Sindrome da bikini: conoscerla per prevenirla

Sindrome da bikini: conoscerla per prevenirla
Ultima modifica 27.06.2022
INDICE
  1. Dieta e Alimentazione: Come Comportarsi?
  2. Attività Fisica e Allenamento
  3. Quando la Sindrome da Bikini diventa una malattia
  4. Come si può combattere tutto ciò?

Nessuno sembra potersi sottrarre alla fatidica "prova costume"; l'attitudine a voler dimagrire o diventare più muscolosi in vista dell'estate può evolvere in quella che possiamo definire sindrome da bikini

In passato si reputava che questo disagio riguardasse solo il sesso femminile; oggi, al contrario, siamo finalmente consapevoli che gli uomini sono altrettanto preoccupati - talvolta, ancora di più coloro che non lo ammettono!

C'è da dire che gli ideali proposti dai media, spesso non raggiungibili, influiscono in maniera decisamente negativa sul costrutto di immagine corporea. Ci "impongono" traguardi proibitivi, il cui fallimento porta al rischio di sviluppare sentimenti d'insoddisfazione e inadeguatezza che vanno oltre la soglia di "tollerabilità".

Come sopravvivere a tutto ciò? Semplicemente scoprendo che, in realtà, il potere è nelle nostre mani. Questa fantomatica imposizione passa, in realtà, prima di tutto per la nostra mente.

Con un occhio al nostro benessere psicofisico, che si traduce nello stare bene con noi stessi, accettandosi nei pregi tanto quanto nei difetti, dobbiamo imparare a volgere uno sguardo più indulgente e benevolo all'immagine che ci rimanda lo specchio.

E' innegabile che a molti lettori questa frase possa suonare un po' ipocrita, ma la grande verità è che "senza un buon equilibrio psicologico non avremmo nemmeno le risorse per poter fronteggiare una dieta o per iniziare a praticare attività fisica".

Quindi, prima di tutto, keep calm and don't worry.

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Dieta e Alimentazione: Come Comportarsi?

Alimentarsi correttamente è sicuramente benefico; consente di mantenersi in salute e assicura i giusti apporti nutrizionali.

Il vantaggio di una buona e sana alimentazione è, inoltre, visibile anche in termini estetici.

E' un bene, dunque, regolare la nostra alimentazione; l'Organizzazione Mondiale della Sanità e la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) hanno a tal scopo stilato le "linee guida" che possono essere riassunte in poche regole:

Anche solo queste poche raccomandazioni consentono di ottenere un discreto bilancio nutrizionale. Noi, inoltre, aggiungiamo:

  • Tra gli alimenti di origine animale, prediligere quelli non lavorati e magri, limitando salumi e tagli grassi di animali di grossa taglia e i formaggi grassi; il pesce "naturalmente" grasso è auspicato, ma da consumare contestualizzandone l'elevata caloricità;
  • Sfruttare metodi di cottura che non lasciano residui tossici o cancerogeni; limitare i fritti all'eccezione;
  • Usare i condimenti grassi con parsimonia, acquisendo la buona abitudine di "misurare" l'olio;
  • Considerare gli alimenti ricchi di carboidrati come fossero "carburante" per l'organismo; se ci muoviamo molto, possiamo mangiarli "quasi" a sazietà, ma se ci muoviamo poco, la porzione non dovrà mai raggiugere i 100 g per pasto (ad es. di pasta, pane, riso, legumi secchi ecc.);
  • Frutta e verdura non sono la stessa cosa; mentre gli ortaggi, soprattutto a foglia, a fusto o a radice, possono essere consumati liberamente, la frutta va limitata perché zuccherina.

Attenzione! E' inutile instaurare una sana e corretta alimentazione poche settimane prima della bella stagione, perché mangiare bene consente di migliorare anche l'aspetto (oltre alla salute) solo nel lungo termine.

Attività Fisica e Allenamento

È consigliabile praticare attività fisica con costanza poiché, a carichi allenanti di media entità, determina numerosi e importanti vantaggi e benefici:

Attenzione! Quanto detto per l'alimentazione vale anche per l'esercizio motorio. E' inutile affannarsi poche settimane prima di mettersi in costume. Ovvio che, prima o poi, bisogna pur cominciare. Se tuttavia l'obbiettivo è puramente estetico, i risultati "a scadenza" non potranno che essere "mediocri".

Quando la Sindrome da Bikini diventa una malattia

In linea di massima, una sorta di "preoccupazione" in vista della prova costume può essere considerata "fisiologica", soprattutto se nei mesi invernali non siamo state particolarmente attenti ad alimentazione e sport.

Per tale ragione, è necessario adottare uno stile di vita sano - caratterizzato da un'alimentazione equilibrata e da una costante attività fisica - durante tutto l'anno e non solo in vista della prova costume, allo scopo di prevenire la comparsa della cosiddetta "sindrome da bikini".

Purtroppo, la comunicazione di massa si è da tempo impadronita dei temi riguardanti immagine corporea e bellezza, contribuendo a creare e diffondere stereotipi su corpo e immagine. Siamo continuamente bombardati da messaggi ingannevoli che esagerano l'importanza di ogni minima imperfezione fisica e propagandano simboli di bellezza "ideale", associati ad invitanti richiami quali ricchezza, potere, felicità.

Così, per qualcuno, il rincorrere una forma ideale e il timore di ingrassare diventano una delle preoccupazioni principali intorno a cui ruota tutta l'esistenza.

Dietro alla corsa alla forma perfetta, alla battaglia al chilo di troppo, a volte, può annidarsi la dismorfofobia.

La dismorfofobia (dal greco dis - morphé, forma distorta e φόβος, phobos = timore) è la fobia che nasce da una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore, causata da un'eccessiva preoccupazione della propria esteriorità.

Il corpo non viene più percepito nella sua globalità, ma ci si concentra eccessivamente sull'aspetto esteriore o solo su una porzione dello stesso.

Molto spesso queste porzioni riguardano senocapelli, cosce e fianchi per le donne; penetesticolicapelli, muscoli di braccia, petto e spalle per gli uomini.

Soffrire di questo disturbo (considerato una vera e propria malattia psichiatrica) significa non apprezzarsi e avere paura di essere "brutti" - o comunque non adeguati. Significa essere talmente ossessionati dal proprio aspetto da vederlo pieno di difetti. Che, nella  realtà, o non esistono, o non sono di tale entità.

Questa fobia causa un forte stress emozionale, incapacità di tessere relazioni sociali con conseguente isolamento sociale. Si sviluppa nei soggetti in cui è basso il livello di autostima, sia maschi che femmine.

E' in tal modo che inizia la guerra contro sé stessi: cure estetiche, sacrifici e solitudine.

Chi soffre di dismorfofobia è completamente concentrato sul proprio corpo: si chiude al mondo, si mette a dieta, si allena (talvolta, occultandosi per non dovere delle "spiegazioni"). Sfocia spesso nei disturbi del comportamento alimentare (DCA) - anoressia nervosa, bulimia nervosa e condizioni border line. Se può permetterselo, ricorre al bisturi.

Tuttavia, vedere un miglioramento regala solo un sollievo temporaneo. Poi, la battaglia riprende. Il risultato non è mai sufficiente e si evidenziano altre imperfezioni.

La fase ultima è l'odio nei confronti di sé e il fastidio nel sentirsi continuamente smentire appena si cerca di esternare questa insoddisfazione. I complimenti iniziano quindi ad avere l'effetto opposto.

La faccia "più maschile" della dismorfofobia è il dismorfismo muscolare. Chi ne soffre si vede sempre troppo esile e ogni suo sforzo è teso a far crescere i muscoli. Anche con diete sbagliate, assunzione di anabolizzanti ed esercizio fisico maniacale.

Come si può combattere tutto ciò?

Questa battaglia per un corpo migliore, perfetto, si può fermare cominciando a chiedersi da dove nasce la propria incapacità di accettarsi.

Ciò che è essenziale in questi casi è acquisire un senso di fiducia in sé stessi, tale da consentirci la possibilità di relazionarci armonicamente con gli altri, senza essere afflitti da complessi di inferiorità legati all'aspetto fisico.

Attraverso l'accettazione del proprio corpo si sviluppano l'autoconoscenza e l'auto-accettazione, determinanti per una piena e positiva maturità, che ci permette l'apertura alla relazione e al contatto con gli altri.

Ad ogni modo - trattandosi di una vera e propria patologia - il trattamento della dismorfofobia richiede l'intervento del medico e l'attuazione di una terapia psicologica di tipo cognitivo-comportamentale, cui può affiancarsi un eventuale trattamento farmacologico qualora il medico lo ritenesse necessario.

Per approfondire: Dismorfofobia