Tricogramma: cosa è e come si fa
Ultima modifica 25.03.2024
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INDICE
  1. Come si esegue il tricogramma?
  2. Perché si fa il tricogramma?
  3. Effluvio in anagen
  4. Effluvio in telogen
  5. Defluvio in anagen
  6. Defluvio in telogen

Il tricogramma è l'esame microscopico del capello. Questa procedura semi-invasiva permette di seguire il ciclo vitale dei capelli, valutandone lo stato di salute ed aiutando il dermatologo ad identificare le cause alla base di un'eventuale alopecia.

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Come si esegue il tricogramma?

Prima dell'esame

Il tricogramma, di per sé, è una procedura piuttosto semplice, che richiede tuttavia il rispetto di alcuni standard procedurali per aumentare l'affidabilità dei risultati. Ad esempio, per evitare errori interpretativi, viene richiesto al paziente di non lavare i capelli per almeno una settimana prima del test. In vista del tricogramma, per almeno due settimane andranno evitate anche frizioni e trattamenti cosmetici come ondulazioni o tinture permanenti.

L'esame

Il tricogramma inizia con il prelievo, mediante strappo, di 50-100 capelli; anche in questo caso la procedura deve rispettare regole ben precise. Lo strappo, ad esempio, dev'essere piuttosto deciso ed effettuato nella direzione di crescita dei capelli; in caso contrario può provocare deformazioni strutturali delle radici inficiando i risultati del test.

In caso di alopecia diffusa, lo strappo va eseguito nella sede di maggior diradamento, mentre di fronte a casi di alopecia areata va eseguito sul bordo della chiazza e nella zona controlaterale. In entrambi i casi, comunque, è buona regola procedere ad un ulteriore strappo da una zona di controllo, generalmente a livello occipitale. Infatti, per esempio, in caso di alopecia androgenetica maschile, l'aumento della percentuale di capelli in telogen interessa soltanto le aree fronto-occipitali, mentre in caso di effluvio in telogen il fenomeno è diffuso a tutto il cuoio capelluto.

Nel caso in cui il paziente soffra di seborrea e/o iperidrosi, il prelievo dovrà essere effettuato anche nelle zone temporali.

Se, invece, il paziente soffre di forfora, il prelievo dei capelli può essere effettuato solo nell'area della nuca.

Il campione di capelli viene quindi posto su un vetrino cosparso di balsamo del Perù, con i peli disposti parallelamente tra loro. Si copre col vetrino copri-oggetti e si procede con l'esame al microscopio ottico o a luce polarizzata. Grazie agli ingrandimenti ottici il dermatologo può valutare in quale fase di crescita si trovano i capelli stappati, osservandone la struttura con particolare attenzione a livello della radice.

Approfondimento

Brevemente, ricordiamo che il ciclo vitale di un capello si compone di tre fasi contigue:

  • Anagen: è la fase di crescita, che interessa contemporaneamente percentuali variabili tra l'80% ed il 90% dei capelli; la sua durata, di svariati mesi o addirittura di anni, tende a diminuire in presenza di alopecia androgenetica.
  • Catagen: è la fase di caduta del capello e dura circa due settimane.
  • Telogen: è la fase di riposo del capello che precede la caduta (catagen), e dura circa 100 giorni. La lunghezza di questo periodo tende ad aumentare in presenza di alopecia androgenetica, fino all'inversione del rapporto temporale tra anagen e catagen.

Una volta esaminate le radici del preparato, il tricogramma prevede la conta minuziosa del numero di capelli presenti nelle varie fasi, seguito dal calcolo delle relative percentuali.

Secondo i dettami classici, nel tricogramma normale le percentuali dei capelli nelle varie fasi corrispondono indicativamente ai seguenti valori:

  • Anagen: 80-90% dei capelli
  • Catagen: 1-2% dei capelli
  • Telogen: 10-20% dei capelli.

Diagnosi

Qualunque siano le percentuali di riferimento (variabili a seconda dell'apparecchiatura utilizzata, dell'esperienza dell'operatore, del tempo trascorso tra prelievo ed esame microscopico ecc.), nei tricogrammi patologici si nota una variazione rispetto ai valori standard. Tale dato, insieme al quadro clinico e all'anamnesi, rappresenta un prezioso aiuto nella formulazione di una corretta diagnosi.

Nell'alopecia areata, ad esempio, le radici hanno un aspetto distrofico in fase anagen facilmente riconoscibile, mentre nell'alopecia androgenetica le radici in fase telogen sono nettamente superiori rispetto alla norma.

Perché si fa il tricogramma?

Il tricogramma è un esame molto attendibile che consente di ottenere informazioni precise sullo stato di salute dei capelli, permettendo di individuare eventuali anomalie ed alterazioni nel normale ciclo vitale degli stessi. Grazie alle informazioni ottenute da questo esame è, pertanto, possibile individuare le cause di un'eventuale caduta dei capelli, discriminando se si tratta di effluvio o defluvio e se tale diradamento sta avvenendo in fase anagen o telogen.

Di seguito, le principali caratteristiche di queste diverse forme di perdita dei capelli saranno descritte (per maggiori informazioni: Effluvio e Defluvio).

Una volta stabilito il tipo di diradamento che affligge il paziente tramite l'ausilio del tricogramma, il medico potrà prescrivere ulteriori esami ed analisi al fine di valutare la causa scatenante la perdita dei capelli. Solo in questo modo sarà possibile intraprendere il trattamento - farmacologico e non - che meglio si adatta a ciascun paziente.

Effluvio in anagen

L'effluvio in anagen si caratterizza per la perdita di capelli in misura di diverse centinaia, o addirittura di migliaia di unità, in fase anagen (di crescita).

Tale condizione si presenta classicamente qualche giorno dopo un evento particolarmente stressante, come avvelenamenti, dieta aproteicachemioterapia, esposizione a radiazioni ionizzanti o malattie febbrili.

In soggetti predisposti, questi eventi stressanti provocano alopecia areata, che si caratterizza appunto per un pesante effluvio in anagen. In ogni caso la caduta è autolimitante ed in genere i capelli perduti ricrescono spontaneamente se l'evento stressante non si ripresenta.

Effluvio in telogen

È possibile distinguere due diverse forme di effluvio in telogen, quella acuta e quella cronica.

Effluvio in telogen acuto

È causato anche in questo caso da eventi stressanti e di breve durata, che tuttavia si sono manifestati non pochi giorni, bensì circa tre mesi prima dell'effluvio. L'imponente perdita di capelli può essere la conseguenza di interventi chirurgici, emorragie, lutti o malattie febbrili. Il fenomeno è autolimitante e tende ad autorisolversi, ma in alcuni casi, il dermatologo può comunque decidere di prescrivere una terapia farmacologica a base di corticosteroidi.

Effluvio in telogen cronico

Nella forma cronica del telogen effluvium si apprezza una caduta di capelli importante e relativamente costante nel tempo. Più frequente nelle donne, è generalmente legato ad un disturbo cronico della crescita pilifera, spesso senza tendenza alla risoluzione spontanea. Tra le principali cause di telogen cronico ricordiamo donazioni frequenti di sangue, gravi malattie psichiche, distiroidismi, malattie sistemiche croniche od uso prolungato di alcuni farmaci (retinoidi, interferoneeparina, alcuni contraccettivi orali, allopurinolo ecc.).

Il trattamento di questa forma di effluvio prevede la somministrazione di corticosteroidi per via topica o per via orale, in funzione della gravità del quadro clinico.

Defluvio in anagen

Si caratterizza per una perdita di capelli superiore alla norma, ma senza i caratteri drammatici dell'effluvio. Il diradamento si deve alla progressiva perdita dei follicoli, secondaria alla loro distruzione. È tipico delle alopecie cicatriziali e può rappresentare la conseguenza di malattie come lichen planuslupus cutaneo eritematoso discoide, follicolite alopecizzante, sclerodermia lineare (morfea), pseudoarea di Broq, tricomalacia ed alopecia cicatriziale da radiazioni.

Defluvio in telogen

Nella maggior parte dei casi, la caduta dei capelli si caratterizza per un defluvio in telogen. È infatti questa la manifestazione caratteristica dell'alopecia androgenetica, condizione legata all'attività degli ormoni androgeni in un terreno geneticamente predisposto. Come anticipato, tale malattia si caratterizza per una caduta moderata dei capelli, accompagnata dalla loro graduale involuzione (diventano sempre più sottili, corti e depigmentati). A differenza del defluvio in anagen, nell'alopecia androgenetica il follicolo viene conservato, ma diviene sempre più superficiale.

Oltre all'alopecia androgenetica, sia maschile che femminile, nella donna il defluvio in telogen si accompagna anche a stati di iperprolattinemiaanoressia nervosa e a tutte le forme di alopecia correlata ad iperandrogenismo (sindrome dell'ovaio policsitico, neoplasie secernenti androgeni ecc.) e/o ipoestrogenismo (menopausapost-partum, sospensione della pillola anticoncezionale ecc.).
Per informazioni circa il trattamento delle suddette forme di alopecia, si consiglia la lettura degli articoli dedicati già presenti su questo sito.

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