurata della patologia: la TC, infatti, definisce meglio le articolazioni complesse, rivelandosi un test utilissimo che funge da guida per l'agoaspirazione. Il test di RM, essendo assai sensibile, permette di ottenere una diagnosi veloce ed è molto più specifico rispetto la radiologia convenzionale.
Nell'evenienza in cui non fosse possibile isolare alcun patogeno, si raccomanda di valutare la quantità di neutrofili nel liquido sinoviale: quando la conta di queste cellule è superiore a 20.000-30.000 unità/mm3, la diagnosi di artrite settica è assai probabile.


Dati utili per accertare l'artrite settica a partire da un campione di liquido sinoviale: esame chimico-fisico

Aspetto → opaco
Colore → giallo-verdastro
Globuli bianchi → > 100.000 unità per mm3
Glucosio → friabile
Mucina → positiva (80%)
Neutrofili → >75%
Viscosità → variabile
Volume → > 3,5

Prognosi

Il decorso dell'infezione è pesantemente condizionato da numerosi fattori:

  1. Virulenza del patogeno
  2. Precocità d'inizio terapia
  3. Risposta dell'ospite
  4. Efficienza del sistema immunitario dell'ospite
  5. Età del paziente
  6. Localizzazione del patogeno (numero delle articolazioni colpite)

Si ritiene che il 5-10% delle artriti asettiche da cocchi gram negativi e da S. aureusdia prognosi infausta, nonostante un'adeguata e pronta terapia; l'artrite settica è altamente invalidante (lascia lesioni permanenti) nel 25-50% dei casi.

Cure

Anche solo in caso di sospetto di artrite settica, si raccomanda di procedere quanto prima con un trattamento aggressivo in ambiente ospedaliero, al fine di sottoporre il paziente ad accertamenti rapidi per iniziare immediatamente il trattamento. Durante la terapia, anche se non è sempre necessaria l'immobilizzazione dell'arto, si raccomanda di evitare il carico di peso.
La terapia farmacologica è subordinata al tipo di agente eziopatologico coinvolto, identificato solo dopo la coltura del liquido sinoviale aspirato o l'emocoltura.
In genere, la terapia consiste nella somministrazione di antibiotici (in caso di artrite settica batterica) da assumere per via endovenosa per tre settimane; dopo questo primo trattamento, si consiglia di procedere con una terapia orale, per altre 2 settimane.
Oltre alla terapia antibiotica, il paziente affetto da artrite settica viene generalmente sottoposto anche al drenaggio dell'articolazione, spesso effettuato con agospirato; il drenaggio può anche essere chirurgico ma, in tal caso, si preferisce sottoporre a quest'operazione solo i pazienti che presentano un evidente coinvolgimento delle articolazioni assiali (come spalla, anca e articolazione sterno-clavicolare) e in caso di mancata risposta ad una terapia antibiotica. Il drenaggio conferisce al paziente un sollievo immediato e diminuisce la pressione articolare.
Ricordiamo che la terapia tempestiva per la cura dell'artrite settica può spesso prevenire l'insorgere di danni irreversibili.



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