Ultima modifica 12.02.2020

In base alle statistiche FAO, tra gli otto alimenti considerati più allergici, il primato spetta sicuramente al latte, seguito poi da soia, uova, pesce, arachidi /noci, molluschi, grano e frutta (banana, kiwi, mela, fragola, melone).

Allergia al latte: cause

L'allergia al latte vaccino è molto diffusa, soprattutto tra i bambini: l'organismo manifesta allergia dopo aver assunto il latte, perché le proteine in esso presenti vengono considerate estranee dal giovane organismo, quindi potenzialmente pericolose per la salute e meritevoli di un attacco immunitario.
Allergia al latteNonostante tutte le proteine del latte possano considerarsi possibili allergeni, le caseine ed alcune proteine del siero (in particolare la β-lattoglobulina, la sieroalbumina e le immunoglobuline) sono ritenute responsabili della sensibilizzazione. Le caseine, che rappresentano circa l'80% delle proteine del latte, resistono al trattamento termico cui è sottoposto: di conseguenza, non sono denaturate e riescono a mantenere la capacità di legare anticorpi precisi.
Per un neonato, una dieta a base di latte è fondamentale: se quello materno non è disponibile ed è presente allergia al latte vaccino, è comprensibile l'esigenza di trovare una corretta alternativa al latte di mucca, assolutamente necessaria per garantire la salute del bambino.

Alternative al latte vaccino

Vedi anche: latti terapeutici o "speciali"


Il mercato offre una vasta gamma di formulazioni a base di latte, che possono essere una valida alternativa al latte vaccino: purtroppo, però, non sempre è immediato identificare l'alternativa più corretta, considerando che si tratta di “piccoli pazienti”.


Le possibili soluzioni possono essere riassunte in:

  • Latti trattati termicamente
  • Idrolisi parziale delle proteine del latte vaccino
  • Latti diversi dal latte vaccino
  • Latti vegetali
  • Altre formulazioni

Si cercherà ora di far luce su queste possibili alternative al latte di vacca.

Latti trattati termicamente

Con la sterilizzazione al calore (cioè la cottura del latte alla temperatura di 120°C per un tempo pari a 20-30 minuti) si ottiene una parziale denaturazione delle proteine del latte: i risultati, però, non sono entusiasmanti, perché caseine e sieroproteine, in questo processo, perdono molte vitamine e zuccheri, nonostante la perdita, seppur lieve, del loro potere allergizzante. Per tali ragioni, questo processo è tendenzialmente poco adatto per la produzione di un valido sostituto al latte vaccino.

Idrolisi parziale delle proteine del latte vaccino

Per capire il trattamento che sta alla base di questo prodotto, si deve fare un piccolo passo indietro e spiegare cosa si intende per “antigene alimentare”: tutte le proteine con alto peso molecolare (5.000-10.000 Dalton) sono potenziali antigeni alimentari. Tutte le altre proteine con un peso molecolare inferiore a 5.000 Dalton, non possono essere considerate allergeni, perché la loro catena peptidica è troppo corta. Quindi è ora comprensibile l'importanza delle formule a base di latte con proteine idrolizzate: l'obiettivo è quello di “rompere” le proteine in piccoli frammenti a basso peso molecolare, in modo da rendere più digeribile il latte. Per idrolizzare le proteine, si possono utilizzare:

  • enzimi proteolitici
  • Ultrafiltrazione, che trattiene i frammenti ad alto peso molecolare
  • idrolisi enzimatica spinta: la soluzione migliore poiché riduce le proteine a frammenti di 1500 Dalton.

Latti diversi dal latte vaccino

Si possono utilizzare latti diversi da quello di mucca, come il latte di capra e pecora: spesso, però, questi latti presentano sequenze amminoacidiche simili al latte vaccino (cross-reattività). Di conseguenza, chi è allergico al latte vaccino, lo è anche al latte di capra e pecora.
Il latte d'asina è molto simile al latte materno: l'unico inconveniente è che la sua reperibilità è molto difficile ed il suo costo molto elevato.

Latti vegetali

Nel mondo dei vegetali, i legumi presentano proteine ad altissimo valore nutrizionale: proprio per questo motivo molte aziende mettono in commercio dei latti vegetali. Tra tutti, si ricorda il latte di soia: il problema è che la soia, come il latte vaccino, può creare sensibilizzazioni, quindi intolleranze o allergie.
Recentemente, anche il latte di riso è stato messo in commercio come possibile alternativa al latte di vacca: è facilmente reperibile e poco allergenico.

Altre formulazioni

Il latte elementare o semielementare rappresenta “l'ultima spiaggia”, da dare al bambino solo nel caso sia allergico a tutti i latti precedentemente descritti. È un latte alimentare, costituito sia da proteine vegetali (soia) che da proteine animali (un tempo si utilizzava il collagene), unite a sali minerali, vitamine e glucidi.