Ultima modifica 29.05.2019

Afasia: definizione

L'afasia designa un quadro sintomatologico assai complesso ed eterogeneo, tanto da rendere difficoltosa, talvolta,  la distinzione tra una forma e l'altra. Come analizzato negli articoli precedenti, l'afasia identifica un'alterazione del linguaggio sul piano sia della comprensione della parola, sia dell'elaborazione dei vocaboli. AfasiaAl fine di aiutare il paziente a superare il disturbo, o comunque ad alleggerirne i sintomi migliorando la qualità di vita dello stesso, la diagnosi dev'essere precisa e scrupolosa.
I disturbi afasici assumono connotazioni diverse in funzione della gravità della patologia. In alcuni soggetti affetti da afasia, le parole pronunciate non sono comprensibili, perché storpiate o addirittura inventate (neologismi indecifrabili); in altri pazienti, le parole risultano difficili non solo da pronunciare, ma anche da elaborare. Ancora, altri afasici non sono in grado di riunire più vocaboli, nonostante questi siano pronunciati in modo grammaticalmente corretto [http://www.aitafederazione.it/] .

Punti chiave per la diagnosi

Al fine di redigere una corretta diagnosi, è innanzitutto doveroso distinguere un'ipotetica afasia da una possibile disartria: se nell'afasia i pazienti non sono in grado di enunciare vocaboli e/o di comprenderli, nella disartria i malati presentano difficoltà nella sola articolazione delle parole.
Dopo aver accertato che si tratta di un'afasia, è dovere dello specialista individuare la tipologia esatta della malattia; a rigor di ciò, devono essere considerati alcuni parametri, di seguito riassunti:

  • Capacità di comprensione delle parole;
  • Grado di fluidità del linguaggio;
  • Facoltà di nominare/identificare gli oggetti;
  • Competenza di ripetere alcune parole;
  • Capacità di riconoscimento di vocaboli sillabati lentamente;
  • Abilità e modalità di scrittura;
  • Ricerca di eventuali neologismi
  • Capacità di ripetere/imitare suoni.

Test di Aachen per l'afasia

Allo scopo di accertare la malattia e di identificare con esattezza il tipo di afasia, la diagnosi differenziale prevede il test di Aachen. L'obiettivo di questa indagine diagnostica è catalogare e classificare i pazienti affetti all'interno di una sindrome standard e precisa; inoltre, il test di Aachen è utile per la valutazione della gravità dell'afasia ed, eventualmente, del grado di degenerazione della stessa. Il test permette di riconoscere innanzitutto le sindromi afasiche standard più note: Broca, Werniche, globale, amnestica, trans corticale e di conduzione (le suddette afasie sono state analizzate nell'articolo riguardante la classificazione dei disturbi del linguaggio).
Il test prevede, principalmente, prove di valutazione del linguaggio spontaneo, di ripetizione dei vocaboli, di denominazione di oggetti o colori, di ripetizione di parole, di comprensione orale/scritta di parole o frasi, e valutazioni di scrittura nonché di linguaggio scritto.
Il test di Aachen risulta molto vantaggioso, poiché di applicazione piuttosto semplice e di valutazione standard e/o obiettiva del disturbo; sfortunatamente, questo test diagnostico necessita di un tempo abbastanza lungo per la trascrizione, la correzione e la valutazione dei dati.

Test di Token per l'afasia

Il test di Token, più noto come test dei gettoni, dà un'idea della capacità di comprensione del linguaggio orale: il paziente afasico si trova di fronte 36 gettoni, distinti per colore, forma e grandezza. In base alle indicazioni fornite dallo specialista (es. toccare i bottoni gialli di forma rotonda) ed al modo in cui risponde il paziente, si possono evidenziare i vari livelli di gravità del disturbo, discriminando i pazienti afasici da quelli sani (o comunque non afasici). Questo test diagnostico non fornisce informazioni sulla forma di afasia fluente e non fluente, ma solamente sul grado di alterazione del linguaggio.

Altri esami diagnostici

Per verificare e confermare l'ipotesi di afasia, lo specialista può consigliare al paziente altri test diagnostici:

  1. Test di fluenza: valuta le capacità di ricerca rapida dei vocaboli, focalizzando l'attenzione sul lessico del paziente.
  2. Test sul linguaggio: valutazione della produzione di parole, della denominazione (scritta ed orale), e di comprensione. Utile per la diagnosi differenziale, poiché inquadra il paziente in una precisa sindrome afasica.
  3. Valutazione del quoziente corticale, uno strumento classificatorio molto utile al fine di valutare sia la tipologia di afasia, sia il grado di severità della stessa.
  4. Test di Benton: comprende prove di linguaggio spontaneo, ripetizione di cifre, comprensione, associazione di vocaboli e scrittura.

In conclusione, in tutti i test diagnostici per l'afasia devono essere considerati alcuni parametri fondamentali: comprensione, ripetizione, produzione, lettura, scrittura e denominazione. In funzione dei risultati ottenuti, il medico dev'essere in grado di profilare il paziente in un preciso quadro diagnostico, al fine di indirizzarlo verso la terapia più adatta.



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