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Abbronzatura e Fotodanneggiamento: quali danni può provocare il sole?

Abbronzatura e Fotodanneggiamento: quali danni può provocare il sole?
Ultima modifica 02.02.2024
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INDICE
  1. Abbronzatura: cosa sono i danni da UV?
  2. Fotodanneggiamento: cos'è
  3. Scottature ed eritemi solari
  4. Macchie senili
  5. Cheratosi attinica
  6. Carcinoma basocellulare
  7. Carcinoma squamocellulare
  8. Melanoma
  9. Non solo pelle

Abbronzatura: cosa sono i danni da UV?

Scottature, eritemi, rughe, macchie scure e melanoma sono solo alcune delle conseguenza di un'incauta esposizione al sole.

Prendere il sole proteggendo sempre la pelle è il primo passo per non correre rischi. Se questo non risultasse sufficiente, imparare a riconoscere i danni causati da un irraggiamento solare eccessivo, nel momento in cui si manifestano, può limitare o evitare spiacevoli complicanze.

Che tipo di danni possono provocare i raggi UV?

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2023/03/10/abbronzatura-e-fotodanneggiamento-orig.jpeg Shutterstock

L'abbronzatura è una strategia difensiva attuata dalla pelle, al fine di proteggere se stessa e l'intero organismo dai danni derivanti dalla diretta - e, purtroppo, spesso incontrollata - esposizione alla luce solare e/o ai raggi UV artificiali (lampade abbronzanti).

Abbronzatura: quali sono meccanismi di difesa della pelle?

I meccanismi di difesa messi in atto dalla pelle per proteggersi dalle radiazioni UV coinvolgono sia i melanociti e la sintesi del pigmento melanina (responsabile della colorazione della cute di ciascun individuo e della sua abbronzatura), sia i cheratinociti presenti nei suoi strati più superficiali. Le radiazioni ultraviolette aumentano, infatti, il numero di melanociti attivi, stimolando di conseguenza la produzione di melanina (melanogenesi).

Questa sostanza (presente anche nei capelli e in alcune parti dell'occhio) viene sintetizzata dai melanociti a partire da tirosinatriptofano e fenilalanina. Essa è responsabile dell'abbronzatura a breve e a lungo termine. Nel primo caso, osservabile generalmente solo nelle persone con carnagione moderatamente scura, si verifica una fotossidazione della melanina che tende a diventare più scura. Tale fenomeno si manifesta immediatamente dopo l'esposizione solare e recede nel giro di pochi minuti.

La melanina, pertanto, se da un lato ci garantisce un colorito più scuro (abbronzatura), dall'altro protegge la pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari agendo come un vero e proprio filtro. Tale sostanza è, infatti, in grado di ostacolare la penetrazione dei raggi ultravioletti negli strati più profondi della cute. I cheratinociti intervengono invece in un secondo sistema di protezione: l'ispessimento cutaneo. I raggi ultravioletti (in particolar modo i raggi UV-B) stimolano la proliferazione delle cellule che formano lo strato più esterno della pelle (strato corneo). Un maggiore spessore cutaneo impedisce così ai raggi ultravioletti di penetrare in profondità e danneggiare le cellule.

Fotodanneggiamento: cos'è

Cosa s’intende per Fotodanneggiamento?

I meccanismi di difesa appena descritti hanno lo scopo di proteggere la cute dal fotodanneggiamento o danno causato dalla luce solare (dal greco "photos" = luce). In caso di sovraesposizione, questi meccanismi possono risultare insufficienti e l'eccesso di radiazioni ultraviolette assorbite causa la comparsa di danni cutanei più o meno gravi.

Di seguito, i principali danni indotti dal sole e dai raggi UV verranno brevemente descritti.

Scottature ed eritemi solari

La scottatura solare è una vera e propria ustione provocata da un'esposizione eccessiva rispetto alla tolleranza del soggetto.

Segni di riconoscimento

La pelle scottata dal sole appare arrossata, calda e soggetta a prurito. Nei casi più seri, seguono sintomi quali bolle, senso di bruciore, dolore nel premere la parte interessata, edema cutaneo e desquamazione superficiale. Se viene interessata un'ampia area della superficie corporea si possono sviluppare anche sintomi generali (causati dal rilascio di citochine infiammatorie), compresi febbre, brividi e senso di indebolimento generale.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2023/03/10/eritema-solare-orig.jpeg Shutterstock

L'eritema solare è una versione più lieve della scottatura, ma non meno seria. Si tratta, infatti, di una forma di irritazione, caratterizzata da arrossamento e da prurito. Anche questa reazione cutanea è causata da un'errata esposizione solare, senza un'adeguata protezione. Il prezzo si paga con il tempo, poiché questi danni acuti possono predisporre all'insorgenza dei tumori della pelle.

Per approfondire: Scottature Solari - Scottature da Sole: Cosa Sono, Cause e Rimedi

Come intervenire

In caso di scottature ed eritemi è importante mantenere per qualche giorno la pelle a riposo, evitando l'ulteriore esposizione alla luce solare. Il prurito e l'arrossamento possono essere alleviati con impacchi freschi sulla pelle e l'applicazione di prodotti specifici ad azione emolliente e lenitiva. Le aree con vescicole devono essere trattate con medicazioni sterili e antimicrobici topici.

Inoltre, è fondamentale rispettare le classiche regole di prevenzione, ricorrendo a schermi solari adatti al proprio fototipo.

Per approfondire: Eritema Solare: come riconoscerlo, quanto dura, cosa fare e rimedi

Macchie senili

L'esposizione al sole può creare, oltre ad infiammazioni come l'eritema e la scottatura, anche inestetismi spesso legati alla presenza della melanina.

Segni di riconoscimento

Le macchie senili, dette anche "lentigo solari", sono molto comuni nelle persone sopra i 40 anni e si riconoscono poiché appaiono come chiazze della pelle di colore più scuro.

Compaiono più facilmente nelle zone del corpo esposte a lungo, negli anni, alle radiazioni UV: viso, mani, spalle, schiena e décolleté. In queste aree, i raggi del sole stimolano di più i melanociti, i quali producono una maggiore quantità di melanina, formando piccole macchie circoscritte.

A differenza delle lentiggini, queste macchie piatte e marroni non scompaiono anche dopo che l'esposizione al sole è cessata, poiché sono legate al processo di invecchiamento della pelle.

Come affrontare il problema

Dal momento che sono un segno di danno solare, queste macchie correlano ad un aumentato rischio di sviluppare il melanoma. Una volta accertata la natura benigna delle lesioni, il dermatologo può proporre un trattamento laser, la diatermocoagulazione o la crioterapia per favorire la rimozione degli strati cutanei più superficiali e, con essi, delle macchie scure. In alternativa, le lentigo solari si possono mascherare con il "camouflage", che si avvale di cosmetici specifici, simili ai fondotinta. Anche in questo caso è importante la prevenzione, evitando lunghe e ripetute esposizioni al sole senza protezione o con un prodotto a schermo troppo basso, nelle ore centrali della giornata.

Cheratosi attinica

La cheratosi attinica è una lesione della pelle benigna, che viene però definita "precancerosa". Ciò significa che, nel tempo, può degenerare e dare luogo a veri e propri tumori della pelle.

Segni di riconoscimento

Si presenta come una chiazza rosso-brunastra ricoperta da squame persistenti ed in rilievo. La cheratosi attinica compare soprattutto nelle zone più fotoesposte: testa, orecchie, fronte, gambe, braccia e dorso delle mani.

Ne soffrono solitamente gli anziani e le persone di carnagione chiara, soprattutto se trascorrono molto tempo all'aperto. Inoltre, sono a rischio i giovani che si espongono al sole senza protezione o si sottopongono a molte lampade solari.

Come si affronta

La cheratosi attinica, come ogni altra neoformazione cutanea, deve essere valutata dal dermatologo.

Il trattamento prevede l'asportazione della lesione mediante chirurga classica, crioterapia con azoto liquido oppure laser. In caso di cheratosi attinica, può risultare efficace anche la terapia fotodinamica ed il trattamento farmacologico a base di diclofenac gel 3% in acido ialuronico da applicare, sempre sotto controllo del dermatologo, fino a quando le lesioni scompaiono.

Carcinoma basocellulare

Il carcinoma basocellulare è il tumore più frequente nella popolazione di pelle bianca. Detto anche basilioma o epitelioma basocellulare, questa lesione deriva dalla trasformazione di cellule basali, situate nello strato più profondo dell'epidermide.

Segni di riconoscimento

La forma più diffusa esordisce come una macchia desquamata tendente al rossastro, ma il basilioma può presentarsi anche sotto forma di papula o nodulo rosaceo, translucido, dalla superficie liscia e margini ben definiti. Qualche volta, le lesioni papulari e nodulari possono essere pruriginose o pigmentate di colore marrone, blu o nero. Nel tempo, la lesione può apparire circondata o sovrastata da piccoli vasi congesti e dilatati (teleangectasie) e può sviluppare una depressione, una crosta o un'ulcerazione centrale sulla propria superficie.

Il carcinoma basocellulare si sviluppa soprattutto nella zona della testa e del viso, in particolare su naso e orecchie, seguite da tronco, braccia e gambe.

Pur essendo una forma maligna, questo tumore cutaneo è poco aggressivo e raramente provoca metastasi a distanza. Tuttavia, può estendersi superficialmente o in profondità, danneggiando i tessuti in modo grave e compromettendo la funzionalità delle strutture vicine.

Come si affronta

Se si nota una lesione sospetta, è opportuno recarsi dal dermatologo per una diagnosi tempestiva.  Per l'eventuale asportazione, la chirurgia classica è la metodica più utilizzata. In alcuni casi, è possibile ricorrere a terapia fotodinamica, crioterapia con azoto liquido e chemioterapia topica (es. applicazione di imiquimod, un farmaco immonumodulatore). I pazienti con un'anamnesi positiva per un carcinoma baso-cellulare hanno un rischio superiore di svilupparne altri entro i primi cinque anni dall'asportazione del tumore originale. È importante, quindi, proteggersi dal sole e sottoporsi a controlli periodici.

Carcinoma squamocellulare

Il carcinoma squamocellulare è un tumore che origina dalle cellule dello strato spinoso dell'epidermide. Di solito, insorge in aree sottoposte cronicamente alle radiazioni solari: labbra, padiglioni auricolari, naso, collo, dorso delle mani, braccia, schiena e cuoio capelluto. Il carcinoma squamocellulare è il secondo in ordine di frequenza fra i tumori cutanei. Le persone più colpite sono quelle con carnagione chiara; risultano vulnerabili anche coloro che, per vari motivi, hanno trascorso molto tempo all'aperto o al sole (agricoltori, muratori e pescatori). A rischio sono anche gli individui con un sistema immunitario poco efficiente, come chi ha subito un trapianto d'organo. Come altri tumori della pelle, viene causato da una eccessiva esposizione ai raggi UV del sole o alle lampade solari.

Segni di riconoscimento

Il carcinoma squamocellulare si presenta con una chiazza, in cui la cute è eritematosa, squamosa, con margini irregolari. In alcuni casi, la lesione è ricoperta da croste rosse-giallastre oppure è ulcerata e sanguinante.

Altre volte, il carcinoma squamo-cellulare esordisce come un rilievo nodulare, simile ad una verruca, con superficie desquamante. A livello locale, questo tumore può essere molto aggressivo e negli stadi più avanzati può metastatizzare.

Come si affronta

Il trattamento è simile a quello previsto per il carcinoma basocellulare e comprende l'escissione chirurgica, la chemioterapia topica (imiquimod e 5-fluorouracile), la terapia fotodinamica, e, talvolta, la radioterapia. Il rischio di recidive entro i primi cinque anni dall'asportazione del tumore è molto alto. Regolari visite di controllo, quindi, sono dopo il trattamento del carcinoma squamocellulare sono fondamentali.

Melanoma

Il melanoma non è tra i tumori della pelle più diffusi, ma sicuramente è il più aggressivo. La trasformazione neoplastica origina dai melanociti (cellule che producono melanina), i quali iniziano a proliferare senza controllo. Il melanoma si sviluppa su una pelle integra, sana e asintomatica oppure a partire da un neo (o nevo) preesistente.

Questo tumore della pelle è strettamente correlato all'esposizione cronica alle radiazioni ultraviolette, principalmente rappresentata dai raggi del sole. Gravi scottature solari subite nell'infanzia e nell'adolescenza aumentano il rischio in misura marcata.

Segni di riconoscimento

Il sintomo principale del melanoma sono gli evidenti cambiamenti nell'aspetto di un neo. Una lesione sospetta presenta alterazioni di forma (irregolare, non simmetrica, con bordi frastagliati, non ben delineati, addentellati o con incisure) e colore (non omogeneo, con chiazze rosso-brune, bianche, nere o blu all'interno del neo stesso o viraggio verso un colore scuro). Altri campanelli d'allarme sono le modifiche delle dimensioni (superiori ai 6 mm ed ingrandimento progressivo sia in larghezza, che in spessore, in un tempo piuttosto breve), associate ad eventuali segni di flogosi nella cute circostante, con prurito, sanguinamento spontaneo, ulcerazione, dolenzia, comparsa di un nodulo o un'area arrossata.

Come si affronta

La diagnosi precoce (fino a 1 mm di profondità di penetrazione) riveste grande importanza nel melanoma, poiché se trattato tempestivamente, il tumore è quasi sempre curabile. L'autoesame della cute eseguito dal paziente stesso può favorire l'individuazione di alcune caratteristiche del neo sospette. Il trattamento d'elezione consiste nella resezione chirurgica. In caso di malattia metastatica è necessaria la chemioterapia, tuttavia la guarigione è molto difficile.

Le regole d'oro per difendere la pelle al sole

  •  Utilizzare creme solari adeguate al proprio tipo di pelle.
  • Non esporsi al sole tra le ore 11 e le 16.
  • Non esporre al sole diretto i bambini sotto i 12 mesi.
  • Evitare di scottarsi non solo con l'applicazione di schermi solari, ma anche usando magliette e cappello ampio con visiera.
  • Non esporsi al sole dopo aver applicato sulla pelle profumi alcolici, oli essenziali ed altri prodotti fotosensibilizzanti.
  • Evitare o ridurre al minimo l'uso di lampade e lettini abbronzanti.
  • Controllare sempre i propri nei e farli vedere regolarmente dal dermatologo.

Non solo pelle

Abbronzatura: effetti sugli occhi dei raggi UV

Gli effetti del sole e dei raggi UV sugli occhi sono forse i meno noti, ma sono ugualmente nocivi. Le radiazioni ultraviolette, infatti, possono causare importanti danni alla cornea, alla retina e al cristallino con sintomi quali dolore corneale, fotosensibilizzazionelacrimazione e spasmo delle palpebre.
L'uso di occhiali protettivi non deve quindi diventare un semplice optional: occhiali a lenti scure devono essere sempre presenti in caso di esposizione prolungata, specie nelle ore più calde del giorno. Anche una montatura avvolgente è importante per impedire alle radiazioni di raggiungere i nostri occhi.
Le lenti colorate sfumate o chiare, in molti casi non sono in grado di proteggere sufficientemente l'occhio.
Per tutelare il consumatore, i produttori di occhiali da sole sono obbligati a riportare sui loro prodotti il potere filtrante che può andare da 0 (protezione quasi nulla) a 4 (protezione massima, utile in condizioni estreme, come in alta quota). È bene infine ricordare che la semplice chiusura delle palpebre non è da sola in grado di proteggere l'occhio dagli effetti dannosi della luce solare.

Consulta anche: Occhiali da Sole: Come Scegliere le Lenti, Benefici e Rischi
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Autore

Dott.ssa Giulia Bertelli

Dott.ssa Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici