Aborto Volontario - Interruzione Volontaria di Gravidanza: cosa c'è da sapere?

Aborto Volontario - Interruzione Volontaria di Gravidanza: cosa c'è da sapere?
Ultima modifica 27.06.2022
INDICE
  1. Introduzione
  2. Come si richiede l'Aborto Volontario?
  3. Dove si fa?
  4. Come si fa l'Aborto Volontario?
  5. Effetti collaterali e complicazioni
  6. Risvolti psicologici
  7. Effetti sulla fertilità

Introduzione

Che cos'è l'Aborto volontario o Interruzione Volontaria di Gravidanza?

L'aborto volontario - o interruzione volontaria di gravidanza (IVG) - è la procedura che viene messa in atto per porre fine a una gravidanza in corso, adeguatamente accertata da esami di laboratorio.

Aborto volontario Shutterstock

L'aborto volontario è regolamentato in Italia dalla legge 194/1978 che ne definisce modalità e limiti di applicazione.

L'interruzione volontaria della gestazione può essere richiesta dalla donna entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, motivi economici, sociali o familiari.

Dopo i 90 giorni previsti dalla succitata legge, l'aborto volontario può essere fatto solo nel caso in cui vi sia la presenza di reali e gravi rischi per la salute psicofisica o per la vita della stessa donna. In questi casi, si parla più precisamente di aborto terapeutico.

Come si richiede l'Aborto Volontario?

La richiesta per l'interruzione volontaria della gravidanza deve essere fatta dalla donna.

La donna che intende ricorrere all'aborto volontario dovrà rivolgersi quindi a un consultorio pubblico, oppure a una struttura sociosanitaria abilitata a questo tipo di interventi o a un medico di sua fiducia.

In quest'ambito verranno:

  • Effettuati tutti gli accertamenti sanitari;
  • Valutate le circostanze e le cause che spingono alla scelta di ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza.

Se vengono individuate condizioni tali per cui l'aborto risulta essere urgente, alla donne verrà rilasciato immediatamente un certificato che attesti tale urgenza con il quale potrà presentarsi in una delle sedi autorizzate ad eseguire questo tipo di procedura.

Se, invece, non vengono rilevate condizioni che determinano un'urgenza, al termine dell'incontro verrà rilasciato alla donna la copia di un documento, che dovrà anch'essa firmare, attestante lo stato di gravidanza in atto e la richiesta per la sua interruzione volontaria. La donna verrà quindi invitata ad attendere e riflettere per sette giorni prima di rivolgersi alla struttura per effettuare l'intervento.

Aborto Volontario in donne minorenni: come funziona?

L'aborto volontario può essere richiesto anche dalle donne minorenni con età inferiore ai 18 anni, previo consenso dei genitori. Qualora i genitori non diano il consenso o qualora la minore non desideri interpellarli, potrà rivolgersi al giudice tutelare tramite il consultorio, la struttura sociosanitaria o il medico di fiducia cui si è rivolta per ottenere l'autorizzazione all'interruzione volontaria di gravidanza.

Aborto Volontario in donne straniere

In Italia le donne straniere possono ottenere l'interruzione volontaria di gravidanza anche se sprovviste del permesso di soggiorno.

Modalità di accesso alle strutture

La modalità di accesso alle strutture che offrono l'intervento per l'interruzione volontaria di gravidanza, così come le analisi che è necessario eseguire prima di sottoporvisi possono variare da una Regione all'altra. Talvolta, anche all'interno della stessa Regione possono esserci procedure diverse nei diversi ospedali e strutture del territorio.

Dove si fa?

Dove viene eseguita l'Interruzione Volontaria di Gravidanza?

L'interruzione volontaria di gravidanza viene effettuata in ospedale, oppure in case di cura convenzionate. Va precisato, tuttavia, che non tutte le strutture offrono questo tipo di intervento e che, anche all'interno di quelle che lo offrono, è possibile la presenza di personale sanitario che si dichiara obiettore e che non esegua l'intervento.

Nonostante ciò, è bene precisare che la legge afferma che anche se obiettore, il medico e il personale sanitario in generale non può rifiutarsi di offrire assistenza sanitaria alla donna sia prima che dopo la procedura.

Come si fa l'Aborto Volontario?

Sono principalmente due le modalità con cui è possibile effettuare l'interruzione volontaria di gravidanza: l'aborto farmacologico o medico e l'aborto chirurgico. Una menzione a parte va fatta per quel che concerne l'aborto terapeutico, procedura che può essere fatta anche oltre i 90 giorni di gestazione nei casi in cui sussistano gravi rischi e pericoli per la salute della donna.

Di seguito verranno brevemente elencate le principali caratteristiche dei diversi tipo d'interventi.

Aborto volontario farmacologico

Nell'aborto farmacologico, l'interruzione volontaria di gravidanza viene fatta somministrando uno specifico farmaco abortivo (pillola abortiva) cui segue la somministrazione di un analogo di una prostaglandina al fine di indurre le contrazioni uterine per favorire l'espulsione dell'embrione.

Se l'aborto farmacologico viene fatto dopo i 90 giorni (aborto terapeutico), gli analoghi delle prostaglandine vengono somministrati per via vaginale, con o senza la preventiva somministrazione della pillola abortiva.

Per approfondire: Aborto Farmacologico: cos'è, come si fa, sicurezza

Aborto volontario chirurgico

L'aborto chirurgico consiste nello svuotamento strumentale dell'utero e può essere fatto attraverso due modalità:

  • Isterosuzione che, talvolta, può essere seguita dal raschiamento;
  • Solo raschiamento (procedura effettuata più raramente).

L'isterosuzione consiste nell'aspirazione del contenuto dell'utero attraverso un'apposita cannula preceduta dalla dilatazione della cervice effettuata per mezzo di appositi strumenti o attraverso la somministrazione di farmaci.

Il raschiamento, invece, prevede l'utilizzo di uno strumento specifico - definito curetta - con il quale si svuota il contenuto uterino.

Per approfondire: Aborto Chirurgico: quando si fa e come funziona

Aborto terapeutico

Come accennato, l'aborto terapeutico è una tipologia di aborto che può essere effettuata anche dopo i 90 giorni di gestazione per motivi medici, al fine di preservare la salute psicofisica materna o allo scopo di evitare lo sviluppo di un feto affetto da gravi patologie o malformazioni.

L'aborto terapeutico può essere di tipo farmacologico oppure chirurgico.

Per approfondire: Aborto Terapeutico: cos'è, quando si pratica, rischi

Quanto dura l'intervento per l'Interruzione di Gravidanza?

L'aborto farmacologico prevede dapprima la somministrazione della pillola abortiva a livello ambulatoriale, dopo la quale la paziente può tornare presso il proprio domicilio. Trascorso un intervallo di 36-48 ore verranno somministrati gli analoghi delle prostaglandine per indurre le contrazioni uterine e da questo momento in poi è necessario fornire alla donna l'assistenza sanitari necessaria. Il tempo richiesto in questo caso può essere variabile; nella fase d'incontro con il medico precedente l'interruzione volontaria di gravidanza verranno discussi anche questi aspetti.

L'aborto chirurgico, generalmente, ha una durata di circa 10-15 minuti.

Nella maggior parte degli ospedali e delle strutture autorizzate, l'aborto volontario effettuato entro i primi 90 giorni di gestazione viene fatto in regime di day hospital: la donna viene quindi ricoverata, sottoposta alla procedura e infine dimessa il giorno stesso.

Naturalmente, il tutto dipende dal tipo di sedazione o anestesia che è stata effettuata (solitamente, è possibile scegliere, in accordo con il medico, fra anestesia generale, anestesia locale o sedazione profonda), dal tipo e dalla buona riuscita dell'intervento (insorgenza di eventuali complicazioni). In alcuni casi potrebbero essere necessari più giorni di ricovero.

Cosa succede dopo un Aborto Volontario e quando rivolgersi al medico?

Dopo essere stata dimessa la donna può tornare presso il proprio domicilio. Il personale sanitario, prima della dimissione, indicherà quali comportamenti tenere (riposo, limitazione di alcune attività, ecc.) ed eventuali terapie da seguire.

Il medico o i soccorsi sanitari vanno subito chiamati se:

  • Si assiste ad un sanguinamento prolungato e/o molto abbondante (ad esempio, se sono necessari più di 2 assorbenti l'ora
    per 2 ore);
  • Compaiono perdite vaginali di cattivo odore;
  • Si percepiscono forti dolori addominali e/o alla schiena;
  • Si manifesta febbre, a maggior ragione se alta.

Ad ogni modo, qualora compaiano sintomi, è sempre opportuno contattare il medico o il ginecologo.

Effetti collaterali e complicazioni

Fra i possibili effetti collaterali che potrebbero manifestarsi in seguito ad un'interruzione volontaria di gravidanza ricordiamo:

Potrebbero altresì manifestarsi nausea e vomito dopo un aborto volontario farmacologico o a causa dell'anestesia generale in caso di aborto chirurgico.

Fra le possibili complicanze, invece, ritroviamo:

  • Infezioni uterine (fino a 1 ogni 10 aborti);
  • Rimozione incompleta del tessuto gravidico(fino a 1 ogni 20 aborti);
  • Sanguinamento eccessivo (fino a 1 ogni 1000 aborti);
  • Danni alla cervice uterina (fino a 1 ogni 100 aborti chirurgici);
  • Danni all'utero (in 1 ogni 250-1000 aborti chirurgici e in meno di 1 ogni 1000 aborti farmacologici).

Ad ogni modo, prima di procedere con l'interruzione volontaria di gravidanza, il medico illustrerà alla paziente non solo come si esegue l'intervento, ma anche tutti i possibili rischi, i possibili effetti collaterali e le eventuali complicanze cui potrebbe andare incontro.

Risvolti psicologici

Come ci si sente dopo un Aborto Volontario?

Un'interruzione di gravidanza, seppur volontaria, può avere un certo impatto sulla vita della donna e sulla sua sfera psicologica e sociale. Difatti, è possibile che la decisione di ricorrere all'aborto possa avere conseguenze psicologiche, esponendo la donna alla sperimentazione di sentimenti contrastanti e alterazioni dell'umore. Allo stesso tempo, non è raro che si vada incontro anche a crisi di coppia o a conflitti famigliari, rendendo la situazione ancor più difficile.

Come superare un Aborto Volontario?

Alla luce di quanto appena detto, appare chiaro come non sia importante solo il supporto medico e sanitario fornito prima, durante e dopo l'interruzione di gravidanza, ma quanto lo sia anche il supporto psicologico alla donna. Supporto che dovrebbe provenire sia dal personale sanitario che da parte della famiglia, del partner o comunque degli affetti della paziente.

In questo senso, può essere utile rivolgersi a specialisti per ottenere un supporto psicologico che aiuti la donna ad affrontare la situazione, in modo da scongiurare il peggioramento delle condizioni psicologiche che potrebbero, se non trattate adeguatamente, sfociare in veri e propri disturbi psichiatrici che inficerebbero notevolmente sulla qualità della vita della paziente.

Effetti sulla fertilità

Si possono avere figli dopo un Aborto Volontario?

In linea generale, l'esecuzione di un aborto volontario non dovrebbe pregiudicare la possibilità di avere figli in futuro, quindi, non dovrebbe avere effetti sulla fertilità. Anzi, poiché è possibile rimanere in gravidanza anche subito dopo l'aborto, è opportuno - non appena riprenderanno i rapporti sessuali (a questo proposito, chiedere consiglio al medico sulle eventuali tempistiche) - adottare adeguati metodi contraccettivi.

Tuttavia, si segnala che alcuni autori suggeriscono una possibile connessione fra l'aborto e alcuni problemi riscontrati in un'eventuale successiva gravidanza, quali ad esempio sanguinamento durante la gestazione, problemi connessi alla placenta, parto prematuro. Gli eventuali problemi riscontrabili sembrano essere connessi anche alla tipologia e al numero di aborti volontari effettuati.

Ad ogni modo, se si desidera una gravidanza dopo aver effettuato un'interruzione volontaria di gravidanza, è bene parlarne con il proprio medico o il proprio ginecologo. Queste figure sanitarie sapranno fornire tutte le indicazioni del caso.

Autore

Ilaria Randi

Ilaria Randi

Chimica e Tecnologa Farmaceutica
Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, ha sostenuto e superato l’Esame di Stato per l’Abilitazione alla Professione di Farmacista