Mastoplastica Additiva: cos’è, quali sono i rischi e quanto costa
Ultima modifica 15.03.2024
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INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Perché Farla
  4. Preparazione
  5. Procedura
  6. Decorso post-operatorio
  7. Rischi
  8. Controindicazioni
  9. Risultati
  10. Costo

Generalità

La mastoplastica additiva è l'intervento di chirurgia estetica per l'aumento del volume del seno, che consente anche di migliorarne la forma, l'aspetto e le proporzioni.

In Italia, è tra le operazioni chirurgiche a scopo estetico più praticate.

In linea generale, richiedono la mastoplastica additiva le donne che non sono soddisfatte delle dimensioni del loro seno naturale o il cui seno presenta delle imperfezioni dovute alla gravidanza, a un dimagrimento eccessivo ecc.; lo richiedono, poi, anche le persone di sesso maschile che hanno intrapreso un percorso di femminilizzazione per il cambio del sesso.

La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia maggiore, che prevede una certa preparazione e presenta alcuni rischi.

Le tecniche chirurgiche con cui è possibile eseguire la mastoplastica additiva sono svariate; la scelta spetta principalmente al chirurgo e dipende dalle caratteristiche del seno e della persona che richiede l'intervento.

Cos'è

Mastoplastica Additiva: cosa si intende?

La mastoplastica additiva è l'intervento di chirurgia estetica che permette di aumentare il volume del senomigliorarne la forma e le proporzioni rispetto al resto del corpo.

La mastoplastica additiva è un'operazione chirurgica invasiva, finalizzata a correggere inestetismi che possono incidere sull'autostima di una donna e sulla sua sfera psicologica.

Un seno rifatto, quindi, non è soltanto un seno aumentato in volume, ma anche ben proporzionato rispetto al corpo e con una forma naturale e confortevole per la donna che si è sottoposta alla procedura.

In Italia, la mastoplastica additiva è uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti in assoluto.

Perché Farla

Chi fa la Mastoplastica Additiva?

La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia estetica che può aiutare:

  • Le donne che sentono di avere un seno piccolo e desiderano averne uno di maggiori dimensioni, perché ciò migliorerebbe la loro autostima.
  • Le donne che risentono del fatto di avere un seno asimmetrico e vorrebbero correggere questa imperfezione.
  • Le donne che vorrebbero ripristinare volume, forma e dimensioni di un seno svuotato a seguito di una gravidanza o un forte dimagrimento.
  • Le donne che vorrebbero correggere le imperfezioni del loro seno derivanti da un precedente intervento chirurgico attuato per altre condizioni.
  • Le persone di sesso maschile che stanno affrontando un percorso di femminilizzazione per il cambio di genere.

Preparazione

La preparazione prima di una mastoplastica additiva è molto importante e comprende varie tappe.

Innanzitutto, prevede un incontro conoscitivo tra paziente e chirurgo estetico, per:

  • Parlare dell'intervento;
  • Sentire i desideri della donna;
  • Sottoporre la potenziale paziente a una visita accurata.

Successivamente, se la paziente è soddisfatta dell'ipotetico risultato e delle implicazioni dell'intervento, include i classici esami preoperatori, che servono a stabilire l'idoneità alla chirurgia.

Perché è importante sapere cosa vuole la donna

Durante l'incontro conoscitivo, il chirurgo invita la potenziale paziente a esporre desideri, aspettative e motivazioni che l'hanno indotta a decidere per la mastoplastica additiva.

È una tappa fondamentale della fase preoperatoria, in quanto, grazie a protesi esterne, il medico mostra alla donna quale potrebbe essere il risultato finale.

Così facendo, la paziente ha anche modo di rendersi conto se le sue aspettative iniziali coincidono con il probabile risultato finale.

Questa fase è importante anche perché il chirurgo, forte delle sue conoscenze e della sua esperienza, può consigliare cosa è meglio per la paziente.

Il medico ha la necessità di chiarire le aspettative della donna non solo per accontentare le sue esigenze, ma anche per capire la tipologia di intervento da adottare e le protesi da utilizzare per un risultato ottimale.

Visita del seno

Spesso, l'incontro conoscitivo rappresenta anche un momento per il chirurgo per analizzare il seno della potenziale paziente e valutare:

  • Condizione anatomica;
  • Dimensioni del torace;
  • Qualità della ghiandola mammaria;
  • Elasticità dei tessuti.

L'insieme di queste valutazioni rappresenta un'ulteriore guida per il medico nel capire quali tipologia di intervento è più adatta alla potenziale paziente e quali protesi sono più idonee.

Cosa sapere prima di sottoporsi alla Mastoplastica Additiva

In genere, prima di sottoporsi alla mastoplastica additiva, il chirurgo chiarisce alcuni aspetti fondamentali relativi all'intervento e alle sue implicazioni:

  • Le protesi mammarie non impediscono al seno di cadere. Se correggere un seno cadente, occorre un intervento di lifting.
  • Le protesi mammarie hanno generalmente una durata limitata. La vita media di un impianto mammario di ultima generazione è di circa 15-20 anni; dopodiché, serve un nuovo intervento per rinnovarlo.
  • Anche se rifatto, il seno continua a invecchiare, come in una donna con seno non rifatto; inoltre, il suo aspetto potrebbe ancora cambiare in funzione dell'aumento o della perdita di peso.
  • Le mammografie a un seno rifatto non sono ugualmente efficaci come quelle a un seno non rifatto; ecco che, allora, in aggiunta a questo tipo di esame, occorrono controlli specialistici aggiuntivi.
  • Le protesi mammarie potrebbero rappresentare un ostacolo all'allattamento al seno, qualora si presentasse questa evenienza.
  • Esperti nel settore della chirurgia estetica e FDA (Food and Drug Admnistration) raccomandano un controllo periodico delle protesi mammarie, per valutarne lo stato e identificare eventuali rotture.
    La rottura di una protesi impone la rimozione dell'impianto e, se la paziente lo desidera, la sua sostituzione.
    Il monitoraggio avviene tramite risonanza magnetica al seno (gli esperti consigliano un controllo almeno ogni 2-3 anni).
    È da segnalare che, come test di monitoraggio, potrebbe andar bene anche l'ecografia, a patto che sussistano determinate condizioni; alla luce di ciò, l'invito è quello di chiedere consiglio al chirurgo che ha effettuato l'intervento.

Esami pre-operatori

Tipicamente, prima di una mastoplastica additiva, la candidata paziente deve sottoporsi a una serie di esami che permettono di stabilire la sua idoneità a un intervento di chirurgia maggiore.

Questi esami comprendono:

Altre indicazioni preoperatorie fondamentali

Digiuno

La mastoplastica additiva prevede l'anestesia generale, ragion per cui la paziente deve presentarsi a digiuno completo da almeno 6-8 ore; per capire, se l'intervento si svolge al mattino, l'ultimo pasto consentito è la cena della sera precedente.
Il mancato rispetto del digiuno comporta l'annullamento della procedura.

Farmaci da sospendere

Se dall'anamnesi emerge che la paziente assume di routine dei farmaci che fluidificano il sangue, è necessario sospendere temporaneamente tale assunzione. A stabilire la durata e le modalità della sospensione è il chirurgo estetico, il quale deciderà anche in base al tipo di intervento e ai motivi per cui la paziente assume i suddetti farmaci.

Smettere di fumare

Le pazienti fumatrici dovrebbero smettere di fumare, quanto meno temporaneamente, a cavallo dell'intervento; il fumo rallenta e pregiudica il processo di cicatrizzazione.

Aiuto per tornare a casa

Infine, si segnala che, al termine dell'intervento, per rientrare a casa, la paziente avrà sicuramente bisogno di supporto; pertanto, è bene che chieda disponibilità a un parente o a un'amico/amico di aiutarla in fase di dimissione.

Procedura

Mastoplastica Additiva: come funziona

L'intervento di mastoplastica additiva inizia con l'anestesia generale, pratica che spetta a un medico specializzato in tecniche di anestesia e rianimazione; in alcuni casi, al posto dell'anestesia generale, potrebbe trovare impiego un'anestesia locale con sedazione.
A ogni modo, l'anestesia è la prima tappa dell'operazione.

Successivamente, entra in scena il chirurgo estetico, il quale prosegue la procedura con la realizzazione di un'incisione a livello toracico, che serve da punto di accesso per l'inserimento e il posizionamento delle protesi.

Esistono varie tecniche di incisione e di posizionamento delle protesi; la scelta di queste dipende dal tipo di protesi impiegate, dalle caratteristiche del seno da rifare e da quanto concordato con la paziente durante il colloquio conoscitivo.

Concluso il posizionamento delle protesi, il chirurgo termina l'intervento applicando dei punti di sutura sulle incisioni e un apposito bendaggio protettivo sul seno.

Tecniche di incisione

Sono disponibili 3 tipi di incisione:

  • Periareolare. Significa che il chirurgo effettua l'incisione nella zona che contorna il capezzolo.
  • Sottomammaria. Vuol dire che il chirurgo esegue l'incisione nella piega che risiede sotto la mammella.
  • Ascellare. Significa che il chirurgo pratica l'incisione a livello dell'ascella.

Chiaramente, nella maggior parte dei casi, i chirurghi svolgono una doppia incisione, una per ogni mammella.

Tecniche di posizionamento delle protesi

Sono almeno 3 le tecniche di posizionamento delle protesi mammarie:

  • Posizionamento sottoghiandolare (o retroghiandolare. In questo caso, il chirurgo posiziona la protesi subito dietro la ghiandola mammaria.
    Per poter ricorrere a questo posizionamento, occorre che il tessuto ghiandolare abbia uno spessore adeguato.
    Un vantaggio del posizionamento sottoghiandolare è la poca dolorosità; il limite, invece, è che le protesi potrebbero vedersi o sentirsi al tatto.
  • Posizionamento sottomuscolare (o retromuscolare). Con questa tecnica di posizionamento, il chirurgo colloca le protesi dietro il muscolo grande pettorale. Questa procedura, tuttavia, è realizzabile solo se lo spessore del tessuto sottocutaneo e della ghiandola mammaria sono ridotti, in modo da garantire lo spazio per le protesi.
    Questo tipo di posizionamento presenta diversi vantaggi: il risultato è molto naturale; i margini delle protesi non sono visibili; consente di eseguire con maggiore efficacia le mammografie.
  • Posizionamento retromuscolare secondo tecnica Dual Plane. Diffusa soprattutto nel Nord Europa e negli Stati Uniti, questa tecnica di posizionamento prevede il collocamento della protesi, in parte, dietro il muscolo grande pettorale e, in parte, a contatto con la ghiandola mammaria. In sostanza, è una via di mezzo tra il posizionamento retroghiandolare e quello retromuscolare classico, tecniche delle quali si assicura i vantaggi.
    La tecnica Dual Plane premia in estetica e in naturalezza, garantendo un seno arrotondato inferiormente e sollevato.

Tipi di protesi

Protesi in silicone e protesi saline

Attualmente, esistono le protesi in gel coesivo di silicone e le protesi saline (con soluzione salina).

  • Le protesi in silicone sono già pronte e variano in dimensioni (ce ne sono di più grandi e di più piccole); il silicone presenta una consistenza molto simile a quella del tessuto mammario normale.
    Le protesi in silicone possono rompersi e il contenuto fuoriuscire dall'involucro. È per questo motivo che chi ricorre a queste protesi deve sottoporsi a controlli periodici, che ne valutino l'integrità.
  • Le protesi saline, invece, sono da realizzare una volta posizionate in sede mammaria: sono involucri vuoti che il chirurgo, dapprima, posiziona all'interno del seno e, successivamente, riempie con una soluzione salina atossica e assorbibile dall'organismo in caso di rottura dell'involucro.
    Queste protesi donano al seno un aspetto naturale e, se si rompono, non sono pericolose; tuttavia, il rischio di rottura è alquanto elevato e, inoltre, per via del guscio generalmente liscio, sono associate a una probabilità maggiore di migrazione della protesi o contrattura capsulare.

Protesi anatomiche o protesi rotonde

Le protesi mammarie sono distinte anche in protesi anatomiche e protesi rotonde.

  • Le protesi anatomiche presentano una forma a goccia (hanno il polo inferiore più pronunciato) e sono ideali nel conferire al seno rifatto un aspetto più naturale (il termine anatomiche fa riferimento proprio a questa maggiore naturalezza dell'effetto finale)
  • Le protesi rotonde, invece, sono indicate a chi vuole un seno particolarmente pronunciato a livello del polo superiore, così da ottenere un décolleté evidente e importante.

Protesi lisce e protesi testurizzate

Le protesi mammarie possono avere una superficie liscia (protesi lisce) oppure testurizzata (protesi testurizzate o protesi ruvide).

  • Le protesi mammarie lisce presentano una superficie liscia. Ciò fa sì che, al tatto, il seno appaia più naturale; inoltre, possono muoversi meglio e seguire meglio i movimenti e i cambi di posizione del corpo.
    Tuttavia, presentano anche degli svantaggi tali per cui sono sempre meno impiegate: essendo meno aderenti e più mobili, sono incompatibili nella versione anatomica e sono a più alto rischio di contrattura capsulare.
  • Le protesi mammaria testurizzate, invece, presentano una superficie ruvida, motivo per cui potrebbero avvertirsi al tatto. In realtà, le protesi testurizzata di ultima generazione garantiscono i vantaggi della superficie ruvida, senza pregiudicare la sensazione al tatto.
    Il principale vantaggio di queste protesi è che sono maggiormente aderenti ai tessuti circostanti, il che riduce il rischio di movimento e di contrattura capsulare. Inoltre, questa maggiore aderenza permette di realizzarne sia in versione rotonda che a goccia.

Quanto dura la Mastoplastica Additiva?

In genere, un intervento di mastoplastica additiva dura circa 1 ora e 30 minuti.

Decorso post-operatorio

In genere, la mastoplastica additiva è un intervento eseguito in modalità day surgery; questo significa che la paziente torna a casa il giorno stesso dell'intervento.
Il ricovero in ospedale è previsto soltanto in alcuni casi specifici.

Dopo l'intervento, il seno risulta doloroso e gonfio; questi segni di infiammazione durano generalmente diversi giorni, ma, salvo non peggiorino, sono da considerarsi normali.
Se inizialmente il dolore è importante, il chirurgo potrebbe consigliare un antinfiammatorio da banco, per tenere controllo la sintomatologia.

Nei pressi delle zone operate, potrebbero comparire anche dei lividi, che si risolvono da soli con il passare dei giorni.

Chi ricorre alla mastoplastica additiva deve aspettarsi che rimarranno sulle zone operate delle piccole cicatrici, anche quando il chirurgo ha impiegato la tecnica meno invasiva.

Per diversi mesi dopo l'intervento (si parla anche di 3 mesi), è prassi che la paziente indossi un reggiseno sportivo, il cui scopo è aiutare la stabilizzazione del nuovo seno in questa fase molto delicata.

Mastoplastica Additiva: dopo quanto si tolgono i punti?

Se il chirurgo ha impiegato suture non riassorbibili, fisserà un appuntamento per la loro rimozione a circa 2 settimane dall'intervento.

Ritorno al lavoro dopo Mastoplastica Additiva

Il ritorno al lavoro dopo intervento di mastoplastica additiva dipende dal tipo attività lavorativa svolta.

In genere, se la paziente svolge un lavoro poco pesante, è sufficiente 1 settimana di riposo dal lavoro; se pratica un lavoro più pesante, invece, il riposo consigliato potrebbe allungarsi anche a 2 o più settimane.

Per sapere con precisione quando tornare a lavoro, è bene chiedere al chirurgo che ha eseguito l'operazione.

Riposo e ripresa di attività più faticose come lo sport

Per il primo mese successivo all'operazione, la paziente non dovrebbe svolgere attività faticose, come sollevare pesi eccessivi o fare sport.

Tuttavia, anche in questo caso, per conoscere quando effettivamente riprendere a fare movimento più intenso, è bene interrogare il chirurgo che ha effettuato la procedura.

Mastoplastica Additiva: tutte le tappe del recupero

Da 1 a 4 giorni dopo l'operazione

  • Cercare di dormire in posizione leggermente eretta (aiutandosi con dei cuscini), in modo da favorire la riduzione del gonfiore.
  • Fare le cose con calma, ascoltando il corpo.
  • Indossare un reggiseno contenitivo, tipo quelli sportivi. Sarà il chirurgo a indicare il modello più adeguato.

Da 5 a 14 giorni dopo l'operazione

  • È possibile aumentare gradualmente le proprie attività quotidiano, ma sempre evitando di sollevare pesi o fare sport.
  • Sottoporsi alla rimozione dei punti non riassorbibili, come indicato dal chirurgo che ha svolto l'intervento.
  • È possibile riprendere a guidare. In linea di massima, le condizioni dovrebbero permetterlo a questo punto del recupero.

Dopo 2 settimane dall'operazione

  • Dolore e gonfiore dovrebbero essere svaniti quasi completamente o comunque essere migliorati molto.
  • È possibile tornare a svolgere la quasi totalità dei lavori.

Dopo 4 settimane dall'operazione

  • Gli impianti mammaria cominciano ad assumere l'aspetto desiderato e concordato con il chirurgo che ha effettuato la mastoplastica additiva.
  • È possibile riprendere a svolgere attività più intense, sport compreso a patto che si tratti di un'attività moderata (per sport a livelli più faticosi occorre attendere almeno altre 2 settimane).

Da 6 a 9 mesi dopo l'operazione

  • Le cicatrici cominciano a sbiadire e ad ammorbidirsi.
  • Da questo momento in poi, è possibile giudicare il risultato finale.

Rischi

La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia maggiore e come tale presenta alcuni rischi; inoltre, occorre segnalare tutte quelle possibili complicanze che concernano specificatamente la procedura di rifacimento del seno.

Ecco quindi, di seguito, un elenco dei potenziali rischi e delle possibili complicanze correlate, in generale, alla chirurgia e, nello specifico, alla mastoplastica additiva:

  • Infezioni;
  • Sanguinamento;
  • Fenomeni tromboembolici;
  • Reazione allergica a sedativi, anestetici o altri farmaci usati durante l'intervento;
  • Formazione di tessuto cicatriziale anomalo che distorce la forma della protesi mammaria. Questo fenomeno è detto anche contrattura capsulare;
  • Dolore al seno;
  • Cambiamenti nella sensibilità del seno e del capezzolo. Queste alterazioni possono essere temporanee o permanenti;
  • Cambiamenti nella posizione dell'impianto;
  • Rottura dell'impianto;
  • Problemi con l'allattamento. La donna potrebbe produrre poco latte.

Linfoma anaplastico a grandi cellule associato a protesi mammarie

La FDA (Food and Drug Administration) ha identificato una possibile associazione tra gli impianti di protesi in silicone testurizzate e un tumore del sistema immunitario, noto come linfoma anaplastico a grandi cellule.
A riguardo, la FDA ha specificato che si tratta di un rischio leggermente aumentato e che, comunque, il ricorso a questa tipologia di protesi non significa in automatico che ne scaturirà il tumore (l'insorgenza del tumore sembra sia un'evenienza molto rara).
Inoltre, va detto anche che il linfoma anaplastico a grandi cellule è una neoplasia curabile con un'alta probabilità di successo.

La relazione tra protesi in silicone testurizzate e linfoma anaplastico a grandi cellule continua a essere oggetto di ricerche scientifiche, che intendono chiarire la specifica causa del rischio e la sua entità.

Malattia delle protesi mammarie

Alcune donne che si rifanno il seno sviluppano un insieme di sintomi non correlabili ad altre condizioni, che gli esperti identificano con l'espressione "malattia delle protesi mammarie".
Questi sintomi comprendono:

La causa di questa sindrome è sconosciuta; tuttavia, alcune evidenze suggeriscono che la rimozione delle protesi inverte la sintomatologia.

Anche nel caso della malattia delle protesi mammarie, sono attualmente in corso ricerche volte a capire quale potrebbe essere la causa della condizione.

Quando contattare il medico?

Le donne che ricorrono alla mastoplastica additiva dovrebbero osservare e tastare periodicamente il seno, alla ricerca di eventuali cambiamenti o anomalie che prima non c'erano.
Qualora avvertissero qualcosa di diverso o avessero il dubbio che qualcosa è cambiato, dovrebbero mettersi in contatto immediatamente con il medico che ha effettuato l'intervento.

Controindicazioni

Quando è controindicata la Mastoplastica Additiva?

La mastoplastica additiva è controindicata in caso di:

  • Infezione in una qualsiasi parte del corpo;
  • Tumore al seno non trattato o una forma precancerosa al seno non trattata;
  • Gravidanza o allattamento.

Si tratta di controindicazioni temporanee, nel senso che, una volta curata l'infezione di turno o terminata la gravidanza, la persona può sottoporsi tranquillamente all'intervento di mastoplastica additiva.

Risultati

Grazie alle moderne tecniche chirurgiche e alle protesi di ultima generazione, oggi, la mastoplastica additiva garantisce risultati soddisfacenti.
Questo significa che l'intervento raggiunge i suoi scopi: esaudisce i desiderati di chi ricorre alla procedura.
Occorre ricordare, tuttavia, che la mastoplastica additiva ha le sue implicazioni e presenta dei rischi di complicanze.

Costo

Quando costa una Mastoplastica Additiva?

Il costo preciso di una mastoplastica additiva dipende da vari fattori, tra cui il tipo di intervento e di protesi, le procedure associate, l'onorario del chirurgo estetico e il tariffario della clinica medica che offre il servizio (costi per la sala chirurgica, per i test preoperatori ecc.).

Attualmente, in Italia, un intervento di mastoplastica additiva può comportare un esborso economico dagli 8.000 euro in su.

A queste cifre, bisogna aggiungere le spese per i controlli futuri e per un eventuale intervento secondario di mastoplastica additiva (il rinnovo delle protesi).

Mastoplastica Additiva: quando è mutuabile?

In Italia, la mastoplastica additiva è mutuabile (cioè erogata dal Sistema Sanitario Nazionale) soltanto in casi specifici e, precisamente, quando è combinata a un intervento chirurgica per la cura di una patologia del seno, quale per esempio un tumore.

Quando la mastoplastica additiva ha soltanto fini estetici è sempre e solo a pagamento.

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Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza