
Che cos'è l'Aborto Chirurgico?
L'aborto chirurgico consiste nell'interruzione di una gravidanza in corso effettuata attraverso metodi chirurgici.
Lo svuotamento strumentale dell'utero per l'interruzione di gravidanza può essere fatto sfruttando due metodiche: l'aspirazione o isterosuzione (eventualmente seguita da raschiamento se necessario) o il solo raschiamento (metodica utilizzata molto più di rado).
Come si richiede l'Aborto Chirurgico?
Tutto ciò che concerne l'interruzione di gravidanza è regolamentato nel nostro Paese dalla legge 194/1978 che definisce modalità e limiti di applicazione delle procedure che portano all'aborto.
L'interruzione di gravidanza può essere richiesta dalla donna entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, motivi economici, sociali o familiari. In questi casi si parla di aborto volontario.
Per approfondire: Interruzione Volontaria di Gravidanza: cosa c'è da sapere?Oltre i 90 giorni, invece, l'interruzione di gravidanza può avvenire solo al fine di preservare la salute della madre o di evitare lo sviluppo di un feto affetto da gravi patologie o malformazioni. In quest'ultimo caso si parla più propriamente di aborto terapeutico.
Per approfondire: Aborto Terapeutico: cos'è, quando si pratica, rischiPer richiedere l'interruzione di gravidanza la donna dovrà rivolgersi ad un consultorio pubblico, ad un medico di sua fiducia o ad una struttura sociosanitaria abilitata.
In alternativa all'aborto chirurgico è possibile - qualora non vi siano controindicazioni - ricorrere all'aborto farmacologico. Tuttavia, quest'ultimo va eseguito entro la nona settimana di gestazione, ossia entro il 63esimo giorno dal primo giorno dell'ultima mestruazione.
Per approfondire: Aborto Farmacologico: cos'è, come si fa, sicurezzaCome si fa
La metodica maggiormente impiegata per l'esecuzione dell'aborto chirurgico è l'isterosuzione. Prima di descrivere brevemente in cosa consiste questo tipo d'intervento, tuttavia, è bene precisare che è necessario seguire un iter ben preciso per richiedere l'interruzione di gravidanza.

Durante il colloquio preventivo con il medico per richiederla saranno fornite tutte le informazioni necessarie e saranno date indicazioni sulla documentazione, sugli accertamenti e sulle analisi che è necessario effettuare prima di sottoporvisi. Per quel che riguarda le modalità di accesso alle strutture che eseguono l'interruzione di gravidanza, si precisa che ciascuna Regione possiede un proprio protocollo, così come può prevedere l'esecuzione di accertamenti diversi da quelli proposti in altre Regioni. Allo stesso tempo, all'interno di una stessa Regione, ogni struttura sanitaria che offre questo tipo di intervento può possedere un protocollo proprio, diverso da quello delle altre strutture del territorio. Tuttavia, ecografia e visita ginecologica preliminari sono generalmente sempre richieste.
Come si pratica l'Aborto Chirurgico?
L'aborto chirurgico viene fatto in ospedale o in strutture sanitarie abilitate all'esecuzione di questo tipo di intervento.
La paziente che si deve sottoporre all'interruzione di gravidanza chirurgica verrà ricoverata generalmente al mattino. Le fasi dell'intervento possono essere riassunte nei seguenti punti:
- Dopo il ricovero e prima di entrare in sala operatoria, alla paziente verranno somministrati farmaci analoghi delle prostaglandine al fine di indurre una dilatazione della cervice uterina. In alternativa ai farmaci, la dilatazione del collo dell'utero può essere fatto per via strumentale, oppure possono essere sfruttate entrambe le modalità (farmacologica e strumentale).
- Trascorso l'intervallo di tempo necessario alla dilatazione della cervice (indicativamente, può variare da 30 minuti a qualche ora), la paziente viene portata in sala operatoria.
- L'intervento può essere eseguito sia in anestesia locale, eventualmente con sedazione profonda, sia in anestesia generale. Il tipo di anestesia da impiegare verrà preventivamente definito con il medico prima dell'intervento.
- Lo svuotamento del contenuto uterino nell'ambito dell'isterosuzione viene fatto introducendo nell'utero una cannula collegata ad una pompa a vuoto elettrica che, una volta azionata, è in grado di aspirare il contenuto uterino. Il macchinario che consente questa operazione è chiamato "isterosuttore".
- Se necessario, è possibile completare l'intervento mediante raschiamento, procedura che prevede l'utilizzo di uno strumento noto come "curette" grazie al quale è possibile raschiare delicatamente il rivestimento uterino per asportare ciò che non è stato possibile rimuovere con l'aspirazione.
- Al termine dell'intervento, la paziente viene riportata nella camera assegnatale e tenuta sotto osservazione per almeno tre ore. Appena possibile, il personale sanitario del reparto fornirà tutte le indicazioni e il supporto del caso.
Prima dell'intervento, inoltre, è possibile iniziare una profilassi antibiotica. Ad ogni modo, anche in questo caso, ciò verrà preventivamente discusso con il medico, in quanto è necessario individuare la presenza di eventuali controindicazioni all'uso di farmaci antibiotici (ad esempio, presenza di allergie).
Al termine dell'intervento, se richiesto e se il medico non rileva problemi, è possibile inserire un dispositivo intrauterino contraccettivo allo scopo di prevenire future gravidanze non desiderate. Anche in questa circostanza, il tema potrà essere discusso con il medico prima dell'esecuzione dell'aborto chirurgico.
Quanto dura un Aborto Chirurgico e quanto tempo di deve restare in ospedale?
L'aborto chirurgico, nella stragrande maggioranza delle strutture e salvo insorgenza di complicazioni, viene fatto in regime di day hospital: la paziente viene quindi ricoverata al mattino e poi dimessa nel pomeriggio/sera.
L'intervento chirurgico in sé ha una durata che può variare dai 10 ai 20 minuti circa.
Verranno poi programmate delle visite di controllo ad intervalli di tempo che possono variare da una struttura sanitaria all'altra.
Dopo l'intervento
Cosa succede dopo un Aborto Chirurgico?
Come già detto, se non sorgono complicazioni, la paziente può essere dimessa in giornata al termine del periodo di osservazione richiesto.
In caso di anestesia generale, potrebbero manifestarsi sintomi come nausea e vomito. Dopo l'intervento, inoltre, possono insorgere dolore e crampi addominali.
Il personale sanitario fornirà indicazioni e consegnerà alla donna materiale informativo in merito ai comportamenti da mantenere durante il periodo di convalescenza. Se necessario, verranno prescritti farmaci antidolorifici per il trattamento sintomatico del dolore percepito.
Sarà sconsigliato l'esecuzione di bagni (da preferire la doccia) e l'uso di assorbenti interni.
Rapporti sessuali dopo l'Aborto Chirurgico: sono possibili?
Anche in questo caso, sarà il personale sanitario a fornire indicazioni in merito a quando sarà possibile avere nuovamente rapporti sessuali dopo l'aborto chirurgico. Nei primi periodi dopo l'esecuzione della procedura saranno certamente da evitare; il medico fornirà indicazioni più precise su quando si potrà riprendere la propria attività sessuale.
A questo proposito si segnala che la fertilità - salvo complicazioni - non risulta influenzata dall'aborto chirurgico. Anzi, poiché è possibile rimanere incinta anche prima che riprendano le normali mestruazioni, onde evitare ulteriori gravidanze non volute, è necessario adottare mezzi contraccettivi idonei.
Effetti indesiderati e complicazioni
Dopo l'aborto chirurgico, oltre a dolore e crampi addominali e a sintomi connessi ad un eventuale anestesia generale come nausea e vomito, è altresì possibile che si verifichino i seguenti effetti indesiderati:
- Perdite di sangue che possono perdurare per qualche giorno (ad ogni modo, dovessero essere particolarmente abbondanti, di tipo emorragico e/o se dovessero comparire perdite maleodoranti eventualmente associate a febbre e dolori addominali, è bene contattare immediatamente il medico);
- Diarrea;
- Mal di testa;
- Stanchezza e debolezza;
- Aumento della temperatura corporea o febbre (anche in questo caso, meglio contattare il medico).
Fra le possibili complicazioni dovute all'aborto chirurgico, invece, ritroviamo:
- Emorragia grave;
- Sanguinamento uterino tale da portare allo shock ipovolemico;
- Danni al collo uterino;
- Perforazione dell'utero;
- Infezioni genitali.
Infine, ricordiamo che può sussistere l'evenienza di incorrere in aborti incompleti che richiedono un nuovo trattamento chirurgico.
Fortunatamente, le complicazioni dell'interruzione di gravidanza chirurgica - purché questo venga eseguito da medici specializzati in centri autorizzati - sono tendenzialmente rare.
Nonostante ciò, qualora dopo un aborto chirurgico si percepiscano sintomi di qualsiasi tipo, a maggior ragione se particolarmente intensi o anomali, è assolutamente indispensabile contattare il medico o recarsi nel più vicino pronto soccorso.