Piloti, preparatore atletico e programmazione per la gara

Ultima modifica 02.10.2019

Articolo a cura di Samuele Tedeschi - Preparatore atletico e terapista piloti sport motoristici

 

Il giorno della gara è da sempre considerato la prova del nove, dove il pilota e il preparatore atletico concentrano tutti i loro sforzi per un solo fine, “la vittoria”.
A seconda di come ci si comporta nel week end di gara si può ottenere il miglior risultato o il peggior risultato. Perché tralasciando la programmazione seguita durante tutta la stagione, sarà molto importante arrivare preparati fisicamente e mentalmente al giorno della competizione, pena il rischio di essere stanchi o demotivati.
Le possibilità che si possono raggiungere a fine giornata e che gli atleti conoscono bene, sono due:

  1. ottenere finalmente i risultati tanto sudati
  2. perdere o fare una gara anonima

Sarà compito del preparatore far sì che il pilota arrivi sul circuito al meglio delle sue capacità per aggiudicarsi la prima opzione. Infatti, il lavoro a carico del preparatore dovrà prevedere il programma di integrazione idro-salina, la motivazione psicologica del pilota, finalizzata ad affrontare la gara con la giusta preparazione mentale, lo scarico della muscolatura e l'eliminazione delle tensioni derivate dalla guida durante le prove libere e le qualifiche. In certe competizioni, si aggiunge anche la funzione di filtro, la cui funzione è “filtrare” tutte le informazioni dirette al pilota per evitare che tutto l'insieme di comunicazioni “da” e “verso” di lui, diventi troppo gravoso e deconcentrante ai fini della gara.
Si evince quindi che l'algoritmo per vincere le competizioni è complicato e che i lavori da eseguire nel week end di gara sono tanti; nell'articolo, in cui saranno elencate le linee guida, verranno schematizzate le fasi che compongono il pre-gara.

preparatore atletico piloti


Fig.1.1 I compiti del preparatore atletico nel week end di gara

Integrazione

L'acqua è fondamentale per garantire il mantenimento di uno stato di idratazione ottimale. E' infatti sufficiente una perdita di liquidi pari al 2% del peso corporeo per far calare drasticamente l'efficienza fisica  e per generare un evidente senso di spossatezza! Reintegrare l'acqua e gli elettroliti ha la funzione di prevenire la comparsa dei crampi muscolari e la stanchezza mentale e fisica, oltre che di prevenire la disidratazione. Disidratazione che negli sport motoristici sopraggiunge, spesso, proprio a causa delle attrezzature di protezione individuale usate - come tute ignifughe e tute in pelle - e del clima caldo/umido presente sui tracciati di gara, che aumentano notevolmente la sudorazione e la dispersione dei liquidi corporei.
La tipologia di bevanda più indicata da assumere durante l'attività di guida dovrebbe essere fortemente ipotonica, al fine di rendere più veloce lo svuotamento gastrico e ripristinare rapidamente i liquidi all'interno della cellula (le bevande ipotoniche sono quelle la cui concentrazione ha una pressione osmotica inferiore a quella del plasma e il carico osmolare di zuccheri e sali minerali non è sbilanciato).
Le maltodestrine, disciolte in acqua insieme ai sali col corretto rapporto di proporzione, hanno il vantaggio indubbio di mantenere la soluzione ipotonica, di conseguenza permettono di reidratare rapidamente l'organismo, permettendo così un ritardo del calo energetico.
E' necessario inoltre non assumere più di 500ml di liquidi per mezz'ora, visto che l'organismo non è in grado di assimilare più di questo dosaggio e l’eccesso verrebbe espulso con le urine. Anche un eccesso di sali, d’altronde, causerebbe uno squilibrio osmotico, con conseguenti problematiche a livello intestinale. Di conseguenza, è necessario calibrare bene l’integrazione di liquidi, tenendo a mente che il nostro corpo espelle 1,2 Litri/ora di sudore durante l’attività sportiva e che questo dato può aumentare a seconda dell’intensità dello sforzo fisico, anche se generalmente per sport come automobilismo e motociclismo si può definire affidabile questa cifra.
Quindi per integrare potassio, magnesio e sodio, seguiremo la proporzione dettata dalla seguente affermazione: 1 litro di sudore contiene 1,5 g di Sali, di cui il 40% è composto dal sodio, il 30% dal potassio è il 5% dal magnesio, le restanti percentuali mancanti sono da attribuire a tutti gli altri Sali espulsi con la sudorazione, ma non coinvolti nel processo della performance. Il pilota si peserà prima di ogni gara o prove libere e in base al peso rilevato sulla bilancia il procedimento sarà il seguente:

  • Sottrarre al peso rilevato prima delle attività di pista il peso rilevato dopo 1 h di attività
  • Trasformare il risultato in grammi

Esempio:

  • Peso prima delle attività 70 kg
  • Peso dopo le attività 69 kg
  • Risultato: 70 kg - 69 kg = 1,0 kg = 1000 g

Acqua da bere durante e dopo l’attività con i Sali = 1500 ml


Bisognerà bere 250 ml di acqua durante la competizione o le prove libere e alla fine di queste, ad intervalli di tempo regolari di circa 15', per un totale di 1500 ml; all'interno della bevanda saranno disciolti per il 40% sodio, per il 5% magnesio e per il 30% potassio, oltre alle maltodestrine o ad altri tipi di zuccheri con cui il pilota si trova a proprio agio.
Per calcolare poi la corretta quantità, nella proporzione, bisognerà anche tenere in considerazione la densità dell’acqua che è pari a 1 g/ml.
Saremo così a conoscenza di quanti Sali e liquidi dovremo reintegrare per quel tipo di gara (il procedimento è da ripetere ogni qualvolta cambiano le condizioni climatiche e geografiche del luogo in cui si corre).
Nelle ore precedenti la gara, già dalla mattina, si chiederà al pilota di eseguire una lenta idratazione, circa 200-500 ml ogni 30 minuti con bevande ipotoniche; nel post gara invece si utilizzeranno bevande ipertoniche, cioè con una osmolarità maggiore di quella del plasma perché cariche di nutrienti come i carboidrati dati dalle maltodestrine.

Motivazione Psicologica

Una certa stabilità emotiva, con un livello relativamente basso di ansia e tensione, è una caratteristica che in generale contraddistingue gli atleti di successo. E in un programma di preparazione psicofisica pre-gara va tenuto assolutamente conto della gestione delle emozioni del pilota, poiché un elevato livello d’ansia dovuto alla competizione (che si può manifestare sia a livello cognitivo che somatico) è nocivo per la prestazione e crea vissuti negativi di inadeguatezza e sfiducia nelle capacità personali.
Inoltre, contrariamente a quanto si possa pensare, le abilità mentali di reazione a determinate situazioni, si possono allenare. E’ il caso della gestione delle emozioni derivanti dalle gare, dove spesso a causa dello stress da ansia di prestazione, si tende a focalizzarsi meno sul piacere derivato dalla competizione e a generare un ciclo continuo di pensieri stressogeni in grado di influenzare negativamente la peak performance.


Motivazione piloti

Fig. 1.3 Piramide della gestione del coaching durante le giornate di gara


Per rompere questo ciclo, il preparatore atletico dovrà mettere in atto una serie di azioni allenanti per il cervello del pilota, consentendogli così di entrare nella situazione chiamata in gergo tecnico “Flow - flusso”, cioè uno stato di coscienza e attivazione mentale profonda in grado di portare il pilota ad essere più attento e competitivo, oltre che completamente immerso nell’attività di pista.
Occorre poi di volta in volta sondare le diverse emozioni del pilota per modulare e personalizzare il suo personale arousal, che consiste nell'attivazione psicofisica corretta per quello sport, per quel momento della prestazione, per quell’atleta. La modulazione delle immagini che si creano di volta in volta, ad esempio, è alla base delle diverse modalità di allenamento mentale che si andrà ad eseguire sul campo di gara. Stessa cosa per il tipo di stile attentivo che si andrà a presentare; cioè in base al momento, l’atleta sarà più in modalità esterna, con l’attenzione rivolta all’ambiente esterno, oppure interna con l’attenzione rivolta ai propri stimoli interni (tensioni muscolari, ansia, battito cardiaco, ritmo respiratorio ecc..), si pensi ad esempio al momento della griglia di partenza, dove il pilota è molto concentrato agli stimoli interni ma è bombardato continuamente da stimoli esterni, come il pubblico sugli spalti, le telecamere ecc.. se in quel momento non gli è possibile rimanere concentrato internamente, la performance successiva molto probabilmente ne risentirà, a causa dell’attenzione e della determinazione calata.
Tutti questi diversi livelli di attivazione, che se non gestiti correttamente, peggioreranno la performance, richiedono l’aiuto di uno specialista come il preparatore atletico specializzato in coaching sportivo; perché bastano pochi e mirati accorgimenti, per mantenere alto il proprio livello di attivazione. Il primo suggerimento che mi sento di dare, per iniziare sin da subito a provare le corrette emozioni è forse il più scontato, ma è quello che è sempre maggiormente ignorato... l’ascolto dei messaggi interni del nostro corpo dal quale è possibile capire se nel corso della prestazione agonistica siamo o troppo scarichi o troppo carichi. Il secondo consiglio è quello di tenere un diario dei propri pensieri, prima, durante e dopo la gara e di inserire anche le immagini e i suoni percepiti nella propria mente, questo permetterà di creare uno storico personale (molto importante in caso di vittoria, perché così è possibile ricreare le stesse esatte sensazioni nelle gare successive, aumentando le probabilità di successo) su cui il preparatore atletico avrà modo di studiare il giusto mix di sensazioni, da far percepire al pilota per portarlo al successo.

Scarico della Muscolatura

A seconda del tipo di lavoro che si imposta a inizio stagione, questa parte è diversa da preparatore a preparatore, quindi di seguito è riportato lo schema classico che sono solito usare e che comprende le fasi di lavoro svolte nel giorno di gara. Per esperienza personale, molti piloti preferiscono lavorare sullo stretching muscolare e su massaggi osteopatici, prima della gara, per favorire l’azione di scarico e avere una maggior libertà di movimenti articolari.
Sarà comunque l’adozione di una routine a dare il maggior beneficio al pilota.


Ciclo di scarico piloti

Fig 1.4 Il ciclo di scarico e attivazione psicofisica a cui il pilota viene abituato per la giornata di gara.


In caso di tempi ristretti, causati da interviste o set difficoltoso del mezzo o da altri eventi anomali, è utile concentrarsi sulle fasi:

  1. Stretching (lontano dalla gara di qualche ora)
  1. Attivazione pre-gara (vicino alla gara)

Visto che muscoli e diaframma rimangono spesso contratti, a causa della molta concentrazione utilizzata e dalla fatica fisica durante le prove e le qualifiche, il lavoro di stretching è focalizzato su di loro. L’attivazione, invece, consiste nel massaggio pre-gara e nell’utilizzo di tecniche di coaching e di PNL (programmazione neuro-linguistica) per modificare lo stato di attivazione del pilota e farlo entrare nello stato di “Flow”.


Concludo l’articolo mostrando come dovrebbe presentarsi la corretta curva di recupero fisico del pilota nei tre giorni che compongono il week end di gara. La curva nera iniziale mostra come non siano rispettati i tempi o non siano eseguite le corrette modalità di recupero, portando al peggioramento della performance alle qualifiche del sabato. La rossa, invece, mostra un corretto recupero fra venerdì e sabato, peggiorando però prima della domenica di gara, sempre a causa delle modalità sbagliate di recupero psicofisico. La blu, invece, è la linea ideale, dove il pilota si presenta sulla griglia di partenza, al massimo delle sue capacità.


Stato di forma piloti


Fig. 1.5 Grafico "€œstato di forma - tempo di recupero"€ con le diverse ipotesi di recupero